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L'ESPERIENZA SCHIZOFRENICA NELLA SUA DIMENSIONE PSICOPATOLOGICA E FENOMENOLOGICA

Eugenio Borgna

 

Servizio di Psichiatria della Azienda Ospedaliera "Maggiore della Carità" di Novara

 

LA SOGLIA

LA FENOMENOLOGIA COME ORIZZONTE DI COMPRENSIONE DELLA ESPERIENZA SCHIZOFRENICA

LE STRUTTURE PROFONDE COSTITUTIVE DELLA ESPERIENZA SCHIZOFRENICA

COME SI VIVE NELL'AUTRE MONDE

LA FENOMENOLOGIA DELLA VITA EMOZIONALE SCHIZOFRENICA

L'ANGOSCIA COME STRUTTURA PORTANTE DELLA ESPERIENZA DELIRANTE SCHIZOFRENICA

LE CATEGORIE FENOMENOLOGICHE DELLA DISTANZA E DELLA VICINANZA VISSUTE

QUALCHE CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA

 

La fenomenologia della vita emozionale schizofrenica

Nel contesto di una psichiatria fenomenologica ed ermeneutica (includendo in essa, ovviamente, sia gli orientamenti fenomenologico-soggettivi in senso jaspersiano sia quelli fenomenologico-obiettivi in senso binswangeriano sia quelli psicoanalitici in senso freudiano e junghiano, ad esempio) rinasce, del resto, la possibilità di un discorso sulla vita emozionale (sugli affetti e sui desideri, sulle angosce e sulle tristezze, sulla nostalgia e sulla speranza), e rinasce la legittimità umana e scientifica (etica) di un discorso che riconduca la psichiatria in ogni sua dimensione alle sue fondazioni emozionali: come ha dimostrato in particolare nei suoi bellissimi lavori (16) (17) (18) Eugène Minkowski.

Sopravvive (si anima) una vita emozionale, una vita affettiva, nella esperienza schizofrenica? Nel mondo-della-vita schizofrenica (nella Lebenswelt schizofrenica) la presenza di una vita emozionale, solcata (certo) dalla conflittualità e dalla angoscia, ma non solo da queste emozioni, è oggi incontestabile: come le esperienze fenomenologiche e psicoterapeutiche sono venute dimostrando.

Ovviamente, in ogni esistenza psicotica (schizofrenica) ci sono articolazioni diverse nei modi di vivere e di esprimere le emozioni; e la ragione d'essere clinica e psicoterapeutica della psichiatria, di ciascuno di noi che fa psichiatria, sta nel cogliere queste, non di rado nascoste e mascherate, risonanze emozionali e queste risorse interiori che attendono solo di essere ri-conosciute e accettate dall'ambiente: dalle persone che ne fanno parte. Senza le mediazioni dell'incontro interpersonale e delle reciprocità dell'ascolto, certo, le correnti emozionali si inaridiscono fatalmente in ciascuno di noi; e questo spiega come mai, in alcuni ambienti e dinanzi ad alcune persone, ci siano pazienti che si aprano nelle ferite della loro anima e delle loro emozioni; mentre, in altri ambienti e dinanzi ad altre persone, ci siano pazienti che si chiudano nella loro disperata solitudine.

Se non si finisce prigionieri degli artigli della ideologia (di teorie astratte e gelide), non è possibile non essere ogni volta sconvolti e commossi dinanzi agli slanci emozionali, alla sensibilità e alla fragilità, al rovente desiderio di ascolto e alla disponibilità a cogliere il senso inatteso di eventi vitali ed esistenziali, che si delineano (come ha dimostrato mirabilmente (7) Manfred Bleuler) negli orizzonti di esperienza schizofrenica.



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