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Abbiamo ricevuto dal dott.Enrico Pedriali la notizia della costituzione di una associazione di operatori nell'ambito della terapia di comunità, pubblichiamo di seguito il progetto ed i riferimenti organizzativi di questa importante iniziativa ringraziando per la segnalazione.

PROGETTO DI COSTITUZIONE DI UN'ASSOCIAZIONE PER LA TERAPIA DI COMUNITA'

Nel dibattito teorico e scientifico attualmente predominante, la cultura della Comunità Terapeutica viene sottovalutata, anche se resta viva ed operante in molte strutture e istituzioni che ad essa continuano a far riferimento, a conferma, da un lato, della validità del metodo e, dall'altro, della dicotomia esistente fra le esigenze della psichiatria reale ed il “fondamentalismo” di talune sue ideologie. Questo spiega il moltiplicarsi di strutture a carattere comunitario e la sua diffusione anche in altri contesti (adolescenza, devianza sociale, tossicodipendenza, carceri).
Partendo dalla constatazione di queste evidenze e dall'esperienza acquisita in molti anni in strutture comunitarie pubbliche e private , alcuni psicologi, psichiatri e operatori di Comunità, intendono promuovere un'iniziativa che possa aggregare quanti, per motivazione professionale, interesse culturale, conoscenza diretta o parziale dei problemi del disagio psichico, siano interessati allo studio ed all'evoluzione del Modello Terapeutico Comunitario nella realtà attuale.
Convinti che le problematiche poste dai disturbi psichici non possano essere lette attraverso un'unica chiave di lettura, essi fondano la loro iniziativa su queste premesse:
1) l'approccio ai problemi del disagio psichico non siano da considerare di esclusiva competenza medico-biologica;
2) i contributi della psicologia sociale e clinica, della psicoanalisi e delle scienze umane in generale hanno fornito nuovi strumenti per la comprensione dei disturbi psichici;
3) nel contesto attuale, la Psichiatria non può prescindere dalla dimensione sociale dei problemi di cui si fa carico.

Consapevoli della molteplicità di modelli metodologici e organizzativi cui si ispirano molte Comunità, i promotori ritengono che tale difformità non costituisca necessariamente motivo di insanabile contrasto ma possa, per certi versi, rappresentare una risorsa, ritenendo tuttavia indispensabili, per una definizione condivisibile di Comunità Terapeutica, alcuni presupposti:
1) con questa denominazione si fa riferimento ad un gruppo di dimensioni medio-piccole, formato da persone che, in contesti diversi, convivono nel corso di una fase particolarmente significativa della loro vita con la continua possibilità di interazione diretta, condividendo una vita in comune fondata su una profonda conoscenza reciproca;
2) essa è caratterizzata dalla particolare qualità umana delle relazioni fra i suoi componenti, improntata al riconoscimento e rispetto reciproco e ad una costante mediazione fra il mondo interno dei pazienti e la realtà esterna;
3) la dimensione gruppale che caratterizza la vita della Comunità Terapeutica rappresenta una risorsa fondamentale nella sua strategia terapeutica;
tali presupposti rappresentano un terreno di cultura facilitante un cambiamento nelle persone che vi coabitano ed il raggiungimento di finalità riabilitative attraverso le differenti metodologie di ciascuna Comunità.

A partire da ciò, i promotori di questa iniziativa intendono perseguire:
1) lo studio del modello terapeutico comunitario in una prospettiva evolutiva;
2) la promozione della ricerca sui settori specifici d'impiego del metodo comunitario, mediante strumenti d'indagine atti a definirne l'idoneità per le diverse tipologie di disturbi psichici;
3) la diffusione della cultura comunitaria e la sua salvaguardia dal rischio di un abuso semplicistico e arbitrario;
4) la definizione di strumenti per una formazione continua radicata nella prassi di lavoro.

Per conseguire queste finalità, i fondatori dell'iniziativa si impegnano nei seguenti progetti:
1. la promozione di occasioni di studio, confronto e dibattito attraverso seminari, workshops e scambi di esperienze fra Comunità pubbliche e private;
2. la pubblicazione di articoli e di testi su tematiche di carattere generale e specifico, la fondazione, in un prossimo futuro, di una propria rivista;
3. il coordinamento dell'attività di ricerca in collaborazione con Istituti Universitari, Fondazioni e Gruppi a carattere scientifico e culturale;
4. il sostegno reciproco fra Comunità, Istituzioni e aderenti all'associazione.

Per concludere, i fondatori sottolineano la necessità di conferire all'Associazione un carattere aperto a quelle componenti che, in campo psichiatrico e nell'ambito delle Scienze Umane si riconoscano nei principi ispiratori di cui si è fin qui parlato.
A tale scopo si costituiscono in Comitato Esecutivo per la definizione dell'assetto associativo e per la preparazione, fin da ora, di un calendario di iniziative di carattere culturale, scientifico e promozionale. Prendono infine in considerazione l'opportunità di stabilire uno stretto contatto di collaborazione con l'Association of Therapeutic Communities di Londra, la cui esperienza e rinomanza è riconosciuta in campo internazionale.
Chiunque fosse interessato ad avere informazioni più dettagliate o ad aderire all'iniziativa, può rivolgersi a:
Enrico Pedriali: L.go Settimio Severo, 3 - 20144 Milano, Tel.: 02/433242; Fax: 02/48029731; Email: epedrial@tin.it
Metello Corulli: P.zza Vittorio Veneto, 1 - 10124 Torino, Tel.: 011/ 8172342
Adolfo Francia: Comunità Terapeutica “Praellera” - Cairo Montenotte (Sv), Tel.: 019/490260; Fax: 019/490549; Email: praell@mbox.vol.it
Ignazio Caltagirone e Marina Smargiassi: Comunità Terapeutica “Maieusis” - Capena (Roma); Tel.: 06/9085495; Fax: 06/90380213
Aldo Lombardo: Comunità Terapeutica “Raymond Gledhill” - Albano Laziale (Roma); Tel/Fax: 06/9306757; Email: alombardo@sinergia.it
Luisa Brunori: Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Bologna - Viale Berti Pichat, 5 - Bologna; Tel.: 051/ 243200; Fax: 051/223568.

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