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SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICHIATRIA - MILANO
GUARDIA SECONDA

CLINICA PSICODINAMICA NEL LAVORO ISTITUZIONALE

INTRODUZIONE

VIGANO: Prima di dar la parola al dott. Castaldi vorrei accennare alla particolarità di questo caso. Esso viene presentato da chi ha partecipato alla cura nel ruolo di operatore della riabilitazione. Non solo, quando ha chiesto al responsabile psichiatra di poter visionare le cartelle cliniche per portare qui il caso, questo gli è stato rifiutato. Ciò pone un limite allesposizione e, forse anche un interrogativo circa il modo di intendere la riservatezza o il segreto professionale: può succedere che esse vadano contro le esigenze scientifiche e quelle della verità?

FRENI: Per qualunque ricerca universitaria, già in fase preliminare, lutilizzo del materiale clinico va specificato, tra l'altro è previsto dalle norme [Σ] della psichiatria, è previsto che si specifichi tutta la procedura che noi seguiremo nel nostro lavoro e l'utilizzo dei dati in funzione di tutta la procedura o di parti di essa. Quindi per quanto susciti un'irritazione, questa cosa ha un suo fondamento, per cui vorrei che fosse una, un punto di vista più riposato e che andrà sicuramente elaborato sia nella vostra equipe, sia all'interno di questa scuola, prendendo più in generale il nostro campo ed è un problema molto aperto, è un problema molto aperto; perché soprattutto in psicoterapia dove noi parliamo di cose molto soggettive, per quanto anonime possano essere, trasformate le dichiarazioni del pz, beh insomma l'interessato si legge. Anch'io quando ho fatto la mia analisi mi sono letto in un lavoro della mia analista, però a me non fregava niente, anzi mi sarebbe piaciuto dare il mio contributo. Non tutti però hanno questa disponibilità, quindi c'è questo problema e forse questa occasione è buona per dirne qualcosa, che forse dovrebbe approfondire l'insegnamento di psichiatria forense, ma anche nella clinica, nel senso che i clinici debbono portare il loro contributo.

Tu vuoi dire qualcosa?

SMERALDI: per informazione, perché è una cosa che ho imparato la settimana scorsa.

Sono stato negli Stati Uniti ad un Convegno e c'era un lavoro a due nomi, che è un lavoro molto complesso perché era bipolare, uno short-sighting molto rapido ed aveva due anni di osservazione, costante giorno per giorno e il secondo autore dell'articolo era il pz, il quale, ovviamente non era né medico, né psicologo, perché uno potrebbe pensare ad un paziente psico. E l'altra questione, che noi avevamo incontrato già molti anni fa perché io ero ancora al S. Paolo, appunto ormai sono passati più di 10 anni, noi avevamo il problema di fare i filmati per gli studenti, che è una questione molto complessa, perchè non si sa bene da chi farli fare. Se uno li fa fare dagli attori, non sono didattici, perché per quanto bravi siano gli attori non sono mai come i malati e noi avevamo risolto qs problema facendo interpretare, quindi con nome e cognome di attori, come attori, cioè compariva: Centro televisivo universitario, schema su ecc. ecc., attori e c'era allora o io o la prof.ssa Bellodi o Maffei che facevano l'intervento e poi altri medici che c'erano e poi c'erano i nomi dei malati che interpretavano se stessi, ed erano ovviamente consenzienti perché figuravano come attori ed erano molto, molto convincenti. Quindi questo era un problema di 15 anni fa, adesso non so se con le nuove regole potrebbe essere ancora possibile, però sicuramente c'è qs vicenda degli articoli che invece sono passati dai soliti ringraziamenti generici finali, quindi, li abbiamo messi tutti ed eravamo tutti convinti, però non servivano più che altro al, addirittura proprio alla firma di articoli ancora se c'è una preponderanza delle osservazioni e quindi c'è una partecipazione reale al materiale, però è già un segno nuovo

FRENI: io penso che senz'altro potrebbe essere una nuova civiltà quella di vedere con pz particolarmente disponibili e dotati anche di capacità di scrittura, capacità di rivedere anche il proprio caso e dare un contributo originale, chiamarli come coautori in caso di pubblicazione.

(dalla sala): le scuole psicanalitiche erano fondate su qs in fondo, no?, all'inizio

FRENI: beh forse, forse Ferenczi era più disponibile in qs senso, comunque penso che quello che è successo non bisogna solo vederlo dal punto di vista di chiusura indebita da parte del primario, probabilmente lui stesso è spaventato perché le idee chiare in qs momento non ce le ha nessuno su qs materia, e anche qs codici che sono stilati in realtà sono farraginosi, molto difficili da realizzare. Penso che forse la contrattazione col singolo pz

all'interno di un codice minimale comune, possa essere un principio di sicurezza, perché la alla fine, diciamo, l'autorizzazione responsabile del pz rimane un principio giuridico più valido e più importante. Se poi addirittura è chiamato a fare il coautore di una presentazione o di un filmato o di uno scritto, meglio ancora. Penso che su qs cosa dovremmo impegnarci molto, bisognerà attivare un po i neuroni e trovare delle soluzioni relative, comunque non perdiamo altro tempo

VIGANO': sì, ascoltiamo il caso


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