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Informazioni sulla schizofrenia (11)

La psicoterapia psicodinamica individuale per lo schizofrenico

Una delle forme di psicoterapia più diffuse in Italia, soprattutto nei servizi psichiatrici pubblici, è la psicoterapia psicodinamica individuale, per cui a questo argomento viene dedicata una lezione a parte, fondata sulle riflessioni del professor Alberto Merini, titolare della Cattedra di psicoterapia presso la Scuola di specializzazione in psichiatria dell'università di Bologna.
Per cercare di capire meglio di cosa si tratta si può partire dalla seguente considerazione: prima o poi, nelle vicissitudini dell'esistenza, ogni persona sperimenta l'importanza di avere qualcuno che la comprenda, che la stia ad ascoltare con interesse, che dia un consiglio o che incoraggi di fronte alle difficoltà.
Questo genere di esperienza può suggerire l'immagine di quanto accade in quella particolare forma di intervento terapeutico che è la psicoterapia dinamica: una persona che aiuta l'altra con mezzi psicologici, cioè attraverso la presenza, la relazione, la comprensione, le parole.
Tuttavia le persone che soffrono di schizofrenia hanno alcuni specifici problemi psicologici che devono essere tenuti presenti quando si intende iniziare con loro una psicoterapia.

Aspetti psicologici dello schizofrenico
Una delle principali caratteristiche dello schizofrenico è la sua difficoltà a stabilire rapporti con le altre persone. Tenderà allora a rinchiudersi in se stesso, ad evitare gli altri.
Alcuni diventano apatici e passano tutto il giorno a casa; altri confondono i loro pensieri e i loro sogni, con la realtà, e sviluppano una visione molto personale di quest'ultima, soprattutto per quel che concerne il rapporto con gli altri. Succede allora che qualcuno può udire voci minacciose che incutono timore, oppure arriva a convincersi che non è lui a star male con gli altri, ma che sono gli altri a respingerlo, o addirittura che la gente trama contro di lui.
Un'altra caratteristica dello schizofrenico è la sua vulnerabilità, ossia la scarsa tolleranza nei confronti dello stress . Ne consegue che situazioni solo un po' fastidiose o stancanti per la maggior parte delle persone diventano per lo schizofrenico esperienze drammatiche.
Perfino il normale lavoro di tutti i giorni può essere sentito come insopportabile.
Anche il vissuto del tempo dello schizofrenico è diverso rispetto a quello degli altri: spesso manca una precisa distinzione fra un prima e un dopo, e il tempo tende a farsi circolare, la memoria perde importanza e il futuro anche.
Come mai la psicologia dello schizofrenico è così alterata?
Non vi è un'assoluta certezza sulle cause di questa strana malattia, ma dal punto di vista psicodinamico si può dire che probabilmente la schizofrenia comporta un disturbo di quelle che vengono chiamate "funzioni" o "processi di base".
Per spiegarsi può essere utile un esempio. Se si brucia una lampadina non si avrà più luce nella stanza, ma la luce può andar via anche per un guaio più serio, ad esempio un danno alla centrale elettrica. Ecco, nella schizofrenia il disturbo non è a livello della lampadina, ma a livello della centrale (i processi di base). Alcuni settori della centrale sono alterati, probabilmente perché si sono sviluppati male o in modo disarmonico. Altri settori, invece, come ad esempio l'intelligenza, possono essersi sviluppati bene e funzionare in maniera del tutto normale. Sono invece certamente disturbate altre funzioni, come quelle che consentono di distinguere chiaramente quello che si pensa e si vede, di riconoscere la realtà per quello che è senza attribuirle arbitrariamente dei significati. Oppure quelle funzioni che nel corso dello sviluppo gradatamente consentono a una persona di arrivare a sentirsi un'entità distinta dagli altri. Quest'ultimo è un passaggio maturativo importante, e gli schizofrenici che non lo fanno, facilmente potranno avere la sensazione che qualcuno possa leggere o rubare i loro pensieri.
Ancora, possono essere alterate le funzioni che consentono di regolare la distanza emotiva dagli altri, in modo da poter fare esperienze di intimità e comprensione, ma anche di distacco e indifferenza. Infine, la schizofrenia può alterare le funzioni che permettono il controllo autonomo dell'ansia, o quelle di adattamento, la cui funzione consiste nel far sì che non si diventi troppo vulnerabili o deboli di fronte alle vicissitudini della vita.

Che cosa fa la psicoterapia psicodinamica?
Tenendo conto di tutto quanto si è detto finora, il primo e fondamentale obiettivo di questo tipo di psicoterapia è arrivare a stabilire un rapporto con il malato.
Un rapporto nuovo rispetto a quello che il malato intrattiene con i propri familiari, perché questo, inevitabilmente, è conflittuale, per la presenza, anche in chi è già adulto, di forti componenti infantili, di problemi legati alla questione dipendenza-autonomia, ecc.
Per stabilire questo nuovo rapporto a volte occorre molto tempo, a volte la relazione attraversa periodi di instabilità, odio e incomprensione, o, al contrario, di profondo coinvolgimento. Se si superano queste vicissitudini che mettono a dura prova entrambi i partecipanti e si stabilisce un vero attaccamento, il terapeuta e il malato diventano individui uno per l'altro, ossia il malato fa esperienza di essere una persona separata, distinta e differenziata, che può gradualmente accettare di provare alcune emozioni, che può fare esperienza di fiducia e comprensione.
A partire da questa base, nei casi più favorevoli, è possibile che il malato inizi a riconoscere l'esistenza di proprie specifiche difficoltà, fino a quel momento ignorate o negate, e cominci a mostrarsi disponibile a esplorare con il terapeuta i settori nei quali tali difficoltà sono più accentuate, e a ricercare strategie per una esistenza più soddisfacente rispetto al passato.
E' importante anche ricordare che l'obiettivo di stabilire un nuovo rapporto si può raggiungere attraverso strade che possono essere diverse tra loro, ma risultare tutte della stessa efficacia.
Anche se tradizionalmente la psicoterapia consiste nello stare seduti in una stanza a parlare con qualcuno per un tempo prestabilito, non è detto che tutti i malati siano in grado di farlo, o che tutti traggano vantaggi da un tale modo di procedere. E' quindi necessario tenere conto delle specifiche difficoltà dei singoli malati e della necessità di essere sempre molto elastici.
Non è infatti possibile voler proporre a tutti i malati di stare a parlare con un terapeuta dentro una stanza per un certo periodo di tempo. Questo perché lo stare chiusi in una stanza con un altro può essere vissuto come una situazione troppo intima e non tutti im malati di schizofrenia sono in grado di accettare tale intimità; oppure anche solo l'idea di "dover" parlare di se stessi può spaventare molti malati, o il tempo proposto può sembrare troppo lungo o, al contrario, troppo breve, ecc.
Così è decisamente meglio avere a disposizione più opportunità di stabilire un rapporto, e questo può avvenire anche in maniera molto più informale, per esempio andando a fare una gita o frequentando la palestra in gruppo, o perfino andando a mangiare una pizza assieme con altri.
Tutte queste attività rappresentano per lo schizofrenico altrettante forme di psicoterapia, occasioni per stabilire relazioni in rapporto alle proprie possibilità.
In sostanza, dunque, ogni malato può fare esperienze nelle quali può sentirsi sicuro, e capire che nessuno vuole fargli del male, così come nessuno ha paura di lui, e così via.
In questo modo la psicoterapia, all'interno di un intervento complessivo che comprende anche altre forme di trattamento, può svolgere una significativa funzione in ordine agli aspetti emotivi e relazionali della schizofrenia.

Commenti e richieste possono essere inviati alla Redazione di POL.it

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