©1997 POL.it Vol.3 Issue 3 MARZO 1997 |
GHB
Il GHB produce nei roditori un aumento dell'attività dopaminergica aumentano la concentrazione di questo neurotrasmettitore in maniera dose-dipendente, inoltre esso incrementa, sempre nei ratti, i livelli di serotonina e di acetilcolina nello striato e nell'ippocampo e nella corteccia cerebrale (Gallimberti et al., 1992). Ciò ha indotto alcuni ricercatori a sperimentare l'uso della molecola, vs placebo, su una popolazioni di animali da laboratorio alcol-preferenti (Fadda et al., 1989). Dai risultati della ricerca si e' appreso che mentre nella popolazione di controllo non vi erano state modificazione del potus nel gruppo dei ratti trattati con GHB si assisteva ad una diminuzione significativa dell'assunzione di alcol ed un parallelo aumento dell'assunzione di acqua. Questi risultati hanno aperto la strada alla sperimentazione clinica del GHB in pazienti alcolisti.
Gallimberti e collaboratori hanno selezionato settantuno pazienti affetti da dipendenza da alcol etilico casualmente divisi in due gruppi risultati omogenei per le variabili sociodemografiche e cliniche. Il primo gruppo, di trentasei soggetti, e' stato trattato con cinquanta milligrammi di GHB al giorno, mentre il secondo gruppo (trentacinque soggetti) con un placebo. Lo studio e' stato eseguito in doppio cieco. L'elaborazione dei punteggi della scala impiegata per la valutazione del craving (Alcohol Craving Scale) ha dimostrato differenze statisticamente significative tra i due gruppi. Inoltre, dai risultati ottenuti da questa e da ulteriori ricerche, il GHB si ha rivelato possedere una buona tollerabilità e compatibilità con altri trattamenti come il disulfiram ed altri farmaci psicotropi suggerendo una buona efficacia nel trattamento della prevenzione delle ricadute nella dipendenza alcolica (Gallimberti et al., 1992).
Sarà interessante in futuro poter sperimentare l'efficacia del GHB in confronto ed in associazione con altri trattamenti farmacologici.
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