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Edizioni FrancoAngeli

viale Monza, 106 - 20127 Milano tel. 02 2837141

fax 02 2613268 email: ufficiostampa@francoangeli.it - www.francoangeli.it

Le NOVITA’ in libreria da: dicembre 2004

 

COMETE

 

Rosanna Schiralli

CERCASI GENITORI DISPERATAMENTE

Come aiutare i figli adolescenti a sconfiggere le dipendenze

da droghe, cibo, alcool, internet…

pp. 128, EURO 14,00 , Cod. 239.153 (V), Collana: Le Comete, ISBN 88-464-5959-8

  • Mio figlio vuole andare in discoteca, ma ha solo quindici anni. Che fare? Solo l’idea mi terrorizza.
  • Nostra figlia ha deciso di mettersi a dieta, nonostante sia già molto magra. Come dobbiamo comportarci?
  • Ho il sospetto che mia figlia vomiti dopo mangiato. Come parlarle?
  • Mio figlio trascorre la maggior parte delle ore libere a chattare al computer. È normale?
  • Crediamo che nostro figlio fumi qualche canna e a volte beva un po’ troppo. Come parlargli? Dobbiamo preoccuparci o si può tollerare?

Perché i nostri adolescenti corrono dietro, sempre più spesso, ad una fragile autonomia piena di pericoli, nonostante assicuriamo loro ogni bene materiale?

È un dato ormai accertato che il disagio dei giovani è sempre più caratterizzato da forme di dipendenza patologica: droga, ecstasy, canne, alcool, bulimia, anoressia, dipendenza da Internet e videogiochi rappresentano le manifestazioni più ricorrenti di fronte cui i genitori sono sempre più disorientati e impotenti.

Questo manuale vuole aiutare i genitori ad orientarsi quando si presentano segnali di disagio e di pericolo. Storie, commenti, osservazioni e indicazioni arricchiscono il volume, indicando in maniera chiara, comprensibile e fruibile per tutti, i migliori atteggiamenti educativi da assumere

Non solo. Il libro vuole anche fornire a genitori, insegnanti ed educatori in genere alcune dritte per rendere i ragazzi più sicuri e forti, in grado di affrontare con competenza ed autonomia la loro vita.

Un testo che può aiutare ad evitare sterili contrapposizioni tra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti, favorendo invece la costruzione di ponti comunicativi pieni di emozionalità e complicità.

Rosanna Schiralli, psicologa e psicoterapeuta, si occupa da molti anni, presso il suo studio di Viterbo, di clinica e terapia del disagio dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie. Ha pubblicato di recente per i nostri tipi Ti parlo ma non mi senti. Manuale di orientamento per genitori disorientati. Conduce attività di formazione presso varie realtà scolastiche italiane rivolta a docenti e genitori su temi di psicologia dello sviluppo, di educazione emotiva-affettiva e di pedagogia.

 

PSICOLOGIA

 

Marco Francesconi (a cura di)

L’APPETITO: UN CRIMINE? Adolescenza e cultura del limite

Prefazione di Silvia Vegetti Finzi

pp. 144, EURO 14,00, Cod. 8.24 (V), Collana: Adolescenza, educazione e affetti, diretta da Gustavo Pietropolli Charmet, ISBN 88-464-5983-0

Il testo descrive e analizza i disturbi del comportamento alimentare, con particolare riferimento al modo in cui questi si manifestano nel corso della crescita.

Gli autori riflettono su quella che potrebbe considerarsi una difettualità tipica di molte personalità, inerente il rapporto con i limiti. Un rapporto "alterato" dal fatto che oggi le conquiste (della medicina, della tecnologia, delle biotecnologie) consentono di non tener conto di molti ostacoli naturali apparentemente insuperabili fino a qualche tempo fa. Manca, insomma, in più aree dell’esperienza esistenziale, una "cultura del limite". Sembra tuttavia che una sua paradossale forma riesca a esprimersi — rinascendo come araba fenice — nel campo alimentare, quale reazione agli orizzonti sconfinati del consumismo e della mancata valorizzazione sociale ed educativa del sapersi fermare. Ma si tratta davvero di una cultura del limite o piuttosto coloro che vogliono mangiare sempre meno hanno perso il senso del limite? E coloro che mangiano troppo e/o vomitano non cercano forse una limitazione autopunitiva al servizio di un sentimento di colpa così persecutorio da evocare la dimensione del crimine?

Prendendo spunto dal titolo di un celebre dipinto di Errò, L’appetito: un crimine, ci si chiede allora se partendo dall’area dell’alimentazione e dei suoi disturbi non sia possibile andare oltre la criminalizzazione degli appetiti e riuscire a cogliere la nostalgia, qui celata, di una cultura del limite. Solo la sua comprensione (e la capacità di prendersene cura) può contrastare un rischio già evidenziato da Thomas Mann: che i giovani si rifugino in ideologie ed azioni "monolitiche" per difendersi dalle ansie di dispersione e di confusione.

Il testo propone approfondimenti su questi temi e descrive altresì alcune modalità che si sono rivelate particolarmente adatte per affrontare queste problematiche nel contesto scolastico.

Il volume si rivolge quindi a operatori sia dell’area clinica sia di quella educativa.

Marco Francesconi, medico specialista in Neurologia e Psichiatria e membro aggregato dell’ASP di Milano, insegna Psicologia dinamica al corso di laurea in Psicologia dell’Università degli Studi di Pavia. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

 

Vittorio Alessandro Ferrari, Raffaele Visintini (a cura di)

LA TELA DI PENELOPE

Psicologia di Comunità, lavoro di rete e gruppi per persone coinvolte in una patologia invalidante

pp. 320, EURO 20,00, Cod. 568.7 (U), Collana: E-lab. Contesti per la comunicazione formativa - coordinata da Walter Fornasa, ISBN 88-464-5993-8

Con La tela di Penelope è possibile conoscere l’esperienza della nascita, della gestione e del percorso dei gruppi di autoaiuto per persone coinvolte in una patologia cronica e invalidante.

L’esperienza di questi gruppi viene qui presentata descrivendo puntualmente le tappe, gli aspetti metodologici e operativi che vanno dalla iniziale proposta di adesione, rivolta ai parenti e agli amici dei pazienti, fino alla evoluzione dei gruppi di autoaiuto nella forma di una associazione onlus.

Il modello teorico che incornicia e accompagna l’esperienza è quello conosciuto come Psicologia di Comunità. In quest’ottica l’attivazione di reti sociali su un territorio locale, con "un lavoro di comunità" che ha permesso e favorito il costruirsi dei gruppi di autoaiuto, non interessa solo la patologia qui descritta, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Infatti, anche alla luce di altre esperienze, il lavoro di comunità, nel senso in cui qui è stato inteso, può essere visto come un riferimento concettuale, metodologico, applicativo e di orientamento operativo estendibile ad interventi che riguardano sia patologie neurologiche sia patologie croniche e/o invalidanti.

I diversi contributi raccolti offrono, inoltre, una cornice epistemologica che si costruisce nell’intreccio di diversi ambiti: la psicologia di comunità, le reti sociali, il lavoro di comunità, la malattia e la cura in prospettiva etica ed antropologica, l’approccio con i pazienti al dolore e alla morte, il care giving di una patologia cronica e invalidante e il ruolo dello psicologo.

Questo anche con lo scopo di offrire materiale di riflessione a quanti (psicologi, medici, operatori socio-sanitari, parenti, volontari, studenti universitari) cerchino ulteriori riferimenti teorici e operativi per "ri-pensare", organizzare e gestire in modi diversi le problematiche inerenti il care giving di patologie croniche e/o invalidanti.

Vittorio Alessandro Ferrari, psicologo di Comunità, ha svolto attività di ricerca presso le Università di Tubinga e Costanza (Germania), dove ha conseguito la specializzazione in neuroscienze. Ha progettato e organizzato a Bergamo la prima esperienza di gruppi di autoaiuto per SLA. Collabora con il Dipartimento di Scienze della Formazione e della Comunicazione dell’Università di Bergamo. È inoltre autore del volume: Aver cura (2003).

Raffaele Visintini, medico psichiatra epsicoterapeuta, è docente di Psicologia di Comunità presso l’Università Vita-Salute, responsabile dell’area di Psicologia di Comunità e dell’Unità Funzionale di Psicoterapia di Gruppo, Servizio di Psicologia Clinica della Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano, dove svolge attività clinica e di ricerca nel campo di problemi psicologici di pazienti con patologie organiche e disturbo di personalità.

 

Renato Pocaterra (a cura di)

GIOVANI E SICUREZZA STRADALE

Guida la tua sicurezza junior: adolescenti protagonisti per lo sviluppo di una "cultura di guida sicura"

pp. 160, EURO 14,00, Cod. 573.1.1 (U), Collana: Fondazione Iard/Ricerca sociale, ISBN 88-464-5941-5

"Ogni tanto viene qualcuno a parlarci di incidenti, codice della strada e quelle robe lì!!! Ma cosa ne sanno loro poi di come uno guida uno scooter in mezzo al traffico?"

"Siamo stanchi di adulti che cercano di imporci dall’alto le loro idee, noi vogliamo avere dei consigli non delle imposizioni, delle informazioni che poi possiamo decidere di utilizzare o meno se le riteniamo importanti".

"Non ci sono molti adulti significativi, sotto questo aspetto, parlano bene e poi sono loro i primi a fare diversamente. Un modello? Homer Simpson lui sì che fa quello che vuole ed è accettato per quello che è, non per quello che dovrebbe essere".

In queste poche frasi, espresse dagli "adolescenti protagonisti", c’è tutta l’essenza di questa innovativa ricerca-intervento. Un percorso che attribuisce importanza al protagonismo dei giovani e chiede agli adulti di porsi al loro fianco; un’esperienza per la strutturazione di un modello pedagogico di peer education per la prevenzione del rischio nell’ambiente della strada e la promozione di comportamenti di guida corretti; un viaggio che valorizza la curiosità, la creatività e la leadership di un gruppo di adolescenti.

Alcuni studenti milanesi, romani e napoletani sono stati selezionati per le loro doti di leadership tra i pari età, sono stati invitati a confrontarsi sul tema della sicurezza stradale, quindi sono stati "accompagnati" da professionisti esperti del tema, facilitatori di un particolare percorso di apprendimento, infine, invitati a far partecipi i loro amici dell’esperienza.

Anche se i numeri confermano l’efficacia dell’azione prodotta, in questa sede ci preme sottolineare l’entusiasmo con cui i ragazzi, veri protagonisti di questa esperienza, hanno risposto.

Questo volume è indicato per insegnanti, educatori, genitori e per chiunque creda nelle sfide educative. Se il dialogo tra adulti e giovani oggi è alla ricerca di nuovi codici comunicativi, ai primi viene chiesto di ascoltare le attese di chi sta crescendo, per sperimentare percorsi di valorizzazione del loro bisogno di autonomia e di scoperta dei mondi interiori.

La Fondazione IARD è specializzata nel campo della ricerca pedagogico-didattica, psico-sociale delle organizzazione non profit e della formazione istituzionale e professionale. La Fondazione IARD raccoglie in sé oltre quarant’anni di attività caratterizzata da una continua evoluzione scientifica che l’ha portata ad eccellere a livello nazionale ed internazionale e ad essere accreditata presso Ministeri italiani ed esteri e presso organizzazioni nazionali e sovranazionali.

Marta Appiani

TABÙ: ELOGIO DEL PUDORE

Prefazione di Marcello Cesa-Bianchi

pp. 496, EURO 33,00, Cod. 1222.118 (U), Collana: Psicologia/Monogrefie, diretta da Marcello Cesa-Bianchi, ISBN 88-464-5934-2

Che cos’è un tabù?

Le risposte a questa domanda, che ha interessato in particolare gli antropologi evoluzionisti, si sono rivelate così insufficienti e inconciliabili tra loro da favorire l’ipotesi "difensiva" che sia qualcosa che appartiene al passato, al "primitivo" e si possa descrivere solo in quanto lontano nel tempo e nello spazio.

Per colmare questa lacuna il volume si propone di riprendere una ricerca resa ancora più necessaria oggi nel momento in cui l’incontro tra culture diverse sempre più frequente pone il problema della traduzione di linguaggi differenti: non si può operare nessuna "traduzione" prima di avere capito quale significato attribuire alle forme restrittive, ai misteriosi e pur attuali tabù sui quali si fonda ogni formazione simbolica culturalmente differenziata.

Un ulteriore contributo, di fondamentale importanza, che viene qui proposto riguarda la distinzione tra i tabù che ancora mantengono una carica vitale, che ancora vivono tra noi, da quelli che hanno ridotto la loro funzione al solo controllo autoritario dei comportamenti umani. In questo senso, la psicoanalisi — dal cui orientamento è partita l’autrice — ha molto da dire, purché sia disposta ad aprirsi a discipline quali l’antropologia, la linguistica e l’etologia rompendo i tabù che ancora impediscono un dialogo produttivo. Tali discipline sono tutte implicate nell’interpretazione del cosiddetto "tabù dell’incesto" che, da un lato costituisce il fondamento di ogni cultura e dall’altro, in quanto codice etnico, è responsabile in ogni soggetto dell’origine del senso del pudore e della sua trasmissione da una generazione all’altra, definendosi quindi come tabù universalmente valido.

Questa vera e propria monografia sul tabù, unico recente studio esaustivo sull’argomento, si rivolge non solo a studenti e studiosi, ma anche a tutti coloro che sono interessati a capire come e perché, nelle relazioni di reciprocità, la sensibilità umana costituisca un elemento così determinante.

Marta Appiani vive e lavora a Milano; è glottologa, psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Dagli anni di lavoro sul territorio, a contatto con le realtà più diverse, ha tratto l’interesse per la quotidianità delle relazioni umane, terreno della formazione dei processi sociali esaminati criticamente. È autrice di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate.

 

Maria Giordano

RIPENSARE IL PROCESSO EMPATICO

Dal contagio empatico al processo di burnout

pp. 160, EURO 18,00, 2ª ed. aggiornata 2004, Cod. 1240.221 (U), Collana: Serie di psicologia,

ISBN 88-464-6050-2

Il medico, lo psicologo, il docente, ecc., allorquando percepiscono in se stessi l’assenza o il degrado della risorsa empatica diventano consapevoli, in quello stesso momento, della necessità di doverla acquisire tra gli strumenti operativi indispensabili di cui disporre nel corso del loro arduo lavoro di professionisti dell’aiuto. Tuttavia, benché il suo deficit sia tra le cause non secondarie dell’insorgenza del disagio lavorativo o di quella che è chiamata la condizione di burnout, raramente accade che tali professionisti ammettano che la propria capacità empatica sia carente, danneggiata o addirittura esteriorizzata nelle forme del contagio empatico.

Il testo analizza — attraverso il ripensamento della matrice teoretica e dei rivolgimenti epistemologici che hanno condotto alle più aggiornate conoscenze del processo empatico — le condizioni che ne determinano la distruziome, la deviazione, la sospensione e la rottura. La metodologia gruppoanalitica foulkesiana — che l’Autrice rivisita nella sua dimensione più attuale — concepisce e organizza l’unico training formativo che permettendo il disapprendimento degli schemata consente ai professionisti di aiuto di acquisire o ri-acquistare la capacità empatica e proteggersi dal rischio di bournout.

Maria Giordano insegna Teoretica e Epistemologia delle scienze umane presso la Facoltà di Scienze delle Formazione dell’Università di Bari dove ha istituito il Centro Interdipartimentale di Ricerca "Laboratorio di Gruppoanalisi ed Epistemologia". È full member della Group Analytic Society - London.

 

Mario Bottone, Paolo Valerio Roberto Vitelli (a cura di)

L’ENIGMA DEL TRANSESSUALISMO. Riflessioni cliniche e teoriche

pp. 144, EURO 17,00, Cod.1240.231 (U), Collana: Serie di psicologia, ISBN 88-464-5930-X

Il libro raccoglie una serie di articoli che affrontano la tematica transessuale a vari livelli, da quello clinico a quello filosofico. Il filo che lega questi articoli è costituito dal desiderio di problematizzare, al di fuori di ogni presa di posizione puramente ideologica, la domanda che il transessuale rivolge oggi alla medicina. Che cosa chiede il transessuale quando chiede il "cambiamento del suo sesso"? E ancora: in che consiste la risposta che la medicina offre oggi a una tale domanda? E soprattutto, in che rapporto sta la domanda del paziente con la risposta offerta dalla medicina? Infine: quando un transessuale uomo dichiara di "essere donna", che cosa intende con questa espressione? Le risposte prodotte dagli articoli qui raccolti rappresentano un invito ad una riflessione altra sulla problematica transessuale, nonché un tentativo di aprire un dialogo con tutti coloro che, in un modo o nell’altro, condividono la responsabilità clinica di accogliere la singolare domanda del soggetto transessuale.

Paolo Valerio è professore straordinario di Psicologia Clinica. È direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Napoli "Federico II".

 

Caterina Arcidiacono (a cura di)

VOLONTARIATO E LEGAMI COLLETTIVI. Bisogni di comunità e relazione reciproca

pp. 272, EURO 25,00, Cod. 1240.232 (U), Collana: Serie di psicologia, ISBN 88-464-5919-9

Qual è la funzione e l’azione del volontariato nella società civile in relazione alla società contemporanea, ai suoi valori e ai suoi bisogni?

L’affermazione dei diritti individuali e il conseguimento di autonomia e indipendenza che hanno caratterizzato il mondo valoriale occidentale hanno avuto il positivo effetto di depotenziare il senso e il valore delle relazioni obbligatorie, e ciò ha avuto il paradossale effetto di ridurre il significato e l’importanza attribuita ai legami portando ad una società basata sui bisogni del singolo in una chiave autoriferita.

Siamo oggi un mondo di soggetti liberi, viviamo in agglomerati urbani dotati di servizi elementari, ma soffriamo per l’assenza di legami e reciprocità. In questo contesto vogliamo interrogarci sul ruolo del volontariato a livello soggettivo e collettivo, esaminando come esso risponde ad un emergente bisogno di comunità e relazionalità reciproca.

Il volume raccoglie contributi di autori con formazione psicologica che svolgono attività di ricerca e formazione, ma agiscono nel più ampio spazio del volontariato e della società civile.

A partire da una serie di ricerche radicate nel panorama nazionale esamina chi è oggi il volontario. Attraverso il confronto con i dati di ricerca nazionale una prima domanda è come e se vi siano differenze nelle esperienze personali delle diverse realtà individuali e a quali bisogni della organizzazione sociale rispondono le associazioni esaminate; più in generale come si colloca l’esperienza del volontariato all’ interno della società civile, all’interno delle esperienze di vita relazionale del soggetto e di quelle organizzative della comunità sociale di riferimento. Il focus non è sullo sviluppo del soggetto, bensì sulla rete dei legami sociali, sul rapporto cittadino-comunità-organizzazione sociale.

 

Giancarlo Trentini (a cura di)

LE VOCI DELL’IO E IL CONCERTO DEI VALORI

pp.160, EURO 17,00, Cod. 1243.40 (U), Collana: Psicologia sociale, diretta da G. Trentini, ISBN 88-464-6068-5

Intorno al 1990, un certo taglio di analisi della letteratura psicologica del ventesimo secolo ha portato Giancarlo Trentini ad elaborare un modello concettuale indicato come "quadrato delle Voci dell’Io" o "Tetralogia dell’Io". Esso si basa sulla scomponibilità e sull’articolazione della funzione mediatrice dell’Io in quattro tonalità, o componenti, ben differenti tra loro: l’Io idealizzato, l’Ideale dell’io, l’Io ideale e il Super io. Quattro elementi troppo spesso equivocati come termini sinonimici, specie se considerati a due per volta.

La questione può essere connessa con il tema dei "Valori", se non altro perché ben diverse possono essere le deno-connotazioni, giust’appunto valoriali, che pervengono da ciascuna delle quattro "Voci dell’Io" nonché dall’armonia o disarmonia della loro articolazione.

Sui due temi, interconnessi tra loro, un gruppo di ricercatori, guidati da Trentini, si è accaloratamente impegnato in una ricerca di cui questo volume espone i primi risultati: essa consente di arricchire il modello ben al di là delle sue apparenze epitetiche, attraverso una rivisitazione coniugata delle due grandi questioni dell’Io e dei Valori.

Giancarlo Trentini è professore di Psicologia generale e di Psicologia sociale. Da molti anni si occupa, secondo un approccio psico-sociale, di problemi inerenti alla comunicazione a livello interpersonale, di gruppo e istituzionale. È autore di oltre 200 pubblicazioni, tra volumi e saggi, contributi di ricerca e readings. È stato visiting professor in alcune importanti università straniere (Montréal, Tokyo, San Francisco). Nel 1999 gli è stata conferita la laurea honoris causa in Filosofia presso l’università di Salta-Buenos Aires.

 

Anna Laura Comunian

L’ESPERIENZA DEI GRUPPI OTTIMALI

pp. 112, EURO 12,50, Cod. 1243.41 (U), Collana: Psicologia sociale, diretta da Giancarlo Trentini,

ISBN 88-464-6008-1

Come si può riflettere sull’interazione delle persone che fanno parte di un "gruppo"?

Come si può riconoscere al gruppo la sua dignità di esemplare e leggere momenti significativi della relazione?

Questo testo propone un modello che illustra la funzionalità del piccolo gruppo attraverso la partecipazione ottimale del singolo. I processi di nascita, crescita e maturità del piccolo gruppo vengono definiti in relazione ai concetti di energia residua e disponibile, energia di dialogo e solidarietà, produzione e comunicazione, presenza di ostacoli, possibilità di autoregolazione e consenso. Vengono inoltre presentate una serie di autovalutazioni che si riferiscono a tutte le le fasi di sviluppo del gruppo stesso: dalla nascita alla crescita, al raggiungimento della maturità.

La nascita, la crescita e la maturità del gruppo, così come il tipo di partecipazione, di comunicazione e di dialogo vengono considerati come condizioni di base del rendimento ottimale. L’autovalutazione e la successiva autoregolazione, da parte dei componenti stessi, delle dinamiche presenti permettono la partecipazione attiva e creativa dei singoli e la funzionalità del gruppo.

Le tecniche di applicazione pratica proposte sono un mezzo concreto per favorire la partecipazione e la comunicazione e si rivelano efficaci, sia a livello personale sia a livello di relazione interpersonale, per il raggiungimento delle dinamiche e delle caratteristiche proprie dei "gruppi ottimali".

Il testo si definisce quindi come un prezioso strumento per quanti lavorano con i gruppi, sia in ambito formativo sia in quello clinico in cui l’esperienza del gruppo è particolarmente utile per la prevenzione, il recupero e la riabilitazione.

Anna Laura Comunian, fellow dell’American Psychological Association (Divisione 52), Membro del Board of Directors e rappresentante alle Nazioni Unite a Ginevra dell’International Council of Psychologists, è docente presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova.

 

Luciana Cursio

GUIDA PRATICA ALLA CONSULTAZIONE PSICODIAGNOSTICA IN ETA’ EVOLUTIVA

Presentazione di Wally Capuzzo

pp. 144, EURO 14,50, Cod. 1305.58 (V), Collana: Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo,

ISBN 88-464-6072-3

Questa guida pratica alla consultazione psicodiagnostica infantile ha il pregio di riunire molti degli elementi che devono coadiuvare lo specialista per una corretta valutazione personologica del minore.

L’esperienza maturata negli anni nella sanità pubblica ha consentito all’autrice di strutturare una proposta molto orientata all’operatività che, partendo dagli assunti teorici di matrice psicodinamica, descrive ed analizza gli strumenti più utili ed utilizzati nella pratica clinica.

Dall’iniziale contratto con gli utenti, alla descrizione del setting, dalle conquiste tipiche delle varie fasce d’età, ai parametri sul gioco e sullo stile del disegno, dall’analisi dei maggiori test proiettivi e cognitivi (Scenotest, Favole della Duss, Blacky’s pictures, TAT, FAT, WISC R) ai correlati meccanismi di difesa. Tutti questi elementi vengono accompagnati da protocolli pratici, come la scheda anamnestica e le consegne specifiche dei test, che, opportunamente ingranditi, potranno essere usati nella raccolta dei rilievi psicodiagnostici essenziali.

Il testo si rivolge in particolare ai giovani psicologi — specializzandi e tirocinanti — che necessitano di un inquadramento chiaro sugli elementi che concorrono alla costruzione di una psicodiagnosi, ma anche a quegli specialisti che cerchino un modello di sistematizzazione della prassi clinica.

Nella parte conclusiva del volume, pensando esplicitamente ai neolaureati, è stata strutturata una griglia operativa, arricchita dall’esemplificazione di un caso clinico, di cui potersi avvalere per la preparazione all’Esame di Stato per l’Abilitazione alla professione di psicologo.

Luciana Cursio, psicoterapeuta e dirigente psicologa dell’Asl Prov. MI1, è docente di Psicodiagnostica psicoanalitica presso l’Istituto di psicoterapia del bambino e dell’adolescente di Milano.

 

Luisella Brusa

MI VEDEVO RIFLESSA NEL SUO SPECCHIO

Psicoanalisi del rapporto tra madre e figlia

pp. 112, EURO 12,50, Cod. 1790.12 (V), Collana: Teoria e clinica psicoanalitica del Campo freudiano, Comitato direttivo: Jacques-Alain Miller, Antonio Di Ciaccia, Massimo Recalcati, ISBN 88-464-6007-3

Quale posto occupa, nella costituzione di un soggetto femminile, la passione che divide e lega una donna con la madre? Perché le storie femminili sono regolarmente attraversate da questa esperienza?

La pratica della psicoanalisi con pazienti donne non può andare molto lontano se l’analista non ha chiara la logica di quel rapimento reciproco tra donna e madre che struttura una parte importante della sofferenza femminile.

Queste sono dunque le questioni che sostengono il percorso del libro.

La lente d’ingrandimento psicoanalitica è rivolta al connubio madre-donna, alla passione amorosa ed al risvolto d’odio che la abita. L’argomento è affrontato nella storia della psicoanalisi, attraverso i contributi di Sigmund Freud, Melanie Klein e Jacques Lacan.

Se Freud ha condotto la sua ricerca sulla femminilità sino al luogo del segreto di questa relazione — quando nel rapporto pre-edipico il tenero attaccamento si trasforma in odio — la novità introdotta dall’insegnamento di Jacques Lacan, su cui si concentra il volume, sposta la posizione femminile in una zona al di là dell’Edipo. La devastazione dei rapporti donna-madre, che non ha equivalenti nel rapporto uomo-padre, discende dalla collocazione femminile in questo "al di là" e dal godimento particolare che vi si incontra. Alcuni esempi tratti dalla pratica clinica dell’autrice analizzano le forme particolari che il godimento femminile assume in questo rapporto di rapimento e devastazione. Devastazione e rapimento estatico si alternano nei rapporti femminili, non essendo altro che due declinazioni della impasse nel trattamento di un reale che caratterizza la femminilità. Il caso letterario di Lol V. Stein, personaggio creato da Marguerite Duras, incarna questo versante del rapporto madre-donna e testimonia dell’invenzione necessaria a ciascuna per annodare il reale del godimento e prodursi come essere al femminile.

Luisella Brusa è psicoanalista membro dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi e della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi. È docente alla Scuola di specializzazione in psicoterapia ad orientamento lacaniano dell’Istituto Freudiano. Collabora con l’Università Cattolica di Milano e con l’Università di Bergamo.

 

RIPROPOSTE PSICOLOGIA

John Carl Flugel

PSICOLOGIA DELL'ABBIGLIAMENTO

pp. 288, 11a ed. 2003, 20041, EURO 19,50, Cod. 1240.11 (U), Collana: Serie di Psicologia, ISBN 88-204-9590-2

Cristina Castelli (a cura di)

ORIENTAMENTO IN ETÀ EVOLUTIVA

pp. 352, 2002, 20042, EURO 23,00, Cod. 1240.190 (U), Collana: Serie di Psicologia, ISBN 88-464-3591-5

Sabina Manes (a cura di)

83 GIOCHI PSICOLOGICI PER LA CONDUZIONE DEI GRUPPI

Un manuale per psicologi, insegnanti, operatori sociali, animatori

pp. 160, EURO 15,00, 8a ed. 2002, 20042, Cod. 1305.7 (V), Collana: Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo, ISBN 88-464-0100-X

Santo Di Nuovo, Serafino Buono (a cura di)

STRUMENTI PSICODIAGNOSTICI PER IL RITARDO MENTALE

pp. 304, EURO 25,00, 2002, 20041, Cod. 1305.25 (V), Collana: Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo, ISBN 88-464-3493-5

Salvo Pitruzzella

MANUALE DI TEATRO CREATIVO

200 tecniche drammatiche da utilizzare in terapia, educazione e teatro sociale

pp. 208, 2004, 20041, EURO 20,00, Cod. 1305.43 (V), Collana: Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo, ISBN 88-464-5168-6

Serenella Corbo, Federico Marolla, Vittoria Sarno, Maria Giulia Torrioli, Silvia Vernacotola (a cura di)

IL BAMBINO IPERATTIVO E DISATTENTO

Come riconoscerlo ed intervenire per aiutarlo

pp. 96, EURO 12,00, 2a ed. 2003, 20041, 1411.35 (V), Collana: Self-Help, ISBN 88-464-3862-0

 

SERVIZI SOCIALI, SANITA’

 

Biagio Sanfilippo, Giovanni Luca Galimberti, Alfio Lucchini (a cura di)

ALCOL, ALCOLISMI: COSA CAMBIA?

pp. 208, EURO 19,00, Cod. 231.1.18 (V), Collana: Clinica delle dipendenze e dei comportamenti di abuso/ Quaderni - direttore scientifico: Alfio Lucchini, ISBN 88-464-6064-2

L’abuso e la dipendenza alcolica rappresentano sempre più condizioni eterogenee: comprendono situazioni di poliabuso, problematiche di abuso già in età giovanile, compresenza di situazioni di doppia diagnosi psichiatrica.

Il volume, dopo avere analizzato gli aspetti antropologici, culturali, evolutivi legati all’uso di alcol nella nostra società, prende in considerazione gli aspetti biologici, psicopatologici e psicologici della condizione di abuso e dipendenza alcolica.

La descrizione delle metodologie di presa in carico, trattamento individuale e di gruppo, reinserimento e prevenzione proprie dell’intervento dei Servizi territoriali introduce e contestualizza un’indagine condotta nell’area milanese sulle caratteristiche degli utenti dei servizi alcologici e sull’esito dei trattamenti ambulatoriali.

Lo sviluppo dell’attività dei Servizi e la definizione di strumenti per monitorare i percorsi individuali degli utenti sono alcuni spunti di riflessione che questo testo vuole proporre agli operatori del settore.

Biagio Sanfilippo, psicologo, psicoterapeuta, responsabile nucleo operativo alcologia, Dipartimento delle Dipendenze ASL Milano 3.

Giovanni Luca Galimberti, medico, specialista in farmacologia clinica, responsabile area alcologia, Dipartimento delle Dipendenze ASL Milano 3.

Alfio Lucchini, medico, specialista in psicologia, psicoterapeuta, direttore Dipartimento delle Dipendenze ASL Milano 2.

 

Umberto Nizzoli (a cura di)

IL SISTEMA DEI SERVIZI PER LE DIPENDENZE PATOLOGICHE

Programmazione, qualità e valutazione

pp. 464, EURO 32,50, Cod. 306.9 (V), Collana: Dipendenze, coordinata da Massimo Clerici, ISBN 88-464-5813-3

Chi - come l’autore - lavora da molti anni nel settore delle dipendenze patologiche ha la sensazione che si sia aperta una nuova fase negli approcci alla prevenzione e alla cura delle dipendenze e nelle loro relative attese: da una lunga fase profondamente segnata da uno scontro ideologico si sta passando ad un’epoca in cui ai servizi ed ai professionisti è chiesto un approccio razionale e basato sulle migliori acquisizioni scientifiche.

I servizi pubblici e privati devono riconoscere garanzie ai loro assistiti, dichiarare e verificare la realizzazione dei loro obiettivi, sottoporsi ai criteri di accreditamento, misurare le loro performance, dimostrare il guadagno in termini di salute che la popolazione riceve dalla loro esistenza. Al giorno attuale viene data grande attenzione alla qualità dei servizi sociali e sanitari; alcuni dei quali si sono incamminati nel percorso di certificazione mentre tutti a breve devono accreditarsi.

In questo contesto diventa necessario che quanti erogano servizi, li programmano o li acquistano, dispongano di una serie di strumenti di gestione che definiscono l’ambito del governo clinico. Per altro verso il miglioramento continuo della qualità delle cure è richiesta da più parti: per stimolare i clinici a rendere le cure migliori, per informare correttamente i pazienti sulle attese più aggiornate, per orientare chi amministra o paga le cure - sia assicurazioni che contribuenti - al fine di utilizzare le (poche) risorse nel modo più efficace possibile.

A questi diversi attori si rivolge il volume, per aiutarli a riconoscere quali effettivamente sono le caratteristiche più appropriate per l’assetto delle varie linee di produzione di servizi per le diverse forme di patologia della dipendenza. I diversi contributi analizzano gli aspetti teorici e applicativi per i servizi ambulatoriali e comunitari per tossicodipendenti, ma anche per alcolisti e giocatori d’azzardo.

Umberto Nizzoli, psicologo specialista in psicoterapia, è direttore del programma aziendale per la salute mentale e per le dipendenze patologiche presso l’Azienda Sanitaria di Reggio Emilia. È professore a contratto presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Padova e docente presso le Scuole di specializzazione in Neuropsichiatria infantile ed in Medicina sociale dell’Università degli Studi di Modena.

 

Mariagrazia Santagati

MEDIAZIONE E INTEGRAZIONE

Processi di accoglienza e di inserimento dei soggetti migranti

Presentazione di Elena Besozzi

pp. 240, EURO 19,50, Cod. 907.7 (U), Collana: I.S.MU Fondazione per le Iniziative e lo Studio sulla Multietnicità, ISBN 88-464-6306-4

Nell’ambito delle migrazioni contemporanee, considerate prevalentemente come immigrazioni da lavoro di cui vengono sovente occultate le implicazioni sociali, culturali e politiche, emerge un bisogno di ricomposizione sociale che si traduce, tra l’altro, nell’affermazione della mediazione istituzionale in contesti multiculturali.

La mediazione risulta essere un concetto poco definito a livello teorico, che tuttavia potrebbe consentire l’approfondimento di una molteplicità di questioni relative alle modalità d’inserimento dell’immigrato nel paese d’accoglienza, alle relazioni interetniche e ai percorsi identitari dei migranti. Non esiste una sola forma di mediazione, ma essa varia così come mutano i modelli di integrazione, differenti se orientati all’assimilazione, alla convivenza tollerante tra i gruppi oppure allo scambio interculturale. In particolare, nella fase di stabilizzazione dell’immigrazione in Italia, si afferma l’importanza di una riflessione sulla cittadinanza e sul ruolo della mediazione, all’interno delle politiche sociali per gli immigrati: se, da un lato, cresce nel paese la richiesta di mediatori nei servizi pubblici e privati, come interfaccia tra istituzioni e comunità immigrate, dall’altro manca un’opinione condivisa circa il profilo, le funzioni e il compito dei mediatori.

L’indagine sul campo, presentata nel volume e svolta nel contesto torinese, si è posta l’obiettivo di contribuire alla definizione teorica e pratica della mediazione, al fine di studiare le origini dello sviluppo di tale strategia per l’inserimento degli immigrati, la relazione tra differenti forme di mediazione e modelli d’integrazione, il nesso tra la professione e le appartenenze dei mediatori.

Dall’indagine è emersa la rilevante e vivace attenzione di enti, associazioni italiane e straniere alle problematiche poste dall’immigrazione, nonché l’esistenza di una molteplicità di modi di intendere la mediazione che si realizza tra istituzioni, operatori dei servizi, mediatori e immigrati, e che consente di prefigurare la transizione verso un modello sociale, dove la mediazione nelle istituzioni si propone di diventare terreno dell’incontro possibile promuovendo una relazione qualificante con la differenza culturale.

Mariagrazia Santagati è dottore di ricerca in Sociologia e metodologia della ricerca sociale presso l’Università Cattolica di Milano e collabora con il Settore Scuola e formazione della Fondazione ISMU.

 

Giovanni Manera

L’ADOZIONE E L’AFFIDAMENTO FAMILIARE NELLA DOTTRINA E NELLA GIURISPRUDENZA

pp. 352, EURO 24,00, Cod. 1130.182 (U), Collana: Politiche e servizi sociali, ISBN 88-464-6099-5

Protagonista della narrazione processuale del volume è un’indagine di critica giuridica e sociale sui soggetti istituzionali deputati a pronunciarsi in tema di affidamento ed adozione.

Le aspettative in gioco, in queste dinamiche di responsabilità istituzionali e personali conducono, infatti, alla formulazione di un giudizio sui presupposti della relazione affettiva riferito a persone che chiedono di diventare sé stesse anche attraverso l’esperienza genitoriale: un giudizio che spiega i propri effetti su bambini che chiedono di poter trovare, in queste persone, la verità sul significato del proprio essere al mondo per andare avanti nella vita.

Questo giudizio …del giudizio — rispetto alla verità storica dell’affettività e della capacità di donarsi — non trova, infatti, automaticamente interpreti sempre sintonizzati sui medesimi criteri di valore rispetto alla comparazione dei beni giuridici in gioco il cui rango, non dimentichiamolo, è di portata universale incommensurabile perchè sovraordinato alla nostra stessa Costituzione.

L’opera si distingue per l’eccellenza della sua semplicità nel dare un volto umano alla logica giuridica offrendo ai Lettori coinvolti — giudici, avvocati, consulenti, periti, assistenti sociali, psicologi, genitori — nient’altro che un nitidissimo specchio della realtà che li riguarda. Uno strumento indispensabile per procedere con professionalità nel lavoro di individuazione scientifica di quelle condizioni ritenute indefettibili per l’esercizio consapevole della potestà genitoriale, oggetto di continua critica sociale.

La prima parte del volume (teorica) espone in maniera magistrale i contenuti sostanziali dei principali istituti di diritto, quali quotidianamente applicati nel compiersi della giurisprudenza in tema di adozione ed affidamento familiare; la seconda parte è, invece, dedicata dalla condivisione — con i lettori — dell’esperienza pratica vissuta dal magistrato nella responsabilità di preservare al centro di un percorso personale la ricerca di giustizia nell’esclusivo e preminente interesse del minore e nel rispetto della sua personalità come valore unico ed irripetibile.

Giovanni Manera, già giudice del Tribunale per i minorenni di Roma, successivamente applicato all’Ufficio del Massimario civile della Corte di Cassazione, ha svolto le funzioni direttive di Procuratore della Repubblica dal 1991 al 1996 presso il Tribunale per i minorenni di L’Aquila del quale è Presidente dal 1996 a tutt’oggi. Da oltre trent’anni collabora attivamente con importanti riviste giuridiche tra le quali "Giurisprudenza di merito", "Il nuovo diritto", "Diritto di famiglia", "Giustizia civile".

 

Francesco Giglio

LIBERI DALL’ALTRO. Alcolisti e tossicomani tra cura e catene

Prefazione di Luigi Pagano

pp. 144, EURO 14,50, Cod. 1168.1.41 (V), Collana: Le professioni nel sociale/Manuali, coordinata da Alberto Giasanti, ISBN 88-464-5994-6

Cosa sono e come cambiano le tossicodipendenze e gli alcolismi? Che rapporto c’è tra dipendenza e crimine? In che modo la detenzione può essere appropriata per il reato dell’alcolista e del tossicomane? Sono pensabili effetti terapeutici ascrivibili al penitenziario? Come s’influenzano reciprocamente la cura e il castigo?

Queste le principali domande che orientano il testo e che, attraverso il riferimento a molteplici esempi clinici, trovano alcune risposte e aprono, al contempo, nuove, aggiuntive questioni.

Nelle carceri si incontrano numerosi individui che, usando droghe e alcol, si sono temporaneamente liberati dall’Altro, per poi pagarne il prezzo con l’inabissamento nel tempo pietrificato della carcerazione. Tali soggetti smarriti, per mezzo dell’impiego di sostanze hanno provato l’illusione della completa libertà, divenendo viceversa sudditi in grado estremo, fino al reato, alla reclusione e al relativo ulteriore assoggettamento.

"Il mondo di ciascuno è gli occhi che ha", avverte Saramago nel Memoriale del convento e le pupille trattate dalla teoria e dalla prassi psicoanalitica consentono uno sguardo profondo e disincantato sul medesimo orrore, qualche volta "giustificato" da un guardare che non vede.

Il volume si rivolge a psicologi, psicoanalisti, psichiatri, medici, educatori, assistenti sociali e a tutti gli operatori impegnati nella cura e nella riabilitazione di alcolisti e tossicodipendenti, ma anche a magistrati e politici sensibili alle tematiche psicologiche e sociali, agli agenti di polizia penitenziaria che, insieme ai reclusi e agli operatori, abitano il penitenziario e a tutti i curiosi di un mondo allo stesso tempo alieno al cuore orrido della nostra civiltà.

Il testo si arricchisce del contributo della prefazione di Luigi Pagano, che per quindici anni è stato direttore della Casa Circondariale San Vittore di Milano, e della postfazione di Angelo Villa, psicoanalista ad orientamento lacaniano particolarmente attento al rapporto tra soggetto e istituzione.

Francesco Giglio, psicologo e psicoanalista ad orientamento freudiano lacaniano, vive ed esercita come libero professionista a Milano. Consulente dell’Unità Operativa Carceri dell’Asl Città di Milano presso la Casa Circondariale San Vittore, partecipa alle attività della SLP (Scuola Lacaniana di Psicoanalisi).

 

Franca Beccaria (a cura di)

SUL FILO DEL RISCHIO

Percezione del rischio tra i giovani e prevenzione dei traumi cranici

pp. 144, EURO 15,00, Cod. 1370.24 (U), Collana: Scienze e salute - Fondazione Cecchini Pace - coordinata da Mara Tognetti Bordogna, ISBN 88-464-6023-5

Il filo è uno degli oggetti che da sempre l’uomo ha utilizzato, attraverso le figure retoriche, per significare la vicinanza di universi apparentemente distanti (il filo rosso, il filo di Arianna), la distinzione, impalpabile quanto netta, di ambiti concettuali contigui (il sottile filo di separazione) ovvero l’astrazione di precarietà di equilibrio, di assenza di punti di riferimento certi, caratteristica di un percorso difficile (camminare sul filo) e rischioso (del rasoio).

L’universo giovanile è spesso caratterizzato da percorsi in territori di confine, dove un sottile, labile filo separa la consapevole elaborazione del rischio dall’attrazione quasi magnetica che questo esercita sui giovani e la loro convinzione di immortalità.

Sul filo del rischio rappresenta in questo senso un approfondito e accurato lavoro di indagine e analisi in materia di prevenzione del trauma cranico che, partendo dalla definizione di rischio e dalla percezione che i giovani ne hanno, contribuisce a fare chiarezza su alcuni punti fondamentali quali le dinamiche della percezione e della rappresentazione del rischio, come fare prevenzione, l’importanza dell’informazione.

Un rigoroso lavoro di ricerca che può offrire interessanti spunti di riflessione e formazione per gli operatori del settore, una vera e propria guida alla progettazione di strategie, linguaggi e mezzi per efficaci azioni di prevenzione dei traumi cranici e spinali.

Silvia Amici, esperta in comunicazione e nuovi media e uno dei soci fondatori di Eclectica. Da anni si occupa della progettazione di supporti per la prevenzione e la promozione della salute, basati sulla convergenza di media, linguaggi e canali diversi. Ha seguito la realizzazione di numerosi prodotti nel campo dell’edutainment e della didattica multimediale.

Franca Beccaria, sociologa, dottore di ricerca in alcologia e uno dei soci fondatori di Eclectica, agenzia di comunicazione e formazione, professore a contratto di sociologia della salute presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Ha partecipato a numerose ricerche sociologiche su giovani e comportamenti a rischio e alla progettazione e realizzazione di interventi di promozione della salute.

Marina Marchisio sociologa, responsabile del Centro Studi Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, collabora con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e con il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino. Ha svolto ricerche sui temi della prevenzione e della valutazione degli interventi di politica sociale indirizzati a target specifici (Giovani, immigrati, persone senza fissa dimora) .

Monica Piccoli, psicoterapeuta, opera in ambito clinico, formativo e preventivo. Collabora con la Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino e con la Scuola Interateneo di specializzazione per la formazione degli insegnanti della scuola secondaria.

 

Marcello Crivellini

SANITÀ, E SALUTE: UN CONFLITTO D’INTERESSE

I sistemi sanitari dei maggiori paesi europei e degli Stati Uniti

pp. 256, EURO 21,00, Cod. 1481.106 (V), Collana: La società industriale e post-industriale, ISBN 88-464-5963-6

L’organizzazione della sanità e la salute dei cittadini sono da sempre categorie interagenti ma diverse. Da alcuni decenni nei paesi industrializzati e a benessere diffuso il rapporto tra sanità e salute si è progressivamente trasformato e complicato. Sulla salute l’effetto positivo della sanità, intesa come insieme delle risorse strutturali, umane, tecnologiche e organizzative, è andato percentualmente riducendosi rispetto a quello ancor più positivo delle condizioni di vita, dell’alimentazione e di altri fattori socio-economici.

La quantità di sanità è invece esplosa e richiede risorse crescenti, ottenendo peraltro risultati certo positivi ma oggettivamente modesti in termini di salute. Risorse, modelli organizzativi, dimensioni quantitative e tipologie di cure sembrano sempre più a immagine e somiglianza della sanità piuttosto che della salute dei cittadini. Si assiste dunque ormai ad un palese conflitto tra gli interessi della sanità e quelli della salute.

Il volume descrive le tendenze delle principali grandezze sanitarie e di salute e i modelli organizzativi della sanità nei principali paesi industrializzati (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Svizzera, Spagna), tenendo conto delle più recenti riforme adottate negli ultimi anni e mesi. L’Italia sarà oggetto di un volume a parte, ma continui sono i riferimenti e i confronti.

Il volume si rivolge a coloro che hanno responsabilità decisionali a livello istituzionale, di programmazione o a livello di gestione di sistemi, strutture e unità operative sanitarie.

Chi programma sul territorio e chi opera nella gestione della sanità non può ormai ignorare tendenze, vincoli, opportunità e dimensione dei fenomeni che si manifestano con dinamiche simili in tutti i paesi industrializzati e che obbligano i governi ad una scelta sempre più difficile: continuare a privilegiare l’interesse della sanità o quello della salute?

Marcello Crivellini, è docente di Automazione e organizzazione sanitaria e direttore del Corso di formazione manageriale per la gestione, direzione e innovazione delle strutture sanitarie presso il Politecnico di Milano. È stato deputato al Parlamento, Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Commissario Straordinario di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

 

 

 

 

SOCIOLOGIA

 

Anna Fici

MONDO HACKER E LOGICA DELL’AZIONE COLLETTIVA

pp. 144, EURO 12,00, Cod. 243.2.5 (U), Collana: Comunicazione, Istituzioni e Mutamento sociale ISBN 88-464-5935-0

L’espressione hacker descrive, per l’opinione pubblica, il tipico criminale dell’information society: ladro, sabotatore o spia, nell’immaginario collettivo, l’hacker è solo colui che, in vari modi, prende di mira la risorsa fondamentale della società contemporanea, ossia l’informazione. Questa semplificazione stigmatizzante non è veicolata esclusivamente dai media. Ne sono in parte responsabili anche le scienze sociali che non hanno molto preso in considerazione il fenomeno.

Il volume si propone di andare invece più in profondità e di fare emergere la rilevanza politica dell’etica hacker e la connessione tra i valori di questa controcultura e alcune inedite forme di azione collettiva realizzate in rete. Tra queste analizza soprattutto le lotte per l’affermazione del free software, dell’open source e contro la brevettabilità del software.

Adoperando un linguaggio estremamente scorrevole, l’autrice affronta le complesse questioni che oggi stanno determinando l’assetto mediatico del futuro prossimo, illustrando come la cultura e la storia dell’umanità ne dipendano.

Anna Fici è ricercatrice in Sociologia giuridica e mutamento sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione. Attualmente, insegna Teoria e tecniche dei nuovi media e Sociologia della Devianza.

 

Guido Di Fraia

STORIE CON-FUSE. Pensiero narrativo, sociologia e media

Prefazione di Marino Livolsi

pp. 224, EURO 18,00, Cod. 244.1.2 (U), Collana: La cultura della comunicazione/Sezione I, ISBN 88-464-5922-9

"La narrazione non è opera di poeti, drammaturghi, romanzieri che riflettono su avvenimenti che non possedevano alcun ordine narrativo prima che ne fosse stato loro imposto uno dal cantore o dallo scrittore; la forma narrativa non è né travestimento né ornamento. … l’uomo nelle sue azioni e nella sua prassi tanto quanto nelle sue funzioni, è essenzialmente un animale che racconta storie" (MacIntyre, 1988).

È a partire da queste considerazioni che, negli ultimi decenni, l’interesse per le storie e le narrazioni si è progressivamente diffuso all’interno delle scienze sociali sino a costituirsi come un vero e proprio "paradigma narrativo".

Ricollegandosi a questo orizzonte di pensiero, il volume esplora quella che Di Fraia definisce la "dimensione triangolare" delle storie, risultato del loro posizionarsi (per lo meno) su tre livelli della realtà: nelle menti, nelle sequenze di azioni finalizzate a uno scopo e nei testi attraverso cui si oggettivizza il pensiero e si sedimenta la cultura.

L’autore prende dapprima in esame il pensiero narrativo in una prospettiva individuale e intra-psichica, per poi esaminare la dimensione narrativa dell’azione e della conoscenza sociale e giungere infine a riflettere sui media come principali narratori e costruttori di rappresentazioni socio-narrative della realtà.

La centralità delle storie nell’esperienza individuale e sociale diventano lo spunto sulla cui base l’autore s’interroga sul contributo che il paradigma narrativo potrebbe dare alla sociologia e alla communication research, proponendo alcuni spunti concreti in questa direzione.

Guido Di Fraia, ricercatore, è docente di Metodologia e tecnica della ricerca sociale presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo della Libera Università IULM di Milano e di Sociologia dei Media presso la sede di Feltre della stessa Università.

 

Renato Stella

L’IMMAGINE DELLA NOTIZIA

Nuovi stili giornalistici nella società dell’informazione

pp. 240, EURO 18,00, Cod. 244.1.3 (U), Collana: La cultura della comunicazione/Sezione I, ISBN 88-464-6001-4

La produzione di notizie da parte di televisione e stampa obbedisce sempre di più a regole commerciali e tecniche definite dal sistema globale dell’informazione e sempre di meno ai vecchi criteri professionali dell’"obiettività" del giornalista e della verifica "sul campo" dei fatti raccontati. Questo ha indotto una trasformazione radicale nei processi di preparazione e confezionamento di articoli e programmi, che sempre più tendono a rimanere sulla "superficie" della realtà che poi descrivono.

In particolare sta cambiando la funzione collettiva tradizionalmente svolta dai mezzi di comunicazione che, da garanti della trasparenza dell’azione di attori politici e istituzionali (in quanto "quarto potere" e "cani da guardia" delle libertà civili), si stanno progressivamente trasformando in cassa di risonanza dell’immagine e degli interessi degli attori medesimi. Nell’esercitare questa funzione i media si fanno creatori e custodi di segreti che assumono valenze diverse a seconda dei pubblici di riferimento, stratificati entro uno spazio comunicativo che possiede o ignora informazioni vitali per la sopravvivenza e la percezione del segreto stesso.

La ricostruzione teorica cui fa riferimento la prima parte del volume si articola intorno al tema del segreto prodotto e mantenuto dai media, mentre nella seconda se ne esplorano empiricamente alcune modalità concrete, che comprendono l’uso di fonti specializzate da parte di un quotidiano nazionale, la rappresentazione mediata delle élite locali e le strategie di discredito di verità ufficiali messe in campo da un programma televisivo d’inchiesta.

Renato Stella insegna Sociologia delle comunicazione di massa presso il Corso di Scienze sociologiche dell’Università di Padova. Per i nostri tipi ha pubblicato L’osceno di massa (1990). Attualmente si occupa di analisi dei pubblici e di nuove tecnologie della comunicazione.

 

 

Marco Giordani, Annie Noro (a cura di)

NAUTIBUS. Esperienze e strumenti di intervento sociale con gli adolescenti

pp. 288, EURO 19,00, con cd-rom, Cod. 1043.47 (U), Collana: Laboratorio sociologico/Ricerca empirica ed intervento sociale, diretta da Costantino Cipolla, ISBN 88-464-6043-X

Un camper attrezzato — il Nautibus — è diventato il simbolo di un progetto rivolto ai giovani e di un coordinamento di interventi e servizi territoriali mirati a promuovere l’agio tra di loro. L’esperienza del Nautibus illustra come sia possibile coniugare — attraverso l’uso di forme comunicative che consentono di entrare in sintonia con i giovani — la promozione della loro partecipazione sociale con azioni di prevenzione nei confronti delle loro azioni a rischio.

Il progetto si è proposto un triplice obiettivo di comprensione, prevenzione e promozione. Comprendere i significati attribuiti dai giovani ai temi dell’amicizia, del divertimento e dello sballo, nonché dei comportamenti a rischio cui sono esposti, rende possibile l’attivazione di strumenti volti tanto alla prevenzione di questi ultimi (affrontando i temi legati ai rischi sessuali e al consumo di droghe sintetiche e alcol) che alla promozione della partecipazione sociale giovanile. Per perseguire questi obiettivi è stata utilizzata la tecnica della ricerca-intervento.

Scopo del volume è fornire una metodologia di valutazione scientifica dell’intervento attuato con il Nautibus, proponendolo come possibile esempio di riferimento riproponibile anche in altre aree territoriali e adattabile ad altre esperienze. Del progetto si illustrano infatti modelli culturali di riferimento e aspetti teorici, metodologie, tecniche ed aspetti operativi del lavoro con i giovani, avvalendosi anche dell’utilissimo Cd-rom allegato, che presenta una grande quantità di materiali ed illustrazioni visive dell’intervento.

Il volume si propone dunque quale utile guida per operatori e progettisti e chiunque si occupi di progettazione e di interventi nel sociale.

Marco Giordani, sociologo e direttore dei progetti "Sui luoghi della frequentazione" e "Nautibus", è presidente della cooperativa CoSMO e si occupa di progettazione e direzione delle attività di ricerca e valutazione sugli interventi di promozione e prevenzione delle azioni a rischio rivolti ai giovani. Per conto di enti pubblici ha curato la formazione di insegnanti e genitori sui temi della comunicazione e dell’affettività.

Annie Noro, sociologa e responsabile delle relazioni del Progetto Giovani dell’Ambito di Cervignano del Friuli, ha coordinato la ricerca intervento sull’affettività e sessualità e le azioni relative alla progettazione partecipata dei luoghi d’incontro. Si occupa della formazione di insegnanti sui temi della comunicazione e dell’affettività secondo il modello cooperativo.

 

Mara Tognetti Bordogna (a cura di)

RICONGIUNGERE LA FAMIGLIA ALTROVE

Strategie, percorsi, modelli e forme dei ricongiungimenti familiari

pp. 352, EURO 26,00, Cod. 1144.15 (U), Collana: Politiche migratorie, coordinata da Mara Tognetti Bordogna, ISBN 88-464-5992-X

Il volume a partire da un lavoro di ricerca sui ricongiungimenti familiari in Italia, per conto della Commissione Integrazione e Affari Sociali, e analizza le molte forme del ricongiungimento familiare messe in atto nel nostro paese, le principali criticità di questo istituto, i cambiamenti di ruolo messi in atto dai diversi membri della famiglia. Analizza poi i comportamenti e le aspettative diverse tese ad effettuare il ricongiungimento sono i maschi o le femmine. Un capitolo specifico è dedicato al ricongiungimento dei minori, così come alle possibili politiche necessarie per sostenere questo fatto totale. Chiude il volume una comparazione della normativa a livello europeo.

Mara Tognetti Bordogna insegna Politiche immigratorie presso la Facoltà di Sociologia l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e coordina, per FrancoAngeli, la collana Politiche Migratorie; collabora inoltre con la Fondazione Cecchini Pace. Si occupa da anni di temi legati all’immigrazione e svolge attività di consulenza per l’implementazione di politiche sociali in presenza di utenza che cambia, argomento sul qual ha scritto numerosi saggi. Tra i lavori più recenti ricordiamo: Legami familiari in immigrazione: i matrimoni misti, (Torino, 2001); e, per i tipi FrancoAngeli, Ricongiungere la famiglia altrove. Strategie, modelli, forme dei ricongiungimenti familiari in Italia (2004).

 

Maurizio Ambrosini, Emanuela Abbatecola (a cura di)

IMMIGRAZIONE E METROPOLI. Un confronto europeo

pp. 400, EURO 26,50, Cod. 1144.17 (U), Collana: Politiche migratorie, coordinata da Mara Tognetti Bordogna, ISBN 88-464-5979-2

Il volume analizza le modalità di inserimento degli immigrati stranieri nei mercati metropolitani contemporanei, ponendo a confronto due contesti dell’Europa settentrionale (Berlino e Parigi) con due casi dell’Europa meridionale (Barcellona e Milano). Ovunque il lavoro ricco delle fasce professionali avvantaggiate dalle trasformazioni delle grandi città in punti-chiave di un’economia mobile e globalizzata richiede in vario modo il lavoro povero di nuovi immigrati, malgrado l’ortodossia restrittiva dominante a livello comunitario. Tra reticenze e ipocrisie, tutti i paesi europei sono tornati a essere importatori riluttanti di manodopera. Questa a sua volta sviluppa dinamiche autopropulsive e sforzi di promozione, attivando legami sociali basati sulla comune origine, con la formazione di quelle che vengono definite "reti etniche". Nuovi fenomeni ne derivano, come il passaggio al lavoro indipendente, che proprio nelle metropoli assume profili variegati e talvolta controversi.

Se le trasformazioni dei sistemi economici metropolitani hanno diversi tratti in comune, cambia tuttavia il frame temporale e istituzionale dei processi di incorporazione dell’immigrazione: nei paesi del Nord-Europa si è determinata una stratificazione di componenti vecchie e nuove dell’immigrazione, comunitaria ed extracomunitaria, con la formazione di seconde e terze generazioni. I paesi dell’Europa meridionale, nuovi arrivati tra i contesti riceventi, hanno dovuto affrontare con scarsa preparazione una trasformazione che li ha colti di sorpresa e stanno compiendo in tempi rapidi un non facile passaggio a società multietniche.

Le metropoli sono in ogni caso i luoghi cruciali dell’interazione e del conflitto, destinate ad anticipare trasformazioni sociali che impegneranno tutte le società europee nei prossimi decenni.

Maurizio Ambrosini insegna Sociologia e Sociologia delle migrazioni nell’Università di Genova, Facoltà di Scienze della formazione. Da diversi anni si occupa del fenomeno dell’immigrazione in Italia, con particolare riferimento all’inserimento nel mercato del lavoro. È responsabile scientifico del Centro studi Medì-Migrazioni nel Mediterraneo, di Genova.

Emanuela Abbatecola, insegna Sociologia del lavoro presso l’Università di Genova. Si occupa prevalentemente del ruolo delle reti di relazione nei processi di inserimento lavorativo di donne e immigrati, nonché di prostituzione straniera e tratta delle donne a fini di prostituzione.

 

Maria Stella Agnoli (a cura di)

LO STRANIERO IN IMMAGINE

Rappresentazione degli immigrati e pregiudizio etnico tra gli studenti del Lazio

pp. 496, EURO 25,00, Cod. 1315.4 (U), Collana: Il riccio e la volpe. Studi, ricerche e percorsi di sociologia, diretta da Enzo Campelli, ISBN 88-464-6084-7

Il tema di quest’indagine, realizzata su circa 3000 studenti di scuola secondaria superione nei cinque capoluoghi di provincia del Lazio, è l’occasione di un significativo incontro tra la riflessione intellettuale e l’attenzione ai problemi concreti della vita civile. Essa analizza le rappresentazioni che sono alla base delle credenze, delle opinioni, dei sentimenti e degli orientamenti all’azione dei giovani intervistati nei confronti degli stranieri immigrati - sintetizzati nelle dimensioni concettuali del pregiudizio etnico e della distanza sociale - alla luce delle forme del contatto che i giovani hanno con essi nei propri ambiti di vita e delle modalità di relazione sociale che vi ineriscono. Lo studio indaga analiticamente il ruolo che i processi di socializzazione familiare, scolastica, religiosa, politica e mediale svolgono, distintamente e nel loro concorso, nella definizione delle identità individuali e sociali dei giovani di questa fascia d’età e nell’attivazione di dispositivi di apertura/chiusura, inclusione/esclusione nei confronti dell’altro, qui determinato nella figura dello straniero immigrato. Il tema dell’indagine assume specifico rilievo con riferimento alla fascia d’età che abbraccia l’intero arco dell’adolescenza (dai 14 ai 19 anni), considerata terreno particolarmente fertile a cogliere la complessità delle questioni inerenti all’affermarsi della società multiculturale e multietnica e direttamente chiamata a gestirne gli sviluppi, in una cornice strutturale, la scuola, che è palestra di elezione dell’incontro e confronto con l’alterità. La stessa area territoriale dell’indagine, la Regione Lazio, costituisce un osservatorio altamente tipizzato delle reazioni che la presenza di stranieri immigrati suscita tra gli autoctoni in ragione del fatto, di grande rilevanza teorica nell’ambito della sociologia dello straniero, che i suoi capoluoghi di provincia sono rappresentativi di contesti altamente differenziati sul piano demografico, socio-economico e culturale, e dunque diversi dal punto di vista del sistema delle relazioni sociali che li caratterizza e che costituisce la condizione di sfondo in cui si realizza l’incontro con lo straniero.

Correda l’analisi dei risultati dell’indagine l’illustrazione dell’intervento seguito alla sua conclusione, specificamente incentrato sul tema dell’interculturalità e, più in generale, della diversità culturale, indirizzato agli insegnanti delle scuole coinvolte nella ricerca.

Maria Stella Agnoli è professore straordinario di Metodologia e tecnica della ricerca sociale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Roma "La Sapienza". Ha svolto numerose ricerche empiriche, in particolare sui temi della formazione sociologica, della professionalità scientifica e del disagio giovanile.

 

Società Italiana di Sociologia della Salute (S.I.S.S.) (a cura di)

LA SOCIOLOGIA DELLA SALUTE IN ITALIA: TEMI, APPROCCI, SPENDIBILITÀ

pp. 240, EURO 16,00, Cod. 1341.9 (U), Collana: Salute e Società, diretta da Costantino Cipolla,

ISBN 88-464-6018-9

Anche se la storia della Sociologia della salute in Italia ha poco più di due decenni, in questo breve arco temporale, essa sembra aver saputo "trarre il massimo vantaggio dall’arretratezza" colmando in buona parte il ritardo accumulato rispetto ad altre esperienze nazionali: superando, da subito, le ristrettezze del paradigma istituzionale-medico di matrice struttural-funzionalista per allargare l’orizzonte del proprio oggetto di studio al più vasto campo sociale della salute letto secondo un approccio teso a riconnettere sistema sociale e fenomenologia dell’esperienza individuale della salute/malattia in un’ottica di forte spendibilità operativa.

A partire dal 2000, la nuova stagione della Sociologia della salute in Italia si caratterizza attualmente per una rifondazione del proprio impianto teorico-concettuale che punta direttamente al superamento della tradizionale dicotomia tra approcci micro e macro in Sociologia, per una conseguente epistemologia correlazionale di tipo pluralistico e multidimensionale e per un ampliamento dei propri orizzonti di riferimento in un’ottica comparata. Il presente volume testimonia della pluralità di temi, approcci e metodologie di ricerca che essa ha saputo sin ad oggi dispiegare, su ambiti che vanno dall’analisi del sistema sanitario e delle professioni in esso operanti alla medicina di comunità, dai problemi dei servizi socio-sanitari in una società multietnica alla partecipazione dei cittadini e alla valutazione della qualità percepita degli interventi sanitari, dalle differenze di genere in relazione al corpo all’abuso di sostanze.

La fondazione della Società Italiana di Sociologia della Salute (S.I.S.S.) nella primavera del 2002, ha segnato l’avvenuto processo di maturazione della subdisciplina in un’ottica che cerca di andare definitivamente oltre la classica e tanto fortunata distinzione tra una "sociologia della medicina" di tipo accademico sociologico ed una "sociologia nella medicina" di tipo applicativo medico-sanitario suggerita da Straus, per proporsi come una "Sociologia con la medicina, per la salute", capace di divenire occasione di confronto e di interscambio tra i saperi e le esperienze anzitutto delle emergenti sociologie mediterranee della salute, entrando così a pieno titolo nel dibattito in corso a livello europeo (e non solo) sulle riforme sanitarie e sulle nuove politiche per la salute che l’era della globalizzazione richiede.

 

Claude-Jean Bertrand, Chiara Di Martino, Salvatore Sica

LA "MORALE" DEI GIORNALISTI

Deontologia dei media e qualità del prodotto editoriale

pp. 240, EURO 21,00, Cod. 1381.3.3 (U), Collana: Scienze della Comunicazione/Manuali, diretta da Mario Morcellini, ISBN 88-464-5952-0

In un momento storico in cui si discute quotidianamente della qualità dell’informazione, è possibile conciliare l’interesse economico dell’industria dei media con il rispetto della verità? Il volume dà una risposta affermativa, proponendo un insieme di strumenti - i M.a.s., Media accountability systems - che aiutino i giornalisti e, più in generale, i professionisti dei media, a confrontarsi con il proprio pubblico, sempre più consapevole e disincantato. Codici deontologici, sondaggi, Consigli di stampa, osservatori sui media: ecco alcuni dei mezzi mediante i quali un giornale può accrescere il proprio livello qualitativo, a tutto vantaggio del lettore, ma anche delle vendite.

La deontologia viene portata fuori dal proprio territorio tradizionale di "regola di categoria". Il libro indica una nuova prospettiva per conferire "sostanza" al controverso rapporto tra etica e media: è bene che a fare le leggi di settore siano gli stessi giornalisti, ma è chiaro che le stesse debbano essere sottoposte a meccanismi di controllo non interni soltanto alla "corporazione" giornalistica. Nel volume vengono indicate una serie di soluzioni operative che nascono da una rassegna ragionata di codici deontologici di vari paesi, inquadrati in prospettiva socio-comunicazionale, da un lato, e giuridica, dall’altro. Le tesi sono destinate a suscitare dibattito e probabilmente a creare la "solita" disputa tra i "sacerdoti della libertà di stampa" e gli assertori dei diritti del cittadino: l’auspicio sottinteso, in realtà, è che di questi temi si possa discutere "laicamente", oltre le contrapposizioni ormai abusate.

Claude-Jean Bertrand, professore emerito all’Institut Français de Presse, presso l’Università di Paris-2, in Francia. Ha al suo attivo circa venti pubblicazioni sull’industria dei media - americana ed europea - e sull’etica giornalistica. Molte delle sue opere sono state tradotte in diverse lingue. Deontologia e media. Sistemi di certificazione della qualità è stato tradotto in Brasile, negli Stati Uniti, in Portogallo, Romania, Armenia, Grecia e Corea. Salvatore Sica, ordinario di Diritto privato comparato presso l’Università degli Studi di Salerno, dove insegna anche Diritto europeo e comparato della comunicazione. Autore di saggi e monografie in tema di Diritto dell’informazione e della comunicazione. Componente del comitato scientifico di Diritto dell’informazione e della comunicazione. Componente del comitato scientifico del Consiglio Superiore della Magistratura. Chiara Di Martino, laureata in Scienze della comunicazione, collabora con la cattedra di Diritto europeo e comparato della comunicazione presso l’Università degli Studi di Salerno. Giornalista-pubblicista, autrice di ricerche monografiche sui profili giuridici della diffamazione on line.

 

Angela Mongelli

IL FUTURO DELLA FORMAZIONE. Un approccio sociologico

pp. 144, EURO 13,50, Cod. 1520.459 (U), Collana: Sociologia, ISBN 88-464-6108-8

Il lavoro si colloca all’interno del dibattito in merito al cambiamento della formazione nelle società complesse; si tratta di una riflessione sulle politiche e sulla progettazione di un sistema formativo all’interno dei più ampi processi di cambiamento che stanno caratterizzando gli scenari sociali.

L’Autrice intende effettuare una riflessione in merito al "dove va la formazione", o meglio ai cambiamenti che stanno interessando il contesto sociale e, conseguentemente, alle ricadute che il mutamento va determinando sui processi formativi. Ma, ragionare "sulla" e "della" formazione rimanda sia ad una riflessione teorica generale sia a un’analisi che centri l’attenzione sui paradigmi che muovono il discorso scientifico su di essa. Per questo l’Autrice ritiene importante effettuare una puntualizzazione sui fondamenti del discorso sottostante la formazione che renda possibile una precisazione dei concetti e delle categorie di riferimento. È ormai risaputo che il rapporto tra formazione e società è di tipo circolare, indicativo di un legame di reciproca implicazione e di rielaborazione dei processi educativi.

Non è casuale che in seguito al tramonto del disegno unico e prescrittivo che normava le società in qualità di "modello" di riferimento, la formazione sia entrata in crisi producendo la non ‘tenuta’ dei percorsi strutturati precedentemente e spingendo verso la costruzione di una nuova offerta educativa a cui si richiede di sintonizzarsi rispetto alle domande provenienti dalle soggettività (autorealizzazione, lavoro, ecc.) oppure di ricomporre l’incomunicabilità dei tradizionali attori ed agenzie che presiedono ai processi formativi (scuola, mondo del lavoro, enti locali, associazionismo, ecc.).

Altra questione cruciale del nuovo scenario è rappresentata dalla carenza di teorie commisurate al nuovo, che consentano di governare le leve del cambio della formazione e dove l’approccio costruttivista sembra rispondere meglio alle esigenze di un apprendimento di una società tardomoderna. Il nuovo modello formativo che faticosamente si va delineando, e che l’Autrice ricostruisce a partire da sperimentazioni avviate in contesti locali, si snoda secondo linee guida radicalmente differenti dalle precedenti in quanto cambia l’approccio all’attore sociale ora considerato non più come portatore di un bisogno ma come colui che, se orientato sa individuare le risorse per approntare risposte, che si colloca tra individualizzazione e personalizzazione, tra corsi e percorsi e tra pacchetti e cataloghi. La complessificazione della risposta, però, risulta praticabile solo se la si inquadra all’interno del mercato della formazione, una soluzione quest’ultima interessante in quanto mette in gioco una molteplicità questioni tra le quali assume particolare rilievo il "diritto di scelta" che ripropone la problematicità del garantire pari dignità, esistenza e risorse all’offerta pubblica e a quella privata.

Questo si incardina sulla capacità da parte dello Stato di mobilitare la domanda di percorsi formativi orientandola verso un’offerta proveniente dai fornitori (pubblici e privati) accreditati e in competizione fra loro. Si tratta di una soluzione che agisce un mix perché la formazione non può che essere appannaggio del mercato nel senso più ampio del termine, ma, ad un tempo, non può che contemplare un ruolo nevralgico dello Stato o dei diversi Enti territoriali

Angela Mongelli, è professore associato di Sociologia dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bari - Dipartimento di Psicologia.

 

Associazione Italiana di Sociologia

ANNI IN SALITA. Speranze e paure degli italiani

A cura di Giandomenico Amendola

pp. 328, EURO 25,00, Cod. 1520.473 (U), Collana: Sociologia, ISBN 88-464-6216-5

L’ultimo decennio è stato per l’Italia un periodo di mutamenti profondi, che hanno investito tutti gli ambiti della società sino a toccare la nostra vita quotidiana. Questi grandi cambiamenti sono stati accompagnati da un malessere diffuso e da un senso crescente d’insicurezza e di paura, che hanno generato tra la gente la sensazione di vivere in Anni in Salita. Questo malessere collettivo è dovuto anche alla difficoltà di trovare spiegazioni accessibili e convincenti per i nostri problemi quotidiani.

Alla conoscenza e alla comprensione di questi anni in salita ha inteso contribuire l’Associazione Italiana di Sociologia chiedendo agli studiosi ed ai gruppi di ricerca più prestigiosi dell’Università italiana di sintetizzare e mettere in comune le ricerche e le analisi condotte su questa complessa fase della nostra storia.

I saggi di questo volume danno efficacemente conto dei mutamenti che hanno trasformato negli ultimi anni la società italiana, analizzando l’economia, il lavoro, la religione, la scuola, la politica, la giustizia, la famiglia, le nuove generazioni, le politiche sociali, la cultura, la criminalità, la vita quotidiana.

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