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La rivista semestrale i Fogli di ORISS è espressione dell’Associazione (Onlus) Organizzazione Interdisciplinare Sviluppo e Salute ( www.oriss.org ), fondata nel 1990 da un gruppo di persone provenienti da diversi percorsi disciplinari (antropologi, medici, psichiatri, psicologi, terapeuti tradizionali), alcuni dei quali appena tornati da lunghi periodi di lavoro trascorsi in paesi del Sud del Mondo.

Le pubblicazioni sono iniziate nel 1993 con due numeri fuori serie, sia per ciò che riguarda la numerazione che il formato, dedicati il primo alla valutazione delle medicine tradizionali e alla "inquieta alleanza" tra psicopatologia e l’antropologia; il secondo ai problemi posti dal lavoro sul campo.

A partire dal 1994 la rivista si è dotata di un Comitato di Redazione ed è stata affidata a un editore, Renato Varani delle Colibrì Ed. di Milano, assumendo la sua veste definitiva.

Sulla copertina, la scritta Luoghi e lingue di confine tra antropologia, psicologia, medicina e psichiatria delinea l’area di interesse della rivista. Nel corso degli ultimi anni, segnati da tumultuose trasformazioni, il gruppo promotore ha cercato di depositare nelle sue pagine (e in quelle della collana di libri che la accompagna) elementi utili all’elaborazione dei problemi incontrati pensando e agendo nelle terre di nessuno tra culture, paesi, identità, discipline. In questi territori le categorie, gli strumenti, gli approcci disciplinari, perfino i modelli di interdisciplinarietà che abbiamo ereditato dai nostri padri e dai nostri nonni risultano, applicati così come sono, inadeguati e insoddisfacenti. Si tratta quindi di trovarne altri, più efficaci. La necessità e la vitalità di questo lavorìo è dimostrata dall’affermarsi di nuovi approcci (basti citare quelli della antropologia medica, dell’epistemologia clinica, dell’etnopsicologia, dell’etnopsichiatria), dalla continua riflessione, sempre aperta, sulle metodologie più idonee a trattare le complessità che si vanno scoprendo, dai turbolenti rapporti tra chi vi è impegnato.

La rivista è andata così seguendo, e molto spesso anticipando, l’emergere di faglie, di aree di conflitto, di opportunità tra approcci, discipline, visioni del mondo; senza mai voler chiudere in risposte rassicuranti e riducenti la novità delle domande che via via scaturivano. Per due volte (nel 1997, numero 7/8, Elementi per un Manifesto; nel 2003, numero 19/20, Manifesto) ha ospitato le dichiarazioni di intenti, anche questi sempre in progress, dell’Associazione, nel tentativo di fissare delle linee guida che ci consentissero di orientarci nei momenti più drammatici della storia recente.

Perché, se da un lato la rivista ospita lavori che ci aiutano ad aggiornare i nostri approcci, dall’altro raccoglie le tracce lasciate dalle attività dell’Associazione: seminari, incontri, dibattiti, progetti.

In tutti questi anni abbiamo cercato e stabilito alleanze; alcune durevoli, altre passeggere. La rivista serve anche a questo: come presentazione di una ricerca in corso, è strumento e occasione per aprire confronti, costruire e verificare sinergie tra diversità.

In questa prospettiva, partecipare a un più ampio progetto, come quello di Pol-it, è per noi una ulteriore, preziosa occasione.

PIERO COPPO
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