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Umberto Margiotta, Paolo E. Balboni, (a cura di) Progettare l'università virtuale. Comunicazione, tecnologia, progettazione, modelli, esperienze, Torino, Utet 2005, euro 18 (1)

"Secondo una recente indagine del ministero dell’istruzione degli Stati Uniti, l’84 per cento degli insegnanti ritiene che un solo tipo di tecnologia dell’informazione sia assolutamente essenziale: la fotocopiatrice con un’adeguata scorta di carta". (2)

Provocazione divertita quella che nel lontano 1995 — più di dieci anni fa: un’era geologica quando si parla di tecnologia — lanciava Nicholas Negroponte(http://it.wikipedia.org/wiki/Nicholas_Negroponte) uno dei maggiori esperti mondiali di comunicazione digitale, alle prese con un mondo scuola fermo — secondo lui — alla metà dell’Ottocento (3)

Viene da chiedersi se, oggi, nelle scuole, la fotocopiatrice rimanga ancora regina incontrastata o se pc, aule informatiche e connessioni ad Internet stiano conquistando terreno a vantaggio di una tecnologia della comunicazione digitale alla quale spetterebbe, se non altro, il merito di ridurre il consumo di quintali di risme di carta formato A4.

Difficile sapere, con certezza, se le convinzioni dei docenti siano cambiate. Un cambiamento che, salvo alcune situazioni di punta, sarebbe comunque lento (4). Quel che è certo è che esistono, anche in Italia, dei poli d’eccellenza che progettano, da tempo, di ripensare la formazione alla luce delle innovazioni tecnologiche. L’Università virtuale si affianca all’Università tradizionale e agli assetti accademici maggiormente resistenti alle innovazioni tecnologiche.

Provare per credere: in rete, si trovano già molte esperienze che consentono di iscriversi e frequentare corsi e master presso un’ Università virtuale.

Proponiamo, allora, una recensione virtuale, una lettura interattiva che parta dagli approfondimenti e dai temi del volume Progettare l'università virtuale, curato da Margiotta (5) (http://venus.unive.it/philo/index.php?module=pagemaster&PAGE_user_op=view_page&PAGE_id=45) e Balboni (6) (http://www.paolobalboni.it/) per intrecciare e incrociare, in rete, i possibili percorsi che legano alcune delle esperienze accademiche virtuali già sviluppate in Italia.

E il primo passo è quello di accettare la provocazione di Negroponte: saliamo a bordo della sua macchina del tempo per arrivare a bussare alle porte di una Università Virtuale. Certo, bisogna dismettere i panni del nostro professore stile Ottocento e indossare occhiali ben diversi dal suo monocolo per riuscire a orientarsi.

Prima tappa l’Università Cà Foscari di Venezia dove c’è Univirtual (http://www.univirtual.it/default.htm). Si tratta di un portale interattivo, di semplice e intuitiva consultazione che mette in sinergia servizi e università. Ma non solo: "Univirtual nasce in un’ottica di sinergia tra le Università, gli enti di formazione e le aziende pubbliche e private, in risposta ai nuovi e crescenti bisogni di apprendimento e formazione, secondo la prospettiva del long life learning" (7).

Si viene guidati per accedere a master e ai Corsi di perfezionamento e agli appuntamenti della Scuola di Dottorato in Scienze della Cognizione e della Formazione dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Si seguono in rete le lezioni della Scuola Interateneo di Specializzazione degli insegnanti del Veneto proposte dai docenti e si può scaricare tutto il materiale già erogato nei corsi on line degli anni precedenti; materiale che costituisce già un buon archivio di settore (http://www.univirtual.it/ssis/catalogo.htm) che chiunque può consultare.


Non solo: si può approdare al Laboratorio Università-Scuola di Ricerca Educativa e Didattica (http://www.cenec.org/red/index.htm), attivato presso il Centro Interateneo per la Ricerca Didattica e la Formazione Avanzata sotto la direzione scientifica di Umberto Margiotta e di Fiorino Tessaro. (8)

Oppure si accede al Centro di Eccellenza per la Ricerca Didattica e la Formazione Avanzata (http://www.cenec.org/) che promuove, tra l’altro, la cooperazione a progetti di ricerca e di sperimentazione, sia nazionali che internazionali di metodologie di formazione integrata e multimediale, nonché di sperimentazione della multimedialità applicata alla didattica. (9)

Da Venezia a Roma: tra le esperienze già collaudate e rigorosamente virtuali, c’è quella del Laboratorio di Tecnologie Audiovisive - LTA (http://host.uniroma3.it/laboratori/LTAonline/) attivato dal Centro di Servizi, Formazione e Ricerca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre e coordinato da Roberto Maragliano (10).

E poi a Trento condidatticaonline (http://www.didatticaonline.unitn.it/servizi_online/default.html) dove vengono indicati in dettaglio anche i link verso tutte le università virtuali e i principali corsi on line in Italia, in Europa e nel resto del mondo.(11)

Così come a Firenze c’è il Laboratorio di Tecnologie dell’Educazione —LTE (http://www.scform.unifi.it/lte/DEFAULT.ASP) dell’Università di Firenze che edita la rivista elettronica form@re (http://www.formare.erickson.it/) curata da Antonio Calvani (http://www.scform.unifi.it/lte/vedilte.asp?ID=2).

Progettare l'università virtuale è quindi una delle sfide cui è chiamata l’Università:

"La ricerca universitaria, […] è chiamata a proporre nuovi saperi, ma anche forme nuove di gestione e di organizzazione sociale, con i quali il sistema potrà rispondere a queste nuove sfide per la condivisione della conoscenza, non determinata e contestuale, ma fluida e replicativa".(12)

E ancora:

"L’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione spinge a considerare i servizi formativi e didattici come il risultato di una cooperazione interdisciplinare: il successo del sistema dipende in minima parte dalle tecnologie, e in massima parte dalla creatività, dall’inventiva e dall’iniziativa che le persone vi investono per realizzare, in modo cooperativo, ambienti formativi" (13).

 

Ripensare la formazione quindi. A partire anche dai percorsi che la rete già offre, per un primo approccio alla questione.

E in primo luogo ripartire dalla scrittura. Dal confronto tra la scrittura virtuale e connessa utilizzata nelle nuove tecnologie della comunicazione, e la scrittura del libro stampato.

Un percorso sintetizzato dalla scheda proposta in rete da Francesca Di Donato Le culture ad oralità primaria, (http://bfp.sp.unipi.it/dida/invpol/ong.htm) sul Bollettino telematico di filosofia politica del Dipartimento di Scienze della Politica dell’Università di Pisa.

Un ritorno alle origini, un essere di nuovo all’inizio del percorso, come si legge in uno dei lavori pubblicati nel Laboratorio di Tecnologie Audiovisive di Roma (14) dal significativo titolo: Oralità, Qualità, Digitale… (http://host.uniroma3.it/laboratori/ltaonline/didattica/didattica-diario/diario98_99/tesine/ind-or.htm).

Quel che è certo, al di là della lentezza del cambiamento, è che il luogo in cui si possono incrociare nuovi saperi e nuove pratiche di formazione è il virtuale.
Lo stesso luogo in cui, vicino e al di fuori dei poli di eccellenza accademici, migliaia di utenti già sperimentano, da tempo, nuove modalità di comunicazione e interconnessione. Lo stesso luogo che ha già originato ambienti creativi e di formazione difficili da sperimentare entro le mura dell’Università reale.

 

NOTE

 

(1) Per acquistare il libro, qui (http://www.utetlibreria.it/html/scheda.phtml?ID=2558&chk=1&casa=1 )

(2) N. P. Negroponte, Being Digital, 1995. Versione italiana essere digitali, 1995 Sperling & Kupfer Editori, Milano 1999, p. 230.

(3) Ibidem. Esemplifica Negroponte: "Seymour Papert racconta di un chirurgo della metà del secolo scorso che con un viaggio nel tempo si ritrova in una moderna sala operatoria. Egli non sarebbe in grado di riconoscere neppure uno degli strumenti che vede, non saprebbe che cosa fare né da che parte cominciare. La tecnologia moderna ha cambiato radicalmente la pratica chirurgica. Se invece un insegnante della metà dell’Ottocento venisse portato dalla medesima macchina del tempo in un’aula di oggi (ndr 1995), potrebbe, salvo dettagli di poco conto, riprendere da dove era rimasto il suo collega dei giorni nostri. Ci sono ben poche differenze sostanziali tra come si insegna oggi rispetto a centocinquanta anni fa"

(4) V. Midoro, Come cambia la didattica nell’università virtuale, in U. Margiotta, P. E. Balboni, (a cura di) Progettare l'università virtuale. Comunicazione, tecnologia, progettazione, modelli, esperienze , Utet, Torino 2005, p. 89: "Nonostante alcune situazioni di punta, tuttavia le conclusioni di uno studio sui modelli di uso delle Tecnologie Didattiche in ambito universitario (Betti Collis e Marijk van der Wende, 2002) mostrano che il cambiamento è lento e non radicale, che l’uso delle ICT nell’insegnamento e nell’apprendimento è alquanto diffuso, ma fa parte di una "mistura" (blend) spesso incoerente, che gli istruttori fanno gradualmente di più ma senza nessun riconoscimento".

(5) Umberto Margiotta (http://venus.unive.it/philo/index.php?module=pagemaster&PAGE_user_op=view_page&PAGE_id=45) è professore ordinario all’Università Cà Foscari di Venezia, dove insegna pedagogia generale , è direttore della SSIS del Veneto e Prorettore alla Formazione Permanente e all’Istruzione a Distanza.

(6) Paolo E. Balboni (http://www.paolobalboni.it/) è Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Cà Foscari di Venezia

(7) U. Margiotta, D. Concione, M. Banzato, D. Nardari, C. Arcolin, Progetto Fondazione Univirtual, in U. Margiotta, P. E. Balboni, (a cura di) Progettare l'università virtuale, cit., p. 199.

(8) Il Laboratorio Università-Scuola di Ricerca Educativa e Didattica (http://www.cenec.org/red/index.htm), è costituito da docenti e dirigenti di ogni ordine scolastico e del mondo universitario, esso svolge le sue attività presso il Centro Vega — Parco Scientifico Tecnologico, di Venezia-Marghera; tiene inoltre attività di formazione presso le scuole che ne facciano richiesta. Il gruppo di ricerca ha elaborato un modello psicopedagogico flessibile, che intende accompagnare l’insegnante in un’attività di riflessione e riconversione professionale e culturale. La meta è la ridefinizione dei curricoli di insegnamento, affinché essi siano finalizzati alla "formazione dei talenti", attraverso percorsi di apprendimento personalizzati e modulari.

(9) Il Centro di Eccellenza (http://www.cenec.org/ita/mission.htm) ricerca e sperimenta metodologie per lo sviluppo di nuovi profili professionali a supporto della interazione formativa e della tutorship nella didattica e nella formazione a distanza, con lo scopo di creare modelli e prototipi, fornire assistenza ai docenti, nonché promuovere basi scientifiche allargate per la formazione avanzata e continua in rete; promuove studi e ricerche sulle metodologie di progettazione e comunicazione didattica in ambiente virtuale (e-learning) che consentano lo sviluppo di reti allargate di comunità di pratica

(10) Di R. Maragliano, ideatore del master on line "Multimedialità per l’e-learning e del corso di perfezionamento a distanza "La scuola in rete", Cfr. Nuovo manuale di didattica multimediale, Laterza 2004; Pedagogia dell’e-learning, Laterza 2005 in cui si pongono le basi per una "tecnodidattica". Di quest’ultimo saggio, in rete, è possibile scaricare il capitolo VI qui (http://host.uniroma3.it/laboratori/LTAonline/corsi/caratteristiche.html)

(11) (http://www.didatticaonline.unitn.it/risorse.asp#dol).

(12) U. Margiotta, P. E. Balboni, (a cura di) Progettare l'università virtuale, cit. , p. 22.

(13) Ibid., p. 48.

(14) Gabriele Albano, Oralità, Qualità, Digitale…, Laboratorio Tecnologie Audiovisive (LTA Roma Tre), Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università degli Studi Roma Tre.

 

 

Maria Maddalena Mapelli
maddalenamapelli@fastwebnet.it

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