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Il progetto di legge prevede corsie diverse in base al disturbo

Riforma della psichiatria: cure separate per depressi

«E’ un’emergenza, bisogna riconoscere subito i sintomi»

dal di mercoledì 18 febbraio 2004

ROMA - Sono cinque milioni, ma solo una minima parte arriva in ospedale. Gli altri cercano di dissipare il loro buio interiore affidandosi a cliniche e studi privati. Oppure non si curano per niente. Perché non vogliono, non capiscono di essere malati né lo capisce chi gli sta intorno. Continuano a vivere così, con quegli occhi senza sguardo. E ogni tanto va a finir male. «Emergenza dell’epidemia depressiva» viene chiamata in un disegno di legge appena depositato alla Camera, prima firmataria Maria Burani Procaccini, Fi. Un testo unico «in materia di prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie psichiche» che sostituisce la molto criticata proposta di riforma - presentata sempre dalla Burani - della legge Basaglia, la storica 180, che chiuse i manicomi.
Quel lavoro non procedeva e allora un gruppo di tecnici è stato incaricato di rivedere tutto il provvedimento, senza stravolgerlo nella sua impostazione, ma completandolo ed estendendolo, forse con troppe ambizioni. La discussione in aula è prevista a fine marzo.


DIFFERENZIATI - L’aggiunta più innovativa è proprio quella sulla depressione che trova degli spazi dedicati, specialistici. Il paziente con questi problemi non si ritroverà più seduto al fianco degli schizofrenici, delle vittime di psicosi gravi. All’interno dei Dipartimenti di salute mentale sono previsti infatti «percorsi di trattamento limitato rivolti ai pazienti affetti da patologie depressive d’ansia».
Un’altra novità consiste nel coinvolgimento dei medici di famiglia. Nell’attuale sistema sono emarginati, qui collaboreranno con l’ospedale. Ci sarebbe già il favore dei sindacati, si ipotizza un benefit per compensarli della fatica extra. Nelle strutture pubbliche e convenzionate vengono ritagliati posti letto per pazienti con depressione. Si punta sulla «diagnosi precoce e sull’intercettazione» dei pazienti che non si sono mai fatti vedere. «Spesso i sintomi non vengono riconosciuti per mesi o anni», anticipa alcuni dei temi del convegno organizzato venerdì prossimo alla Camera Antonio Picano, presidente dell’associazione Strade Onlus. Picano, psichiatra al San Camillo di Roma, riferisce dati impressionanti. Il 20% dei ricoveri ospedalieri e di cure al pronto soccorso sono dovuti al male profondo. «Dottore ho dolori allo stomaco», «Dottore ho le palpitazioni», sono i sintomi descritti da questi disperati ai medici di guardia. In genere la visita si conclude con la prescrizione di benzodiazepine. Torneranno ancora, rimbalzando da servizio in servizio, senza mai trovare pace e soluzioni.


PENALITÀ - I depressi sono i pazienti psichici più penalizzati. Su 5 milioni, due su 3 non vengono curati. Solo i più abbienti arrivano alle terapie, anche se i farmaci sono gratuiti per tutti. La proposta affronta il problema delle crisi dopo il parto, di cui soffrono il 10-15% delle donne che hanno avuto un bambino: il trattamento deve essere garantito in collaborazione con le divisioni di ostetricia e ginecologia. C’è anche un accenno, poco circostanziato, all’età adolescenziale e alla necessità di «garantire la cura dei disturbi dell’alimentazione».
Nei servizi pubblici psichiatrici passano ogni anno circa 500 mila persone. La metà hanno la schizofrenia. Il ddl introduce la figura del Garante del paziente psichiatrico, nominato dal sindaco, che ne tutela gli interessi affiancando la famiglia. Viene definito meglio il nuovo strumento dell’accertamento sanitario obbligatorio, preliminare al Tso (il trattamento sanitario obbligatorio, cioè il ricovero coatto in caso di crisi). Richiesto da un medico «permette di eseguire una valutazione diagnostica del soggetto» che non può essere trattenuto più di 4 ore «eventualmente con l’ausilio della forza pubblica». In casi eccezionali è contemplato il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio prolungato: un massimo di 60 giorni, prorogabili dal sindaco, in strutture ospedaliere o extraospedaliere accreditate. Infine la nascita di un’Agenzia nazionale per la tutela della salute mentale.
Commenti non troppo entusiasti all’interno della Commissione affari sociali della Camera. Dorina Bianchi, Udc: «Una buona legge, ma costosa, se non vogliamo commettere gli errori fatti con la Basaglia dobbiamo finanziarla altrimenti resterà inapplicata».
Giulio Conti, An: «Così non va, che senso ha mischiare la depressione con la riforma della psichiatria? Sono molto perplesso anche per il modo in cui è nato il provvedimento». Augusto Battaglia, Ds: «Impensabile andare in aula in tempi rapidi. Chiederemo audizioni e confronti. Certe proposte, come l’Agenzia nazionale, non hanno senso».



Margherita De Bac
 

domande & r isposte
La situazione oggi e che cosa cambierà

1 Cosa prevede la proposta di legge sulla psichiatria? Il testo è stato riformulato per dare risposte differenziate. Si calcola che oggi il 40 per cento di tutte le richieste al medico di famiglia e il 20 per cento dei ricoveri dipendano da patologie psichiatriche. La depressione è il disturbo psichico più diffuso: cinque milioni gli italiani colpiti, ma due su tre non vengono curati e la maggior parte di quelli che arrivano alle cure evitano di rivolgersi alle strutture pubbliche e vanno dai privati. Ogni anno i servizi pubblici vedono 500 mila malati, la metà affetti da schizofrenia.

2 Come verrà trattata la depressione nei servizi pubblici se dovesse venire approvato il disegno di legge ?
I malati affetti da depressione e da ansia avranno un percorso differenziato rispetto agli altri malati psichici. Ci saranno posti letto dedicati a questa malattia in strutture pubbliche e convenzionate. Il progetto introduce questa differenziazione anche per l’età adolescenziale. E sottolinea l’importanza e la necessità di puntare in particolar modo sulla diagnosi precoce, sull’identificazione di soggetti non diagnosticati o di quelli definiti «border line» e sulla prevenzione dei ricoveri ospedalieri.

3 I dipartimenti di salute mentale si occuperanno anche di disturbi del comportamento alimentare?
Sì, il disegno di legge prevede che venga garantito il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, in collaborazione con le divisioni di pediatria e l’ospedale generale. Oggi i servizi pubblici specializzati sono poco diffusi. Maggior attenzione viene dedicata alla depressione post partum che colpisce dal 10 al 15 per cento delle donne dopo la gravidanza.

4 E per i malati psichici gravi che cosa c’è di nuovo?
Tra i nuovi strumenti c’è l’accertamento sanitario obbligatorio: il paziente con problemi acuti su disposizione del medico può essere sottoposto ad accertamenti coatti per un massimo di quattro ore, anche con l’intervento della polizia. In situazioni eccezionali si può ricorrere al ricovero prolungato, per un periodo massimo di due mesi prorogabili, in strutture pubbliche o private selezionate dalle Regioni. Sparito ogni accenno, rispetto alla precedente proposta di riforma, al ricovero come atto stabilito dal giudice, quindi come strumento giudiziario. Ora sono contemplati strumenti di garanzia per il paziente, il ricovero è stabilito da commissione medica ed è un atto di cura.


M. D. B.

Interni

La rubrica realizzata in collaborazione con
Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA

http://www.psichiatriabrescia.it


COLLABORAZIONI

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Carlo Gozio, psichiatra e psicoterapeuta, lavora a Brescia ed è responsabile del Centro Residenziale Terapeutico e del Centro Diurno degli Spedali Civili di Brescia.
Cura per conto dell'Associazione Laura Saiani Consolati il sito www.psichiatriabrescia.it. e le News Territorio di Pol.it

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