logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina

Edizioni FrancoAngeli

viale Monza, 106 - 20127 Milano tel. 02 2837141

fax 02 2613268 email: ufficiostampa@francoangeli.it - www.francoangeli.it


 

Le NOVITA’ in libreria da: inizi giugno 2004

 

 

SOCIOLOGIA

 

Danilo Catania, Concetta M. Vaccaro, Gianfranco Zucca (a cura di)

UNA VITA TANTI LAVORI

L’Italia degli "atipici" tra vulnerabilità sociale, reti familiari e auto-imprenditorialità

pp. 192, € 17,00, Cod. 96.6 (U), Collana: Atmosfere sociali: collana dell’Iref, ISBN 88-464-5620-3

Il tema della flessibilità del lavoro ha acquisito negli ultimi anni un rilievo crescente nel dibattito politico e scientifico. Studiosi, politici e dirigenti del mondo sindacale e imprenditoriale hanno offerto diverse diagnosi sulle principali trasformazioni in atto nell’economia globale e, più in particolare, nel mercato del lavoro tardo-capitalistico. In breve, il lavoro atipico è diventato un motivo di riflessione talmente ricorrente da alimentare il "mito della flessibilità". Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i nuovi lavori (dagli ex co.co.co, ai contratti a progetto, sino a giungere ai cosiddetti lavori "a chiamata") vengono analizzati in rapporto al passato industriale: così facendo, si oppone la precarietà e la discontinuità delle odierne modalità di occupazione flessibile alla stabilità ed alla continuità del "posto fisso". A ben vedere, questa visione contrapposta non aiuta a comprendere gli attuali scenari sociali: infatti, ci dice solo che cosa non è più il lavoro, ma non cosa sarà in futuro.

Il volume presenta i risultati di un’indagine sul lavoro atipico in Italia, nata dalla collaborazione fra Iref e Censis. La ricerca, realizzata su un campione rappresentativo di lavoratori flessibili, combina metodi qualitativi e quantitativi, al fine di approfondire la condizione complessiva degli intervistati: la loro posizione nel mercato del lavoro; le strategie per dare continuità ad esperienze lavorative disarticolate; il ruolo di sostegno delle reti familiari e amicali; i progetti di vita e le aspettative professionali.

L’indagine fa emergere un quadro ricco ed articolato, dove i costi e i benefici della flessibilità si distribuiscono in modo differente a seconda del grado di vulnerabilità sociale dei lavoratori "atipici". Quest’ultimo aspetto ha delle ripercussioni rilevanti per la riforma del mercato del lavoro. Il nuovo welfare, infatti, dovrà inevitabilmente tener conto del carattere mutevole delle biografie dei "flessibili" (in sostanza dei loro punti di forza e di debolezza). Nella parte conclusiva del libro, vengono sviluppate alcune idee e proposte per far sì che la flessibilità del lavoro non rischi di diventare sinonimo di insicurezza esistenziale.

Danilo Catania è ricercatore presso l’Iref. Si occupa in particolare degli aspetti metodologici della ricerca. È autore di indagini e studi sull’economia locale e sulle prospettive di sviluppo del welfare state. Ha pubblicato diversi saggi su questi argomenti.

Concetta M. Vaccaro, esperta di politiche sociali e di valutazione dei servizi, è direttore di ricerca e responsabile del settore Welfare e diritti di cittadinanza della Fondazione Censis. Si occupa di studi e ricerche sugli aspetti centrali delle politiche sociali, con particolare riferimento ai problemi e le prospettive evolutive di sanità, previdenza e politiche socio-assistenziali. È autrice di numerosi saggi ed interventi su tali temi.

Gianfranco Zucca è ricercatore presso l’Iref, dove si occupa di metodologie qualitative; inoltre svolge studi e ricerche sulle nuove tecnologie applicate al mondo del lavoro e alla formazione professionale.

 

Maddalena Colombo

RELAZIONI INTERETNICHE FUORI E DENTRO LA SCUOLA

pp. 160, € 12,00, Cod. 907.5 (U), Collana: I.S.MU-Fondazione per le Iniziative e lo Studio sulla Multietnicità, ISBN 88-464-5570-3

Negli ultimi anni si sono moltiplicati a livello locale gli interventi di supporto scolastico per la scolarizzazione degli immigrati di seconda generazione e dei minori nomadi, sotto la spinta di un più generale riconoscimento del diritto dell’istruzione e della volontà di inclusione sociale della popolazione straniera in Italia. Come insegna l’esperienza dei paesi di più antica immigrazione, la presenza di alcuni stranieri e nomadi, particolarmente elevata nella scuola dell’obbligo, pone numerosi problemi riguardo sia alle reali possibilità di successo scolastico sia alle ricadute sul sistema.

Il volume presenta riflessioni teoriche, unitamente a considerazioni emergenti dalla ricerca empirica e spunti operativi. Partendo da un’analisi sociologica del termine "integrazione" come trattamento delle differenze, applicato sia alla società nel suo complesso sia alla via scolastica, considera le differenze etniche nei meccanismi di partecipazione scolastica con particolare attenzione alle disuguaglianze etniche di fronte all’accesso e al successo formativo. Tra gli impatti prodotti dalla presenza straniera nel sistema scolastico, vengono focalizzate sei "questioni aperte" altamente rilevanti: la composizione delle classi, le strategie di accoglienza, la valutazione delle competenze linguistiche, la tutela delle minoranze linguistiche, la lotta all’insuccesso scolastico, la trasformazione del curricolo in senso interculturale. Dalla combinazione fra questi fattori sorge, in ogni realtà scolastica nazionale e locale, un modello di integrazione degli alunni stranieri e nomadi che produce determinati esiti formativi e sociali.

In base a queste premesse, il volume presenta uno studio empirico svolto nel Comune di Brescia al termine di un programma complesso di interventi a favore della scolarizzazione degli immigrati e ne valuta gli effetti sia sul modo di fare scuola e sulle figure professionali coinvolte (insegnanti e mediatori stranieri), sia sul comportamento degli attori sociali (scuole, amministrazione locale, consigli di circoscrizione e associazionismo) in termini di capacità di iniziativa e raccordo interistituzionale. Il quadro che ne emerge sottolinea il protagonismo dell’ente locale, che ha stimolato la volontà di accoglienza delle scuole attivando sinergie "dal basso", anziché imporre un modello di integrazione assimilativo e formale.

Maddalena Colombo è ricercatrice di Sociologia generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano. Insegna Sociologia dell’educazione a Brescia. Si occupa da anni di processi formativi e sistemi scolastici e collabora con il Settore Scuola e formazione della Fondazione ISMU. Ha svolto varie indagini sul rapporto tra immigrazione e formazione. Di recente ha pubblicato uno studio su Scuola e comunità locali (Roma, 2001).

 

Fatima Farina

FORZE ARMATE:FEMMINILE PLURALE

Il femminile e il maschile del militare nella transizione dalla comunità maschile al sistema di genere

pp. 304, € 25,00, Cod. 1520.443 (U), Collana: Sociologia, ISBN 88-464-5651-3

Il volume si propone di esplorare a tutto campo i confini del maschile e del femminile rispetto ad una delle istituzioni che più di ogni altra, ancora oggi, è connotata da dinamiche omosociali. E’ mantenendo il loro assetto andromorfo che le Forze armate hanno accolto e si sono preparate ad accogliere, anche nel nostro paese, la componente femminile.

Attraverso un percorso teorico empirico l’autore intende guardare senza pregiudizi a quello che è un legame fortemente sessuato tra cittadini e Forze armate, dentro e fuori delle stesse. Nella prima parte si approfondisce la costruzione di tale legame sessuato, esplorando quali modelli di mascolinità e di femminilità si sono forgiati attraverso un diverso esercizio della cittadinanza e del diritto a Proteggere o ad essere Protette.

Si procede lungo un percorso dentro e fuori l’organizzazione militare, con l’intento di individuare le frontiere del maschile e femminile e del loro continuo mutare in conseguenza delle relazioni che di volta in volta si stabiliscono. Entrando dentro il mondo militare, si propone una comparazione delle diverse esperienze straniere e una riflessione sulle dinamiche organizzative che con la comparsa delle donne nel mondo maschile per eccellenza si palesano. A tale proposito, si analizzano sia le scelte politico-organizzative adottate nel tempo dai vari paesi, soprattutto membri dell’Alleanza atlantica, sia la produzione scientifica e i contributi di ricerca italiani e stranieri pubblicati in questo ambito.

Da ultimo, una riflessione sulla esperienza italiana, considerata a lungo un caso-limite sia per il lungo iter legislativo che ha avuto la legge sul servizio militare femminile, sia per il dibattito pubblico che comunque dalla prima proposta di legge non si è mai spento del tutto (e quest’ultima parte del volume contiene anche uno studio di caso riguardante un’associazione femminile di aspiranti soldato).

Fatima Farina, ricercatrice presso la Facoltà di Sociologia della Libera università degli studi di Urbino dove insegna Sociologia del lavoro. Visiting Scholar presso l’università del Maryland ha approfondito i suoi studi sulle organizzazioni militari in transizione

 

Paolo Landri, Luca Queirolo Palmas (a cura di)

SCUOLE IN TENSIONE

Un’indagine sulle micropolitiche della scuola dell’autonomia

pp. 192, € 19,00, Cod. 1520.451 (U), Collana: Sociologia, ISBN 88-464-5666-1

Il sistema scolastico del nostro paese è attraversato da diverse traiettorie di cambiamento che riguardano i diversi aspetti del tessuto organizzativo delle scuole. Tali cambiamenti producono all’interno dei singoli istituti scolastici una tensione tra diversi generi organizzativi che si riflette nel difficile (e non ancora del tutto definito) passaggio tra il "vecchio" government della scuola (il modello della burocrazia scolastica) e la "nuova" governance dell’istruzione e della formazione. In questo volume si riflette su tale tensione attraverso un’indagine empirica - realizzata attraverso un’articolata e approfondita serie di studi di caso, non disgiunti da un confronto con le principali ricerche in questo ambito in questi anni - sulle modalità di traduzione in pratica delle politiche dell’organizzazione nella fase del transito all’autonomia scolastica. La ricerca, che segue l’approccio dell’analisi delle micropolitiche della scuola, suggerisce l’opportunità di ampliare, nell’ambito degli studi sulle riforme scolastiche, una prospettiva di analisi "dal basso" dei processi di messa in opera delle riforme allo scopo di poter comprendere, in un modo più prossimo al dettaglio delle attività ordinarie degli istituti scolastici, in che misura le politiche di cambiamento incidano sul campo professionale, sui modi di governo e sugli oggetti dell’organizzazione e sulle attività proprie della scuola.

Paolo Landri è Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali e insegna Sociologia presso l’Università di Napoli "Federico II". I suoi interessi di ricerca riguardano un ambito di studi che si muove tra la sociologia dell’educazione, gli studi organizzativi e l’analisi delle politiche pubbliche. Tra le sue pubblicazioni più significative ricordiamo: L’innovazione nella scuola. Pratiche di cambiamento in una scuola elementare, Napoli, Dante & Descartes, 2000

Luca Queirolo Palmas è Ricercatore presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova e insegna Sociologia dell’Educazione. Negli ultimi anni si è interessato al fenomeno dell’immigrazione e in particolare al rapporto tra processi migratori e disuguaglianza d’accesso all’istruzione. Tra le pubblicazioni ricordiamo: Una scuola in comune (con G. Giovannini), Fondazione Giovanni Agnelli, 2001 e Classi Meticce (con E. Fravega), Carocci, 2003

 

Lucia Boccacin, Giovanna Rossi (a cura di)

STILI PARTECIPATIVI EMERGENTI NEL VOLONTARIATO GIOVANILE

pp. 192, € 15,00, Cod. 1534.4.8 (U), Collana: Sociologia e politica sociale/Studi, saggi, documenti, diretta da Pierpaolo Donati, ISBN 88-464-5489-8

Il volontariato giovanile emerge dalle recenti indagini sociologiche come una specifica forma di azione solidaristica, della quale è possibile individuare i tratti distintivi, le nuove modalità di "affiliazione" che connettono i soggetti alle organizzazioni e ciò che esita da tale processo nella società.

Per comprendere appieno tale fenomeno è fondamentale delinearne i percorsi di partecipazione civica e solidale che lo caratterizzano muovendosi sul piano delle motivazioni individuali, su quello comportamentale, su quello informale, su quello gruppale, su quello organizzativo, su quello sociale, come chiariscono i contributi contenuti nel presente numero della rivista.

Particolare attenzione è posta alle potenzialità innovative che gli stili partecipativi agiti dai giovani volontari presentano, sia rispetto al funzionamento organizzativo sia per quanto concerne la risposta al bisogno sociale. Sono, inoltre, messe a tema le risorse relazionali, culturali e strutturali di cui i giovani volontari dispongono e il ruolo svolto dalla trasmissione intergenerazionale nella conservazione e nella rigenerazione del patrimonio etico-solidaristico.

Il quadro conoscitivo che emerge con riferimento al volontariato giovanile, trova una attuale sintesi nel concetto di capitale sociale e nel ruolo strategico rivestito dalla multipartecipazione associativa nella sua realizzazione.

Complessivamente la riflessione condotta sul volontariato giovanile suggerisce come sia più che mai necessaria oggi la presenza di ambiti nei quali la dimensione soggettiva e intersoggettiva si possano incontrare, le appartenenze ascritte ed elettive e le diverse generazioni possano trovare punti di connessione innovativi sotto il profilo della generatività sociale.

 

 

SERVIZI SOCIALI, SANITA’

 

Roberto Ginosa, Alessandro Rudelli

DROGHE E SCUOLA

Sguardi, saperi e rappresentazioni degli insegnanti su droghe e geografie scolastiche

pp. 384, € 24,50, Cod. 1130.168 (U), Collana: Scienze della formazione/Ricerche, ISBN 88-464-5417-0

Da tempo la scuola italiana sembra essere particolarmente esposta alle crisi che percorrono tanto le strutture sociali fondamentali quanto le relazioni fra le generazioni che di quelle strutture dovrebbero costituire la ragione e gli snodi. In particolare, da quando alle funzioni didattiche sono, con sempre maggior insistenza, associate attese diagnostiche, i docenti cominciano ad apparire come portatori sani di disagio ai quali è richiesta risposta nei confronti delle manifestazioni insane del disagio adolescenziale.

Nel malessere giovanile, il fallimento scolastico, così come l’uso e abuso di sostanze psicoattive, da poco intrecciati alle sintomatologie dell’aggressività od alle patologie dell’alimentazione, costituiscono i primi e spesso più clamorosi segnali di quelle crisi. E come tali sono tradizionalmente all’attenzione degli studiosi.

Ma che cosa succede se questo disagio si incrocia con quello dei docenti, se questo malessere intercetta una sofferenza analoga, anche se spesso speculare? E quali geografie, quali saperi, quali rappresentazioni, infine, quali atteggiamenti si manifestano nelle decisioni e nelle condotte che i docenti sono portati ad assumere quotidianamente?

Intrecciandosi con le qualità disorientanti dei nuovi comportamenti giovanili, con l’accelerazione veicolata dai modelli di vita proposti dai ragazzi, con il turbinante incedere delle varietà esperienziali dell’adolescenza, gli insegnanti sono chiamati a costruire un proprio orizzonte rappresentativo ed un proprio flusso interpretativo in un ambiente che pare poter accogliere solo i simulacri delle esperienze autentiche.

Ribaltando il focus tradizionale delle più recenti indagini epidemiologiche sull’uso delle sostanze stupefacenti, questa ricerca, a partire da un campione ampiamente rappresentativo dei docenti delle scuole superiori di Milano, percorre gli itinerari qualitativi che consentono agli autori di individuare quei profili tipologici e quelle varietà topologiche con cui delineare alcune prime risposte ai quesiti sopra indicati.

Lungi da ogni intento classificatorio, il lavoro tratteggia risposte come apertura di ambiti problematici, delinea snodi per ulteriori interrogazioni, cerca le linee prospettiche delle trasformazioni cui è soggetto lo spazio relazionale scolastico.

Questa ricerca è stata finanziata dall’ASL Città di Milano, ex L.R. 45/99, sul Fondo Nazionale Lotta alla Droga. Alla realizzazione della ricerca hanno collaborato l’Associazione Lotta all’AIDS (A.L.A.) e l’Associazione Contrasti Onlus.

Roberto Ginosa, formatore, ricercatore. Studioso di processi sociali collettivi e dei fenomeni che caratterizzano i piccoli gruppi naturali o artificiali, svolge attività di formazione e supervisione in ambito didattico e psicosociale. Come ricercatore ha realizzato la prima ricerca su "Nuove Droghe a Milano" in Ecstasy e nuove droghe (Franco Angeli, 1998), oltre a diverse ricerche sulla prevenzione dell’AIDS per l’Associazione Saman e per l’Associazione A.L.A., sulle comunità terapeutiche per tossicodipendenti ("Fuori Orario", Milano 1995). Responsabile dell’Ufficio Progetti dell’Associazione Saman e socio fondatore dell’Associazione Contrasti di Milano.

Alessandro Rudelli, formatore, ricercatore sociale. Studioso dei processi di marginalizzazione e delle dimensioni biopolitiche proprie alle procedure di controllo. Consulente di enti pubblici e di organizzazioni del privato sociale in analisi ed interventi relativi al campo penitenziario, all’area penale minorile ed alle tossicodipendenze. Membro del Comitato Scientifico della rivista "Millepiani", socio fondatore dell’ Associazione "Contrasti".

 

Giovanna Vicarelli (a cura di)

IL PARADIGMA PERDUTO?

Medici nel duemila

pp. 240, € 16,00, Cod. 1341.7 (U), Collana: Salute e Società, diretta da Costantino Cipolla, ISBN 88-464-5610-6

La professione medica oggi, in Italia, essa si trova di fronte ad una carenza di identità almeno su tre diversi livelli.

In primo luogo i medici fanno fatica a riconoscere e sviluppare il proprio senso di appartenenza a un sistema sanitario in continuo cambiamento strutturale e simbolico che tende, peraltro, a minare quel patto tra i medici e lo stato che è alla base del riconoscimento pubblico della professione e che costituisce il prerequisito di una dominanza professionale intesa, in primo luogo, come possibilità di decidere le modalità del proprio lavoro e il compenso per le attività svolte. D’altro lato anche il rapporto con il malato tende a divenire sempre più sfuggente e complesso a seguito del tentativo, da parte di quest’ultimo, di superare quella posizione di "minorità non dovuta" che egli esprimeva in passato nei riguardi del medico per sostituirla con una qualche forma di condivisione di responsabilità nel trattamento terapeutico e nella cura. A tale ridefinizione sociale del rapporto con lo stato e con i cittadini-pazienti si accompagna la necessità, per i medici, di mettere in discussione i tradizionali rapporti di dominio sulle altre occupazioni sanitarie avviando con esse una negoziazione volta alla individuazione di forme rinnovate di collaborazione.

È con la consapevolezza di tali cambiamenti che i contributi presentati in questo numero di Società e Salute lasciano intravedere uno spostamento complessivo degli equilibri di potere all’interno delle reti e delle organizzazioni che si occupano della cura e della salute. Uno spostamento che assume i tratti di una democratizzazione pluralistica che prende lentamente il posto di un regime oligarchico e spesso monocratico di cui la medicina scientifica e la professione medica sono stati fino ad oggi i cardini.

Tuttavia le configurazioni più democratiche e pluralistiche che vanno delineandosi dimostrano caratteri di fragilità. E ciò non solo perché può prefigurarsi una situazione di deresponsabilizzazione collettiva nei riguardi della protezione sanitaria, oppure conflitti più o meno latenti tra tutti i soggetti coinvolti, ma perché una figura tradizionalmente impegnata in una relazione di aiuto rischia di perdere, nelle nuove condizioni sociali, una capacità di azione che per sua natura è legata a obiettivi di lungo periodo e al riconoscimento non meramente strumentale delle persone con cui entra in contatto. Tale situazione di crisi sembra avere importanti ripercussioni sull’attività professionale dei medici, ma anche sul benessere psico-fisico della categoria.

 

Anna Maria Bertazzoni, Antonio De Angeli (a cura di)

ETICA COMUNICAZIONE E SALUTE

Tutela della persona e principio di autonomia in sanità: percorsi sperimentali di educazione alla salute

pp. 144, € 13,00, con allegato cd-rom, Cod. 1350.17 (U), Collana: Sanità, ISBN 88-464-5593-2

I progressi della medicina e della ricerca genetica hanno prodotto profonde trasformazioni nell’approccio alla salute, alla malattia, alla cura ed alla morte; non a caso sempre più spesso si discute a proposito del fondamento etico di scoperte scientifiche e loro ricadute, dell’agire quotidiano dei professionisti della sanità, del ruolo della comunicazione mediatica, del senso che viene attribuito al concetto di salute nei diversi contesti culturali.

Con questo libro si vuole contribuire alla riflessione circa il ruolo che il servizio pubblico è chiamato a svolgere per favorire lo sviluppo dei principi di autonomia e di tutela della persona nell’ambito della salute, proprio in un momento di grande rivisitazione dei temi etici. Quello che qui si propone è il frutto di un lavoro pluriennale realizzato nel contesto territoriale di quattro Aziende sanitarie toscana (Arezzo, Firenze, Grosseto, Massa e Carrara) nell’ambito del quale si è cercato di individuare e sperimentare strategie comunicative ed educative di promozione della salute e di costruzione della consapevolezza dei diritti di informazione. In particolare si è concentrata l’attenzione su alcuni target di popolazione: anziani, immigrati, minori ed adolescenti.

Nel testo si dà conto delle acquisizioni raggiunte, delle difficoltà e dei nodi problematici, ripercorrendo, come in una sorta di "diario", le scelte metodologiche ed il dibattito culturale che hanno accompagnato il lavoro sul campo. Una attenzione particolare si è riservata al ruolo e alle possibili interazioni fra i diversi organismi del servizio pubblico (Comitati etici locali, Urp, Unità Operative di educazione alla salute) chiamati a "produrre" una comunicazione di salute efficace e capace di sostenere i processi di autonomia di tutti i cittadini. Buona parte del lavoro empirico ha, infatti, ruotato attorno alla necessità di individuare una metodologia di lavoro condivisa fra diverse istituzioni e professioni, di agirla nelle numerose iniziative di informazione e formazione ed infine consolidarla nella pratica quotidiana delle Aziende sanitarie. Nel CD allegato si propongono, i diversi approfondimenti empirici realizzati (e gli strumenti utilizzati: questionari e relative elaborazioni), i "prodotti" multimediali e a stampa, i percorsi di formazione nonché gli atti amministrativi che hanno permesso ed accompagnato l’intero percorso.

Anna Maria Bertazzoni, sociologa, socia dell’Iress (Istituto regionale emiliano-romagnolo per i servizi sociali e sanitari) dal 1989, si occupa da anni di promozione della salute e modelli organizzativi a sostegno delle politiche di welfare. Attualmente è direttore generale dell’Istituto degli Innocenti di Firenze.

Antonio De Angeli, psicologo, psicoterapeuta, giornalista pubblicista, è direttore dell’Unità operativa di Educazione alla salute comunicazione informazione dell’Azienda USL 1 di Massa e Carrara e del Centro di documentazione per l’educazione alla salute dell’Area Vasta Nord Ovest della Regione Toscana. È docente a contratto all’Università di Siena.

 

Gerardo Magro (a cura di)

TOSSICODIPENDENZA: "MALATTIA" D'AMORE?

pp. 96, € 12,00, Cod. 2000.1064 (U), ISBN 88-464-5677-7

Approcciato fin dagli esordi con interpretazioni ed interventi di natura medico-psichiatrica, psicologica, sociologica, il fenomeno tossicodipendenza costituisce ancor oggi un problema altamente complesso e di difficile soluzione. Seppur generalmente considerata una malattia e curata come tale, la tossicodipendenza si presenta in realtà con caratteristiche afferenti la dimensione organica, psichica, spirituale, morale, educativa, peculiari della persona in stato di dipendenza, tanto da sollecitare una serie di interrogativi: è la tossicodipendenza una malattia? E qualora lo fosse, è da considerarsi una malattia simile a tante altre o, soprattutto, una "malattia" d’amore?

A questi interrogativi questo volume, sintesi del meeting di studio organizzato dalla Comunità per tossicodipendenti "San Filippo Neri" di Putignano (Bari) cerca di offrire una risposta attraverso le voci di autorevoli studiosi e operatori d’Italia impegnati nella ricerca e nell’applicazione di nuove strategie nei confronti della persona tossicodipendente invitando il lettore e chiunque altro si occupi del fenomeno droga ad approfondire tale riflessione per aprire nuovi orizzonti di ricerca e di intervento.

Gerardo Magro è Cultore della Materia presso la Cattedra di Pedagogia Sociale della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari, Direttore del Centro Pedagogico "Paideia" (progettazione, formazione, supervisione) e consulente pedagogico della Comunità per tossicodipendenti "San Filippo Neri", entrambi siti in Putignano (BA). Oltre a numerosi articoli su riviste specializzate ha pubblicato Stress e burnout (Roma, 1999), Genitori senza stress (Angeli, 2002) e La comunità per tossicodipendenti: un progetto pedagogico (Angeli, 2004).

 

 

PSICOLOGIA

 

Maurizio Andolfi (a cura di)

FAMIGLIE IMMIGRATE E PSICOTERAPIA TRANSCULTURALE

pp. 160, € 16,00, Cod. 1249.1.14 (V), Collana: Psicoterapia della famiglia/Clinica, diretta da Camillo Loriedo, ISBN 88-464-5639-4

Questo volume raccoglie i saggi di autorevoli studiosi della famiglia che operano in Paesi con storia, tradizioni e sviluppo socio-economico profondamente variegati.

Ed è proprio la varietà delle esperienze di psicoterapia con famiglie di culture diverse che rende questo volume prezioso ed unico nel suo genere. Il lettore potrà scorrere le pagine di questa opera e trovarsi ora in Nord-America, ora nei Paesi dell’America Latina, oppure in Oriente o infine in Europa e in Italia.

In questo viaggio transculturale vengono posti interrogativi cruciali su come entrare in contatto con le altre culture, su come riconoscere i nostri preconcetti ed avere la volontà di sostenere le famiglie immigrate e di affrontare i pregiudizi della società dominante.

Il dibattito su come osservare la dimensione culturale e su come utilizzarla in psicoterapia è assai aperto e controverso; in realtà si tratta di una tematica che, dopo una fase pionieristica assai promettente, sviluppata negli Anni Settanta-Ottanta, è stata decisamente trascurata nello sviluppo delle teorie e terapie sistemiche delle ultime decadi, eppure appare basilare per costruire un modo nuovo di pensare e praticare la terapia familiare, reintroducendo sentimenti, affetti, radici familiari ed etniche, dimensione sociale nel paradigma sistemico. Questa trasformazione è ancor più urgente oggi, periodo storico in cui l’Italia, da paese a forte propensione migratoria, sta conoscendo un’inversione di rotta, che la porta ad accogliere un sempre crescente numero di stranieri, che portano con sé valori, tradizioni, credenze religiose, abitudini e problemi assai diversi dai nostri.

Esiste allora per il clinico l’esigenza di guardare "oltre la stanza di terapia" o l’istituzione di cura in cui opera con una lente adatta a cogliere le diversità culturali come valore e come risorsa, ma insieme capace di apprezzare quegli elementi di ineguaglianza sociale che operano a tanti livelli nella società di accoglienza.

Famiglie immigrate e psicoterapia transculturale è un libro rivolto a tutti quei professionisti che operano nel sociale per comprendere e aiutare famiglie di altre culture, coppie miste ma allo stesso tempo per aumentare la sensibilità e l’apertura delle nostre istituzioni verso le variabili culturali.

Scritti di: Andolfi Maurizio, Lars Brok, Lorena Cavalieri, Irene Cornish, Vincenzo Di Nicola, Audrey E. Ellenwood, Celia Jaes Falicov, Natale Losi, Tazuko Shibusawa

Maurizio Andolfi è neuropsichiatra infantile e Professore di Psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari presso l’Università "La Sapienza" di Roma. Dirige l’Accademia di Psicoterapia della Famiglia e la nota rivista Terapia Familiare. È autore di volumi e contributi su tematiche familiari editi in Italia e in vari paesi del mondo. Per i nostri tipi ha già pubblicato Il padre ritrovato (2001), I pionieri della terapia familiare (2003 2° ed.) e con V. Cigoli La famiglia d'origine. L'incontro in psicoterapia e nella formazione (2003).

 

Luigi Onnis

IL TEMPO SOSPESO. Anoressia e bulimia tra individuo, famiglia e società

pp. 288, € 24,00, Cod. 1250.68 (V), Collana: Psicoterapie, ISBN 88-464-5494-4

L’anoressia e la bulimia sono disturbi del comportamento alimentare in crescente espansione (specialmente le forme bulimiche) nelle società contemporanee a benessere avanzato. Diffuse soprattutto tra gli adolescenti, prevalentemente di sesso femminile, esse esprimono, però, una sofferenza che va al di là del puro problema nutrizionale, e coinvolge la sfera psicologica e quella relazionale.

Il libro vuole, appunto, restituire a questi disturbi il significato di "fenomeni complessi", in cui si intrecciano molteplici componenti, sempre strettamente collegate:

- influenze socio-culturali che si riferiscono alle profonde trasformazioni del ruolo della donna, in una società che mette in vetrina corpi eternamente giovani ed efficienti;

- aspetti psicologici individuali che, nel problematico rapporto col corpo esprimono una complessiva difficoltà di crescita;

- dinamiche familiari che, nelle rigidità delle interazioni dei legami e dei miti condivisi, evidenziano un "corpo familiare" che sembra arrestarsi nelle proprie capacità evolutive.

C’è dunque, un filo conduttore che attraversa le molteplici componenti in gioco in questi disturbi: il tentativo impossibile di sospendere il tempo dello sviluppo e della crescita.

Di questo "tempo sospeso", il corpo anoressico e bulimico offre una suggestiva metafora, di cui vanno pazientemente ricostruiti i significati.

Il libro fornisce al lettore una guida essenziale in questo percorso, proponendo ipotesi interpretative che consentano una più chiara comprensione dell’anoressia e bulimia e forniscano più efficaci orientamenti terapeutici.

Esso si rivolge, dunque, sia agli operatori dell’area medica, psicologica, psicoterapeutica che si confrontano direttamente con questi disturbi, sia a quanti a qualsiasi titolo (educatori, pedagogisti, assistenti sociali, insegnanti, genitori) sono interessati a capire, in modo aggiornato e approfondito, il senso di una sofferenza sempre più diffusa tra le nostre giovani generazioni.

Luigi Onnis, neuropsichiatria e psicoterapeuta familiare, è professore di Psichiatria, Psicologia Clinica e Psicoterapia presso l’Università di Roma "La Sapienza". È direttore didattico dell’I.E.F.CO.S. (Roma) e presidente dell’I.E.F.CO.S.T.RE (Cagliari), Scuole riconosciute di Psicoterapia sistemico-relazionale. Coordina da anni, presso il Servizio universitario di Terapia Familiare, un gruppo di ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare, i cui componenti hanno collaborato alla stesura di questo libro. È autore di numerosi volumi, editi in campo nazionale e internazionale: tra questi Dove va la psichiatria? (Feltrinelli, Milano, 1980); Corpo e contesto (Nis, 1985); Famiglia e malattia psicosomatica (Nis, Roma, Roma, 1988); Les langages du corps (Esf, 1996); La palabra del cuerpo (Herder, 1997); Se mio figlio ha l’asma (Angeli, Milano, 1997). È fondatore e direttore della Rivista Psicobiettivo (Angeli).

 

Santo Di Nuovo, Maurizio Cuffaro

IL RORSCHACH IN PRATICA

Strumento per la psicologia clinica e l'ambito giuridico

pp. 160, € 15,50, Cod. 1250.69 (V), Collana: Psicoterapie, ISBN 88-464-5475-8

Perché un metodo di indagine della personalità risulti davvero efficace è necessario che dopo averlo somministrato, siglato e valutato lo psicologo possa integrarne le risultanze fino a poter ritrovare, nella sua complessità e unità di senso, il soggetto che ha prodotto il protocollo.

Nell’uso del metodo Rorschach ci si trova spesso con una messe abbondante di dati, alcuni dei quali di altissimo interesse, difficili da organizzare e sistemare in modo da pervenire ad una chiara e completa descrizione della personalità del soggetto.

Questo testo, un "non manuale" come lo definiscono gli autori, si propone di fornire gli strumenti per ridurre proprio tali difficoltà: agevoli schede di carattere eminentemente pratico caratterizzano la parte più tecnica e ampio spazio è riservato all’analisi di casi concreti. Per ciascuno di essi vengono presentati anamnesi, protocollo, siglatura ragionata, psicogramma, riepilogo quantitativo di tutte le variabili, report diagnostico e analisi combinata delle risultanze.

Il volume è pensato, in particolare, per l’ambito applicativo clinico e per quello forense, nei quali con sempre maggiore frequenza sono impegnati gli psicologi; ma attraverso l’analisi dei protocolli, di inizio e conclusione trattamento, propone anche un utilizzo del Rorschach quale strumento di confronto fra i protocolli di inizio e conclusione della psicoterapia per rendere evidenti le variazioni e gli elementi di cui il terapista può disporre per una valutazione scientifica del cambiamento realizzato dal paziente.

Frutto della collaborazione di due autori accomunati dall’interesse per la ricerca psicodiagnostica e dalla lunga esperienza didattica, il testo si distingue per la scelta di un taglio applicativo che tuttavia non sacrifica mai il rigore scientifico indispensabile all’uso corretto e non "fantasioso" del test delle macchie.

Santo Di Nuovo è ordinario di Psicologia e preside della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Catania. È autore di numerosi saggi e volumi.

Maurizio Cuffaro è docente di Tecniche dei test di personalità in età evolutiva nell’università di Catania e presidente del CERPS di Palermo. Per i nostri tipi ha già pubblicato Il labirinto relazionale (1996), Il TAT nella diagnosi psicologica e clinica (1998), Nuove frontiere della psicodiagnosi (2000).

 

Maria Grazia Cocconi, Loretta Salzillo, Anna Zanolli

IL BAMBINO CREATORE

Aspetti esplorativi, integrativi e cognitivi del gioco con gli elementi della natura

pp. 160, € 15,50, Cod. 1305.46 (V), Collana: Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo, ISBN 88-464-5324-7

"Il gioco - scriveva Winnicott - è di per sé una terapia" e anche "Il gioco è la sanità".

In anni in cui i più sofisticati giocattoli tecnologici sono al centro del desiderio dei bambini e degli adulti, parlare di un gioco antico come quello che vede il bimbo al lavoro con gli elementi della natura, può sembrare ingenuo o addirittura insensato. Ma non c’è gioco che aiuti maggiormente il bambino a raggiungere quello stato di rilassamento e di concentrazione interiore che, solo, gli consente di percepire e poi esprimere al meglio le sue possibilità creative, evolutive e cognitive.

In questo contesto gli elementi della natura, protagonisti dei grandi miti di creazione, lo aiutano a riconquistare quel ruolo di "creatore" che gli sarà poi prezioso anche nella sua vita di adulto.

I numerosi esempi di situazioni concrete presentati nel volume sono affiancati da una trattazione teorica puntuale, che si sofferma anche sull’aspetto espressivo-motorio e che rende questo testo un utile strumento di lavoro e riflessione non solo per psicologi e riabilitatori, ma anche per tutti coloro che si occupano di bambini.

Maria Grazia Cocconi, arte-terapeuta con diploma Art-Therapy Italiana e Goldsmith’s College dell’ Università di Londra, affianca all’attività in strutture pubbliche e private con i bambini, corsi di aggiornamento e formazione per operatori ed educatori impegnati in differenti ambiti del sociale. Per i nostri tipi ha già pubblicato, con Loretta Salzillo, Un ponte d’immagini (2001).

Loretta Salzillo, arte-terapeuta con diploma Art-Therapy Italiana e Goldsmith’s College dell’Università di Londra, lavora nelle scuole e privatamente con bambini e adolescenti. Conduce inoltre gruppi di sviluppo della creatività con adulti. Per i nostri tipi ha già pubblicato, con Maria Grazia Cocconi, Un ponte d’immagini (2001).

Anna Zanolli, danza-movimento-terapeuta, con diploma Art-Therapy Italiana e Goldsmith’s College dell’Università di Londra, si occupa oltre che di terapia di bambini anche di formazione per gli operatori, in collaborazione con diverse istituzioni.

 

RIPROPOSTE PSICOLOGIA

 

Claudio Foti, Claudio Bosetto (a cura di)

GIOCHIAMO AD ASCOLTARE

Metodologie per elaborare il disagio e i problemi dei bambini e degli adolescenti

pp. 240, € 18,50, 2ª ed. 2001, 20041, Cod. 895.1 (U), Collana: Hansel e Gretel dalla parte dell'infanzia, a cura del Centro Studi Hansel e Gretel, ISBN 88-464-2483-2

Rivolto a insegnanti, educatori professionali, psicologi, operatori sociali e sanitari

Barbara Ardito

GIOCHI DI SEGNI E PAROLE

Un manuale per leggere e scrivere con bambini sordi e udenti dai 3 ai 7 anni

pp. 192, € 19,00, 1998, 20041, Cod. 1305.11 (V), Collana: Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo

ISBN 88-464-1049-1

Il libro è rivolto ad insegnanti, logopedisti, psicopedagogisti e genitori che desiderano insegnare a leggere e scrivere ai bambini dai 3 anni in su.

LINKS

CERCHI UN LIBRO?

CERCHI UNA RECENSIONE?

FEED-BACK:
SUGGERIMENTI E COLLABORAZIONI

La sezione di POL.it dedicata alle recensioni librarie è aperta alla collaborazione dei lettori che volessero inviare loro contributi per la pubbllicazione.
Se sei interessato a collaborare o se vuoi fare segnalazioni o inviare suggerimenti non esitare a scrivere al Responsabile di questa rubrica Mario Galzigna.

spazio bianco
POL COPYRIGHTS