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Dibattito tra Ettore Perrella e Antonello Sciacchitano
su psicoanalisi e psicoterapia:
un appassionato "litigio" tra due analisti lacaniani

(Torna alle parti 1, 2,3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 del dibattito)


Replica di Franco Baldini ad Antonello Sciacchitano

Milano, 2 dicembre 1998

Nella serie di lettere scambiate tra Antonello Sciacchitano ed Ettore Perrella e diffuse pubblicamente (sulle riviste Scibbolet e Arché, e pubblicate anche sul  web) il sottoscritto è menzionato da Sciacchitano a sproposito in due occasioni.

Nella lettera del 29 luglio 1997 Sciacchitano scrive:

La tesi A (sottoscritta anche da Baldini, mi pare) recita che lo Stato non può normare la psicoterapia, così come non può normare ogni altro processo di formazione soggettiva, che deve svolgersi in piena libertà.

Non ho mai sostenuto questo, ma esattamente il contrario, e lo ho spiegato in numerose occasioni pubbliche in cui anche Sciacchitano era presente. In sintesi: io penso che lo Stato possa benissimo normare tutto ciò che vuole ma non dovrebbe farlo stravolgendo tradizioni consolidate e principi di dottrina. Se lo Stato vuole normare la psicanalisi deve, appunto, normare la psicanalisi, non qualche altra cosa che crede essere la psicanalisi. Detto ciò penso che la cosa migliore per gli psicanalisti sarebbe quella di autoregolamentarsi.

Nella lettera del 22 settembre 1997 Sciacchitano scrive ancora:

La [anima] vegetativa, fredda e meccanica, germoglia in Baldini, che vuole una psicanalisi scientifica, cioè senza soggetto, insegnabile in qualche università privata, da dirigere come rettore.

Innanzitutto noto che mentre nella lettera del 29 luglio io risulto essere un difensore a oltranza dei diritti della soggettività, il 22 settembre sono già divenuto qualcuno che intenderebbe abolirla. Secondariamente voglio sottolineare che definire "fredda e meccanica" l'anima vegetativa (sarebbe meglio dire "la parte - mòrion - vegetativa dell'anima") vuol dire non conoscere Aristotele.

Ma soprattutto devo contestare fermamente l'equazione scienza = abolizione del soggetto. Ho spiegato molte volte anche in privato a Sciacchitano che almeno dagli anni '20, con la svolta della fisica quantistica, la scienza non prescinde assolutamente più dal soggetto, non tenta più di abolirlo. Come psicanalista freudiano e come scienziato so benissimo che il soggetto non può essere abolito, ma so anche benissimo che questo non è un ostacolo per la costituzione di un'oggettività scientifica. Le oggettività scientifiche attuali sono tutte ormai costituite in un modo che latamente potrebbe essere definito come "neo-trascendentalista", se Sciacchitano sa di cosa parlo. Insomma, le oggettività scientifiche, ben lungi dal negarla, sono semplicemente forme della soggettività. Che nemmeno ciò sia freddo e meccanico è superfluo dire.

Il progetto di un istituto psicanalitico - che ho sempre suggerito soltanto come una delle possibili soluzioni del problema della formazione analitica - non è un parto della mia mente ma risale a Sigmund Freud. Che io progetti di dirigerlo come rettore è semplicemente una bassa insinuazione volta a suggerire che in tutto ciò sarei mosso da occulte ambizioni di potere. Cioè non sosterrei - come Freud - la scientificità della psicanalisi a causa di una profonda persuasione e in base a fondati argomenti, bensì in vista dell'ottenimento di un potere accademico. Tutta la mia vita testimonia piuttosto del contrario e chiunque mi conosca anche solo un poco può certificarlo.

Ritengo che in privato ciascuno ha diritto a manifestare - anche in modi "dionisiaci" - le proprie opinioni ma in pubblico toni e modi dovrebbero essere diversi.

Franco Baldini


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