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CAPACITIES OF HOSPITALIZED, MEDICALLY ILL PATIENTS TO CONSENT TO TREATMENT.

CAPACITÀ DEL PAZIENTE MEDICO OSPEDALIZZATO DI CONSENTIRE AL TRATTAMENTO.

APPELBAUM PS, GRISSO T
PSYCHOSOMATICS 38: 119-125; 1997

Introduzione: i medici devono ottenere il consenso informato dai pazienti prima di iniziare trattamenti medici o chirurgici. Il consenso informato comporta linformazione del paziente da parte del medico, una sufficiente capacità da parte del paziente di partecipare attivamente a un processo decisionale e lassenza di coercizioni esercitate dai caregiver. Da quando il consenso informato è diventato un aspetto importante della pratica medica, sono state sollevate obiezioni sulla competenza dei pazienti, specie quelli ospedalizzati, riguardo questa questione. Secondo alcuni, lo stress di una malattia estremamente grave e le condizioni legate al ricovero in ospedale limitano notevolmente la capacità del paziente di scegliere tra procedure mediche complesse. Dagli studi esistenti sono state tratte conclusioni limitate. La competenza decisionale può essere valutata esaminando le varie parti di cui è composta, cioè labilità a comunicare una scelta, a capire informazioni importanti, a valutare la natura della situazione, oppure può essere valutata globalmente. Alcuni studi hanno valutato la capacità del paziente di comprendere le informazioni che gli vengono fornite, altri hanno esplorato il grado di "negazione" della malattia. Poche ricerche si sono concentrate sul processo decisionale del paziente. Sebbene questi studi suggeriscano che i pazienti ospedalizzati presentano una considerevole difficoltà nel processo decisionale, tali studi variano molto nella grandezza del campione considerato, nel range di funzioni studiate e utilizzano procedure di affidabilità incerta.
Scopo: valutare la capacità di pazienti medici ospedalizzati a prendere parte a un processo di consenso informato rispetto a pazienti non ospedalizzati.
Metodi: lo studio è stato condotto su un campione composto da 82 soggetti ospedalizzati di età inferiore ai 70 anni, scelti tra pazienti ricoverati in due ospedali universitari per valutazione o trattamento di ischemia cardiache e su un gruppo di controllo (82 soggetti) sano appaiato per età, sesso, razza, livello di istruzione, occupazione. Basandosi su una review di casi provenienti dalla letteratura legale, medica e psicologica sono stati valutati quattro aspetti collegati alla capacità decisionale: 1) possibilità di comunicare una scelta; 2) capacità di comprendere informazioni importanti; 3) capacità di analizzare la situazione e le sue possibili conseguenze; 4) capacità di analizzare la situazione da un punto di vista razionale. Sono stati utilizzati: la Understanding Treatment Disclosures (UTD), che valuta la comprensione delle informazioni relative al trattamento, la Perceptions of Disorder (POD), che valuta la comprensione esaminando la consapevolezza che il paziente ha del disturbo e della potenziale efficacia del trattamento, la Thinking Rationally About Treatment (TRAT-2), che valuta il tipo di analisi razionale che il paziente fa riguardo al trattamento.
Risultati: lanalisi dei risultati mostra che, per quanto riguarda comprensione (UTD) e analisi razionale (TRAT-2), i soggetti ospedalizzati non differiscono significativamente dai soggetti del gruppo di controllo. Non sono disponibili i dati ottenuti con la POD. Variabili demografiche e stato mentale non risultano correlati con la performance, con leccezione delle funzioni cognitive verbali.
Conclusioni: il presente studio mostra che non ci sono ragioni per credere che soggetti ospedalizzati simili a quelli del campione preso in esame (anche se trattati per condizioni che possono mettere in pericolo lesistenza) presentano maggiori difficoltà ad esprimere un consenso informato rispetto a soggetti non ospedalizzati.spazio bianco

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