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ALCUNI PROBLEMI APERTI IN ALCOLOGIA
L'esperienza del SERT - Alcologia di Dolo

di
Mauro Cibin
Medico Psichiatra
Responsabile SerT-Alcologia U.L.L.S. 13 - DOLO VE
Responsabile Centro di Riferimento Alcologico Regionale,
Regione Veneto

  • PREMESSA
  • Il quadro normativo: "Alcologia Veneto"
  • I PROBLEMI APERTI
  • IL SOMMERSO
  • I GIOVANI
  • DOPPIA DIAGNOSI PSICHIATRICA
  • LE STRUTTURE
  • CONCLUSIONI
  • BIBLIOGRAFIA

  • Il quadro normativo: "Alcologia Veneto"

    Interessato in maniera particolare dai problemi connessi alluso di alcol (Naccarato e coll, 1984 a), il Veneto è stata una delle prime Regioni ad affrontare in maniera organica i problemi connessi alla prevenzione, cura e riabilitazione dell'alcolismo e dei problemi alcolcorrelati. Il DGR. individua la "rete alcologica" istituzionale come composta dai Medici di famiglia (MMG), dai SerT, da taluni reparti ospedalieri ed universitari e dai gruppi di autoaiuto (CAT ed AA). Per la prima volta viene definita in un atto deliberativo l'importanza di queste associazioni nella fase riabilitativa e la loro "pari dignità", reciproca e confronti delle componenti professionali. La stessa deliberazione istituisce presso SerT, Reparti Ospedalieri ed Universitari, tredici servizi alcologici di II livello, finanziati per sviluppare specifici progetti . Tra questi il SerT di Dolo ha il compito di studiare i "casi difficili" e di collaborare alla formazione alcologica a livello regionale (Cibin M., 1995, 1997).
    La Riforma Sanitaria ed il processo di aziendalizzazione, come pure l'istituzione del Dipartimento delle Dipendenze portano in primo piano la necessità di dare stabilità alla organizzazione alcologica, e di definirne collocazione, obiettivi, e strumenti di valutazione. Nella nostra Regione questi temi sono oggetto di attenta valutazione, una valutazione comunque fortemente contestualizzata al quadro più generale delle Dipendenze. Sia infatti l'ipotesi di istituire specifiche entità operative alcologiche nell'ambito dei Dipartimenti, sia quella di "fondere" quanto più possibile alcolismo e tossicodipendenze presentano pro e contro, che dovranno essere valutati in sede locale. Due esempi: la forte tendenza al poliabuso presso i giovani ci porta a ritenere altamente probabile nel prossimo decennio una coincidenza "di fatto" delle problematiche; d'altra parte nella attualità si riscontrano resistenze da parte di alcolisti non fortemente deteriorati dal punto di vista sociale ad essere accolti nelle medesime strutture dedicate ai tossicodipendenti. Il problema va a mio parere valutato caso per caso, tenendo comunque presenti che pur essendo alcolismo e tossicodipendenza "primi cugini" hanno anche punti di differenziazione. In conclusione, pur ritenendo il trend prevalente quello verso la unificazione, esso va visto come un processo, comprendente momenti valutativi e formativi, più che come un evento legato a malintesi dettati epidemiologici o a decisioni calate dall'alto.
    Al di là dei problemi aperti l'orientamento regionale è di andare verso un superamento della fase sperimentale ed a un consolidamento della organizzazione già delineata, oltrechè di introdurre criteri di valutazione e di accreditamento. A questo fine la Regione si è recentemete dotata di uno strumento “intermedio”, il Centro di Riferimento Alcologico Regionale, “mediatore” delle relazioni tra Regione ed entità periferiche, sia pubbliche che del terzo settore. Tra i compiti del Centro la realizzazione del Sistema Informativo Regionale Alcologia Veneto (S.I.R.A.V.).

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