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Efficacia di un programma di attività motoria nella riduzione dell’ansia in pazienti psichiatrici adulti

Motor activity program effectiveness related with anxiety reduction in adult psychiatric patients.

Giuliani Alessandra1, Staffieri Michela2, Masedu Francesco3, Valenti Marco4

1 Dottorato di Ricerca in Attività Motoria nella Disabilità Psichica, Università dell’Aquila;

2 Psicologa, Facoltà di Scienze Motorie, Università dell’Aquila

3 Dipartimento di Informatica, Università dell’Aquila

4 Dipartimento Medicina Interna e Sanità Pubblica, Presidenza CdL Scienza e Tecnica dello Sport,

Università dell’Aquila

Giuliani Alessandra.

Facoltà di Scienze Motorie

Via Cardinale Mazzarino

67100 L’Aquila

Tel. +390862432927

Fax +390862432929

alessandra.giuliani@cc.univaq.it

Summary

Aim: A non randomised/non controlled intervention study was set up in order to compare the anxiety changes in people with mental illness after they had taken part to adapted motor activites program within three months.

Method: Twenty adult people, both male and female, suffering from severe mental illness have taken part to the study. The motor program has been carried out in group, but individualized; it was based on different physical exercises and relaxation. The anxiety changes have been evaluated both before the motor activity beginning and at the end of the three months study. The STAI (State —Trait Anxiety Inventory) — Shape Y tests and the SQ (Symptom Questionnaire) Scale were used in the present study.

Results: After twelve weeks the group has shown a reduction in usual anxiety, which has been checked by STAI — Shape Y 2 tests.

Conclusions: The motor activity is advisable in psychiatric patients rehabilitation, as it increases substantially the physical wellness and permits to check a remarkable improvement as concerns anxiety reduction.

 

Key words: psychiatric patients, anxiety, adapted motor activity.

Declaration of interest: The authors declare no conflict of interest. Research was conducted within the university context and granted by institutional funds ( Prof. Marco Valenti).

 

 

 

 

Introduzione

Le persone con grave disabilità psichica spesso presentano sintomi secondari come i disturbi d’ansia (American Psychiatric Association: Diagnostic and statistical Manual of mental disorders, ed 4. Washington, American Psychiatric Association, 1994) (Fox, 2003). Questo scarso benessere psicologico dipende frequentemente da una bassa autostima. L’autostima deriva dal giudizio positivo e dall’accettazione che si ha della propria persona e scaturisce da componenti provenienti da diverse aree: percezione di sé al lavoro, a scuola, nelle relazioni sociali, nelle abilità fisiche, nella capacità di compiere determinate azioni (Knapen et al., 2005).

La valutazione positiva di se stessi è importante per lo sviluppo e l’accrescimento del concetto globale di sé specialmente per quegli individui che presentano una bassa stima di sé come i pazienti psichiatrici. Leith (1994) ha osservato che le persone con ritardo mentale hanno scarsa fiducia in se stessi, ma questa può essere incrementata attraverso l’attività fisica con conseguente riduzione dell’ansia (Leith, 1994). L’incremento della stima di sé può essere, dunque, considerato uno dei principali obiettivi del trattamento per pazienti psichiatrici (Knapen et al., 2005). Craft e Landers hanno evidenziato che il regolare esercizio fisico dà risultati positivi nella riduzione dell’ansia nella stessa misura della psicoterapia individuale e di gruppo (Craft & Landers, 1998). È necessario, però che l’attività fisica sia di moderata intensità, poiché le persone con disabilità mentale tendono ad evitare esercizi aerobici troppo intensi, perché questi provocano reazioni fisiologiche naturali come tachicardia, iperventilazione, sudorazione le quali vengono associate erroneamente ai sintomi degli attacchi di panico e inducono il soggetto ad abbandonare l’attività (Knapen, 2003).

Obiettivo dello studio

L’obiettivo di questo studio intervenzionistico non randomizzato/non controllato è stato quello di confrontare i cambiamenti di ansia in persone con disabilità mentale dopo la partecipazione ad un programma di attività motorie adattate della durata di tre mesi.

Metodi

Soggetti

I soggetti presi in esame sono 20 persone con disabilità psichica, ospiti di un Centro Semiresidenziale della A.S.L. di L’Aquila. Sono stati inclusi in questo lavoro tutti i soggetti, che frequentano regolarmente il centro, che sono in grado di comprendere le domande che vengono loro formulate, che non hanno malattie acute in corso e, che quindi hanno avuto la possibilità di seguire l’attività motoria con regolarità. Il gruppo di persone è formato da pazienti adulti di ambo i sessi (nello specifico 12 uomini e 8 donne) di età compresa tra i 34 e i 55 anni con diversi tipi di patologia mentale grave: schizofrenia, altre psicosi, insufficienza mentale e sindrome di Down.

Protocollo Attività Motoria

L’attività motoria di tipo aerobico, di moderata intensità è stata svolta in palestra due volte a settimana per 60 minuti a lezione, per la durata di tre mesi. In questa attività si è privilegiata l’attività di gruppo, assicurando, però, il lavoro individualizzato grazie alla presenza di trainers personali che hanno permesso di garantire il rapporto 1 a 1. I trainers sono stati fatti ruotare all’interno del gruppo, per evitare che si creassero forme di attaccamento, con possibili distorsioni nel protocollo.

L’attività motoria è stata adattata alle abilità fisiche individuali ed al grado di tolleranza degli esercizi, al fine di garantire la presenza costante dei partecipanti alle lezioni ed evitare, quindi , l’abbandono.

Le lezioni sono state così suddivise: fase di riscaldamento (15 minuti), fase centrale (15 minuti), gioco (15 minuti), defaticamento e rilassamento (10 minuti), discussione (5 minuti).

Nella fase di riscaldamento sono stati svolti esercizi a carico naturale di lieve intensità al fine di sollecitare gradualmente l’attenzione dei partecipanti e creare le condizioni fisiche ideali cardio-respiratorie e metaboliche necessarie per avviare l’attività motoria.

Nella fase centrale sono stati utilizzati dei piccoli carichi (bacchette, cerchi, palle, ceppi, ecc.) per intensificare l’attività fisica e per vivacizzare le lezioni.

Nella fase di defaticamento sono stati fatti eseguire esercizi di stretching e di respirazione con la musica al fine di riportare alla normalità le condizioni fisiologiche e psicologiche basali e migliorare la consapevolezza corporea.

Gli ultimi cinque minuti della lezione sono stati dedicati alla discussione tra partecipanti, terapista e trainers personali focalizzando le discussioni sull’esperienza personale (interazione sociale, emozioni, riduzione delle tensioni, divertimento e soddisfazione) e sulla consapevolezza corporea, come la respirazione,il grado di sforzo, la tonicità muscolare e il rilassamento (Knapen, 2005).

Strumenti psicodiagnostici

I test utilizzati sono stati lo STAI (State - Trait Anxiety Inventory) - Forma Y, strumento ampliamente utilizzato nei Centri di Salute Mentale (C.S.M.) con pazienti psichiatrici adulti finalizzato alla rilevazione e misurazione dell’ansia e la Scala SQ (Symptom Questionnaire) basata sull’analisi fattoriale di sintomi psicologici quali ansia, depressione, sintomi somatici ed ostilità.

Nel test STAI — Forma Y, Spielberger (1996) ha proposto un modello relativo alla distinzione tra ansia di "stato" e di "tratto" (indicati come STATO-A e TRATTO-A) ed alla loro reciproca influenza. La scala STATO-A e la scala TRATTO-A, sono costituite da 20 item ciascuna.

La dinamica di tale modello può essere così schematizzata:

    • quando una situazione è valutata come minacciosa viene evocata una risposta di STATO-A;
    • situazioni e circostanze che sono valutate come rischiose di insuccessi o minacce per l’autostima saranno percepite con maggiore intensità da soggetti che presentano elevati livelli di TRATTO-A rispetto a soggetti con bassi livelli dello stesso;
    • il perdurare della situazione è segnalato da meccanismi di feedback sensoriali o cognitivi;
    • l’attivazione dello STATO-A comporta l’attivazione di difese intrapsichiche che l’individuo ha già collaudato con successo nel passato o di comportamenti per ridurre tale stato;
    • i ripetuti contatti con situazioni stressanti portano l’individuo a sviluppare dei meccanismi di autocontrollo dell’ansia o di difesa attraverso la minimizzazione della minaccia.

Il questionario SQ (Symptom Questionnaire) contiene quattro scale basate sull’analisi fattoriale di sintomi psicologici: ansietà, depressione, sintomi somatici ed ostilità.

L’SQ comprende 92 item e può essere utilizzato in indagini psichiatriche e psicosomatiche, particolarmente quando queste richiedano la misurazione di un particolare cambiamento nelle condizioni psicologiche del soggetto, e quindi il test-retest (studi psicofarmacologici, controllo di psicoterapie, ecc.).

Il questionario è disponibile in una forma settimanale (che si riferisce cioè allo stato psicologico della settimana precedente), giornaliera (che si riferisce cioè al giorno stesso di somministrazione del test) ed oraria (1 ora precedente la somministrazione del test).

Entrambi i test, il Test STAI — FORMA Y e il questionario SQ (Symptom Questionnarie), sono stati somministrati a distanza di tre mesi, all’inizio ed a conclusione del protocollo dell’attività motoria.

 

 

Analisi statistica

L’analisi è stata svolta, in considerazione delle caratteristiche del disegno dello studio e del tipo di misure su scala, nonché della numerosità campionaria, avvalendosi di un test non parametrico per dati appaiati (Wilcoxon signed — rank test) su due code, fissando un livello α =0.05.

L’elaborazione è stata condotta mediante il software statistico Stata versione 8.

Risultati

I risultati generali ottenuti con lo STAI — Forma Y, sia nella Forma Y 1 — STATO-A che nella Forma Y 2 — TRATTO-A, e con il questionario SQ (Symptom Questionnaire) per quanto attiene le caratteristiche descrittive dello studio, sono riassunte nella tabella 1.

L’analisi svolta nel Test STAI — Forma Y 1 (scala STATO-A), mediante test e re-test dopo l’attività motoria, ha fornito per le somme dei ranghi i valori di 43.5 per i soggetti con ranghi positivi (ovvero che hanno migliorato il proprio livello di ansia - STATO-A), e di 10.5 per i soggetti con ranghi negativi (ovvero che non hanno migliorato il proprio livello di ansia - STATO-A). Il valore di probabilità corrispondente alla statistica di Wilcoxon è risultato pari a 0.09 (n.s.).

L’analisi svolta nel Test STAI — Forma Y 2 (scala TRATTO-A) ha fornito per le somme dei ranghi i valori di 47 per i soggetti con ranghi positivi (ovvero che hanno migliorato il proprio profilo di ansia — TRATTO-A) e di 7 per i soggetti con ranghi negativi (ovvero che non hanno migliorato il proprio profilo di ansia — TRATTO-A). Il valore di probabilità corrispondente alla statistica di Wilcoxon è risultato pari a 0.04. Il test indica una differenza statisticamente significativa.

L’analisi svolta nel questionario SQ, test e re-test dopo l’attività motoria ha fornito per le somme dei ranghi i valori di 37.5 per i soggetti con ranghi positivi (ovvero che hanno migliorato il proprio livello di ansia — scala ansietà) e di 16.5 per i soggetti con ranghi negativi (ovvero che non hanno migliorato il proprio livello di ansia — scala ansietà). Il valore di probabilità corrispondente alla statistica di Wilcoxon è risultato pari a 0.28 (n.s.).

Discussione

L’ansia può essere definita come uno stato di apprensione, di tensione, di disagio che scaturisce dall’anticipazione di un pericolo, la cui provenienza è in gran parte sconosciuta o non riconosciuta. Essa può essere considerata patologica quando interagisce con l’efficienza della vita, il conseguimento di obiettivi, la soddisfazione desiderata e ragionevole benessere emotivo (APA, American Psychiatric Association, 1978). L’ansia deriva dalla sensazione di sproporzione tra le forze personali e l’entità dei problemi che si devono affrontare.

Cattell e Scheier (1961) sono stati i primi a proporre la differenziazione tra i concetti di "stato" e "tratto" d’ansia.

L’ansia di "stato" è una condizione transitoria, provoca un sentimento di insicurezza, di impotenza di fronte ad un danno percepito; può costituire fonte di preoccupazione, oppure può manifestarsi come tendenza a fuggire e ad evitare la minaccia. L’ansia di "tratto" è relativamente stabile nella personalità del soggetto, fa percepire le situazioni stressanti come pericolose e minacciose, e fa reagire ad esse con una intensità elevata di ansia.

Una delle caratteristiche dei disabili mentali gravi è la prevalenza dell’ansia su tutte le altre emozioni. Questo stato permanente provoca agitazione o inibizione, difficoltà nell’esecuzione dei movimenti, ed è presente anche nelle situazioni conosciute senza che vi sia stata una modificazione della situazione abituale, in questo casi l’ansia si trasforma in paura ed in casi particolari in angoscia, influendo negativamente sull’efficienza della vita.

Le aree di intervento del progetto di attività motoria adattata già presentato sono state tre:

    • Area Educativa, con i seguenti sotto-obiettivi: migliorare l’immagine corporea; potenziare la fiducia in sé; potenziare l’autostima; ridurre l’ansia; migliorare la qualità della vita.
    • Area Psico-Fisica, con i seguenti sotto-obiettivi: migliorare la salute fisica attraverso sia il potenziamento fisiologico (miglioramento delle funzioni cardio-respiratorie; mobilità articolare, rafforzamento della potenza muscolare con carico naturale e/o piccoli carichi), sia il consolidamento e la coordinazione degli schemi motori di base (equilibrio posturale e dinamico, coordinazione generale).
    • Area Sociale, con i seguenti sotto-obiettivi: migliorare la comunicazione; migliorare le relazioni interpersonali; integrazione sociale attraverso l’inserimento in contesti socializzanti; sviluppare il senso di appartenenza.

Il risultato dello studio suggerisce che l’attività motoria può essere efficace nella riduzione dell’ansia di tratto (TRATTO-A); mentre nel Test STAI- Forma Y 1 (STATO-A) e nel questionario SQ (scala ansietà), si riscontra una corrispondenza ed una non significatività statistica, che può essere imputata a diversi fattori: tipologia dei soggetti, difficoltà di una precisa diagnosi degli stessi, non omogeneità delle patologie riscontrate nei soggetti, modalità temporale di somministrazione di entrambi i test. Tale riscontro è probabilmente giustificabile con la difficoltà di concentrazione da parte dei soggetti, della loro facilità alla distrazione e della perdita di motivazione evidenziabili durante l’arco della prova.

Un potenziale limite dello studio attiene alla sua natura non sperimentale, ma osservazionale. Si deve tuttavia notare che la notevole diversità delle caratteristiche baseline di pazienti afferenti a un C.S.M. rende difficile, se non velleitaria, la prospettiva di reclutare un gruppo sperimentale omogeneo ai fini di un RCT.

Sarebbe necessario incrementare la ricerca sugli effetti dell’attività fisica e promuovere l’attività motoria nei Centri di Salute Mentale al fine di prevenire ricadute, che sono frequenti nei soggetti affetti da disabilità psichica, specialmente quelli con disturbi dell’umore (Knapen et al., 2005).

Questi interventi possono dar luogo a cambiamenti clinicamente significativi in un setting di salute mentale: integrando programmi di attività fisica nei servizi psichiatrici possiamo migliorare sostanzialmente la salute fisica di persone con gravi malattie mentali e riscontrare anche miglioramenti psicologici e sociali (Giuliani et al., 2005).

Riassunto

Scopo: l’obiettivo di questo studio intervenzionistico non randomizzato/non controllato è stato quello di confrontare i cambiamenti di ansia in persone con disabilità mentale dopo la partecipazione ad un programma di attività motorie adattate della durata di tre mesi. Metodo: sono stati inclusi nello studio 20 persone adulte, di ambo i sessi, affette da disturbi psichici con grave disabilità. Il programma motorio svolto in gruppo, ma individualizzato, si è basato su differenti forme di esercizi fisici e rilassamento. I cambiamenti di ansia sono stati valutati prima dell’inizio dell’attività motoria e alla fine dei tre mesi. I test utilizzati, nella presente ricerca, sono stati lo STAI (STATE-TRAIT ANXIETY INVENTORY) - FORMA Y e la Scala SQ (Symptom Questionnaire). Risultati: dopo 12 settimane il gruppo ha mostrato una riduzione dell’ansia abituale, riscontrata nel test STAI- Forma Y 2. Conclusioni: l’attività motoria è utile nella riabilitazione del paziente psichiatrico, poichè incrementa sostanzialmente lo stato di salute fisica e consente di riscontrare miglioramenti significativi nella riduzione dell’ansia.

Parole chiave: pazienti psichiatrici, ansia, attività motoria adattata.

Ringraziamenti:

Si ringraziano i Dirigenti e gli Operatori del Dipartimento di Base: Patrizia Masciovecchio (Direttore), Franca Bultrini (Dirigente), Sandro Grossi, Carla Matergia, Ermelinda Giancaterina, Roberto Durastante, Loretana Galeota, Maria Santina Berardi e i Dirigenti di Salute Mentale: Vittorio Sconci (Direttore) e Ugo Tobia (Dirigente).

Un sentito ringraziamento agli ospiti del Laboratorio che, con entusiasmo, hanno aderito al programma.

 

 

Bibliografia

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