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Dostoëvskij e la psichiatria positivista del suo secolo: le tre direzioni dello sguardo di Mitja Karamazov
di
di Paolo Francesco Peloso (Genova)

  • 1) Il problema della discontinuità tra crimine e personalità e il “rimando” alla follia.
  • 2.a) Lo sguardo a sinistra: sull'incoerenza tra crimine e personalità come dimostrazione di uno stato di follia.
  • 2.b) Lo sguardo a destra: sul continuum tra stato passionale e infermità di mente.
  • 2.c) Lo sguardo al centro: sulla discontinuità tra stato passionale e infermità di mente.
  • 3) Emozioni, passioni, imputabilità e infermità di mente.

  • 2.c) Lo sguardo al centro: sulla discontinuità tra stato passionale e infermità di mente.

    Buon terzo interverrà il dottor Varvinskij, che si concentrerà, a propria volta, sui sintomi e sui comportamenti come il precedente collega, per stabilire però invece che l'imputato era, al momento dei fatti come in tribunale, assolutamente sano di mente. L'eccitamento, che il precedente perito poneva in relazione, sembrerebbe, con quello che noi classificheremmo come l'esordio di una psicosi affettiva, era invece per lui da ascriversi ad emozioni intense, quali collera e gelosia, nonché all'uso smodato degli alcoolici.
    Quanto allo sguardo, era stato comprensibilmente fisso al centro, dove sedeva il giudice, dal quale dipendeva il suo destino.
    Anche questo terzo perito, come il secondo, ha, evidentemente, in mente una figura ampiamente descritta in psicopatologia: è quella dell'omicida emotivo (che uccide cioè per raptus improvviso), o passionale (che uccide sotto la spinta graduale, eventualmente accompagnata da premeditazione, di una passione, e rappresenta il nostro caso).
    L'omicida passionale presenta infatti, ancora per Ferri, come già per Lombroso , i caratteri psicologici opposti all'omicida istintivo (termine con cui Ferri si riferisce, con buona approssimazione, a quelli che possono essere definiti il pazzo morale o lo psicopatico) e presenta invece qualche sintomo analogo all'omicida pazzo, col quale, come nel caso di Mitja, può essere confuso. L'omicida per passione agisce per Ferri in uno stato di uragano psicologico, e pone dunque in grande imbarazzo i giuristi. Al criterio della scuola classica, concentrato sull'intensità della passione, il Ferri obietta dunque che qualunque passione può raggiungere, in determinate circostanze, un'intensità tale da ottenebrare le condizioni psichiche, e propone di sostituire ad esso nel valutarne il peso come attenuante quello, assai discutibile per la sua chiara connotazione moralistica, della qualità della passione, distinguendo quelle sociali (amore, onore, ideale religioso e politico ecc.), da quelle antisociali (vendetta, odio, cupidigia ecc.).
    Principali caratteristiche del delinquente passionale sono: relativa rarità del fenomeno, età giovanile (meno rilevante nel caso dell'emotivo che del passionale), relativa prevalenza nel sesso femminile, caratteri fisici e psichici normali, anamnesi precedente negativa, movente proporzionato, intensa commozione prima, durante e dopo il delitto, frequenza d'immediato suicidio, esecuzione aperta o inesperta dell'omicidio, mancanza di complici, non opposizione all'arresto, confessione, rimorso, non recidiva ed emenda. Molti di questi caratteri, come abbiam visto, sono certamente presenti in Mitja Karamazov.
    Al termine dell'intervento del terzo perito, come abbiamo già accennato, Mitja manifesterà la sua soddisfazione: gli ha riconsegnata, in senso pieno, la sua responsabilità di fronte al fatto di cui viene accusato e di cui sente, per averlo desiderato, di meritare punizione.

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