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titolo elzeviro


"Birth, and copulation, and death.
That's all the facts when you come to brass tacks:
Birth, copulation and death"
T.S.Eliott


Pornografia nasce da pòrne e gràpho "scrittore di cose attinente alle meretrici". Si dice pornografica di cosa che offende il pudore.
La pornografia è così l'antitesi della pudicizia, come l'oscenità quello della buona educazione e del decoro.
Tutte le società hanno regole di pudicizia e di decoro, il non usare parole o non mostrare immagini che creino imbarazzo e disagio. Anche se queste regole variano da società a società e con i tempi. Stranamente più le società son pudiche e bacchettone, maggiore è la produzione di pornografia. Più viene represso l'elemento naturale, più sgorga il discorso ad esso attinente.
In genere la pornografia viene associata ai bisogni essenziali del sesso, ma T. S. Eliott associa nascita coito e morte come elementi del sodo della vita ("Sweeney Agonistes").
Negli ultimi duecento anni il coito ed il parto erano parole da evitare. Mio nonno Antonio, nato nel 1877, centoventi anni fa, non permetteva che queste parole venissero menzionate in famiglia, le mucche e le cavalle della sua grande corte mantovana "La Costa Nuova" "figliavano".
Ma ai suoi tempi la morte non era un mistero. Morivano in molti e ad ogni momento ed i bambini imparavano presto a vedere i loro cari morti, essendo poi il cimitero (ce lo dice il Foscolo) un dolce luogo di incontro. E come Monaldo Leopardi, il padre del più famoso Giacomo, ricorda, quattrenne, la morte del padre, il cui materasso di agonia viene poi lanciato dalla finestra!
La pudicizia copriva e ricopriva l'area del coito e della generazione, ma non quella della morte. E, naturalmente, la pornografia si sbizzarriva nel descrivere il coito. Guillaume Apollinaire , David Herbert Lawrence, Henry Miller , lo stesso Pitigrilli (appartenente niente popo' di meno che all'illustre famiglia dei Segre) sono i classici del Novecento, affiancati da una numerosissima moltitudine di scrittori erotici meno celebri : Anaïs Nin , Pierre Louys, Gabrielle Matzeff , Felix Salten.
Famoso fu il caso di Sam Roth, editore di pornografia, processato negli USA nel 1957. La pornografia, come fatto d'arte e sociale, se ne avantaggiò e, negli Stati Scandinavi, si arrivò all'attuale definizione che la pornografia non è incitamento all'azione, ma una gratificazione sostitutiva. Da cui il proliferare attuale di pornografia, di cui quella internetica è l'ultimo tecnologico sviluppo ed il più temuto dai padri di adolescenti, che, sotto sotto, pensano che la masturbazione sia ancora un fatto da evitare.
Posso citare il famoso sito http://pathfinder.com./time/ con l'articolo di Elmer DeWitt sulla cyberpornografia che tanti fastidi ha arrecato all'Autore ? (beh, da qualche tempo è scomparso dalla rete). Per darvi un assaggio vi suggerisco : http://207.67.245.37/wc/top10.adult.html ove sono elencati i dieci pornositi migliori, di cui il primo e' Persian Kitty (509,000 accessi al giorno!).
Inutile aggiungere che dagli anni Sessanta ad oggi si sono moltiplicati i dizionari di parole erotiche - quelle che non si trovano nei comuni dizionari - che, come noto, costituiscono il pezzo forte di gran parte della letteratura.
Così, grazie a Dio, non occorre più telefonare all'amico straniero per farsi dire il significato di certi vocaboli. I migliori di questi dizionari sono stampati a S.Francisco, da una Casa Editrice che ha il nome, rivelatore, di "Scythian Books". Senza di essi non avrei mai potuto capire alcuni grandi romanzieri. Un po' di pornolalia vivifica la scrittura.
Attenuata, nonostante gli sforzi dei benpensanti, la pudicizia, la pornografia ha ora amplissimo spazio sul sesso. A questo punto la pornografia, da una decina di anni, ha iniziato a spaziare sulla morte. Vi sono, evidentemente, strani ed ambigui legami tra le cose che ci solleticano sul sesso e sulla morte. In ambedue i casi le fantasie dell'emozione che sottende gli atti non ricevono grande attenzione, mentre vengono sollecitate le sensazioni.
Morti tragiche, cataste di cadaveri, scene di stermini di massa, cadaveri orripilanti, salme semidecomposte sono iniziate a comparire nelle sale cinematografiche ed hanno riempito gli schermi televisivi.
Nulla di nuovo, le descrizioni delle morti violente hanno sempre attratto il lettore, da Omero ad Hemingway.
Ma, si sa, il sesso "naturale" non è stato mai oggetto di pornografia. Come sesso "naturale" intendo quello tra marito e moglie, accettato, benedetto e rincuorato, che non ha mai avuto gran credito né ha mai destato grande interesse. Che due, sposati, avessero delle pratiche sessuali era considerato naturale e doveroso, ma solleticante, invece, che lo avessero due che non avevano alcun rapporto "legale".
Così oggi la pornografia della morte, in modo simile, ma opposto, non si è rivolta alla morte violenta, che questa ha anzi un'azione catartica, ma, invece, alla morte "naturale".
In questi ultimi cent'anni la morte non violenta, quella "naturale" che attende tutti noi (Dio, si spera) è divenuta sempre più un evento rimosso, disgustoso e di sgradito spettacolo. Se ne è scritto poco e si rappresenta poco, la sua rappresentazione viene blindata nei cimiteri con pietre tombali ad auliche iscrizioni (ne ricordo una, gustosa nel doppio senso, nel cimitero di Vicenza : "O Tu, Enrico, uno dei mille!").
Si va a morire lontano dagli occhi dei familiari, in condizioni asettiche, lontano dagli occhi della società : negli Ospedali, nelle Case di Riposo, nelle Residenze Sociali Assistite (RAS, da non confondere con l'emerita e benemerita Società di Assicurazioni).
Si muore lontano dagli occhi ( e dal naso) dei nostri cari. Perché la morte non è solo spiacevole per l'occhio, ma soprattutto, fastidiosa per il naso, con quel suo odore dolciastro che impregna l'abitazione ed il vicinato allo spirare dell'amato parente. Meglio incassare l'eredità senza dover sopportare sollecitazioni moleste (ed ammonitrici sul futuro di tutti noi, siamo giovani, sani e belli, o, almeno, così amiamo riconoscerci allo specchio).
E' oggi proprio la lenta morte naturale, che avviene per consunzione tra mille rimedi e respirazioni artificiali (chi non ricorda la lunghissima agonia di Francisco Franco?) che è oggetto della vera e propria pornografia, che, come tutte le vere e proprie pornografie ha ancora i suoi percorsi .
Nell'Ottocento fu un ottimo descrittore di pornografia della morte Edgar Allan Poe : ricordate le sue morte damigelle, Ligeia, Berenice, quale contatto e tramite con l'al di là? Non a caso Poe fu oggetto di saggi di Marie Bonaparte e Jacques Lacan. Un altro scrittore di pornografia della morte fu Andrea de Nerciat, ma oggi è andato fuori commercio, non si vede e non si legge più.
Un esempio più attuale di pornografia della morte è fornito dal giustamente dimenticato scrittore Enrico Maria Suckert, al secolo Curzio Malaparte. Con stile tragico e comico, ma sempre con sapore di feroce burla, egli, nei suoi abbondanti ed obliati libri, già appannaggio di borghesia à la page, ora anch'essa, grazie Dio, sottoterra, dà esempi e dimostrazioni di come possa affascinare la pornografia della morte. Con buona ragione Emilio Cecchi ne cita e ne biasima l'eversivo cattivo gusto che terrorizzò i miei sogni di bambino.
Anche "La Repubblica" nella sua ‘Rivista del Venerdì ‘ (22 Novembre 1992) ci da' un terribile servizio su Rudi Nureyev che guarda con occhi sbarrati, la morte. L'immagine della vita e dell'arte, l'immagine dell'ambiguo vitalissimo Eros bisessuale, all'anagrafe Nuri Fasli, per nulla russo, ma metà bashkiro e metà tartaro, riproposta, invece, come immagine di morte. Chi lo ricordava nei suoi tours en l'air, nel suo grande jeté, o nell'inenarrabile temps de poisson (mi perdoni il lettore digiuno di tecnica di balletto il ricorso al linguaggio ballettistico) lo rivede con lo sguardo perso nel nulla, la testa calva coperta da un gran fazzoletto rosso. E i ben pensanti ne avranno dedotto il loro commento, poiché Nureyev è morto di AIDS, il contagio che colpisce la trasgressione sessuale, lebbra e sifilide assieme, del Duemila.
Ora, morte in Internet, la cyberpornografia della morte offre diversi percorsi. Cosa c'è in I-net? Non voglio rubare il mestiere a Raffaello Biagi, ma date un'occhiata a:

°Rotten dot com: http://www.rotten.com/stern/ .
Vi vendono pure un CD-rom ove, vi è anche scelta di pornografia sex (l'associazione non l'ha fatta solo Eliott!).
°Corpse Gallery : http://distefano.com/gallery.htm :
orrende mummie di tutti i generi!! Da sole, in coppia, con bambino, vestitt e messe in posa e la dicitura sotto : murato vivo! Questo signore, Di Stefano, vive in Wilmingtom, Delaware, luogo che conosco bene e su cui vi faro' un elzeviro centrato su una mia avventura paranormale nel 1986, 22 Dicembre. Non lo dimentichero' più, quel posto, freddo, cupo, trascinato appo una strega che suonava trascrizioni di Wagner sull'organo da un oculista pazzo! Wilmington è un luogo proprio adatto a queste produzioni!!
°Embalming Secrets: http://www.phantasm.com/hpages/embalm.html :
tutti i segreti per un'imbalsamazione corretta, vi può essere utile per i vostri cari!
° Home of Death : http://www.globalnet.co.uk/~death/ :
il titolo parla da solo
°Murman: http://www.alliance.net/~regina19/index2.htm :
questo sito è pure denso e ripieno di sonoro ed urla terrificanti.

Tutto ciò è solo un piccolo esempio, s'intende, si può andare al Dark Side of the net : http://www.gothic.net/darkside/index.html oppure al “Gallery of Death” dove l'orrore è distribuito in maniera abbondante e realistica: http://members.aol.com/geryon9/death666.html. Deludente la “Death Gallery” di una pretenziosa pittricetta di New York (tipo Leonor Fini domestica) : http://www.columbia.edu/~chow/death.html
Fate anche un giretto al "Mummy Museum" di Guanajuato, Mexico, luogo natale di Diego Rivera, che è una sorte di Venzone messicana ove i cadaveri, grazie a certe muffe, si conservano benissimo con tanto di capelli, unghie e, dalla fotografie, parrebbe perfino di globi oculari ( o sono protesi inserite per dare una un ulteriore shock al visitatore?). I Messicani amano la morte e la festeggiano con "El Dia de Los Muertos" : http://www.sirius.com/~dbh/mummies/.
Insomma la pornografia della morte è un affare, "un affaire" a metà tra la vita e la morte, un affaire che tira sempre più.
L'eros ha saziato tutti ( o quasi) e i più raffinati non si lasciano più indurre in tentazione da film come "Anal Trilesbo" interpretati dalla (defunta) Moana Pozzi (che palle guardarlo, ha perfino una trama...) già utilizzati nei paesi sperduti dell'Italietta di provincia per rinsaldare vincoli coniugali disfatti dalla crescente inconsistenza dei corpi cavernosi e dalla crescente consistenza dell'adipe dei coniugi.
Ora la pornografia della morte ha una sua dignità ed uno spazio commerciale cogliendo impreparati quegli arretrati che, una volta, spulciavano con ardore nei testi di medicina legale come la vecchia "Sessuologia" del Pellegrini (ora fuori commercio, ma, se la trovate, non lasciatevela sfuggire).

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