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Il Centro Socrate: per il trattamento delle condotte di dipendenza in adolescenza.

R. Bosi*, N. Bussolati**, R. Cervi***, S. Zelioli***, B. Prampolini***, F. Poziello*** ( REGGIO EMILIA).

* Medico Psicoterapeuta, Responsabile del Centro Diurno

** Psicologo Psicoterapeuta

*** Educatore Professionale del Centro Diurno

 

  1. Il Centro Socrate: dal Centro Diurno al Centro polifunzionale.
  2. Adolescenti in difficoltà: le nuove dipendenze.
  3. Centro diurno e Disturbi del Comportamento Alimentare.
  4. DCA: Analisi di una casistica trattata presso il Centro Diurno dal marzo 1993 al maggio 1995. Follow-up effettuato nel giugno 1998.
  5. Conclusioni.
  6. Bibliografia
  7. Riassunti Bibiografia Internazionale

2. Adolescenti in difficoltà: le nuove dipendenze.


Per lavorare alla costruzione di una clinica dell'adolescenza occorre considerare gli adolescenti come persone portatrici di sofferenze che esprimono con condotte a volte difficilmente avvicinabili concettualmente eppure così vicine dal punto di vista pragmatico-esperienziale.

Può sembrare rischioso o preoccupante pensare alle affinità, ai legami che le condotte di dipendenza da sostanze hanno o possono avere coi disturbi del comportamento alimentare.

Il lavoro e la riflessione teorica dei più importanti clinici e studiosi francesi dell'adolescenza, da Jeammet a Bergeret, va in questa direzione. Philippe Jeammet, a proposito di "Addiction, dipendenza, adolescenza: riflessioni sui loro legami e conseguenze sui nostri atteggiamenti terapeutici" (6.10) afferma che "l'associazione di questi tre termini, sebbene sia così seduttiva, pone allo stesso tempo una certa quantità di problemi. È lecito considerare in modo unitario questi termini? Non è scegliere una soluzione facile, parlare in un modo così generale delle condotte di dipendenza in adolescenza, raggruppandole sotto la stessa categoria di patologie così diverse come la tossicomania, l'anoressia nervosa, le bulimie o l'alcolismo per citare solo le più evidenti? Questo approccio e la sua utilità pratica hanno una loro pertinenza teorica, che si vuole difendere. L'intento non è cancellare le differenze tra questi diversi tipi di condotte, volendo rendere l'anoressia mentale o l'alcolismo una semplice variante della tossicomania e valorizzando analogie superficiali, a svantaggio di ciò che le differenzia.

Occorre rendere conto di una certa comunione di destini degli adolescenti che si danno a questi comportamenti. Situiamo questa comunione di destini essenzialmente a tre livelli: 1. la relazione di dipendenza che l'adolescente consolida col suo comportamento; 2. l'effetto di imbrigliamento progressivo degli investimenti, sviluppato da questo comportamento a svantaggio, in particolare, degli investimenti relazionali; 3. l'auto-rinforzo di queste condotte.

Le conseguenze sono che gli adolescenti si chiudono su sé stessi, spezzano le loro fonti di interessi, restringendone progressivamente il campo, sviluppano delle condotte di auto-sabotaggio delle loro potenzialità e di rifiuto di tutto ciò che può riguardare i temi dell'interiorizzazione."

È a partire dalla vasta e profonda esperienza di Jeammet che occorre riconsiderare il lavoro con gli adolescenti che presentano disturbi correlati a condotte di dipendenza. Occorre valutare l'opportunità di offrire loro e ai loro genitori, un luogo terapeutico comune, ma con percorsi terapeutici differenziati, all'interno di programmi/progetti realizzati in piccoli gruppi.

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