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3 - Dimensione organizzativa

Tenuto conto che al raggiungimento degli obiettivi propri dell'areadelle dipendenze concorrono molteplici unità operative e serviziappartenenti a tutte le strutture primarie dell'azienda-Usl (distretto,ospedale, etc.), nonché altri soggetti ed enti pubblici e privatiche, a vario titolo e con varia responsabilità, operano sul territorio,il modello organizzativo "dipartimentale" sembra essere una valida modalitàdi affrontare tutti gli aspetti connessi all'abuso di sostanze, nell'otticadell'integrazione all'interno del comparto sanitario e tra questo e i servizisociali. La definizione delle caratteristiche di un modello dipartimentaleefficiente ed efficace non è semplice e non esplicitamente prevista(anche se, ovviamente, neppure esclusa) nell'assetto della "azienda sanitariatipo" definita dal Dlgs 502192 e successive modificazioni. 

Il dipartimento, previsto dal Dlgs 502/92, art. 4, per gli ospedali,sì può configurare come una entità di livello aziendalealla quale è affidato il coordinamento tecnico scientifico oppurela gestione delle risorse dei centri di responsabilità coinvoltinell'area della dipendenza. In tale modello sono previste modalitàdi integrazione interistituzionale, con il coinvolgimento di comunitàterapeutiche, associazioni di volontariato, gruppi di auto-aiuto, etc. 
Al dipartimento compete, quindi, la programmazione, la negoziazionecon la direzione generale, la realizzazione e la valutazione del "Progettosostanze d'abuso", anche per quel che concerne le risorse assegnate; 

deve, pertanto, provvedere: 
 

  • - a garantire il massimo livello di contrasto delle dipendenze,attraverso l'articolazione degli interventi preventivi, terapeutici, ditutela della salute, di riabilitazione e reinserimento sociale;
  • - alla rilevazione dei bisogni assistenziali (sulla base dei datiepidemiologici), collaborando alla ridefinizione dei carichi di lavorodi cui al Dlgs 29/93;
  • - a integrare le attività svolte nell'ambito dell'azienda (consulenze,gestione dei ricoveri in ambiente ospedaliero, prevenzione e cura di patologiecorrelate, etc.) con quelle delle strutture accreditate (comunità,associazioni di volontariato, gruppi di auto-aiuto, etc.);
  • - a esercitare funzioni di controllo, garantendo una strategia complessivad'intervento e pari dignità dei compiti operativi delle diversesedi e settori, nonché dei soggetti che vi operano;
  • - a verificare, sulla base delle indicazioni regionali, l'applicazionedegli standard di funzionamento del settore e in particolare dei Sert,attraverso la definizione delle procedure, l'individuazione e il controllodegli indicatori di qualità delle strutture operative e la verificadel raggiungimento degli obiettivi;
  • - a stabilire, sulla base delle indicazioni regionali, un "protocollodi collaborazione" anche con altre amministrazioni (prefetture, istituzioniscolastiche, sistema carcerario, Comuni, ecc.) definendo con chiarezzagli obiettivi prioritari e le competenze dei singoli componenti della "rete",evitando la dispersione o la sovrapposizione delle risorse.


All'interno delle competenze assegnate al dipartimento un ruoloassolutamente prioritario riviste la programmazione del settore e la progettazionedegli interventi. L'esigenza attuale di razionalizzare gli interventi ele risorse, garantendo efficienza ed efficacia con costi e modalitàcompatibili con l'assetto complessivo del Servizio sanitario nazionale,tende indispensabile l'attività di programmazione, finora quasidel tutto elusa. Si tratta di mettere in atto un cambiamento culturaleprofondo, di iniziare a considerare l'attività di programmazionecome una iniziale e fondamentale fase di un processo, necessaria per operarescelte rispondenti alle reali esigenze del territorio. 

Attraverso una puntuale attività di programmazione, esercitatada tutte le istanze nel proprio ambito, sono individuate le problematicheprioritarie sulle quali formulare proposte di carattere tecnico e metodologico,con l'esplicitaziorie degli obiettivi che si intendono perseguire e dellemodalità per raggiungerli. Ne deriva quindi la necessitàdi prevedere, nell'ambito della programmazione, anche la verifica del conseguimentodegli obiettivi, la valutazione degli interventi e dei risultati raggiunti. 

L'attività di programmazione costituisce la base per la formulazionedel budget aziendale, che non è un insieme di cifre, ma un pianocomplessivo di attività correlate alle risorse finanziarie disponibili,in rapporto agli obiettivi prioritari che l'azienda si è data alfine di rispondere alle reali esigenze del territorio. 

Fra i modelli organizzativi prospettabili, tenuto conto dell'autonoiniadi indirizzo regionale, possono essere distinte due tipologie essenziali: 

a) un dipartimento non dotato di una Npecifica configurazione gerarchico-amministrativa,al quale afferiscono, mantenendo le specifiche attribuzioni e competenze(in quanto dotate di proprio budget), le varie realtà coinvoltenell'area assistenziale della tossicodipendenza, sotto la guida di unafigura di coordinamento (c.d. dipartimento tecnico-fùnzionale); 

b)  un dipartimento che, al contrario, presenta una pienàautonomia gestionale (nei limiti previsti dalla generale organizzazionedell'azienda) e nel quale le unità organizzative aziendali coinvolteoperano in condizioni di dipendenza gerarchica da una specifica figuraapicale, che controlla anche le risorse e definisce le convenzioni conle strutture accreditate (c.d. dipartimento strutturato). 

La direzione o il coordinamento del dipartimento saràaffidata a un "esperto" del settore, di livello dirigenziale e individuato,normalmente, tra i responsabili delle unità operative afferential dipartimento stesso. Ruolo, compiti, funzioni e durata dell'incaricodel responsabile/coordinatore sono determinati dalla direzione dell'aziendasecondo le indicazioni regionali. 

Al fine di garantire una reale funzionalità e coordinamento perambedue i tipi di dipartimento, è raccomandato che siano istituiti,nel loro interno e secondo le indicazioni regionali, un "comitato ristrettodi dipartimento" e un "comitato allargato".

Nel caso del dipartimento tecnico-funzionale, al comitato ristrettopotranno partecipare tutte le strutture che in via prevalente si occupanodi tossicodipendenze, sia pubbliche socio-sanitarie (Ssn e comunitàpubbliche) che private (comunità, centri di accoglienza, etc.) accreditatesulla base di criteri di qualità definiti dalle singole Regioni. 
Nel caso del dipartimento strutturato, il comitato ristrettoprevederà, invece, la presenza delle sole strutture aziendali. 

Il comitato ristretto sarà il vero organo di programmazioneinterna del dipartimento - e di gestione nel caso del dipartimento strutturato-, al quale compete la predisposizione di un progetto generale di intervento.Questo organo garantirà pluralità, trasparenza e pari dignitàtra le varie unità operative, consentendo, inoltre, di incentivarel'applicazione del moderno modello aziendale a "responsabilità diffusae coordinata", evitando concentrazioni di potere deresponsabilizzanti edemotivanti le singole unità operative. 

Tutte le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali autorizzate,che a vario titolo, ma non come attività principale, operano nelcampo delle tossicodipendenze, saranno coinvoìte nelle attivitàdel dipartimento all'interno del comitato allargato nel quale, nelcaso del dipartimento strutturato, saranno inserite anche le comunitàterapeutiche accreditate. 

L'adozione dell'uno o dell'altro modello, presenta, inevitabilmente,vantaggi e svantaggi; per tale motivo è fortemente raccomandatoche le Regioni, oltre a valutare accuratamente in sede di programmazione,secondo le esigenze specifiche del proprio territorio e sulle base dellecaratteristiche della domanda assistenziale e delle tipologie dell'offerta(pubblica, privata, e mista) quale sia la scelta più opportuna,stabiliscano contestualmente anche gli opportuni strumenti di verificadelle decisioni adottate. 
In ogni caso è opportuno che sia predisposto dal dipartimentoun piano per i centri di costo da cui siano evidenziabili le risorse destinatealle singole unità e i risultati gestionali conseguiti. 
La specificità e complessità del settore raccomanda cheil dipartimento, qualunque sia il modello scelto dalla Regione, abbia unaprecisa identità e autonomia.



PROSSIMO PARAGRAFO (4)
 
 
 
 
 

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