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DEPRESSION DURING PREGNANCY AND THE PUERPERIUM

DEPRESSIONE DURANTE LA GRAVIDANZA E IL PUERPERIO

Llewellyn AM, Stowe ZN, Nemeroff CB, J. Clin. Psychiatry 58: 26-32; 1997

Introduzione: La depressione maggiore ha una prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini e la gravidanza sembra essere un periodo in cui nelle donne aumenta la vulnerabilitá all'insorgenza di disturbi dell'umore. A fronte di questi ragguardevoli dati epidemiologici sono state effettuate indagini cliniche limitate. Recenti modifiche nelle linee guide per la ricerca clinica stabilite dal National Institute of Health (NIH) e dal Food and Drug Administration (FDA) raccomandano l'inclusione delle donne in etá riproduttiva nelle ricerche future poiché la gravidanza e il parto costituiscono eventi di vita naturali accompagnati da alterazioni neuroendocrine e psicosociali di grande importanza. L'interazione di questi fattori nella patogenesi e nel trattamento sia dei disturbi d'ansia che di quelli affettivi durante gli anni fertili comprende unarea ancora inesplorata della ricerca psichiatrica. Studi sperimentali su roditori e primati hanno ripetutamente dimostrato l'esistenza di fenomeni neuroendocrini e di socializzazione sfavorevoli associati allo stress materno prenatale e neonatale. I dati clinici supportano l'idea che esista un impatto sfavorevole sull'attaccamento madre-neonato e sul carattere del bambino derivante dalla depressione materna e che i figli di donne depresse hanno maggiori probabilitá di soffrire di disturbi dell'adattamento e di depressione infantile rispetto ai figli di madri non depresse.
Scopo: Review sui dati relativi all'incidenza, ai fattori di rischio e al trattamento associati alla depressione maggiore durante la gravidanza ed il post-partum.
Risultati: Utilizzando strumenti autosomministrati come la Beck Depression Inventory sono state osservate percentuali di depressione maggiore simili in donne gravide e non gravide. Piú del 70% delle donne incinta presentano sintomi depressivi e dal 10 al 16% di esse soddisfano i criteri per un episodio di depressione maggiore. La sovrapposizione dei sintomi derivanti dalla normale sequela della gravidanza e di quelli della depressione maggiore (ad es. stanchezza) unitamente alla mancanza di scale di valutazione validate rendono difficoltosa in questa popolazione una precisa determinazione della prevalenza. Sono stati identificati diversi fattori di rischio per la depressione in gravidanza, inclusi una storia di depressione personale o familiare, disaccordi matrimoniali, eventi di vita stressanti recenti, gravidanza indesiderata. Il trattamento della depressione durante la gravidanza é altamente empirico in quanto c'é carenza di dati conclusivi e non sono stati effettuati studi controllati validi che forniscano delle indicazioni al clinico. Ad oggi la gestione della depressione in gravidanza include sia terapie non-farmacologiche che terapie somatiche (ad es. terapia elettroconvulsivante ECT) e sebbene nessuna decisione sia priva di rischio é molto importante valutare il rapporto costi-benefici sia per la madre sia per il feto. Una recente meta-analisi non ha riportato alcuna evidenza di teratogenicitá degli antidepressivi tuttavia mancano dati relativi all'impatto a lungo termine di queste terapie sul neonato qualora vengano assunte in gravidanza. Il 36% delle donne che abortiscono esperiscono gravi sintomi depressivi e tale percentuale é tre volte quella relativa alle donne che portano a termine la gravidanza. I dati ad oggi raccolti indicano che la lunghezza della gestazione prima dell'aborto é proporzionale alla gravitá dei sintomi depressivi. Eventuali gravidanze successive a quella interrotta vanno monitorate con attenzione data l'elevata incidenza di depressione e ansia in donne che hanno avuto un episodio depressivo in seguito ad un aborto. L'evento nascita comporta sicuramente numerose alterazioni biologiche, psicosociali ed economiche. Uno studio ha mostrato che piú del 12.5% di tutti i ricoveri psichiatrici di donne si verificano nel periodo del post-partum. I tre maggiori sottotipi di disturbi dell'umore riconosciuti sono: la malinconia della maternitá, la psicosi post-partum e la depressione post-partum. La prima insorge nelle due settimane successive al parto e colpisce dal 50 all'85% delle donne, la seconda é una condizione piuttosto rara che si presenta in una o due puerpere su 1000 nati vivi e compare nei sei mesi successivi al parto e la terza, infine, si manifesta nell'anno successivo alla gravidanza e colpisce piú del 10% delle donne. Sia interventi di tipo psicosociale, sia terapie a base di estrogeni, sia l'ECT si sono dimostrati efficaci per il trattamento della depressione post-partum.
Conclusioni: Le attuali evidenze suggeriscono che la gravidanza e il post-partum rappresentano due periodi in cui si verifica un aumento della vulnerabilitá femminile all'insorgenza di episodi di depressione maggiore. Il trattamento in questa popolazione richiede molteplici considerazioni relativamente al rapporto rischi-benefici. Tuttavia non esistono valide linee guida per i medici. La scarsa conoscenza dei rischi per la salute della madre e del bambino derivanti dall'eventuale mancanza di trattamento di un disturbo mentale insorto in gravidanza o nel periodo immediatamente successivo al parto rendono necessaria l'effettuazione di ricerche a lungo termine sulle strategie biologiche, psicosociali e di trattamento.

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