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La qualità della vita e il recupero funzionale del paziente depresso

Adriana Dubini

Sviluppo Clinico Farmaceutico
Milano

 

INTRODUZIONE

RISULTATI

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

 

Risultati

Nella popolazione generale il funzionamento sociale come misurato dalla SASS ha una distribuzione non-normale (l’ambito di punteggio elevato essendo sovrarappresentato), con un valore medio di 41,6 (DS 6,4) e valori fino a 44 nel 50% dei casi. Il punteggio totale della scala mostra differenze limitate ma statisticamente significative tra gruppi socio-professionali, con valori medi compresi tra 39,7 (DS 6,7) nei "disoccupati" e 43,9 (DS 5,46) nei "dirigenti e quadri". L’analisi delle componenti principali (Rao, 1964) ha evidenziato tre fattori, che rendono conto del 32%, 8% e 5% della varianza totale, rispettivamente. Sulla base della distribuzione del punteggio totale nella popolazione generale, l’ambito di normalità di SASS, corrispondente all’80% della popolazione, è compreso tra 35 e 52. L’analisi di corrispondenza multipla (Benzécri, 1973) ha consentito l’identificazione di cinque cluster, dalla persona perfettamente adattata (punteggio medio 49), alla persona integrata tramite la famiglia (punteggio medio 42) o il lavoro (punteggio medio 32), alla persona tendente all’auto-esclusione (punteggio medio 25), ed, infine, alla persona socialmente isolata (punteggio medio 22).

Nello studio clinico controllato, in doppia cecità, condotto in 381 pazienti con diagnosi di depressione maggiore (DSM-III-R) (American Psychiatric Association, 1987), e con punteggio totale alla scala di Hamilton per la depressione ³ 22, 126 pazienti sono stati randomizzati al trattamento con reboxetina 8 mg/die, 127 con fluoxetina 20 mg/die e 128 con placebo, per 8 settimane. Le dosi dei trattamenti attivi potevano essere aumentate a 10 mg/die per reboxetina e 40 mg/die con fluoxetina al termine della quarta settimana, in caso di risposta insoddisfacente. Dei pazienti ammessi, 103 del gruppo reboxetina, 100 del gruppo fluoxetina e 99 del gruppo placebo hanno completate il questionario SASS all’ingresso ed all’ultima valutazione nel corso dello studio. Di questi, 33 del gruppo reboxetina, 35 del gruppo fluoxetina e 23 del gruppo placebo sono stati classificati in remissione (punteggio totale della scala di Hamilton per la depressione £ 10) al termine del trattamento. I valori medi del punteggio totale SASS all’ammissione ed all’ultima valutazione nei tre gruppi sono mostrati nella Figura 1 per la popolazione totale, e nella Figura 2 per la sottopopolazione in remissione al termine del trattamento.

Rispetto alla popolazione generale, nei pazienti con depressione maggiore la SASS ha evidenziato un netto deficit del funzionamento sociale, con valori medi di 25,1 (SD 8,4) nel gruppo reboxetina, di 24,5 (SD 7,7) nel gruppo fluoxetina, e di 23,9 (SD 7,6) nel gruppo placebo, deficit corrispondente al 40% circa in termini di punteggio SASS medio. Solo in una minoranza di casi (15% e 14% nei gruppi reboxetina e fluoxetina, 11% nel gruppo placebo) il punteggio totale SASS era ³ 35, cioè uguale o maggiore rispetto al limite inferiore dell’ambito di normalità, come definito nella popolazione generale. All’ultima valutazione, mentre il punteggio medio della scala di Hamilton per la depressione mostrava un miglioramento analogamente superiore con reboxetina (13,4 punti, intervallo di confidenza 95% 11.8-15.0) e con fluoxetina (13,3 punti, intervallo di confidenza 95% 11.7-14.9) in confronto a placebo (8,6 punti, intervallo di confidenza 95% 7.1-10.2), il punteggio medio SASS è risultato superiore nei gruppi reboxetina (35.3, SD 10.4), e fluoxetina (31.9, SD 9.4) rispetto a placebo (27.2, SD 9.8), con un miglioramento corrispondente al 41%, 31% e 14% rispetto all’ammissione, rispettivamente, nei tre gruppi. All’analisi della varianza i tre gruppi sono risultati non diversi all’ammissione, e significativamente (p<0,0001) diversi l’uno dall’altro al termine del trattamento. Il deficit di funzionamento sociale associato alla depressione ha quindi mostrato di rispondere alla terapia antidepressiva, in particolare noradrenergica, con differenze nel funzionamento sociale non solo tra i due farmaci attivi ed il placebo, ma anche tra reboxetina e fluoxetina.

I pazienti in remissione al termine della terapia, mostravano all’ammissione un funzionamento sociale come misurato dalla SASS simile alla popolazione totale nel gruppo reboxetina (25.9 vs 25.1), di due punti superiore nel gruppo fluoxetina (26.5 vs 24.5), e di 3.3 punti superiore nel gruppo placebo (27.3 vs 23.9). Consistentemente con ciò, la proporzione dei casi con punteggio totale SASS ³ 35, cioè uguale o maggiore rispetto al limite inferiore dell’ambito di normalità, come definito nella popolazione generale, è in questi pazienti superiore a quanto più sopra riportato nel totale della popolazione sia nel gruppo placebo (22%) che nel gruppo fluoxetina (20%), mentre resta analoga nel gruppo reboxetina (15%). Ciò indica che i pazienti che hanno risposto al trattamento con placebo e con fluoxetina con remissione della sindrome depressiva tendevano ad avere un miglior funzionamento sociale all’ammissione rispetto ai pazienti non entrati in remissione, mentre ciò non si è verificato con reboxetina. Comunque, mentre i tre gruppi all’ammissione non risultavano diversi all’analisi della varianza, al termine del trattamento il valore medio SASS nel gruppo reboxetina (42.1, SD 7.6) era significativamente più elevato (p<0.05) in confronto sia a placebo (32.4, SD 11.8) che a fluoxetina (36.2, SD 9.0), con un miglioramento corrispondente al 62% vs 37% e 19% rispetto all’ammissione, rispettivamente. Il deficit di funzionamento sociale associato alla depressione ha quindi mostrato di rispondere alla terapia antidepressiva noradrenergica in misura in qualche modo indipendente dall’andamento della sindrome depressiva, analogamente entrata in remissione in questa sottopopolazione nei tre gruppi.

Conclusioni

I risultati ottenuti confermano, quindi, che la depressione maggiore è generalmente, anche se non sempre, associata ad una compromissione importante del funzionamento sociale, e che il deficit riguarda non solo la performance nei ruoli sociali, come pubblicato (Paykel et al, 1973; Weissman and Bothwell, 1976), ma anche la percezione da parte del paziente del proprio grado di funzionamento sociale e della propria motivazione alle interazioni sociali. L’allargamento degli strumenti di misura dell’esito della terapia antidepressiva alla valutazione del funzionamento sociale ha confermato la sensibilità al cambiamento dell’autovalutazione del funzionamento sociale (Weissman et al., 1974; Kocsis et al., 1988; Agosti et al., 1991), ed ha consentito di individuare, a parità di efficacia in termini di miglioramento del quadro psicopatologico, differenze tra approcci farmacologicamente distinti nella qualità della risposta terapeutica. Le differenze osservate fra la terapia serotoninergica e la terapia noradrenergica sono consistenti con quanto ipotizzato sul coinvolgimento della noradrenalina come mediatore specifico delle funzioni psicofisiologiche legate alla motivazione ed all’energia vitale (Carlsson, 1969; Maas, 1975; Healy e McMonagle, 1997), e configurano una peculiarità nel tipo di risposta alla terapia antidepressiva noradrenergica di rilievo clinico per il recupero funzionale del paziente depresso.


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