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titolo elzeviro

“Come heavy sleepe, the Image of true Death”
John Dowland, The First Book of Songs, 1597

“Vulgus vult decipi, ergo decipiatur”, parole che vengono attribuite al cardinale Carlo Caraffa, ma sembra siano piu' antiche. Non chiedetemi chi era Carlo Caraffa o Carafa perché, della nobile famiglia, originata dai Caracciolo, conosco solo il papa Paolo IV, che non fu ritratto né da Tiziano ( come Paolo III) né da Caravaggio (come Paolo V). Paolo IV fondò l'Ordine dei Teatini e pubblicò l' ”Index Librorum Proibitorum.”.
Dopo Paolo V, venne PaoloVI . Noi siamo dopo PAOLO VI, ma le parole del Cardinal Caraffa suonano più che mai attuali.

Nel processo della seduzione, direi della circonvenzione, della massa l'immagine veicolata dalle stampanti e dagli schermi spesso ha il sopravvento. Anche un oratore fascinoso come Benito Mussolini già se ne avantaggiava come è testimoniato dai film LUCE ora rintracciabili in ogni edicola.
L'immagine è, sia che la si consideri come la "rappresentazione di qualcosa in sua assenza" sia come "espressione dei contenuti inconsci in un particolare momento" (Carl Gustav Jung). può essere espressione sia di contenuti inconsci che di contenuti consci . Parlo qui dell'immagine eidetica, di cui chi la vede, pur sapendo che essa non corrisponde ad una vera realtà, può ricostruire accuratamente ogni particolare . L'immagine eidetica ha preso il sopravvento nella psicologia di massa.

Mi pare di ricordare che Peirce distinse tra icona, indice e symbol. Mi pare anche di ricordare che Umberto Eco (questo nome ritorna frequentemente nei miei elzeviracci) scrisse in proposito “Chi ha paura del cannocchiale” non so bene dove.
Con l'immagine si è preso una rivincita, ahimé, postuma, Ernesto “Che” Guevara di cui molti anni fa lessi un “Manualetto per la guerriglia” che non mi sembrava molto efficace quando proponeva come riparo dai colpi di mortaio una tettoia di frasche in una trincea. Il Che, grazie alla famosa fotografia che lo ritrae con il basco e la stella, ha ripreso ad imporsi come effigie e come simbolo, come Pop-Star, come Super-Uomo, come simbolo di una improbabile rivoluzione, anche sessuale.

Non sono in grado di poter dire se il Che fosse un abile guerrigliero od un abile politico. Lasciatemi avere qualche dubbio, ma la sua immagine era ed è affascinante più di quella di Fidel (che ha però conservato la ghirba).E, purtroppo, questo è un altro dato che lascia riflettere: Marylin Monroe, che è morta giovane, è più affascinante di Brigitte Bardot che è invecchiata male e James Dean è ancora sempre più amato di Marlon Brando

L'immagine convince più delle parole.
Se Vittori Sgarbi fosse piccolo e pelato, pur con tutta la sua dialettica e la sua cultura sarebbe rimasto in qualche Soprintendenza (e magari avrebbe scritto dei bei libri), ma non sarebbe approdato in televisione, in Parlamento ed alla fama nazionale. Ero assieme ad una mia preda, che mi resisteva, eravamo seduti su quegli sgabelli dell' Harry's Bar e nonostante i Martini-dry di Claudio trovavo grosse difficoltà. Vide Sgarbi. Non lo avvicinò, ma io persi e mi ritirai in dignitosa e celibe povertà sessuale.
Ci tentano in molti, ma pochi ci arrivano.
Anche Massimo Cacciari che ha preso più di 116mila voti ha curato di sé una splendida immagine, ravvivata dal fatto che, lui come Sgarbi, è dotato di un lucido impietoso cervello ed è, sostanzialmente, poco simpatico. Anche per lui si potrebbe dire la stessa cosa : grasso e senza barba sarebbe rimasto ad insegnare estetica ad Architettura. Antonio Alberto Semi, pur genuflettendosi innanzi alla valanga dei voti (dicendo, naturalmente di non farlo) ci azzecca sulla immagine dell'Immaginifico locale dichiarando che ha “uno stile tra il lugubre ed il caricaturale” e, infatti, l'ironia distaccata o frizzante non si addice alla richiesta pubblica di immagine che richiede, per dare sfogo all'eidetismo, qualcosa di misterioso, serio, tormentato e pensato. Qualcosa che Cacciari aveva già profetizzato nel suo libro “Icone”. Qualcuno, insomma, di cui potersi fidare, ti costi quello che ti costi.

Viviamo per l'immagine in un consociativismo, che puzza sempre più di regime, in cui cresce ogni giorno il desiderio di delegare la gestione delle cose agli altri, agli uomini forti, agli uomini furbi, agli uomini che sanno vendere l'immagine eidetica. Non che venderla sia una cosa semplice. Anzitutto ci vuole le physique du rôle come ci ha insegnato John Kennedy. E, accanto al physique du rôle anche le cerveau du rôle, quel tanto di arrogante narcisismo e disprezzo per gli altri che consenta di manipolarli. Essendo essi, alla fine, grati di essere manipolati.

Tutto il percorso mentale dell'italiano contemporaneo è immagine. Puro eidetismo adolescenziale. Direi extraintegrato, più che intraintegrato, per dirla con Jaensch.
L'occhio vuole la sua parte e, si sa, la critica si ferma quasi sempre alla forma delle cose non arrivando mai a colpire l'esatta sostanza. Ricordo con compassione le interviste fatte a Claudia Cardinale da Moravia. Claudia doveva arrestarsi all'immagine e non parlare.
Ho sempre avuto il dubbio che Adler, della triade Freud-Jung-Adler , sia il meno famoso perché la fotografia ce lo rappresenta come un ebreuccio tedesco, mentre i sapienti ritratti dell'ebreo boemo Freud e dello svizzero Jung hanno sempre avuto il sopravvento. So che esiste una fotografia di Freud senza barba, non l'ho mai vista, pare sia stata eseguita durante una fastidiosa foruncolosi al volto. Il nostro Amato Caro vi appare, mi si dice, come un paffuto oste austriaco e suscita scarsi interessi.

In fine dei conti, gli esempi portati fino ad ora sembrerebbero confermarlo, una barba è sempre suscitatrice di fantasia perché copre il volto (quando non è succedanea dei capelli oppure si accompagna ad una chioma fluente).Giosué Carducci e il "suo" Massimiliano d'Austria (“O biondo, o bello, o forte, Massimiliano”) ne sono una controprova.
Non mi dilungherò su .
Lady D
L'immagine eidetica dell'anoressia in rivolta sessuale ha prevalso sulla grigia casa dei Windsor e ciò ha arrecato alla memoria di Lady Spencer (ed alla sua famiglia) articoli ed analisi, tra cui alcune non molto laudative.
Ma, si sa, vulgus vult decipi. Lady D, che ha colpito l'intimo anoressico delle masse ed il loro vecchio odio per le Case Regnanti, aveva una discreta immagine con quel naso arrossato e non bello. Lo sguardo era così vago che permetteva ampi spazi all'eidetismo.

E, a proposito di naso, ho un Collega, un caro ed amabile Collega, che ha un'immagine singolare. Ha un aspetto insolito ed ammiccante , dotato, com'è, di una folta capigliatura bianca e di due occhi ipertiroidei/psichedelici. Somiglia vagamente al defunto Scià Rheza Pahlevi. Questo Collega , che si occupa ora di sessuologia, partecipa su reti locali e nazionali a diverse trasmissioni televisive. E' divenuto famoso e tutti lo cercano: fu intervistato da una mia amica che, anni dopo, si sentì chiedere “Ma Lei è quella che intervista il dottor Taldeitali ?".
Forza dell'immagine!

Un altro Collega, un radiologo di Padova di grande attrattiva, con la sua immagine si è perfino fatto eleggere in Senato. Non è stato rieletto solo perché militava in un Partito che ha perso.
Non ritornerò su quanto ho già scritto in un altro elzeviro sullo sforzo fatto per dare un'immagine nazionale alla psichiatria. Ma manca, ancora, l'interprete/immagine anche se qualcosa fa (quello che può, si intende) quel bel tenebroso di Paolo Crepet
Gli manca una brillante dinamica mentale, ma ha un'immagine abbastanza convincente.
Ci tentò, e fu un precursore, uno psichiatra di Roma, di bell'aspetto e di modi cordiali che aveva sposato una star hollywodiana. I tempi non erano maturi.
Ci ritentò un altro psichiatra di Roma dal ricciolo folto e grigio di usando a mò di gibigianna delle cravatte multicolori dall'ampio stendardo.
Ci tenta, ma gli manca l'eidetismo dell'immagine, qualche altro psichiatra italiano. I nomi, se guardate la TV, li conoscete tutti.
C'è lo psichiatra carismatico sotto antidepressivi, quello con l'occhio da pazzo che interpreta tutto come normalità , quello agitato e che sa tutto, sempre presente a dir bene di Berlusconi.

Ma manca un'immagine ufficiale. Giovani di bell'aspetto e di mediocre cultura, preparatevi un'immagine. Così come la Case di Moda creano una modella, le Case produttrici di Psicofarmaci dovrebbero creare l'uomo immagine carismatico della psichiatria. Con una bella campagna preparatoria, il solito paio di libri scritti dai soliti negri, interviste accuratamente dosate, un look da studiare attentamente, una visione omnicomprensiva dell'argomento in modo tale da includere nelle risposte sia coloro che sono pro che coloro che sono contro, che quelli cui la cosa non interessa nulla. Il tutto, come si capisce, dovrebbe essere preceduto da un'indagine sui desiderata degli Italiani. Al soggetto si richiede oltre alla presenza ed all'agibilità della presenza una intelligenza media ed una cultura sufficiente (basta leggere sul gobbo).

Come mai non l'abbiano ancora creata è per me testimonianza dell'arretratezza commerciale e della miopia pubblicitaria delle Case Farmaceutiche non hanno un Oliviero Toscani, ma tanti assennati facitori di opuscoli mai letti e di Convegni mai sentiti.

Naturalmente non è, questo, un fenomeno nazionale, ma internazionale.
Il DSM-IV, ad esempio, non è mai stato accoppiato all'immagine di un creatore e per questo (ed altre piccolezze, come una sua proclive riduttività) non ha avuto quella vertiginosa diffusione che avrebbe meritato. L'ultima operazione “immagine” che ho visto attuare nel campo medico riguarda Rita Levi Montalcini. Ho ritrovato, tra i miei estratti di studente, un reprint del suo articolo con Cohen sul “Nerve Growth Factor”. Il tema era affascinante, ma sembra del tutto superato, dacché il tempo, si sa, è impietoso. E anche la stampa estera, che ha dato notizia di retroscena finanziari nelle more dell'assegnazione del Nobel. E anche Rita, che è scivolata, per legge di natura, verso la quinta età, anche se è presente ancora nella giuria di qualche premio.

Qui ci vorrebbe un bel Nobel dato a qualche novello Griesinger (mi raccomando accentatelo sulla prima “i”, qualche Cattedratico, mattacchione!, ama accentarlo sulla seconda “i” creando un fenomeno di ilarità tra coloro che sanno il tedesco, è un poco come von RICHTOFEN, che gli italiani si ostinano a chiamare von RICHTFEN) che ci sappia sfoderare una psicosi unica ed un unico trattamento, il tutto condito da barba, capelli, qualche”evve “ moscia, un atteggiamento pensoso e savant e una sua discreta, ma persistente, presenza sulle reti televisive, sui giornali e una sua abile assenza corporea. Potrebbe anche essere una invenzione telematica, come Kyoko, la bambola multimediale. Darebbe consulti via I-Net a colpi di milioni e diventerebbe l' ”esperto” del Ministero della Sanità di fronte al quale qualsiasi opinione divergente verrebbe annichilita dall'opinione pubblica, tutta presa e sedotta dall'immagine. Quanto a Rosy Bindi, non ditemi che non ha immagine.
Ho la sensazione che qualcuno ci stia riprovando e seriamente. Ma non so dove.
Non credo di essere tanto lontano dal vero, attendete qualche anno e vedrete che troveremo il “Grande Fratello Psichiatra”.

Offriamo,per ora, un'immagine collettiva e partecipiamo al Convegno “Internet e Psichiatria”. La nostra immagine parlerà per tutti.

(http://www.psichiatria.unige.it/congress/index.htm)

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