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ALCUNI PROBLEMI APERTI IN ALCOLOGIA
L'esperienza del SERT - Alcologia di Dolo

di
Mauro Cibin
Medico Psichiatra
Responsabile SerT-Alcologia U.L.L.S. 13 - DOLO VE
Responsabile Centro di Riferimento Alcologico Regionale,
Regione Veneto

  • PREMESSA
  • Il quadro normativo: "Alcologia Veneto"
  • I PROBLEMI APERTI
  • IL SOMMERSO
  • I GIOVANI
  • DOPPIA DIAGNOSI PSICHIATRICA
  • LE STRUTTURE
  • CONCLUSIONI
  • BIBLIOGRAFIA

  • I GIOVANI

    Nell'universo giovanile "bere alcolici" si colloca in un pattern comportamentale caratterizzato da una serie di "comportamenti a rischio" tra cui l'uso di sostanze diverse (extasy, cannabis, Bdz, LSD, Cocaina ed altri derivati della coca), comportamenti sessuali, ricerca di sensazioni "forti (guida ad alta velocità, musica a tutto volume, alterazione dei ritmi circadiani...).Le sostanze citate sono scelte dai consumatori (o sono proposte dall'attento marketing della criminalità organizzata) in quanto ritenute meno pericolose per la salute (non si iniettano, l'effetto passa in tempi relativamente brevi) e per il rischio di divenirne dipendenti (sono principalmente eccitanti, per cui i segni di fisici di astinenza compaiono relativamente tardi). Il nuovo consumatore ha ben presente lo stereotipo del "tossico" da eroina, schiavo della "roba" e di una vita persa a cercarla, macilento, fisicamente e psichicamente deteriorato. Tale stereotipo non può andare d'accordo con i modelli di efficienza, di "sballo" senza conseguenze, di inserimento sociale anche ad alto livello perseguiti da questa generazione. Anche quando comunque giunge all'eroina il giovane consumatore pone più attenzione alla conservazione di una immagine sociale accettabile.
    Questa "vita spericolata" ha i sui momenti forti nel fine settimana, in luoghi deputati (discoteche, rave-party, pub, locali "trendy" di varia collocazione) e viene organizzata in maniera da interferire meno possibile con la vita "normale" (scuola, lavoro..). Cuore e motore è il gruppo dei pari, che si organizza per fornire un "pacchetto" di abitudini, stili comportamentali, espressioni gergali, regole di condotta fortemente condiviso. In questo contesto l'uso di alcolici appare ubiquitario, quasi un "facilitatore" degli altri comportamenti: aumenta l'effetto delle altre sostanze (e dei comportamenti descritti), a dosi maggiori calma l'eccitamento. Droga economica e facilmente reperibile, non viene percepita come "droga": la consapevolezza del rischio alcolcorrelato è vicina allo zero (Salvagnini e Zavan, 1988) La chiusura verso il mondo degli adulti e verso le istituzioni, che di tale mondo sono la forma organizzata e "repressiva ", è totale.
    Da quanto illustrato si evince quanto sia difficile un intervento anche solo conoscitivo, rispetto a questi soggetti. Le pubblicazioni sul tema sono per lo più condotte con criteri giornalistici, e dunque basate su contatti individuali e opinioni degli autori; tali autori sposano ipotesi "catastrofiste" o "minimizzanti" sulla base di impressioni personali. Mancano quasi del tutto indagini condotte con criteri scientifici e che possano considerarsi significative dell'intero fenomeno. E' importante dunque in primo luogo identificare modalità di contatto che permettano di osservare e capire il fenomeno, prima di progettare interventi . Le modalità di contatto finora identificate sono sostanzialmente tre:
    1) Contatto in situazioni "cliniche";
    2) Contatto nella "vita normale", nella scuola, nel lavoro;
    3) Contatto nei luoghi stessi della "vita spericolata".
    La prima ipotesi riguarda un limitato numero di soggetti che si rivolgono alle strutture sanitarie per lo più in situazioni acute, oppure perché inviati da autorità giudiziarie o amministrative, o ancora che sono già in contatto con tali strutture per problemi diversi (es. eroinomani in trattamento SerT che iniziano ad usare extasy o cocaina). Questi contatti, in aumento negli ultimi tempi, riguardano un limitato numero di situazioni particolari, probabilmente scarsamente indicative del quadro generale. Possono tuttavia costituire il primo passo per "farsi un'idea della situazione.
    La seconda ipotesi riguarda indagini sistematiche condotte su campioni di giovani studenti o lavoratori. Il limite di queste ricerche è rappresentato dalla distorsione dei risultati che può essere creata dalla tendenza a "separare" i momenti ludici da quelli "seri", dalla già accennata diffidenza verso gli adulti, dal timore di interventi repressivi. Bisogna individuare con attenzione cosa si sta cercando, e gli strumenti appropriati a farlo.
    La terza ipotesi riguarda la creazione di momenti "diversi" negli stessi luoghi di aggregazione, ove sia possibile parlare, riposarsi, reidratarsi. In tali situazioni si possono organizzare momenti di contatto usando "mediatori" sentiti come non invasivi ed utili dai ragazzi, quali operatori "informali" (gli stessi operatori del locale, opportunamente addestrati), o offerta di "servizi" come il dosaggio dell'alcol nell'espirato (Bertinaria e coll. , 1995).
    Per quanto riguarda il SerT-Alcologia di Dolo, abbiamo condotto una ricerca su 263 studenti di scuola superiore della zona, cercando di rilevare la percezione del rischio e del benessere rispetto a taluni comportamenti indicati dai ragazzi stessi come "trasgressivi". L'indagine si è articolata in una fase di discussione di queste problematiche; da tale discussione si è costruito un questionario somministrato a tutti gli studenti; in una terza fase sono stati discussi in piccoli gruppi i risultati del questionario. Tra i primi dati colpisce la presenza tra coloro che maggiormente attuano comportamenti a rischio di una importante quota in cui tali comportamenti non sono collegati alla percezione di benessere (come avviene nella maggioranza dei casi) (Amovilli e coll. 1997). Si tratta probabilmente di una sottopopolazione rispetto alla quale andranno differenziati gli interventi. Viene comunque confermato, anche rispetto a precedenti indagini (Naccarato e coll., 1984 b, Canton e Lalli, 1988;), la diffusa abitudine al consumo di alcolici nelle circostanze già indicate e la scarsissima o nulla percezione di un rischio connesso a tale uso.
    Ci stiamo attrezzando per la organizzazione di una unità mobile con possibilità di dosaggio dell'etanolo nell'espirato e misura dei tempi di reazione, allo scopo di fornire nel contempo una indicazione rispetto alla abilità alla guida, ed una occasione di contatto con le modalità indicate al punto 3. Tale unità mobile non si limiterà ad essere presente nei luoghi di aggregazione giovanile, ma costituirà un punto di riferimento nelle diverse occasioni del bere "sommerso" quali feste popolari, o di partiti ed associazioni, stadi... Alla unità mobile sarà collegato un Centro di aggregazione che fornisca una alternativa alla "vita spericolata".
    In conclusione, l'alcol costituisce una importante componente della vita del "popolo della notte": sono necessari interventi conoscitivi e preventivi che tengano conto di questo aspetto, e interventi terapeutici per quei casi già problematici che, temo, si presenteranno sempre più frequentemente.

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