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"Outsideof a dog, a book is a man's best friend.
Insideof a dog, it's too dark to read."
GROUCHOMARX
 

D.Fowler,P.Garety, E. Kuipurs   
Terapiacognitivo-comportamentale delle psicosi. Teoria e pratica, trad. italianaa cura di  
P. Morosini,A. Guidi, G. Polidori, Milano, Masson, 1997, pp.194, £ 45.000.
  
* (Schedaa cura di GianLuigi Mansi ) 
 
Certamenteun libro importante: in poco meno di duecento pagine sviluppa con estremachiarezza un articolato modello di psicoterapia cognitivo - comportamentaledelle psicosi. E' suddiviso in due parti. 
Nella prima- Teoria - vengono introdotte le nozioni generali: la psicopatologiadelle psicosi secondo un modello cognitivo comportamentale (cap. 1, cap.4); i modelli stress - vulnerabilità (cap. 2); le reazioni psicologicheal disturbo psicotico (cap. 3); i modelli cognitivi delle psicosi (cap.5, cap. 6, cap. 7); i principi fondamentali della prospettiva cognitivadelle psicosi (cap. 8). 
Nella secondaparte - Pratica - gli autori descrivono il cuore della terapia:dopo un capitolo introduttivo (cap. 9),  vengono analizzati sistematicamentei sei stadi dell'intervento: 

  • presa in caricoe valutazione (cap. 10);
  • introduzionee rafforzamento delle strategie 

  • di coping(cap. 11); 
  • normalizzazionedei sintomi e costruzione di un 

  • nuovo modellodi disturbo psicotico (cap. 12); 
  • trattamento deideliri e delle convinzioni sulle allucinazioni  (cap. 13);
  • trattamento degliassunti disfunzionali su sé e sul mondo (cap. 14);
  • rafforzamentodei risultati conseguiti;
  • prevenzione dellerecidive e della disabilità sociale (cap. 15).
L'ultimo capitoloesamina gli studi sull'efficacia del trattamento cognitivo - comportamentaledelle psicosi. 
Ci sono infine,nell'edizione italiana, due appendici. 
Nella primaMorosini introduce il tema della valutazione circa l'efficacia degli interventinon farmacologici dei disturbi psichiatrici in relazione alla forza delleevidenze delle prove scientifiche (ovvero alla solidità dei modellidi studi che ne hanno misurato l'efficacia) e conclude poi la disaminadei nuovi studi controllati randomizzati apparsi dal '95 (edizione inglesedel testo) al '97 (edizione italiana). 
Nella secondaA. Guidi, M. Lussetti, R. Mezzina, P.L. Morosini, M. Pettinelli e G. Polidoridescrivono alcuni casi italiani di terapie condotte secondo il modelloesposto nel libro. Unaricca bibliografia e l'indice analitico completano il testo. 
Colpiscono,di questo testo, il pragmatismo, la chiarezza espositiva (di ogni terminepsicopatologico viene fornita una breve definizione; ogni tappa viene analizzatadettagliatamente; in alcune circostanze si suggerisce addirittura cosadire al paziente), la sincerità (I risultati ottenuti finorasono perciò solo indicativi di possibili effetti benefici e giustificanosolo fino a un certo punto l'entusiasmo terapeutico, pag. 139: ) eil disegno generale del lavoro che sta dietro (la descrizione di ciòche si sta facendo con la verifica sul campo dell'efficacia). 
Alcune diqueste strategie sono ormai bagaglio comune dell'agire psichiatrico: pensoalle strategie di  normalizzazione, alla individualizzazionedel programma terapeutico (la teoria dei bisogni di Zapparoli, adesempio), alla programmazione di sedute meno rigide e più brevi,alla possibilità di mettersi d'accordo sul non essere d'accordo 

Mi sembrainvece ingeneroso ciò che scrive P. L. Morosini nell'appendice:...Vi sono da tempo invece evidenze notevoli che gli interventi psicodinamicinella schizofrenia sono inefficaci se non iatrogeni, oltre che costosi...(pag. 143).  Certamente le modifiche indotte dalle terapie psicodinamichesono poco leggibili con strumenti di valutazione sintomatologica e glipsicanalisti  erano fino a pochi anni fa poco sensibili a ricerchedi valutazione di efficacia, ma le cose stanno cambiando. C'è piuttostoda chiedersi se alcuni elementi della terapia cognitiva qui descritta (lacostante attenzione all'alleanza terapeutica, il concetto che la relazionecol terapeuta debba fornire una base sicura) non abbiano avuto appuntoorigine nel campo dinamico e, viceversa, se molti elementi di interventodinamico - soprattutto nella terapia dei cosiddetti disturbi gravi -non abbiano una matrice cognitiva: ciò per sottolineare i - nonsempre dichiarati -  debiti che le correnti psicologiche reciprocamentehanno. 
Ultima notazione:anche i lavori italiani più seri sembrano concepiti, al contrariodi questo, più in biblioteca che in corsia o in ambulatorio. Comemai? 
 
 
 


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