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Traduzione dall'Inglese a cura di Maria Giovanna Bassi

Alcuni esperti pubblicano una review sull'uso degli antidepressivi in gravidanza

CLEVELAND, OH, 5 ottobre 1999 – un gruppo di ricercatori americani coordinato dalla dottoressa Katherine L. Wisner, psichiatra, ha compilato un articolo di review che comprende i più recenti studi sull'uso di antidepressivi nelle donne incinte. L'articolo è stato pensato per essere una guida destinata ai medici di base ed ai ginecologi che hanno in trattamento le donne gravide.

L'articolo è apparso sul numero di ottobre del Journal of the American Medical Association.

Il rischio di depressione nelle donne in età fertile è di circa il 25%, considerando le donne dai 25 ai 44 anni. I medici sono sempre stati molto riluttanti a trattare la depressione maggiore tramite una terapia farmacologica nelle donne in gravidanza, principalmente per ragioni di sicurezza. Per questa ragione, molte donne incinte sono state costrette a scegliere tra gli effetti debilitanti della depressione non trattata e quelli sconosciuti della terapia farmacologica della depressione in gravidanza.

La dottoressa Wisner e il suo gruppo di ricerca hanno raccolto e valutato i dati relativi agli studi che erano stati pubblicati dal 1993 ad oggi su quattro specifici farmaci. Hanno poi organizzato i dati raccolti in cinque ben definite categorie di tossicità: morte intrauterina del feto, malformazioni fisiche, ritardi di crescita, anormalità comportamentali e tossicità neonatale.

Hanno così scoperto che gli antidepressivi triciclici, la fluoxetina ed i più recenti SSRI non aumentano il rischio di morte intrauterina del feto o di gravi difetti congeniti.

Hanno anche scoperto che l'esposizione agli antidepressivi triciclici ed agli SSRI non aumenta il rischio di ritardo della crescita. Non sono comunque emersi dati certi sul rischio che l'uso di fluoxetina in gravidanza comporta per quanto riguarda la crescita del feto.

La dottoressa Wisner spiega: "sappiamo che la depressione maggiore spesso causa una perdita di peso nelle donne. È possibile quindi che un disturbo dell'umore trattato in maniera insufficiente possa influire sul peso sia della madre che del bambino. Suggeriamo che i medici seguano accuratamente l'aumento di peso nelle donne gravide in terapia con antidepressivi."

La dottoressa Wisner ed il suo gruppo hanno trovato dati rassicuranti per quanto riguarda i bambini esposti durante la vita fetale ad antidepressivi triciclici e fluoxetina: essi non mostravano significative differenze dal punto di vista cognitivo rispetto a bambini che non erano stati esposti a tali sostanze. Non sono stati trovati dati relativi ai disturbi cognitivi da esposizione agli SSRI.

Stanti questi dati, la dottoressa Wisner afferma che i medici dovrebbero prescrivere antidepressivi in gravidanza con maggiore facilità; e questo aiuterebbe pazienti come Rose Kreidler.

Due settimane dopo il concepimento del suo primo figlio, la signora Kreidler cominciò a manifestare un drastico cambiamento della personalità, ebbe attacchi d'ansia e di pianto, umore depresso, disturbi del sonno e dell'appetito tali che cominciò a perdere peso. Dopo che vari medici la ebbero visitata e le ebbero prescritto terapie inefficaci (rifiutando di prescriverle una terapia farmacologica antidepressiva) la paziente si rivolse alla dottoressa Wisner, che le prescrisse Nortriptilina.

"mi spaventava molto l'idea che ci potessero essere dei danni a carico del feto e temevo che mi sarebbe stato proibito di allattare al seno," dice la signora Kreidler. "ma sicuramente lo stato di estremo stress nel quale mi trovavo era più nocivo degli effetti collaterali di un farmaco per il feto: se non fossi riuscita a mangiare, non avrei neppure potuto nutrire mio figlio. Volevo portare avanti la gravidanza in sicurezza, ma se non fossi stata meglio, non avrei neppure potuto occuparmi di mio figlio."

La figlia della signora Kreidler, Shannon Gabrielle, è nata il 26 marzo del 1997 in perfetta salute.

Gli unici problemi, afferma la dottoressa Wisner, sono relativi alla possibilità di insorgenza di una sindrome da astinenza nei neonati di madri trattate con farmaci antidepressivi negli ultimi mesi della gravidanza. La sintomatologia comprendeva movimenti involontari, tachicardia, irritabilità, difficoltà di alimentazione sudorazione profusa.. la dottoressa Wisner ed i suoi collaboratori suggeriscono, al fine di evitare questa eventualità, che la terapia con atidepressivi sia interrotta, o almeno ridotta, dai 10 ai 14 giorni prima della data del parto.

"quando le donne ed i loro medici confrontano i rischi ed i benefici della terapia farmacologica devono sempre tenere conto della gravità della sintomatologia depressiva," dice la dottoressa. "un comportamento autolesivo, un'alimentazione inadeguata possono causare molto più danno durante la gravidanza di una terapia antidepressiva. Speriamo che il nostro articolo possa dare il via ad altri studi che migliorino il trattamento della donna gravida affetta da depressione."



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