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PSICOPATOLOGIA CLINICA DI UN'ESPERIENZA MANIACALE

Maria Teresa Ferla, Chiara Guglielmetti

Servizio di Psichiatria dell'Azienda Ospedaliera "Maggiore della Carità", Novara

(Il lavoro si deve ai due autori in parti uguali)

 

 

 

Premessa psicopatologica

Retroscena

La storia

La sua famiglia

Temperamento e personalità premorbosa

La storia clinica

Atto secondo

Discussione

Bibliografia

La storia clinica

Dal diario clinico del 1° ricovero. (Le note dell'ingresso sono già state riportate all'inizio). Dopo solo due giorni dal ricovero, effettuato in TSO, per la condizione ipertimica e di agitazione, così già è capace di descriversi e raccontarsi: L'altra sera tutto mi sembrava gioioso e in parte ostile; stavo partecipando a un corso di ballo sul tango: il nostro maestro era invitato a uno spettacolo nella piazza della città. Io ho incominciato a sentire tutto amplificato, i colori, le emozioni...

Non mi sono resa conto della crescita di tali fenomeni... è vero io sono un tipo esuberante, estroverso ma non era mai arrivata a tali livelli: anzi ho vissuto periodi di depressione anche se non ho mai lasciato il mio lavoro, né i miei impegni.

È dal 1988, dopo la morte di mio padre e che mi vengono questi momenti.

La gaiezza lascia il posto a una sfumatura di tristezza mentre la paziente racconta tali fatti. Qui in Reparto ha legato con altri degenti con i quali trascorre buona parte della giornata senza esagerazioni nei modi o nelle dinamiche relazionali; è spesso impegnata in lunghe conversazioni telefoniche con il fidanzato che lavora lontano e che comunque le è molto vicino essendosi prontamente informato di lei più volte con noi.

La madre invece non è venuta anche se la paziente è in contatto anche con lei.

Inizia, un trattamento con aloperidolo 6mg/die insieme a una terapia marziale per il riscontro di una grave anemia sideropenica (di cui la paziente afferma peraltro di essere a conoscenza, a causa di meno-metrorragie datate ormai da molti anni e mai trattate).

Nell'arco di pochi giorni si ricompone sia sul piano comportamentale che idetico presentando una critica e consapevolezza del disturbo psichico che riesce anche a inscrivere nel contesto della propria storia: i primi disturbi con una certa rilevanza clinica vengono fatti risalire al 1989 dopo la morte del padre: Ho iniziato ad avere delle fasi di tristezza, in cui il mio umore, così normalmente allegro, si faceva più cupo e triste, ma non mi sono mai fatta curare, mi arrangiavo da sola... Veramente il mio medico di famiglia mi aveva consigliato qualcosa per la depressione, ma io non ho voluto prendere nulla...

Ho passato anche dei brutti momenti in cui era un'impresa alzarsi e andare a scuola, cosa che mi è sempre, ma che in quelle fasi, mi costava molto fare.. Ho tenuto duro e poi i periodi peggiori passavano.. sopra le righe non sono mai andata però...

Viene dimessa in condizioni di discreto benessere.

La rivediamo per alcune volte nell'arco di un mese ma lei lascia intendere che non vuole più venire e che avrebbe deciso di iniziare un lavoro psicoterapeutico da un privato. Questa ci pare, in realtà, più una fuga che un desiderio di approfondimento e di cura: già durante i controlli ambulatoriali si era evidenziato, a fianco di una certa consapevolezza di malattia, il timore di affrontare e di parlare di "certi problemi" o semplicemente di guardare in faccia la malattia psichica.

Una certa superficialità nell'affronto delle problematiche della sua vita era emersa come struttura "difensiva" che, pur non risolvendole i problemi, le ha sempre permesso di distanziarsi dall'angoscia che ancora le provocava il pensiero dell'essere malata psichicamente.

Anche i tentativi di affrontare insieme il problema e di rassicurarla con il sostegno psicoterapeutico non erano valsi a mantenere una relazione stabile.

Soprattutto l'andamento fasico della malattia giocava come motivo vincente perché la ripresa, fuori dalle fasi di scompensazione, è sempre avvenuta con piena "restitutio ad integrum". Si tratta di saper aspettare quando la malattia passa": questa è sempre stata la sua filosofia.



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