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Professor Carmine Munizza, Presidente SIP Società Italiana di Psichiatria

PSICHIATRIA DI COMUNITA’ E ASSISTENZA PSICHIATRICA IN ITALIA

Definizione

Si ricorda la definizione di community care contenuta nel World Health Report dedicato alla Salute Mentale dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS 2001).

L’assistenza psichiatrica nella comunità locale (community care) è sinonimo di rispetto e crescita dei diritti (empowerment) delle persone che soffrono di disturbi psichiatrici; essa si traduce nello sviluppo graduale di una vasta rete di servizi nelle singole aree geografiche locali. Come strategia complessiva, l’assistenza psichiatrica nella comunità locale si traduce in:

-       servizi vicini a casa, compresi i reparti negli ospedali generali per gli episodi acuti e comprese le strutture residenziali a lunga permanenza;

-       interventi mirati a ridurre le disabilità e non solo i sintomi;

-       trattamenti ed assistenza specifici in funzione della diagnosi e dei bisogni del singolo soggetto;

-       ampia gamma di servizi per rispondere ai differenti bisogni delle persone con disturbi mentali;

-       servizi basati sulla capacità di coordinamento tra gli operatori psichiatrici e le altre agenzie sociali e sanitarie presenti nella comunità locale;

-       servizi mobili, non statici: in grado cioè di offrire assistenza a domicilio;

-       collaborazione e cooperazione (partnership) con i familiari (carers), tenendo ben presenti i loro bisogni;

-       direttive governative a supporto di queste strategie.

Questa forma di assistenza non è una semplice soluzione organizzativa, ma una strategia complessiva, che si fonda su alcuni principi essenziali: la capacità di formulare una diagnosi accurata e di fornire interventi precoci (per evitare lo sviluppo delle forme meno reversibili di disabilità), la continuità terapeutica (con il pieno coinvolgimento di familiari, utenti, operatori dei servizi di medicina generale), l’offerta di una gamma vasta e diversificata di servizi, la relazione di collaborazione e di partnership con i pazienti e le loro famiglie, la capacità di coinvolgimento attivo della e  nella comunità locale, l’integrazione con l’assistenza sanitaria di primo livello.

Situazione psichiatrica in Italia

L'assistenza psichiatrica in Italia è ormai diffusa su tutto il territorio nazionale. L’istituzione dei dipartimenti di salute mentale (DSM) è stata formalizzata da tutte le regioni e province autonome. Il numero dei dipartimenti è pari a 211 e in linea generale vi è un DSM in ciascuna Azienda USL.

Il numero di strutture e di operatori dei DSM è il seguente:

Disponibilità di strutture e di posti letto/utenti nei 211 DSM italiani

(Dati 2001 Ministero della Salute)

Posti letto/utenti

 

Operatori dei 211 DSM italiani -  Tot: 30711 Tasso n° operatori/1500 abitanti: 0.80 - (Dati 2001 Ministero della Salute)

Da questi dati emerge che la psichiatria di comunità è una realtà nel nostro paese.

Dati emersi dal sondaggio

Rispetto a una realtà organizzativa così presente e diffusa nel territorio, destano una certa sorpresa le risposte date alle domanda n° 3 e n° 5 dell’Indagine DOXA in cui il ricorso ai centri di salute mentale (CSM) sia per avere informazioni che per avere aiuto, è rappresentato solo dall’1% degli intervistati.

Questo sta a indicare, senza ombra di dubbio, che c’è un serio problema di visibilità dei centri di salute mentale pur così presenti nel territorio. Questo è in linea con quanto già notava in un articolo sul British Journal of Psychiatry del 2001 Julian Leff, professore di psichiatria sociale a Londra, promotore della chiusura degli ospedali psichiatrici e dell’organizzazione della psichiatria di comunità in Inghilterra “Provate a chiedere a un qualunque gruppo di persone non addette ai lavori che cosa pensa dell’assistenza psichiatrica territoriale, la maggior parte di loro, se non addirittura tutti, vi risponderà che è fallita”.

Si possono identificare diverse cause di questa generale dispercezione. Forse la principale è il termine stesso di “assistenza sul territorio”.

Il territorio (community) come concetto è nebuloso e spesso suscita scetticismo sulla sua esistenza.

Un buon servizio psichiatrico territoriale è virtualmente invisibile. Le residenze per i pazienti che hanno bisogno di sistemazione protetta sono volutamente indistinguibili dalle case dei vicini, per evitare la stigmatizzazione e favorire la normalità. I centri di salute mentale sono spesso collocati in edifici della zona di competenza con nulla che consenta di identificarli dall’esterno. Gli operatori psichiatrici non indossano divise.

Quindi la drammatica presenza architettonica dei manicomi è stata sostituita da una apparente assenza.

Ciò nonostante dal sondaggio emerge che circa metà degli intervistati è contraria alla riapertura degli ospedali psichiatrici (Indagine DOXA, domanda 15), dato nettamente migliore ad un’analogo sondaggio del 1988 nel quale su circa 1000 intervistati il 48% era favorevole al ricovero in ospedale psichiatrico, il 29,7% contrario e il 22% incerto.

Altro punto da sottolineare è che tra le carenze attribuite dagli intervistati all’assistenza psichiatrica prevale l’insufficienza attività territoriale dei servizi, mentre in secondo piano vengono evidenziati la scarsità dei posti letto nelle strutture ospedaliere e la scarsità di residenze per pazienti cronici (Indagine DOXA, domanda 16).

Ed infine i dati sulla qualità dell’assistenza sono paragonabili a quelli che in analoghi sondaggi emergono sulla sanità in generale (Indagine DOXA, domanda 17).

Conclusioni

Credo che, per quanto riguarda l’assistenza psichiatrica, l’elemento più importante che emerge dal sondaggio e su cui è necessario riflettere sia la mancata informazione sulla psichiatria di comunità ed allora: “Che cosa si può fare per modificare la sensazione della gente e dei media che l’assistenza territoriale sia fallita?”

Recentemente molte campagne sono state fatte per combattere lo stigma e il pregiudizio riguardanti le malattie mentali. Tale obiettivo è anche una priorità nell’agenda del Ministero della Salute. Finora, però, nessuna di queste campagne si è occupata di spiegare alla gente e ai media com’è fatta l’assistenza territoriale.

Noi, che abbiamo promosso e organizzato l’assistenza territoriale, abbiamo il dovere di facilitare l’integrazione sociale e occupazionale dei nostri pazienti e rendere più visibili i nostri servizi. Quindi è necessario intraprendere una seria campagna di comunicazione e informazione, per evitare che i pazienti, le loro famiglie e noi stessi ci troviamo a dover far fronte ad una legislazione psichiatrica più restrittiva forse indotta anche dalla necessità di mediare nei confronti di una opinione pubblica mal informata.

Rubrica realizzata in collaborazione con

Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA
http://www.psichiatriabrescia.it

COLLABORAZIONI

Poche sezioni della rivista più del NOTIZIARIO possono trarre vantaggio dalla collaborazione attiva dei lettori di POL.it. Vi invitiamo caldamente a farci pervenire notizie ed informazioni che riteneste utile diffondere o far conoscere agli altri lettori. Carlo Gozio che cura questa rubrica sarà lieto di inserire le notizie che gli farete pervenire via email.

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