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L'ESPERIENZA SCHIZOFRENICA NELLA SUA DIMENSIONE PSICOPATOLOGICA E FENOMENOLOGICA

Eugenio Borgna

 

Servizio di Psichiatria della Azienda Ospedaliera "Maggiore della Carità" di Novara

 

LA SOGLIA

LA FENOMENOLOGIA COME ORIZZONTE DI COMPRENSIONE DELLA ESPERIENZA SCHIZOFRENICA

LE STRUTTURE PROFONDE COSTITUTIVE DELLA ESPERIENZA SCHIZOFRENICA

COME SI VIVE NELL'AUTRE MONDE

LA FENOMENOLOGIA DELLA VITA EMOZIONALE SCHIZOFRENICA

L'ANGOSCIA COME STRUTTURA PORTANTE DELLA ESPERIENZA DELIRANTE SCHIZOFRENICA

LE CATEGORIE FENOMENOLOGICHE DELLA DISTANZA E DELLA VICINANZA VISSUTE

QUALCHE CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA

 

La fenomenologia come orizzonte di comprensione della esperienza schizofrenica

La fondazione fenomenologica della psichiatria consente di cogliere la esperienza psicotica, e quella schizofrenica in particolare (che è paradigma inesorabile della alienità), nella sua significazione umana e nella sua dimensione di senso. La forma di vita psicotica si manifesta, così, nella sua controrealtà portatrice di significati, e riscattata da ogni reificazione naturalistica, alla condizione che sia tematizzata nell'area di una analisi rigorosamente fenomenologica. Rifacendomi alle fondazioni conoscitive della fenomenologia vorrei descrivere, e fare riemergere, le strutture costitutive della esperienza schizofrenica considerata nella sua radicale significazione di meta-morfosi esistenziale (di nuova forma di vita); nel contesto di un discorso che sia estraneo ad ogni contaminazione "ideologica" e tenda a cogliere i fenomeni psicopatologici nella loro immediatezza e nella loro essenza.

Come dice Jakob Wyrsch (25), non è possibile un discorso psicopatologico autentico e radicale se non liberandoci con rigore spietato dalla abitudine di considerare i fenomeni psico(pato)logici alla luce di una teoria, di una immagine del mondo, di una sola angolazione di discorso; se non ascoltando i pazienti nella effervescenza immediata della loro parola senza pensare al "sintomo" e, cioè, ad un determinato "indizio" di malattia.

Se sono descritti nella loro immediatezza ante-predicativa e sorgiva, i fenomeni psicopatologici si manifestano non come esperienze destrutturate e destituite di senso ma come disturbi della comunicazione e della comprensione tematizzate dal fatto che i pazienti, quelli psicotici elettivamente, vivano in mondi diversi dal nostro mondo; e le indagini fenomenologiche, in particolare quelle di Ludwig Binswanger (4) (5) (6) e di Eugène Minkowski (16) (17) (18), hanno cercato di colmare l'abisso che sembra separare il nostro mondo dal mondo della esperienza schizofrenica.

Certo, il "mondo" della schizofrenia (di questa radicale metamorfosi della alterità in alienità vertiginosamente lontana e apparentemente inafferrabile) è contrassegnato dalla profonda, inquietante ed enigmatica (jaspersiana)(14) incomprensibilità; ma non è possibile non sapere, oggi, che questa incomprensibilità lascia intravedere in sé linee autonome e strutturate di organizzazione interna e di interna articolazione nelle quali si adombra un nodo disperato e torturato di significazioni. Come questo nodo di significazioni possa essere scandagliato, e portato alla luce del senso, è l'orizzonte di ricerca delle indagini fenomenologiche: con il rovesciamento radicale di atteggiamento conoscitivo che essa ha in sé.

Del resto, il discorso psicopatologico e clinico di Manfred Bleuler (7) ha inteso ugualmente dimostrare la connotazione umana della forma di vita altra-dalla-nostra (quella psicotica) e la presenza di una vita schizofrenica latente nelle falde più profonde della condizione umana. Così, nelle situazioni di solitudine, nella esperienza mistica, nei sogni, in alcune forme di espressione artistica, si osservano analogie con le esperienze psicotiche. Nella schizofrenia queste esperienze di vita, che si colgono anche in situazioni umane non-patologiche, si scompensano sconfinando dagli argini e precipitando in mondi-della-vita altri e inquietanti. La tendenza, cioè, a creare un "mondo" uniformato ai propri desideri e ai propri timori, alla propria fantasticata visione delle cose e delle realtà, si esaspera e si autonomizza: lacerando i modi con cui si entra in contatto con il mondo degli altri-da-sé.

Non è possibile, dunque, intravedere le aree del senso nella schizofrenia se non si tengono presenti, da una parte, le analogie, che ci sono in essa, con alcune nostre (comuni) condizioni di vita e di esperienza e, dall'altra, la trasformazione abissale (immersa nella inconoscibilità) nella quale scivola l'esistenza umana nel fuoco glaciale e fiammeggiante di quella che è la inaudita e sconvolgente Lebenswelt psicotica (schizofrenica).

(Non è il caso che abbia, ora, a delineare gli elementi tematici che avvicinano, e contestualmente separano, fenomenologia ed ermeneutica: delle quali, in ogni caso, la psichiatria oggi non può fare a meno come dimostrano i bellissimi lavori (2) (3) di Ferdinando Barison).

Ma cerchiamo, a questo punto, di indicare come si costituisca la Lebenswelt schizofrenica nelle sue strutture di significato.



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