Editoriale Aprile 1997

( Presento qui di seguito l resoconto della riunione di Bologna, lo scopo di questo lavoro fatto da Lisa Marchiori e Gennaro Esposito e' quello di rendere disponibile in rete nella sua intierezza il dibattito che si e' svolto il 5 aprile scorso, fondamentalmente perche' da una parte POL.it e' una casa di vetro trasparente e dall'altra questo documento permettera' agli assenti di avere nozione dell'andamento della discussione)

Partecipanti:
Francesco Bollorino
Raffaello Biagi
Massimo Di Giannantonio
Antonio Augusto Rizzoli
Marco Longo
Leonardo Montecchi
Luigi Marconi
Paolo Michielin
Francesco Benedetti
Gennaro Esposito
Albertina Seta
Fabio Canegalli
Paolo Migone
Claudio Bartoletti
Laura Pesce
Elisabetta Marchiori
Anna Grazia
Danilo Di Diodoro
Paolo Peressutti
John Aletti
Tullio Garau

La riunione redazionale di Pol.it ha avuto inizio alle 15 circa.


Bollorino: apre la discussione con una metafora. Il calcio e' una delle sue grandi passioni: in occasione di una partita Vialli (citando Belushi di The Blues Brothers n.d.v.) disse "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", poi perÚ vincono gli avversari (su gol di Branco). Non rischiamo che ci succeda cosÏ. Dovremmo piuttosto metterci umilmente in centro campo per fare un gioco di squadra: ci vuole l'unione della forza di tutti e comunita' di intenti per vincere!
Anzitutto, cosa esiste gia'. Esiste Pol.It, che e' la risorsa psichiatrica in rete attualmente piu' vista, con 1000 accessi, quindi 1000 contatti, al giorno. Questi numeri sono alti per un sito specialistico. La rivista e' costituita da due parti:
1) Servizi di informazione (su concorsi, recensioni, congressi ecc.);
2) altri servizi editoriali e articoli.
Gli accessi sono abbastanza diffusi, ma sono i servizi che funzionano meglio. Contava sulla presenza di Michele Bovi, del TG2 salute, giornalista cui richiede un contributo tecnico che potrebbe essere molto utile. Gli articoli, faticosamente recuperati, vengono letti meno. Questo e' un fatto che capita anche ad altre riviste internazionali. Quindi e' oppurtuno stimolare lo sviluppo di altri ambiti, isole nella rivista, tra cui per esempio l'alfabetizzazione. Per questo occorre un organigramma affidabile, anche in vista di sponsorizzazioni. Queste renderebbero possibile una traduzione inglese della rivista, che ne aumenterebbe la visibilita'.
Le persone devono essere disposte a prendersi l'impegno di lavorare sulla rivista, cosi' come fanno gli attuali, ma pochi, collaboratori. Ora si e' predisposto un server di dipartimento, che permette di essere autonomi, ed e' un ulteriore punto di riferimento per favorire l'uso della rete: in effetti uno degli obbiettivi e' aumentare il numero dei collegli collegati in rete.

Di Diodoro: si scusa perche' deve andarsene, ma ci tiene a sottolineare il suo accordo su parte delle cose dette da Bollorino e il suo disaccordo su altre. Gli articoli dovrebbero sparire! Non ha senso, oggi, pubblicare in rete: si rischia di fare della scadente letteratura, come tutta la letteratura cartacea italiana. Non abbiamo Impact Factor.

Bollorino: chiede se una migliore strutturazione dei referees potrebbe giovare.

Di Diodoro: anzitutto dovrebbe esserci almeno la versione inglese, e comunque non siamo competitivi a livello internazionale. Non ci si dovrebbe sviluppare sulla falsa riga di una rivista cartacea: sono molto piu' significativi i servizi di sensibilizzazione e alfabetizzazione. Pol.It potrebbe essere promotore di conoscenze nuove, una guida per chi non e' autonomo e per chi non conosce l'inglese.

Bollorino: E' d'accordo sul fatto che Pol.It deve essere qualcosa di nuovo. Per esempio si potrebbe pensare di trasferire intereventi fatti sulle mailing-list su pagine web.

Di Diodoro: ci sono troppe ridondanze e servizi simili. Non occorre inventarsi niente ex novo, ma avere funzione di filtro, per rendere piu' friendly agli utenti quello che gia' c'e' in rete, per esempio traducendo articoli o altro dall'inglese all'italiano.

Rizzoli: c'e' da dire che gran parte di noi lavoriamo con il PC di nostra proprieta' e fuori servizio. Ci confrontiamo in questo campo con menti ristrette e poca disponibilita' dei responsabili dei Servizi di Salute Mentale. Inoltre c'Ë poca partecipazione dei colleghi piu' giu' di Napoli, come mai?
Riguardo gli articoli, e' d'accordo con Di Diodoro: magari si potrebbero pubblicare in italiano lavori preliminari in pubblicazione su carta.

Biagi: anche lui e' d'accordo con Di Diodoro.

Bollorino: ribadisce la necessita' di individuare aree di lavoro e colleghi disposti a lavorarci.

Biagi: prima e' necessario darci un'identita'. Cosa vogliamo diventare? Un'interfaccia, come ha detto Di Diodoro...altrimenti si rischia di disperdere le forze. Ad esempio, non c'e' uno spazio sui Servizi di Salute Mentale, che potrebbe interessare molti. Si dovrebbe puntare su pagine costruttive ed incisive. Inoltre molti non conoscono cose fondamentali come fare una ricerca bibliografica, e il libro da poco uscito su internet e psichiatria e' inutile anche per queste cose di base e superato.

Rizzoli: occuparsi dei servizi sarebbe importante, ma ha una valenza politica che verra' combattuta!

Bollorino: forse un coinvolgimento piu' stretto tra SIP e Pol.It incoraggerebbe la collaborazione, supportando la scientificita' dei contributi soprattutto nell'area dei servizi.

Rizzoli: Scapicchio sarebbe d'accordo! Sarebbe importante avere una voce ufficiale sia della SIP che dell'ordine degli psicologi. Chiama in causa Michielin.

Michielin: Attualmente non e' pu'˜ presidente nazionale, solo del Veneto. Afferma che l'interesse c'e', su problemi anche molto importanti come DRG territoriali. Tuttavia la forma di collaborazione dovrebbe essere estremamente flessibile, con la possibilita' di ognuno di accedere a titolo personale, non come solo come portavoce.

Bollorino: ribadisce l'importanza di accrescere il numero di persone in rete anche attraverso mailing-list dove le informazioni possano essere filtrate.

Marconi: non e' d'accordo, l'informazione, di qualunque tipo, deve essere libera!

Bollorino: il compito e' dare informazioni agli iscritti, e anche di evitare l'autoreferenzialita'. Per questo il numero delle persone deve aumentare, e per questo il convegno a Genova dovrebbe, spera, essere gratuito. Ma ci saranno altre occasioni di promozione prima: Roma, Palermo. C'e' bisogno di sponsor.

Rizzoli: le industrie farmaceutiche sembrano indietro rispetto a questo, continuano a propinarci materiali superati e sembrano abbastanza disinteressati.

Marconi: si stanno muovendo diverse industrie, invece, che hanno anche siti web. La perplessita' si riferisce alla pratica clinica e al fatto che non c'e' un riscontro immediato. Stanno aspettando per vedere se funziona prima di investirci.

Canegalli: le ditte internazionali fanno molto, quelle italiane pochissimo, perche' ne traggono attualmente poco vantaggio. A loro effettivamente interessa fino ad un certo punto, dobbiamo ricordarci che e' una cosa nuova, diversa. Si deve puntare sui servizi e sull'originalita'. Il grosso buco e' ancora la mancanza di coraggio di dire certe cose. La trasparenza potrebbe essere la nostra caratteristica: noi ci giochiamo quello che diciamo. Aboliamo pure gli articoli scientifici, ma non gli spazi a certi argomenti


Bollorino: noi dovremmo fare informazione e cultura usando i mezzi di controinformazione e controcultura. Non si puo' comunque prescindere dal modello degli atomi, ma farci i conti fin tanto che la rete non si automantiene.

Di Giannantonio (SIP): queste discussioni ripetono pattern simili a quelle che si fanno all'interno della SIP: quantita' vs qualita', livello delle riviste ecc. Delle diverse riviste della SIP il bollettino, che e' in italiano, comincia ad essere appetibile per le ditte farmaceutiche. Siamo ad un alto livello di complessita', ma dobbiamo rivolgerci alla qualita' o alla quantita'? Possiamo concorrere con le testate internazionali? Effettivamente quanti psichiatri in Italia possiedono un PC?

Bollorino: dobbiamo essere in grado di affrontare i problemi locali, territorializzare il villaggio globale, per invogliare le persone a mettersi in rete e permettere loro l'accesso alle metropoli. per questo e' importante pensare di tradurre dall'inglese all'italiano.

Biagi: non dobbiamo mai dimenticare che usiamo uno strumento di elite, e andare troppo nel localistico potrebbe far perdere l'interesse ad altri!

Rizzoli: siamo comunque un modello in quanto psichiatria, e dobbiamo farci conoscere traducendoci.

Migone: sottolinea il problema dell'identita' che dobbiamo darci. Ci sono molte contraddizioni. D'accordo sull'evitare di essere la brutta copia di riviste cartacee e di eliminare gli articoli, ma allora quale potrebbe essere la motivazione che ci unisce? Una e' che siamo tutti interessati all'informatica, e poi? Fornire stimoli, dare il polso della situazione psichiatrica italiana. Magari sarebbe utile un articolo ogni tanto veramete fondamentale, della letteratura internazionale, su cui discutere. Lo scopo potrebbe essere quindi quello di segnare una strada, indicare una direzione, mostrare le cose di fondo, guidare l'interessa.

Marconi: potremmo rappresentare tre cose:
1) prospettare aspettative altrui
2) seguire i nostri desideri
3) essere le nostre competenze, quello che si sa fare.
Allora e' fondamentale stabilire quest'ultimo punto chiaramente. Se hai delle competenze specifiche puoi avere interlocutori e confronti, fornisci spazi e ne integri altri. Stamo parlando del www che Ë un sistema funzionale unico. Se valuti e mostri chi sei e dove sei vinci sempre: i buchi li coprono i links!

Bollorino: torniamo sull'individuazione dei contenuti e dei responsabili di questi. L'omogeneita' dell'informazione rende navigabile il sito: e' vero che copri con il link, pero' vai fuori Pol. It.

Longo: non gli sono chiari i diversi aspetti di alcune problematiche. Si parla di promuovere servizi e connettivita', di avere sponsor, di tradurre in inglese, ma bisogna sempre ricordare che possono arrivare altri siti e altre liste! Cosa vogliamo fare? Tanti petali di un fiore il cui profumo si sente solo se e' intero? Psycomedia (sito da lui gestito) e' gia' dignitoso, ha una versione inglese e collaboratori, vorrebbe capire se anche lo spirito di Pol.It e' di democraticita' e liberta' per poter valutare se e come impegnarsi.

Montecchi: sembra che a riunirci qui sia un problema di economia libidica! L'aspetto piu' intrigante della rete e' quello policentrico, assieme a quello dell'eterogeneita', e non e' possibile ricondurli ad un unico pensiero. Infatti le liste specifiche si sono rivelate fallimentari, ritiene che bisogna stabilire qual'e' l'interesse di ognuno dinoi in questo momento,e quale soggetto stiamo producendo sulla Internet.Concorda con LONGO sulla necessita' di creare una policentricita' dellaRete in quanto POL.it stessa e' composta da membri di diversa estrazioneculturale e a diversi indirizzi,e questa etereogenicita' e' la forza diPOL.it. A proposito degli articoli ritiene che debbano essere pubblicatiin HTML e all'interno debbano possedere i "rimandi" ai relativi link diriferimento.
Inoltre sostiene la necessita'di enucleare argomenti discussi nellaMailing-List "psic-ita" per favorire ulteriori ricerche su argomentispecifici. Sull'argomento "AREE" ritiene che bisogna raccogliere eprodurre molteplicita' di informazioni,coinvolgendo altre realta'dell'area "PSYC",per creare un vero "NETWORK PSICHIATRICO" italiano.
Inoltre fa notare che e' in atto su Internet un vero processo dideterritorializzazione,e cio'non favorisce l'aggregazione di>realta'locali sulla rete. Propone l'utilizzo della Rete per riunioni digruppo e LISTE DI DISCUSSIONE DI CASI CLINICI.

Campeti: e quelli che si tolgono dalle liste. C'e' stata una discussione in merito all'interno della lista. Penso che sia avvenuto qualcosa quando c'e' stata la riunione a Montesegale, qualcuno si e' sentito fuori, si e' fantasticato su quell'incontro....


ESPOSITO fa notare che le "AREE" hanno gia' dato ottimi risultati suPsychomedia e che quindi va perseguita tale proposta. Non sa spiegarsiil perche' tanti psichiatri del Sud continuino a latitare sul net,e siripropone di fare un'indagine in proposito. Lancia alcune proposte,tracui inserire un link dedicato alla STORIA DELLA PSICHIATRIA ("guidata"secondo Longo,con percorsi formativi),un altro con tutte le informazioni>sulle COMUNITA' TERAPEUTICHE (con relativa MAPPA GEOGRAFICA italiana) daoffrire agli utenti interessati,di creare un DATABASE di ricerca deiprodotti farmaceutici neuro-psichiatrici per gli operatori sanitari,dicreare una pagina dedicata alla discussione di CASI CLINICI narrati ecommentati da un'ipotetica equipe virtuale di psichiatri opsicoterapeuti,e liste di SUPERVISIONE di casi clinici per gli operatoridel settore.
Inoltre inserire altre aree di "download" per software di utilita'einiziare a pensare al TELECONSULTO offerto agli utenti on-line,per scopiinformativi in materia neuro-psichiatrica.
Tutto cio' favorirebbe l'interesse non solo degli "addetti ailavori"(vedi FORMAZIONE),ma anche della gente comune,degli studenti e diquanti vogliano informazioni utili e specifiche in tempo reale (vediIN-FORMAZIONE).

ALBERTINA SETA ritiene indispensabile sviscerare il discorso "POL.itcome SOGGETTO". Dice che il problema piu' grosso e' sempre stato quellodelle "Rivoluzioni che poi sono tutte fallite". Ha dei dubbi che POL.itdebba offrire TUTTO cio' che gli utenti vogliono; e'invece opportuno chePOL.it abbia il coraggio di esprimere una propria "natura",riferendosialle teorie e non alle ideologie degli interventi sul Net. SiccomePOL.it rappresenta un punto d'incontro di varie tecniche terapeutiche equindi di varie teorie di cura del disagio psichico,puo' essere un"contenitore di tutto"? -si chiede-per cui POL.it deve decidersi che SOGGETTO VUOLE ESSERE,COME VUOLEPROPORSI nello scenario della Grande Rete.
BOLLORINO risponde che la Linea Editoriale fondamentale di POL.it e'quella di "STARE-IN-RETE" e quindi e' indirizzata all'"INVITO ALPROSELITISMO" e la risorsa e' di stimolo perche' "VALE LA PENA ESSERCI".
Crede che non possa avere POL.it una LINEA IDEOLOGICA,ma debba essereessenzialmente un CONTENITORE "a piu' voci". Continua dicendo che lalinea editoriale deve comprendere tutte le opinioni presenti inRete,senza confini di sorta.Un'impostazione piu'ideologizzata puo'rischiare di diventare settorializzata,di creare divisioni.ALBERTINA SETA insiste che bisogna dare a POL.it un'impronta originaleriguardo al suo uso. Sostanzialmente"Ne'contenitore,ne'ideologizzazione".

Al termine degli interventi Bollorino riassume i punti che ritieneimportanti per lo sviluppo di POL.it:
- Creare i referenti per le AREE;
- iniziare a collaborare attivamente nelle varie aree;
- iniziare ad usare gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologiainformatica per migliorare il lavoro delle varie sezioni,per riuscire apubblicare mensilmente le varie pagine della rivista.

La riunione si scioglie e si ribadisce la necessita' di rivedersi perrendere operative tutte le proposte e i vari contributi scaturiti dalladiscussione odierna.


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