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COORDINAMENTO SS.PP.D.C. DI ROMA E LAZIO

Al Presidente

Ai Membri

XII Commissione Permanente

Affari Sociali

Osservazioni e proposte in merito ai progetti di legge Procaccini-Cè-Cento in materia di assistenza psichiatrica

Premesso:

che il coordinamento dei servizi psichiatrici (SPDC) di Roma e del Lazio è un organismo rappresentativo dei servizi psichiatrici ospedalieri della regione attivo da più di dieci anni; che in quanto organismo tecnico ha affrontato e proposto soluzioni per problematiche di tipo organizzativo ed operativo a livello regionale;

che negli anni ha prodotto incontri di studio, anche a livello nazionale, su temi quali l’urgenza psichiatrica e le questioni della responsabilità professionale e medico legale degli operatori.

Evidenziato:

che l’attività svolta dai reparti psichiatrici ospedalieri si è concretizzata nel 1999 in 7959 ricoveri nei 20 servizi attivi nella regione per un totale di 266 posti letto, valore quest’ultimo nettamente al di sotto degli standard previsti;

che allo stato gli SPDC sono gli unici presidi autorizzati a ricoverare pazienti in trattamento sanitario obbligatorio.

Presa visione:

delle proposte di legge che tendono a stabilire i principi dell’ordinamento in materia di assistenza psichiatrica ed al dibattito in atto e considerato che, al di là della valutazione positiva del preambolo alla proposta Burani Procaccini in cui viene sottolineata la necessità di un ritorno alla clinica ed al metodo scientifico, nella discussione avvenuta al proprio interno sono state messi in evidenza i problemi di fondo della nuova impostazione, che possono essere così riassunti:

1) obbligo delle cure, come momento prevalente;

2) obbligo dell'intervento, con rischi giudiziari in caso di inadempienza;

3) canale separato per le urgenze;

4) funzione di filtro e smistamento del SPDC che di fatto andrebbe a svolgere

prevalentemente una attività di "pronto soccorso psichiatrico";

5) cura e obbligo delle cure in ambienti extraospedalieri.

Il coordinamento dei servizi psichiatrici (SPDC) di Roma e del Lazio si rivolge al Presidente della Commissione ed a tutti i membri della stessa per esprimere il proprio punto di vista ed le proprie osservazioni che possono essere così riassunte:

le situazioni di urgenza ed emergenza psichiatrica vanno inquadrate nella urgenza ed emergenza sanitaria territoriale. Non è possibile né, a nostro avviso, auspicabile prevedere canali separati e differenziati di intervento ed accettazione per i quadri clinici a sintomatologia psichica, anche per la necessaria differenziazione tra quadri ad insorgenza organica o psichica.

  • i pazienti affetti da disturbi psichici hanno pari dignità di cura rispetto a tutti gli altri pazienti: il TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) è da considerare un atto medico necessario per la cura del paziente e non un atto di mera restrizione della libertà individuale. Concetti quali quelli di "riduzione della pericolosità dei singoli ed impedimento di un potenziale danno" non fanno parte del bagaglio culturale ed operativo della sanità ma di altre agenzie. Va poi evitata la tendenza ad utilizzare il TSO come risposta impropria a problematiche di tipo sociale, assistenziale, delinquenziale o genericamente disturbanti.

  • la responsabilità professionale e personale delle scelte di intervento deve rimanere ai medici ed agli altri operatori, per quanto di competenza, e non può essere delegata ad altri soggetti spesso coinvolti sul piano istituzionale, emotivo e relazionale.

  • il rapporto con i familiari è fondamentale e prezioso sul piano della collaborazione, della consulenza e della verifica degli interventi. Non può essere affidata, invece, a non tecnici l’indicazione dei modelli di intervento.

  • Riteniamo, infine, che i Servizi ospedalieri di Psichiatria (SPDC), per la loro centralità nella cura dei pazienti gravi, devono poter essere messi in grado di funzionare al meglio, con personale e finanziamenti adeguati, in quanto servizi ad elevata assistenza. L’obiettivo primario è l’ottimizzazione della qualità di interventi di cura e di assistenza ad alta specializzazione in ambito psichiatrico, e non solo delle urgenze e dei TSO. Il trattamento delle patologie organiche del paziente psichiatrico, invece, deve essere svolto nei reparti di competenza, come di diritto per tutti i malati, non potendo trovare una risposta adeguata in SPDC.

Per questi motivi il Coordinamento degli SSPPDC di Roma e del Lazio ritiene che non sia utile rivedere nei termini delle proposte presentate l’impostazione e il modello operativo previsto nella legge 833/78.

Il Coordinamento rimane disponibile, per il settore di propria pertinenza, a formulare e verificare la percorribilità di integrazioni o modifiche della legge 833/78 negli articoli attinenti il TSO per quanto riguarda i tempi ed i percorsi procedurali e gli ambienti di ricovero extraospedaliero;

Il Coordinamento è, infine, pronto a suggerire modifiche o adeguamenti del Progetto Obiettivo Nazionale "tutela salute mentale" che a nostro avviso dà eccessiva enfasi alla burocratizzazione dei dipartimenti, rischiando di svilire, attraverso la mancata garanzia di risorse adeguate, il momento clinico ed operativo della cura.

Roma 9 novembre 2001

SPDC

S.Filippo Neri — G.M. Polselli

S. Eugenio — G.Cardone, M.E. Positano

Viterbo — F. De Palma

Ostia "P.Sarro" — P. Petrini

Rieti — F. Tagliaferri

Forlanini — D. Ciaccafava

Monterotondo — A. Lega

N. Regina Margherita — M.G. Capulli

Civitavecchia — G. Paga

S. Giacomo — E. Rosini

Sandro Pertini — R. De Sanctis

Subiaco — G. Neroni Mercati

Albano Laziale — M.G. Elmo (per delega)

Fatebenefratelli - T.Mattioni (per adesione)

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