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Abstracts della letteratura internazionale

 

van der Pompe G, Antoni MH, Duivenvoorden HJ, de Graeff A, Simonis RFA,. van der Vegt SGL, Heijnen CJ. An exploratory study into the effect of group psychotherapy on cardiovascular and immunoreactivity to acute stress in breast cancer patients. Psychotherapy and Psychosomatics 2001 Nov-Dec; 70 (6): 307-318.

RAZIONALE: Precedenti studi di pazienti affetti da cancro hanno investigato l’effetto di trattamenti psicologici su valori basali endocrini e immunologici. Attraverso un disegno sperimentale di tipo randomizzato è stato esplorato l’effetto di un intervento di psicoterapia di gruppo di tipo esperienziale-esistenziale della durata di 13 settimane (EEGP) sulla reattività ad un compito verbale di in pazienti con cancro della mammella. È stato esaminato se I cambiamenti a livello cardiovascolare e immunitario a tale compito in un periodo di tre mesi correlavano con cambiamenti del livello di stress psicosociale e dell’espressione emozionale. METODI: Pazienti trattate per carcinoma della mammella in stadio precoce e con o linfonodi ascellari positivi o metastasi a distanza sono state randomizzate a o EEGP o a lista d’attesa (WLC). Sono stati monitorati in maniera continua la frequenza cardiaca (HR), la pressione diastolica (DBP) e sistolica (SBP) in risposta al compito verbale prima e dopo il trattamento. Inoltre sono state misurate la proliferazione linfocitaria ai motigeni (PWM) e alla fitoemagglutinina (PHA), l’attività cellulare natural killer (NKCA) e la distribuzione dei linfociti periferici sanguigni in campioni di sangue prelevati prima, durante e dopo il compito verbale. RISULTATI: Le pazienti inserite nel protocollo EEGP hanno avuto minori aumenti nella attività cellulare natural killer (NK) indotta dal compito verbale dopo il trattamento rispetto all’ingresso nello studio e maggiore rispetto ai cambiamenti pre-/posttrattamento osservati nelle pazienti randomizzate nella WLC. Un pattern simile è emerso rispetto alla NKCA nel periodo dell’intervento, che si è dimostrato indipendente dai cambiamenti nelle cellule NK. Non sono state evidenziate differenze tra le pazienti assegnate al EEGP e alla WLC relativamente alle variabili monitorate di HR, DBP e SBP e cambiamenti della proliferazione linfocitaria alla PWM e alla PHA in risposta al compito verbale misurate prima e dopo il periodo di 3-mesi di intervento. Differenze individuali nell’aumento dell’espressione emozionale pre-/posttrattamento ma non nello stress psicologico si sono associate a minori cambiamenti nel numero e nell’attività funzionale delle cellule NK durante il periodo di tre mesi.. CONCLUSIONI: I risultati sembrano indicare che l’espressione delle emozioni durante il trattamento in EEGP può mettere maggiormente a proprio agio le pazienti nell’esprimere le proprie risposte emozionali al compito verbale e, a sua volta, ciò determina un minor cambiamento delle cellule e delle funzioni cellulari NK indotte dallo stress. Copyright © 2001 S. Karger AG, Basel, www.karger.com

http://www.online.karger.com/library/karger/renderer/dataset.exe?jcode=PPS&action=render&rendertype=abstract&uid=PPS.pps70307

 

Fallowfield L, Ratcliffe D, Jenkins V, Saul J: Psychiatric morbidity and its recognition by doctors in patients with cancer. Br J Cancer 2001 Apr 20;84(8):1011-5

La morbilità psichiatrica in pazienti con patologie tumorali risulta alta e senza appropriato trattamento non entra in remissione. Gli autori hanno valutato l’abilità di 143 medici di stabilire lo stato psicologico in 2297 pazienti durante consultazioni ‘esterne’ in 34 centri oncologici e ospedalieri nel Regno Unito. Prima di incontrare il medico, i pazienti che hanno acconsentito di partecipare allo studio, hanno completato un questionario self-report (GHQ12), costruito per lo screening psicologico della popolazione generale. Al termine della consultazione, i medici hanno compilato scale analogico-visive al fine di valutavate il livello di stress emozionale dei pazienti. 837/2297 (36.4%) dei pazienti hanno presentato punteggi al GHQ indicativi di morbilità psichiatrica. La sensibilità dei medici (veri positivi) è stata del 28,87% (DS 25.29), la specificità (veri negativi) dell’84.79% (DS 17.44). La percentuale di classificazione errata è stata del 34.7% (DS 13.79), indicando come per 797 pazienti è stata probabilmente effettuata una valutazione non corretta. Questi dati indicano che la maggior parte dei pazienti con morbilità psichiatrica non viene riconosciuta e diagnosticata e per questo non viene trattata. I medici necessitano di training sulla comunicazione finalizzati a far emergere i problemi durante la consultazione. Un invio ai servizi psicologici è necessario quando i pazienti che hanno bisogno di aiuto sono identificati e questo dovrebbe rappresentare una parte integrante della cura dei pazienti con cancro. Copyright © 2001 Nature Publishing Group, www.bjcancer.com

http://www.nature.com/cgi-taf/DynaPage.taf?file=/bjc/journal/v84/n8/abs/6691724ab.html

 

Tashiro M, Itoh M, Kubota K, Kumano H, Masud MM, Moser E, Arai H, Sasaki H. Relationship between trait anxiety, brain activity and natural killer cell activity in cancer patients: a preliminary PET study. Psychooncology 2001 Nov-Dec;10(6):541-6

Lo scopo dello studio è stato di esaminare la relazione tra I fattori psicologici, attività cerebrale regionale e attività delle cellule natural killer (NKA). Otto pazienti con cancro sono stati esaminati attraverso FDG-PET in condizioni di riposo. La NKA e il grado di ansia e depressione sono state misurate usando la MAS di Taylor (Manifest Anxiety Scale) e la scala di Zung per la depressione. La correlazione tra la NKA e le misure psicologiche e il metabolismo cerebrale regionale in pazienti con cancro è stata esaminata usando un griglia di mapping statistico. Una correlazione positiva tra la NKA e il metabolismo regionale è stata identificata nella corteccia occipitale, nel giro del cingolo anteriore e nell’area sensomotoria, mentre una correlazione negativa è stata identificata nella corteccia prefrontale inferolaterale, nella corteccia prefrontale, nella corteccia frontale, nella corteccia temporale anteriore, nella corteccia frontale sopraorbitale e nella corteccia anteriotemporale. Una correlazione positiva tra il punteggio alla MAS e metabolismo regionale è stato notato nella corteccia occipitale, nel giro anteriore del cingolo, nell’area primaria sensomotoria e nella corteccia posteriore temporale, mentre una correlazione negativa è stata identificata nella corteccia prefrontale inferolaterale, nella corteccia prefrontale, nella corteccia frontale sopraorbitale e nella corteccia anteriore temporale. I punteggi alla NKA e alla MAS si sono correlati positivamente tra di loro (p < 0.001). I risultati rinforzano l’ipotesi che l’interazione psico-immunitaria è mediata anche dalla corteccia cerebrale e dal sistema limbico.

Traduzione autorizzata dalla Edizione di lingua Inglese di Psycho-Oncology (J. Holland and M. Watson, Eds) pubblicato da John Wiley & Sons Ltd. Psycho-Oncology home page:http://www.interscience.wiley.com/jpages/1057-9249/

http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/abstract/86510548/START

 

Rawl S, Champion V, Menon U, Loehrer PJ, Vance GH,Skinner CS. Validation of Scales to Measure Benefits of and Barriers to Colorectal Cancer Screening. J Psychosoc Oncol 2001; 19: 47-63

La partecipazione allo screening per carcinoma del colon-retto può ridurre significativamente la mortalità causata da tale patologia. Benché il modello dele convinzioni sulla salute e dei costi/benefici siano state correlate a diversi altri comportamenti di screening, i benefici e le resistenze all’effettuazione del test del sangue occulto nelle feci (FOBT) non sono state valutate in maniere precisa e pochi dati sono disponibili rispetto al rapporto tra queste variabili e la sigmoidoscopia e la colonscopia. Lo scopo dello studio è stato di stabilire le proprietà psicometriche di sei scale atte a misurare i benefici e le resistenze legate allo screening per carcinoma del colon-retto, incluso il FOBT, la sigmoidoscopia e la colonscopia. I coefficienti di attendibilità per le scale si sono posti all’interno del range .65 - .77. La validità di costrutto è stata valutata attraverso analisi fattoriale con risultati che hanno confermato la unidimensionalità dei costrutti. La validità di costrutto è stata ulteriormente valutata attraverso l’analisi delle correlazioni tra benefici, resistenze, e comportamenti di screening. I risultati dell’analisi della varianza si sono dimostrati consistenti con l’ipotesi di base: la percezione dei benefici è stata più elevata e la percezione delle resistenze più bassa per le persone che si sono sottoposte a sigmoidoscopia e colonscopia rispetto alle persone che non si sono sottoposte a tali procedure. Copyright © 2001 The Haworth Press, Inc. http://www.HaworthPress.com

 

Baider L, Holland JC, Russak SM, De-Nour AK. The system of belief inventory (SBI-15): a validation study in Israel. Psychooncology 2001 Nov-Dec; 10(6):534-40

Questo studio ha validato le scale di misura della la religiosità attraverso 3 strumenti self-report.: il System Belief Inventory (SBI-15R), il Religious Orientation Inventory (ROI), e l’Index of Core Spiritual Experiences (INSPIRIT). Questi strumenti sono stati sviluppati e validati precedentemente negli Stati Uniti. Lo studio ha misurato il grado col quale questionari auto-compilati mantengono la loro validità quando somministrati in un altro paese con una propria lingua, cultura e religione diversa (Israele). È stato evidenziato che i 3 strumenti possiedono una buona validità esterna ed una alta attendibilità convergente, in particolare per la SBI che ha dimostrato una attendibilità interna estremamente alta. Traduzione autorizzata dalla Edizione di lingua Inglese di Psycho-Oncology (J.Holland and W. Watson Eds) pubblicato da John Wiley & Sons Ltd. Psycho-Oncology home page:http://www.interscience.wiley.com/jpages/1057-9249/

http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/abstract/86510546/START

 

Yu ESH,Kim KK, Chen EH, Brintnall RA, Liu WT. Colorectal Cancer Screening Among Chinese Americans: A Community-Based Study Of Knowledge and Practice. J Psychosoc Oncol 2001; 19: 97-112

Lo studio ha esaminato la conoscenza e la pratica relativa allo screening per il carcinoma del colon-retto in 312 maschi e 332 femmine Cinesi-Americane residenti in Chinatown a Chicago. È stata impiegata allo scopo una traduzione cinese, adattata alla cultura d’origine, del Cancer Control Supplement Questionnaire tratto dal National Health Interview Survey al fine di intervistare i partecipanti, la cui età era compresa tra i 40 e i 69 anni. Circa l’85 % di coloro che hanno risposto non aveva mai effettuato il test di ricerca del sangue occulto nelle feci (FOBT), in confronto al 70% della popolazione generale (il target fissato dal Health People 2000 program è del 50%). La maggior parte dei partecipanti non aveva mai sentito parlare dell’esplorazione rettale digitale (DRE), e circa il 20% non l’aveva mai effettuato. Meno di metà del campione era a conoscenza del FOBT e quindi non l’aveva mai effettuato e solo un terzo era in grado di identificare almeno un sintomo sentinella per tale tipo di cancro. Attraverso regressione logistica è stato evidenziato come il livello educazionale e la conoscenza dei sintomi sentinella siano i fattori significativamente associati a DRE e a FOBT. Il livello educazionale si è associato ad impiego di DRE mentre l’età si è associata a FOBT. La maggior parte dei partecipanti si è dimostrata carente rispetto all’utilizzo regolare di strutture o servizi sanitari; per tali ragioni altre fonti di informazione relative alla salute (ad es. quotidiani, riviste, televisione, servizi territoriali) devono essere incrementate e sostenute a livello pubblico. Copyright © 2001 The Haworth Press, Inc. http://www.HaworthPress.com

 

Cyrus-David MS, Strom SS. Chemoprevention of breast cancer with selective estrogen receptor modulators: views from broadly diverse focus groups of women with elevated risk for breast cancer. Psychooncology 2001 Nov-Dec;10(6):521-33

I modulatori selettivi per i recettori degli estrogeni (SERMs) sono antiestrogeni che selettivamente antagonizzano gli effetti proliferativi degli estrogeni nelle cellule tumorali, e per questo inibiscono o invertono la progressione neoplastica verso il cancro della mammella. Lo scopo è di somministrare questi agenti nelle donne con elevato rischio per cancro della mammella. Lo studio qui riportato valuta la conoscenza e l’atteggiamento di 26 donne selezionate con elevato rischio per cancro al seno che hanno partecipato in 3 focus groups (da 8 a 10 persone) tesi a discutere l’uso di SERMs, come il tamoxifene e raloxifene. I dati sono stati analizzati attraverso incrocio dei casi. L’accettazione della chemioprevenzione attraverso l’uso di SERMs è risultato influenzato da diversi fattori, quali la conoscenza dei fattori del rischio per il cancro della mammella, la percezione del rischio personale per cancro e la percezione del rapporto tra resistenze e benefici nel ricevere il trattamento di chemioprevenzione. Sono stati discussi gli argomenti relativi al come prendere la decisione di accettare il trattamento con SERMs. La maggior parte dei partecipanti nei gruppi hanno indicato di non essere favorevoli ad accettare la chemioprevenzione con SERMs. Traduzione autorizzata dalla Edizione di lingua Inglese di Psycho-Oncology (J.Holland and W. Watson Eds) pubblicato da John Wiley & Sons Ltd. Psycho-Oncology home page:http://www.interscience.wiley.com/jpages/1057-9249/

http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/abstract/86510545/START

 

Di Mola G, Crisci MT. Attitudes towards death and dying in a representative sample of the Italian population. Palliat Med 2001 Sep;15(5):372-8

Questo studio ha valutato, in Italia, gli atteggiamenti verso le malattie incurabili, la morte e il morire, e analizza le risposte date a domande relative alla fine della vita e alla cura dei pazienti in fase terminale di malattia. Di 1011 persone invitate a prendere parte allo studio, 829 (82%) hanno acconsentito di partecipare. I soggetti sono stati intervistati riguardo le immagini associate con la morte (il 47% degli intervistati ha associato la morte col cancro); dire la verità al morente (13% si sono espressi in favore, di essere resi consapevoli della morte imminente); il luogo della morte (il 62% ha espresso preferenza per la propria casa, il 7% per l’ospedale); gli atteggiamenti dei carers (il 38% ha affermato che il dolore deve essere alleviato, senza considerare l’aspettativa di vita, mentre l’8% ha affermato di essere preparati a sopportare la sofferenza fisica se questa significasse prolungamento della vita) e la fede religiosa (88% degli intervistati ha dichiarato di essere Cristiani). Paragonando questi dati con quelli di una precedente indagine effettuata nel 1988 abbiamo concluso che si sono verificati solo piccoli cambiamenti negli atteggiamenti nei successivi 11 anni: un leggero aumento in coloro che riportano di pensare "spesso" o "talvolta" alla morte (53% in 1999, 44% in 1988) e un aumento nel numero delle persone che associano le cause della morte al cancro (47% in 1999, 36% in 1988). La paura dell’AIDS è diminuita (5% versus 8%) così come quella della guerra (5% versus 12%), quali possibili cause di morte. Si conclude che tali studi servono non solo per fornire indicatori delle tendenze e dell’interesse pubblico sul problema, costituiscono uno strumento attraverso il quale gli atteggiamenti che meritano una maggiore attenzione possono essere identificate e, se necessario, modificate. Copyright © 2001 Arnold Publishers, www.palliativemedjournal.com

 

Fukui S, Kugaya A, Kamiya M, Koike M, Okamura H, Nakanishi T, Wenner M, Imoto S, Kanagawa K, Uchitomi Y. Participation in psychosocial group intervention among Japanese women with primary breast cancer and its associated factors. Psychooncology 2001 Sep-Oct;10(5):419-27

Benché gli interventi di supporto psicosociale siano considerati in Occidente come importante fonte di supporto per ridurre le condizione di stress psicosociale in pazienti con cancro, nei Paesi Asiatici la ricerca rispetto a quest’area risulta inesistente e non indica se esista la necessità di tali interventi. Questo studio ha valutato il livello di partecipazione e interesse negli interventi psicosociali di gruppo e tutti i possibili fattori associati in 151 pazienti con cancro primitivo della mammella. Tutte le pazienti avevano meno di 65 anni a 4-18 mesi dall’intervento chirurgico. Dei 126 soggetti che hanno risposto (frequenza di risposta 83%), 53 (42%) hanno partecipato (partecipanti) and 73 (58%) non hanno preso parte (non-partecipanti) al programma di intervento. La partecipazione è risultata maggiore tra le pazienti con punteggi più elevati di ansia misurata attraverso la Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) (odds ratio [OR], 3.25; 95% confidence interval [CI], 1.07-10.42), tra coloro che erano state sottoposte ad intervento entro l’ultimo anno (OR, 3.10; 95% CI, 1.35-7.55), e tra coloro di età compresa tra i 50 e i 65 anni (OR, 3.08; 95% CI, 1.33-7.66). Tra le non partecipanti, 53 (73%) erano interessate all’intervento mentre 20 (27%) non lo erano. Le non partecipanti senza alcun interesse negli interventi psicosociali di gruppo hanno presentato punteggi superiori di ansia rispetto alle pazienti interessate (t=-2.08; df=71; p=0.03). I risultati suggeriscono che la maggior parte delle pazienti Giapponesi con cancro della mammella che necessitano di supporto psicologico possono essere rintracciate chiedendo loro se desiderano partecipare in interventi di gruppo. La minoranza non interessata in nessun tipo di intervento di gruppo potrebbe aver comunque necessità di altre forme di supporto, quali farmacoterapia o psicoterapia individuale.

Traduzione autorizzata dalla Edizione di lingua Inglese di Psycho-Oncology (J.Holland and W. Watson Eds) pubblicato da John Wiley & Sons Ltd. Psycho-Oncology home page:http://www.interscience.wiley.com/jpages/1057-9249/

http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/abstract/85011597/START

 

Edgar L, Rosberger Z, Collet JP. Lessons learned: Outcomes and methodology of a coping skills intervention trial comparing individual and group formats for patients with cancer. Int J Psychiatry Med 2001;31(3):289-304

OBIETTIVI: Nucare, un intervento di training breve a carattere psicoeducazionale sui coping skills è stato valutato in uno studio clinico randomizzato (RCT) su 225 pazienti con nuova diagnosi di cancro della mammella e del colon. METODI: Misurazioni del distress psicosociale, del benessere e dell’ottimismo sono state effettuate ogni quattro mesi durante il periodo di un anno. I pazienti sono stati randomizzati in uno tra quattro bracci: Nucare presentato su base individuale; Nucare presentato in gruppo; un gruppo supportivo non-direttivo; un gruppo di controllo in assenza di intervento. Gli interventi sono stati effettuati cinque sessioni di novanta minuti ognuno. RISULTATI: I pazienti con cancro della mammella che hanno ricevuto l’intervento Nucare in formato individuale hanno dimostrato un miglioramento significativo di benessere nel tempo rispetto al gruppo di controllo e algli altri bracci dello studio. CONCLUSIONI: Non siamo stati in grado di sviluppare modelli di intervento di gruppo all’interno del RCT. Una spiegazione parziale per tale risultato riguarda I limiti degli studi di tipo RCT: I gruppi erano piccoli, difficili da programmare e i pazienti indicavano che avrebbero preferito scegliere se partecipare o no nel gruppo. I cambiamenti positivi nelle donne che avevano ricevuto Nucare sono persistiti a 12 mesi di distanza. Copyright © 2001 Baywood Publishing Co. www.baywood.com

 

Plass A, Koch U. Participation of oncological outpatients in psychosocial support. Psychooncology 2001 Nov-Dec;10(6):511-20

In totale,132 pazienti con patologia neoplastica in quattro servizi ambulatoriali oncologici in Ambourgo hanno completato che consisteva in un nuovo strumento sviluppato per misurare il sostegno psicosociale. In questo questionario ai pazienti è stato richiesto circa le loro conoscenze delle istituzioni che offrono sostegno, la loro precedente partecipazione in programmi di sostegno psicosociale, le ragioni per la partecipazione e la loro esperienza e il loro atteggiamento verso questo tipo di sostegno. La seconda sezione dl questionario era costituita da strumenti standardizzati: il questionario EORTC QLQ-C30 (Aaronson), il Brief Symptom Inventory (Derogatis and Melisaratos), la List of Physical Complaints (von Zerssen and Koller) e la Impact of Event Scale (Horowitz). Per l’analisi dei risultati sono stati usati metodi di analisi descrittiva metodi di analisi della varianza). La maggior parte dei pazienti era di sesso femminile (88%) e di queste il 72% aveva una storia di cancro della mammella. Un totale di 28% dei pazienti avevano partecipato in gruppi di sostegno psicosociale., di cui il 4% in gruppi di auto-aiuto. I partecipanti nei programmi di sostegno psicosociale non differivano rispetto ai non partecipanti nel sesso, ma erano significativamente più giovani. Inoltre sono stati evidenziati punteggi più elevati nei livelli di sofferenza fisica ed emotiva rispetto ai non partecipanti, il loro atteggiamento nei confronti del sostegno psicosociale era più positivo ed avevano maggiori conoscenze per i programmi istituzionali disponibili. La principale ragione riferita per la partecipazione nei programmi di supporto psicosociale era rappresentata da disagio psicologico, il desiderio di ottenere aiuto e il desiderio di fronteggiare la malattia. La ragione principale per la non partecipazione era rappresentata da un buon supporto della famiglia, amici e figure mediche. Traduzione autorizzata dalla Edizione di lingua Inglese di Psycho-Oncology (J.Holland and W. Watson Eds) pubblicato da John Wiley & Sons Ltd. Psycho-Oncology home page:http://www.interscience.wiley.com/jpages/1057-9249/

http://www3.interscience.wiley.com/cgi-bin/abstract/86510544/START

 

 

Jenkins V, Fallowfield L, Saul J. Information needs of patients with cancer: results from a large study in UK cancer centres. Br J Cancer 2001 Jan 5;84(1):48-51

Quale parte di uno studio multicentrico di valutazione di modello di training sulle abilità comunicative per i medici, è stato raccolto in campione eterogeneo di 2331 pazienti le preferenze rispetto alle informazioni usando un adattamento del Information Needs Questionnaire di Cassileth. I risultati hanno dimostrato che l’87% (2027) desidera tutte le possibili informazioni, sia le buone che le cattive notizie, e il 98% (2203) preferisce sapere se la malattia sia o no un cancro. La valutazione delle frequenze delle risposte non ha rivelato alcuna differenza significativa nella preferenza sulle informazioni rispetto alla sede del tumore o gli obiettivi del trattamento, mentre è stato notato un’influenza legata al sesso e all’età. I pazienti (58/440 = 13.2%) che hanno affermato di preferire in generale di lasciare la rivelazione dei dettagli al medico, presentavano un’età maggiore di 70 anni (chi—quadrato = 26.01, df = 2, P < 0.0001), sebbene paradossalmente desiderassero conoscere dettagli specifici. Rispetto ai pazienti di sesso maschile, le donne preferivano conoscere il nome preciso della malattia (chi-quadrato = 4.9, df = 1, P < 0.02) e tutti i trattamenti possibili (chi-quadrato = 8.26, df = 1, P < 0.004). I risultati di questo ampio campione forniscono evidenze conclusive che la maggior parte dei pazienti con cancro desidera ricevere una notevole quantità di informazioni specifiche riguardo alla loro malattia e ai trattamenti. Il non rivelare tali informazioni sulla base che un significativo numero di pazienti preferisce non sapere risulta incompatibile con quanto emerso dallo studio. Copyright © 2001 Nature Publishing Group, www.bjcancer.com

http://www.nature.com/cgi-taf/DynaPage.taf?file=/bjc/journal/v84/n1/abs/6691573ab.html

 

Ritorto G, Nigro C, Donadio M, Fanchini L, Manzin E, Mistrangelo M, Cirrito R, Chiodino S, Bertetto O, Lovera L. La comunicazione della diagnosi nei tumori dell’apparato polmonare e gastro-enterico: l’opinione dei medici e la consapevolezza del paziente. Giornale It Psico-Oncologia Gen-Giu 2002; 4 (1):

Molti studi mostrano chiaramente la crescente volontà dei pazienti nell’ottenere informazioni soddisfacenti circa la loro malattia. Noi abbiamo condotto uno studio per valutare quanto l’informazione diagnostica è considerata importante anche nell’opinione dei medici. A tale scopo è stato somministrato un questionario a 91 medici e 195 pazienti. Nonostante il 91% dei pazienti riferisca di aver ricevuto una spiegazione in merito alla propria malattia ed i medici riferiscano di aver informato i pazienti nel 64,2% dei casi, in realtà solo il 48% dei pazienti conosce di fatto la natura della sua malattia. Il 91% dei medici si dichiara a favore della comunicazione della diagnosi, ma se si chiede loro in quante occasioni ritengono di aver dato informazioni veritiere al paziente, la percentuale media di pazienti che ritengono di aver informato è del 64,2% e solo il 46% dei medici comunica la diagnosi con una terminologia corretta. Da questi dati deduciamo che persiste la difficoltà dei medici ad instaurare una comunicazione completa con i pazienti e solo la metà circa dei pazienti intervistati si può ritenere consapevolmente informato sulla sua malattia. Copyright © 2002 Il Pensiero Scientifico, www.pensiero.it (v. anche www.vapensiero.info)

 

Valdimarsdóttir U, Helgason ÁR, Fürst C-J, Adolfsson J, Steineck G. The unrecognised cost of cancer patients' unrelieved symptoms: a nationwide follow-up of their surviving partners. Br J Cancer 2002; May 20 86 (10), 1540-1545.

In questo studio è stato investigato quanto la presenza di sintomi non trattati in maniera soddisfacente durante gli ultimi 3 mesi di vita in pazienti con cancro influenza il rischio di morbilità psicologica a lungo termine nel partner. Un questionario anonimo è stato inviato a tutte le donne (n=506) di età inferiore a 80 anni e residenti in Svezia, che avevano perso il proprio partner per cancro della prostata nel 1996 o per cancro della vescica nel 1995 o 1996. Il questionario è stato inviato 2-4 anni dopo la perdita del proprio caro. La morbilità psicologica delle vedove si è associata alla mancato trattamento dei sintomi psichici dei pazienti. Quando il proprio caro veniva percepito come molto ansioso durante gli ultimi 3 mesi di vita (in confronto a nessun sintomo osservato), il rischio relativo di morbilità psicologica per le vedove è risultato essere: 2.5 (1.4-4.3) per depressione e 3.4 (1.4-8.2) per ansia. Quando è stato valutato il sintomo dolore del paziente (molto dolore versus nessun dolore), il rischio relativo era 0.8 (0.5-1.2) per depressione e 0.8 (0.4-1.7) per ansia È stato evidenziato come i pazienti abbiano ricevuto un buon trattamento per il controllo del dolore fisico ma scarso per il controllo dei sintomi psicologici. L’efficienza nel diagnosticare e trattare le complicazioni psicologiche dei pazienti con cancro in fase terminale non solo migliora la qualità della vita dei pazienti stessi ma probabilmente previene la morbilità psicologica a lungo termine nei propri congiunti. Copyright © 2002 Nature Publishing Group, www.bjcancer.com

http://www.nature.com/cgi-taf/DynaPage.taf?file=/bjc/journal/v86/n10/abs/6600271ab.html

 

Nadalini L, Lorenzini M, Pasqualini M, Trabucco G, Barisoni D, Ferrari G. I bisogni psicologici delle donne con tumore mammario: un modello di rilevamento e di intervento in ospedale. Giornale It Psico-Oncologia Gen-Giu 2002; 4 (1):

Le donne che subiscono interventi chirurgici conservativi e demolitivi per cancro della mammella hanno un’alterazione dell’equilibrio psicologico. Il presente lavoro illustra lo sviluppo di un modello di rilevamento dei bisogni psicologici1, le modalità d’intervento su un campione di 50 pazienti, i risultati preliminari. Le donne hanno affrontato l’iter della ricostruzione post-mastectomia immediata con protesi presso la I Divisione di Chirurgia Plastica dell’Azienda Ospedaliera di Verona, sede di Borgo Trento. La valutazione delle pazienti è stata fatta durante l’iter ricostruttivo, sono state viste: a) 26 donne durante la fase iniziale di gonfiaggio (I fase), b) 24 donne, dopo la sostituzione dell’espansore con la protesi definitiva (II fase). Lo studio identifica come obiettivi principali: a) la valutazione dello stato psicologico delle pazienti, con riferimento al tono dell’umore, all’ansia e alla percezione della qualità di vita, durante l’iter ricostruttivo; b) la rilevazione della percentuale di rischio di sequele psicopatologiche, attraverso follow-up, ad un anno dalla fine della ricostruzione. Dai dati preliminari risulta che l’iter ricostruttivo è un momento assai delicato per l’equilibrio psico-emotivo delle donne: il 25% presenta ansia e il 44% depressione; i valori medi di salute generale, vitalità e salute mentale relativi alla qualità della vita sono bassi. Il loro bisogno psicologico più intenso è di accudimento e di sicurezza. Le donne, provate dall’esperienza di malattia, da un prolungamento delle cure in ospedale e dalla frequente, concomitante, assunzione di terapie adiuvanti, mantengono viva la preoccupazione per la malattia e necessitano di una adeguata assistenza psicologica. Copyright © 2002 Il Pensiero Scientifico, www.pensiero.it (v. anche www.vapensiero.info)

 

Trikas P., Vlachonikolis I., Samonis G., Askoxilakis I., Tsiftsis D., Koutsoubi K., Paritsis N: Low psychopathology scores in the prognosis of breast cancer. A preliminary report. Psychotherapy and Psychosomatics 2002 May-June; 71 (3): 162-167.

BACKGROUND: I dati della ricerca relativa all’influenza della psicopatologia sulla progressione del cancro non sono ancora note. Questo studio preliminare ha investigato la severità della psicopatologia valutata prima della biopsia in pazienti con cancro della mammella invasivo (IBC) e l’associazione con due variabili di follow-up: periodo libero da malattia (fino alla prima recidiva) e tempo di sopravvivenza. METODO: La valutazione psichiatrica di 80 pazienti di età inferiore a 70 anni è stata effettuata attraverso intervista pre-biopsia. I criteri del DSM-IV sono stati usati per stabilire le diagnosi psichiatriche passate e presente. Il Present State Examination (PSE)-Index of Definition (ID)-computer program (CATEGO) è stato usato per definire il punteggio totale PSE, clusters di sintomi psichiatrici (sindrome psichiatriche) e il grado di severità clinica attuale (ID). L’influenza independente dei fattori biologici e psichiatrici sulla prima ricorrenza di malattia o sul perido di sopravvivenza è stata valutata attraverso il modello di regressione (Cox's proportional hazards regression model). RISULTATI: Dopo la biopsia, 38 pazienti con IBC sono state seguite per un periodo di 3-81/3 anni. Durante questo periodo, 8 pazienti sono decedute a causa del IBC e 7 erano vive con malattia metastatica. L’analisi secondo il modello statistico impiegato (Cox's proportional hazards regression analysis) ha dimostrato come il diametro del tumore e un basso ID erano fattori predittivi indipendenti di ricorrenza precoce di malattia, mentre diametro del tumore, recettori estrogenici negativi e un basso ID si ponevano come fattori predittivi indipendenti di sopravvivenza. CONCLUSIONI: Un basso livello di psicopatologia pre-biopsia si è posto come fattore predittivo di ricorrenza precoce e ridotta sopravvivenza in pazienti con IBC. Copyright © 2002 S. Karger AG, Basel www.karger.com

(http://www.online.karger.com/library/karger/renderer/dataset.exe?jcode=PPS&action=render&rendertype=abstract&uid=PPS.pps71162)

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