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Specifichiamo che le notizie che ospitiamo nella rubrica dell' "Informazione scientifica", soprattutto quando risultano non accompagnate da commenti, non rispecchiano affatto le opinioni della redazione, che si limita ad un "passa parola" e non cessa di invitare chi ci legge ad intervenire anche con proposizioni di radicale dissenso.


DONEZEPIL: UNA NUOVA SPERANZA CONTRO L'ALZHEIMER?

Negli Stati Uniti oltre 4 milioni di persone soffrono di Morbo di Alzheimer.Nel mondo questo disturbo colpisce molti milioni di pazienti. Negli ultimianni la ricerca farmacologica nel campo delle neuroscienze e' arrivataalla formulazione del Donezepil, un inibitore reversibile dell'acetilcolinesterasi,che agisce soprattutto correggendo il deficit colinergico a livello corticalecerebrale indotto dalla degenerazione neuronale, con lo scopo di poterridurre il deficit cognitivo associato alla malattia.
Nel novembre 1996 la Food and Drug Administration ha approvato il donezepilper il trattamento dei sintomi lievi e moderati della malattia di Alzheimer,anche se il farmaco non e' in grado di arrestare la progressione delladegenerazione neuronale, ma puo' ridurre la sintomatologia in una percentualesignificativa di pazienti con malattia di Alzheimer.
L'efficacia del donezepil e' stata valutata in vari studi multicentrici,alle dosi di 5 e 10 mg/die. I migliori risultati sulle performance cognitive(aumento dei punteggi alla ADS-cog= Alzheimer Assessment Scale) si sonoavuti a dosaggi superiori comunque ai 3 mg/die, e il profilo di tollerabilita'e' risultato buono per dosaggi di 5 mg/die (i piu' frequenti effetti collateralisono stati rappresentati da: nausea-vomito, diarrea, disturbi gastrici,stipsi, vertigini).
Negli ultimi tempi vengono segnalate anche esperienze terapeutiche coldonezepil in pazienti con MID (Multi-Infartual Dementia), ma mancano ancoradati certi dell'efficacia di questo farmaco in tali forme sindromiche dementigene.Sicuramente sara' interessante aprire un dibattito su questo punto.
Riusciremo a fermare l'Alzheimer? Questo l'interrogativo attuale per unasperanza futura.


( Riferimenti bibliografici: Delle Chiaie R., Cervello e Farmaci,suppl.vol.32,n°5, sett-ott.1997.
Bibliografia essenziale: Bryson HM et al., Donezepil, Drug and aging, 1997;10:234-239 ;
Rogers NL et al., Donezepil Study Group: The efficacy and safety of donezepilin patients with Alzheimer's disease: results of a U.S. multicenter, randomized,double bind, placebo controlled trial. Dementia, 1996; 7: 293-303.).

contributo di Gennaro Esposito


I NUOVI ANTIDEPRESSIVI SOSTITUIRANNOI VECCHI TRICICLICI?

Secondo alcuni ricercatori del Dipartimento diNeuroscienze dell'Universita' di Torino negli ultimi anni si e' assistitoalla parziale sostituzione nella pratica clinica dei farmaci antidepressivitradizionali (triciclici) con quelli appartenenti alle nuove classi, conun corrispondente miglioramento della tollerabilita' del trattamento (Ravizzaet al., Rivista di Psichiatria, vol.32, n°6, dicembre 1997,pag.251-259).
Gli autori hanno condotto un'analisi retrospettiva di circa 3.490cartelle cliniche ambulatoriali e di circa 400 cartelle cliniche di ricoveratiin ambiente psichiatrico, degli anni 1984-1985 e 1994-1995. In entrambii gruppi di pazienti, con diagnosi di disturbo d'ansia e dell'umore, hannoriscontrato un incremento della prescrizione globale di farmaci antidepressividal biennio 84-85 a quello 94-95, e in entrambi i gruppi di pazienti hannoosservato una riduzione significativa delle frequenze di prescrizione diantidepressivi triciclici e di II generazione.
Benche' i dati raccolti in questo studio depongano in modo univoco perqueste conclusioni, bisogna tener conto dei limiti posti da questo metododi studio, che si fonda sull'analisi retrospettiva della documentazioneclinica e risente delle lacune in essa presenti. Per questo e' necessariouno studio di follow-up su un campione selezionato per seguirne l'evoluzionenei prossimi anni con un maggior rigore metodologico, raccogliendo datipiu' esaurienti e verificando la validita' di tali conclusioni.

contributo di Gennaro Esposito


NEW YORK, 15 APRILE - Distribuire preservativi ai ragazzi delle scuolenon invita a una maggiore attività sessuale. Semplicemente favoriscel'utilizzo del presenvativo in caso di rapporto sessuale. Negli Stati Unitiè in corso una campagna nazionale di prevenzione delle gravidanzetra gli adolescenti, la "National campaign to prevent teen pregnancy". Inalcune scuole è dato libero accesso ai preservativi, distribuiticon una guida di educazione sessuale, che spiega i rischi di un rapportosessuale non protetto. Un'indagine pubblicata dall'istituto Alan Guttmacherdi New York e condotta tra 1.110 ragazzi delle scuole superiori dimostrache tra i ragazzi che hanno già avuto un rapporto sessuale l'utilizzo del preservativoè passato dal 37 al 50 per cento. Resta invece invariato il numerodi rapporti e di partner.

contributo di Gennaro Esposito


Sulla depressione differenti punti di vista: sono in grado di dar conto del perché la depressione é in continuo aumento in piena era psicofarmacologica?

DEPRESSIONE: UN ICEBERG DIMENTICATO

( da MED-WEB - APRILE 1998)

Sono cifre da capogiro quelle che negli ultimi tempi vengono diffusesu diagnosi e trattamento della depressione. Ultimi in ordine di tempoi dati delle indagini americane, divulgati dall'Istituto per la ricercae la prevenzione della depressione e dell'ansia (Idea): troppi pazienti,dicono le statistiche, sfuggono alla diagnosi o non vengono adeguatamentetrattati. Ci si interroga quindi sui motivi per cui esiste un cosìnetto distacco tra le dimensioni del problema e l'attenzione che lapratica gli riserva.

«Il problema riguarda anche il nostro Paese ­ spiega AlbertoPetracca, segretario scientifico di Idea ­e in parte va attribuito al fatto che mancano dati strumentali obiettivi,a livello della pratica di base, per diagnosticare la depressione anchese ormai sappiamo, grazie all'imaging, che è sicuramente unamalattia con una forte base organica. Va tenuto presente, però,che, anche se mancano dati sicuri, ci troviamo di fronte ad un aumentodei casi della malattia: ma in questo caso il fattore responsabile èdi carattere ambientale. Una società più esigente tende aslatentizzare l'ansia e la depressione. Un fenomeno analogo a quelloche si verifica nel diabete latente che esplode solo se il paziente adottauno stile di vita sbagliato».

Sulle cause degli errori terapeutici gli specialisti pensano invecead una resistenza nell'accettare la visione organicista della malattia:«eppure ­ assicura Ughetta Orlando,vicepresidente di Idea ­ le scuole psicoterapeuticae organicista sono oramai unificate. Nessuno può negare che i farmacisiano fondamentali, soprattutto nelle fasi acute della depressione quandoè necessario evitare le conseguenze più pesanti: interruzionedegli studi, licenziamenti, suicidio. La psicoterapia da sola non èsufficiente».

«Il problema e' duplice: ci sono depressi che non vengonodiagnosticati e persone sane che si portano dietro una diagnosi sbagliatadi depressione»: la precisazione è di MicheleTansella, psichiatra dell' Universitàdi Verona. ««Si tratta di un problema generale di formazione»osserva Tansella. «Qualcuno propone addirittura di fare la diagnosirispondendo si o no al computer: ma in questo modo non si addestra il medicoa parlare col paziente e a riconoscere le vere situazioni di sofferenza».Il problema, secondo Tansella, può essere aggravato da una visioneriduttiva della depressione: pensare che basti somministrare un farmacoper risolvere il disturbo è concettualmente sbagliato. «Laterapia farmacologica è fondamentale a patto che non ci si dimentichidel fatto che il 30 per cento dei depressi non risponde ai farmaci e unaltro 30 per cento risponde in maniera aspecifica, cioè al placebo.In alcuni casi, poi, la risposta si ha solo dopo molto tempo. E' chiaroallora che se il medico si limita a prescrivere un farmaco senza stabilireun solido contatto col paziente si rischia di abbandonare il paziente alsuo destino». A ciò, si aggiunga che, secondo un' indagineeffettuata tra i generalisti dall'università di Verona, perdieci pazienti con ansia o depressione un'altra decina accusa disturbipsichici sottosoglia, non tali cioè da poter porre una diagnosi:«questi soggetti ­ spiega Tansella ­ non vanno trascuratie devono essere seguiti con attenzione». Per quanto riguarda, infine,l'aumento dei casi di disturbi del tono dell'umore mancano ancorain Italia, e in linea generale nel mondo, dati epidemiologici sufficientementeaffidabili. Con una sola eccezione: «in Usa si è riscontratoun aumento dei tassi di depressione ­ afferma Tansella ­ ma solotra le coorti di pazienti più giovani».

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