Da: IL GIORNALE
Data: 17-11-1999
Pagina: 14
Bocciata la Bindi, promosso il medico di famiglia
LUIGI CUCCHI
L'assistenza e la cura domiciliare, la prevenzione e l'educazione sanitaria, il rimborso del prezzo dei farmaci da parte del Servizio sanitario nazionale, non soddisfano gli italiani. Attese incomprensibili non motivate, inefficienze palesi, delusione, amarezza. Sono questi i nodi da sciogliere analizzando i risultati di una indagine effettuata dall'istituto per gli studi sulla pubblica opinione (lspo) in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svezia oltre che in Italia, dove il grado di soddisfazione dei cittadini verso la sanità è il più basso: in Europa siamo il fanalino di coda.
La sanità pubblica è malata. In tutta Europa la crisi dei sistemi di welfare non ha risparmiato la salute. Si vogliono contenere i costi e migliorare la distribuzione delle risorse. In realtà l'invecchiamento della popolazione, il miglioramento delle terapie e la disponibilità di nuovi trattamenti e tecnologie, hanno favorito la crescita della spesa sanitaria che contrasta sempre più con la limitatezza delle risorse disponibili. Non sempre però i mezzi finanziari sono scarsi, sovente sono male impiegati e determinano drammatiche cadute nell'efficienza e nell'equità. Gli italiani non si lamentano della sanità nel suo complesso, solo di alcune aree. Si dichiarano invece soddisfatti - afferma Renato Mannheimer, presidente dell'lspo - del loro rapporto con i medico di famiglia. Anche le strutture ospedaliere, pur con ampi margini di miglioramento, sono comunque giudicate positivamente. Misurando il livello di soddisfazione mediante una scala graduata da O a 100, i] valore medio europeo per i sei Paesi dell'indagine risulta pari a 63. L'Italia è all'ultimo posto con 48, anche la Germania, con 57 si posiziona sotto la media, mentre la Svezia (63) si identifica con essa: Sopra la media vi sono la Spagna (67), la Gran Bretagna (68) e soprattutto la Francia, che guida la classifica con 74. Con altre due ricerche a carattere europeo, svolte rispettivamente dal Tribunale per i diritti del malato e dalla società di consulenza Valdani e Vicari & associati, si completa il materiale originale che verrà discusso a Venezia nel Forum europeo dei servizi sanitari L'appuntamento, presieduto dal prof. Mario Condorelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, è dedicato quest'anno alla qualità, alla sicurezza e all'armonizzazione dei sistemi sanitari europei.
I tre momenti principali di un ricovero ospedaliero (accettazione, degenza e dimissione) sono stati oggetto di un'indagine sulle percezioni del grado di soddisfazione nell'opinione pubblica dei vari Paesi europei. In questo caso Germania e Gran Bretagna si collocano sopra la media, Spagna, Francia e Svezia al disotto. La posizione italiana coincide con il livello medio di soddisfazione. Dall'analisi statistica sull'universo delle risposte ottenute si ricavano le aree di intervento per aumentare la soddisfazione e renderla più in linea con le aspettative del paziente.
Ciò che manca soprattutto negli ospedali è l'umanità. Colui che soffre ha bisogno di un sorriso, una carezza, la reperibilità degli infermieri, la frequenza dei controlli da parte del medico. Sono tutti elementi riconducibili ad aspetti di relazione interpersonale, quindi non direttamente legati all'attività terapeutica, ma importanti. Nessuno vuole sentirsi un numero e avvertire un senso di abbandono. Potere utilizzare apparecchiature diagnostiche e terapeutiche dell'ultima generazione è importante, ma il rapporto umano, per non dire l'amore, lo è ancora di più.
Il Tribunale per i diritti del malato, con un'indagine europea condotta con l'ausilio di 70 organizzazioni di tutela del paziente, ha poi registrato che in Italia, negli ultimi tre anni, non si è verificato alcun miglioramento nei tempi di attesa, a eccezione di poche aree concentrate nelle regioni settentrionali. Non vi sono inoltre linee guida d'intervento e neppure percorsi diagnostico-terapeutici Non sono stati ancora individuati criteri di priorità, strumenti utilizzati invece con buoni risultati in Svezia, Spagna e Regno unito.
Per quanto riguarda i farmaci, efficacia, qualità e sicurezza sono presentati in tutti i Paesi esaminati quali criteri importanti nel valutare se concederne la registrazione. I tempi medi di autorizzazione sono lunghi e oscillano tra 10 e 18 mesi. Fanno eccezione la Germania, dove l'intera procedura non può superare i 120 giorni e l'Italia con tempi di registrazione intorno ai 3 anni.
L'interessamento di Pharmacia & Upjohn - organizzatrice di questo Forum - per i servizi sanitari e la gestione ospedaliera è nato 4 anni fa sulla base dell'evoluzione della cura della salute. Il medico non si interessa più solo al farmaco, ma anche a tutto ciò che a esso si collega: servizi, gestione, organizzazione, tutti gli aspetti della sanità moderna. Il farmaco - afferma Renato Dacquino, vice president di Pharmacia & Upjohn - è solo una delle tante variabili del sistema. Incide d'altronde per meno del 4% sulla spesa ospedaliera e raggiunge a stento il 10% sulla spesa sanitaria globale. Per questo l'industria farmaceutica è giusto che si occupi anche della sperimentazione di innovazioni per l'intero mondo sanitario, favorendo un'azione di confronto tra le figure professionali, che ne agevoli la crescita, in qualità ed efficienza.