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Joy CB. Adams CE. Rice K.

Crisis intervention for people with severe mental illnesses. [Review] [24 refs]

Cochrane Database of Systematic Reviews [computer file]. (2):CD001087, 2000.

Intervento di crisi per persone affette da gravi malattie mentali.

La seguente revisione bibliografica inglese si propone di passare in rassegna gli effetti dei diversi modelli di intervento di crisi "non-standard" su soggetti affetti da un'importante malattia mentale che sperimentano un episodio acuto.

Introduzione: Una sfida particolarmente difficile nel trattare persone affette da gravi malattie mentali nella comunità consiste nell'erogazione di un accettabile livello di cura durante le fasi acute della malattia stessa. I modelli di cura basati sull'intervento di crisi sono stati sviluppati come una possibile soluzione a questo problema. Obiettivi: Passare in rassegna gli effetti di un modello di intervento di crisi per ogni individuo affetto da un'importante malattia mentale che sperimenta un episodio acuto, confrontato con una "cura standard". Strategia della ricerca: Sono stati identificati rilevanti trials randomizzati, ricercando Abstracts biologici (1985-1998), CINAHL (1982-1998), la biblioteca Cochrane, il registro dei trials del gruppo Cochrane sulla schizofrenia, EMBASE (1980-1998), MEDLINE (1966-1998), PsycLIT (1974-1998), sociofile (1974-1998) e il database di ISI (citazioni relative alla scienza e alle scienze sociali). Ulteriori referenze sono state estrapolate dai trials pubblicati e dai loro autori. Criteri di selezione: Tutti i modelli (comunque definiti) di intervento di crisi con trials randomizzati e controllati versus la cura standard per persone con malattie mentali severe (comunque diagnosticate). Raccolta e analisi dei dati: I ricercatori hanno valutato i dati indipendentemente e li hanno analizzati basandosi sul modello di trattamento. I ricercatori hanno assunto che gli individui che hanno abbandonato presto gli studi o che si sono persi al follow-up non avessero ottenuto un miglioramento. Quando possibile e appropriato, sono stati calcolati gli odds ratio (OR) e i loro intervalli di confidenza al 95% (CI). E' stato stimato il numero che era necessario trattare (NNT). Per le variabili continue sono state calcolate le differenze medie ponderate (WMD). I dati sono stati esaminati relativamente all'eterogeneità. Risultati principali: nessuno dei cinque studi inclusi ha investigato "l'intervento di crisi" in forma pura. Gli studi hanno tutti utilizzato una forma di cura domiciliare per persone acutamente ammalate, che comprendeva elementi di intervento di crisi. Nonostante il loro carattere peculiare, il 45% dei gruppi di cura domiciliare non sono riusciti ad evitare ricoveri ospedalieri durante il loro periodo di trattamento. La cura domiciliare, tuttavia, era leggermente superiore nell'evitare ripetuti ricoveri (OR 0.63 CI 0.42-0.94), sebbene questo risultato non sia "robusto" a causa della significativa eterogeneità. Altri risultati suggeriscono come il trattamento domiciliare riduca la perdita dei pazienti al follow-up a sei e a dodici mesi (OR 0.62, CI 0.42-0.91, NNT 12, CI 6-53; OR 0.65, CI 0.44-0.96, NNT 13, CI 7-130 rispettivamente), riduca il carico sulla famiglia (OR 0.20, CI 0.10-0.42, NNT 3, CI 1-5) e sia una forma di cura più soddisfacente sia per i pazienti sia per le famiglie. Non sono state trovate differenze riguardo la perdita, la morte o lo stato mentale, suggerendo come la cura domiciliare sia efficace come la cura ospedaliera relativamente a questi esiti. Tutti gli studi hanno riscontrato come la cura domiciliare sia maggiormente costo-efficace rispetto alla cura ospedaliera, ma tutte le variabili erano distorte o inutilizzabili. Non vi erano dati disponibili circa la soddisfazione dello staff, l'input dei curanti, la compliance farmacologica e il numero delle ricadute. Conclusioni dei revisionatori: Risulta difficile trarre robuste conclusioni dai dati presentati in questa revisione. E' inoltre difficile commentare l'efficacia dell'intervento di crisi nella sua forma pura (i.e. solamente risultati specifici per la fase acuta della malattia mentale). Complessivamente la revisione suggerisce come il trattamento della crisi sottoforma di cura domiciliare, abbinato con un programma continuativo di cura domiciliare, costituisca una metodica proficua e accettabile per trattare i soggetti affetti da serie malattie mentali. Altre revisioni di programmi di cura domiciliare maggiormente efficaci dal punto di vista clinico hanno ottenuto risultati simili, ma maggiormente robusti e questa revisione può fornire un supporto sperimentale alle loro conclusioni. Tuttavia, se deve venire esercitata o realizzata una politica di intervento di crisi in forma pura, diverrebbe difficile giustificare questo semplice e ben condotto trial estraneo allo scopo. I revisionatori suggeriscono inoltre che questioni come la soddisfazione dello staff e il burnout sarebbero importanti risultati da considerare nella ricerca futura.

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