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PSICOPATOLOGIA E CRIMINALITA'.
L'ITINERARIO ITALIANO

Luciano Bonuzzi

 

INTRODUZIONE

UNA BREVE PREMESSA

LONTANE RADICI

DLAL'ETÀ DI MEZZO AI TEMPI MODERNI

VERSO L'ILLUMINISMO

FERMENTI DOTTRINALI ALLE ORIGINI DELL'ETÀ CONTEMPORANEA

CRIMINALITÀ E ORGANIZZAZIONE ANATOMICA

APPROCCI STORICISTI

L'ANTROPOLOGIA CRIMINALE

ACCANTO A LOMBROSO

CONTRIBUTI CLINICI ALLA CRIMINOLOGIA

NUOVI ORIZZONTI

UN TENTATIVO DI SINTESI

BIBLIOGRAFIA

 

Un tentativo di sintesi

Si tende oggi, in tema di psicopatologia e di criminalità, a valorizzare interpretazioni multifattoriali che, senza trascurare il fondamento somatico e genetico dove è radicata la condizione umana, guardino con grande attenzione alla suggestione sociale che sottende ogni dinamica psicologica e psicopatologica che si dispiega nel crimine. Si tratta di un punto di vista ispirato al più conciliante buon senso che, a guardar bene, non ha mai del tutto abbandonato l'evoluzione della psicopatologia criminologica che, per dare un senso sia alla sofferenza che alla trasgressione, si è sempre dibattuta fra corpo, psiche, natura e società. E pur tuttavia i differenti momenti d'approccio non sempre hanno avuto pari fortuna rivelando quanto sia forte il bisogno umano di libertà conoscitiva; un'esigenza di sapere che invita ad elaborare, per poi scomporre, sempre nuovi modelli ermeneutici ora centrati sulle cogenze del corpo, ora sul disagio sociale, ora sull'obliquità dello spirito.

Libertà e cultura, in effetti, sostanziano il mondo dell'uomo che nei differenti modelli scientifici tende a dare una risposta sempre rinnovata agli enigmi dell'esistenza e tali sono, fuor di dubbio, la follia e il crimine.

Un forte rilievo ermeneutico alla qualità dell'organizzazione somatica è evidente nelle concezioni naturalistiche dell'umoralismo e dell'illuminismo; la connessione fra configurazione somatica ed inclinazione al crimine appare, peraltro, radicale ed esasperata nella frenologia e nelle prime teorie lombrosiane. Le ragioni psicologiche dello spirito, dolorosamente compromesso con la colpa, affiorano invece, in forma emblematica, nella demonologia ma anche negli approcci storicisti. In ogni caso, ogni modello conoscitivo, per essere realmente incisivo, deve essere sintono con la società dove viene elaborato, con il mondo della vita con cui si confronta.

Ma il mondo dell'uomo muta storicamente e pertanto ogni dottrina deve essere incessantemente integrata fino a diventare irriconoscibile quando, al proprio tramonto, si impone l'esigenza di nuove teorie. In altre parole, il mondo della cultura socialmente condivisa non conosce stabilità alcuna ma è incessantemente mosso dal vento della storia; fortune, eclissi e grigi compromessi sono il destino di ogni sapere.

Per venire alla vicenda della psicopatologia criminologica italiana, teorie dall'indubbia originalità e fortuna si intrecciano con teorie che si limitano a ripetere forme di pensiero maturate al di là delle Alpi. In pratica, la tradizione della psicopatologia criminologica italiana si può sostanzialmente identificare con quella europea fino all'età di Zacchia, il cui pensiero diventa un modello per il sapere di tutto l'Occidente. La criminologia italiana subisce poi forti influenze francesi nell'età dell'illuminismo e tedesche nell'età della Restaurazione. Con Lombroso, ampiamente influenzato dall'evoluzionismo inglese, è invece l'antropologia criminale italiana a configurare, ancora una volta, un punto di riferimento per ogni approccio alla criminologia. Ma anche il biologismo lombrosiano, per quanto corretto dalla sociologia di Ferri, si incammina irrimediabilmente verso il tramonto quando nuovi approcci diventano possibili all'ombra della psicopatologia tedesca.

La mutevolezza del sapere, accanto al dovere di solidarietà umana, deve pertanto invitare alla tolleranza soprattutto innanzi a quelle sconcertanti vicende dove è impossibile riconoscere la mobile linea che separa il crimine dalla follia. La tolleranza è un modo per accogliere l'invito di Salvatore Quasimodo dove dice: "Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue / salite dalla terra, dimenticate i padri: / le loro tombe affondano nella cenere, / gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore" (190).



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