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"L'ACIDO GAMMA-IDROSSIBUTIRICO
Pregi, limiti, perplessità: dalla revisione critica della bibliografia

di Giorgio Madeddu
Responsabile del "Centro Alcologico" per la diagnosi, cura e riabilitazione delle alcol-dipendenze (già Dispensario Alcologico)di Carbonia (CA).

  • PREMESSA
  • STORIA
  • PASSATO REMOTO
  • GHB e Delirium
  • PASSATO PROSSIMO
  • PRESENTE
  • CONCLUSIONI
  • BIBLIOGRAFIA

  • PASSATO PROSSIMO

    Nel periodo 1993-97 ci si aspettava la consacrazione definitiva del GHB da parte della comunità scientifica internazionale ma se escludiamo alcuni lavori realizzati da gruppi italiani, in Europa e negli Stati Uniti non si registra un febbrile interesse verso le applicazioni alcologiche della molecola.
    In Italia, tuttavia, procede ininterrottamente l'esaltazione delle virtù terapeutiche del farmaco su quotidiani e settimanali.
    Nello stesso periodo le pubblicazioni ospitate da riviste scientifiche internazionali annoverano un solo studio.
    Compare su Alcohol e Alcoholism (13) e trattasi di uno studio multicentrico italiano sulla riduzione del craving in 179 pazienti alcolisti. Nel 1995 la rivista italiana Alcologia presenta un lavoro di Mannaioni (14) sul GHB nell'astinenza alcolica (lavoro in aperto) e sul craving (doppio cieco con placebo). Si segnalano in questi anni alcuni tentativi di applicare il GHB all'astinenza da oppiacei (15) e del GHB + naltrexone nel trattamento a medio-lungo termine dell'eroinomane (16). Sempre nel 1995 Gessa (17) parla di tolleranza crociata tra etanolo e GHB.
    Sarebbe stata un'ottima occasione per saggiare anche una benzodiazepina. Nel settembre 1996 viene pubblicato e distribuito ai medici di medicina generale italiani il manuale “Medicina delle tossicodipendenze”. Secondo i due psichiatri autori del capitolo “Alcolismo: clinica e terapia” (18) il GHB sarebbe utile in numerose condizioni:
    a) astinenza alcolica
    b) delirium tremens
    c) controllo del craving
    d) terapia a lungo termine dell'alcoldipendenza
    L'entusiasmo di questi Autori non fu condiviso da noi (30) e dall'autorevole American Psychiatric Association che sempre nel 1996 pubblicò negli USA (da qualche mese è reperibile l'edizione italiana) il “Trattamento dei disturbi da uso di sostanze” (19). Per l'astinenza alcolica lieve e moderata si prevede l'uso di benzodiazepine a breve emivita (oxazepam e lorazepam), mentre nel DT gli psichiatri americani suggeriscono le stesse benzodiazepine a dosi superiori (da valutare comunque a seconda del quadro clinico). L'opera dell'A.P.A. contiene un solo riferimento bibliografico sul GHB (8) come antiastinenziale.
    Se a livello internazionale non si registrano nuovi e significativi lavori sul GHB nell'alcoldipendente, si osserva di contro un crescente interesse e una viva preoccupazione per la tossicità GHB-correlata:
    _ 1995, Kansas City (USA): due casi di coma GHB-indotto (20);
    _ 1996, Centro tossicologico di New York (USA): segnalazione di 69 casi di intossicazione acuta e di un caso di decesso da GHB nell'anno precedente (21);
    _ 1997-98, California (USA) e Inghilterra (GB): osservazioni su pazienti che assumono GHB fanno ritenere che questo abbia potenzialità di “farmaco d'abuso” e determini dipendenza fisica (22 e 23);
    _ 1997, Providence (Rhode Island, USA): coma da assunzione accidentale di GHB in due bambini (24);
    _ 1998, California (USA): delirio indotto dall'assunzione cronica di GHB (25).

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