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La RSF ha almeno due caratteristiche storiche di una certa importanza: è la più antica rivista psichiatrica italiana e non ha mai interrotto le pubblicazioni dal 1875, anno della sua fondazione ad opera di Carlo Livi.

Alla fine del 1997 è stato completamente rinnovato il suo progetto editoriale: l'attenzione è oggi centrata sulla psichiatria di comunità e sui Servizi di Salute Mentale; la valutazione dei lavori inviati per la pubblicazione è sottoposta in anonimo al giudizio di un board di referee; i numeri annuali sono stati ridotti a quattro. I risultati prodotti dalla nuova linea editoriale, in poco meno di due anni quindi a breve distanza, sono stati: un aumento delle persone che hanno accettato di fare parte del board dei referee (dai 30 iniziali agli attuali 48); la collaborazione con 9 importanti colleghi stranieri; una accurata selezione dei lavori pubblicati (pari a poco più del 50% di quelli inviati); un aumento degli abbonati.

Cosa può indurre la RSF a intraprendere un rapporto di collaborazione con Psychiatry on line Italia e con il mondo di Internet? Alcune ragioni, delle quali la più importante è quella di non volere rinunciare a questo potente strumento di comunicazione, il cui punto di forza è la velocità e la comodità con cui le informazioni che vengono introdotte nella rete sono fruibili ad un numero elevatissimo di utilizzatori.

Questo enorme vantaggio, tuttavia, non risolve automaticamente la questione della qualità delle informazioni circolanti. Rimane intatta cioè la necessità che ci siano "luoghi" (persone, gruppi, anche riviste) capaci di generare informazioni qualitative.

La RSF ritiene di essere uno di questi possibili luoghi. Quanto tale affermazione sia presuntuosa o realistica lo dirà, nel prossimo futuro, il numero dei suoi collaboratori e dei suoi lettori.

La RSF non ha intenzione di migrare progressivamente e integralmente nella rete. Lo farà, attraverso Pol.it, in misura limitata: con i sommari, l'editoriale di apertura della nuova serie, con 3-4- articoli ogni anno selezionati da un gruppo di lavoro misto RSF-Pol.it.

Il mondo informatico presenta anche un possibile rischio, almeno visto dalla prospettiva forse un po' retrò di una rivista a lunga tradizione cartacea, che è connesso proprio alla rapidità e alla quantità di informazioni circolanti: questo potenziale eccesso può costituire motivo di iperstimolazione (letteralmente intesa nel senso in cui Luc Ciompi parla dell'eccesso di stimoli con cui il paziente schizofrenico può essere, involontariamente e in buona fede, bombardato dall'ambiente e dalle persone che lo circondano, con il risultato di indurlo a disfunzionare).

Forse continua davvero ad essere indispensabile che l'uomo consumi una certa quantità di tempo perché le informazioni si trasformino in cultura.

Fabrizio Asioli
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