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"L'ACIDO GAMMA-IDROSSIBUTIRICO
Pregi, limiti, perplessità: dalla revisione critica della bibliografia

di Giorgio Madeddu
Responsabile del "Centro Alcologico" per la diagnosi, cura e riabilitazione delle alcol-dipendenze (già Dispensario Alcologico)di Carbonia (CA).

  • PREMESSA
  • STORIA
  • PASSATO REMOTO
  • GHB e Delirium
  • PASSATO PROSSIMO
  • PRESENTE
  • CONCLUSIONI
  • BIBLIOGRAFIA

  • STORIA

    Henry Laborit, noto per aver introdotto l'uso di un neurolettico (la cloropromazina) nell'anestesia generale, propose nel 1960 l'utilizzo del GHB (1) come anestetico e ipnotico endovenoso.
    Nel 1970 Roth e Giarman (2) scoprono che il GHB è una molecola presente nel cervello dei mammiferi .
    Nel 1961 Snead e Morley (3) evidenziano che il GHB si concentra prevalentemente nell'ipotalamo e nei nuclei della base. Due anni dopo Maitre (4) conduce una ricerca che dimostra la presenza di recettori cerebrali per il GHB: la molecola non è quindi un semplice metabolita inattivo del GABA, ma conquista dignità di neurotrasmettitore o, almeno, neuromodulatore.
    Nel 1983, Fadda e Gessa (5) osservano che il GHB sopprime il consumo volontario di alcol etilico nei ratti alcolisti. Successivamente questi stessi autori - siamo nel 1989 - comunicano (6) che la sindrome da astinenza alcolica nel “ratto alcolista” si risolve dopo trattamento con GHB. Sono passati 30 anni dalla prima pubblicazione di Laborit: il GHB viene utilizzato negli USA nel paziente narcolettico (7), in Europa come anestetico generale endovenoso.

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