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I Disturbi del comportamento alimentare e la clinica delle dipendenze: l'esperienza di un servizio per le tossicodipendenze nel trattamento dei disturbi dell'alimentazione.

I SINTOMI

Eccessivo decremento ponderale in breve tempo mantenimento della dieta in grave magrezza Autovalutazione di un corpo grasso nonostante una grave magrezza,amenorrea,rituali alimentari,cibarsi di nascosto,compulsione all'esercizio fisico,sintomi depressivi,binging,pratiche compensatorie,binging senza incremento ponderale,Abuso di farmaci/droghe /alcool

In una meticolosa rassegna sui rapporti tra BE e Disturbi di dipendenza, Wilson (1993) analizza e smantella, a nostro avviso in modo convincente, la pertinenza dei criteri di dipendenza, tolleranza, astinenza, craving adottati nell'ambito dei DA. Viene tra l'altro sottolineato come la perdita di controllo nella BN sia differente dall'Addiction. Benchè sia condivisa l'osservazione che la somministrazione di una piccola quantità di sostanza additiva o cibo "proibito" scateni la successiva ulteriore introduzione della stessa/stesso, con perdita di controllo, ciò avviene più per meccanismi di apprendimento sociale che per fattori biochimici, nei DA. In condizioni sperimentali si possono osservare differenze tra Binge eaters, BN e soggetti normali: se viene preclusa la possibilità di vomitare entro 90' dall'assunzione di cibo "proibito" la perdita di controllo nei pazienti BN non si realizza.Goodrick a Foreyt (1991) hanno definito l'obesità con BE come "food dependence" seguendo i criteri del DSM IIIR. Essi asseriscono che circa due terzi degli obesi riferiscono craving per i carboidrati e mangiano non solo per lenire la fame ma soprattutto per combattere la tensione, l'ansietà e la depressione. Molti AA tuttavia, in condizioni sperimentali, non hanno riscontrato in pazienti BN normopeso e in obese con BE una particolare predilezione per i carboidrati; nell'ambito della BN e dei BE pertanto, un craving specifico per i carboidrati, sostenuto da basi biochimiche, non troverebbe riscontro specifico sia dall'osservazione clinica (aspecificità della composizione in macronutrienti dell'abbuffata) sia dall'osservazione sperimentale.Sul piano clinico un'analisi fenomenica più attenta e precisa rivela però l'esistenza di differenze rilevanti, (Vanderlinden, Norré, Vandereycken, 1989; Vandereycken, 1990) così riassumibili:la ripienezza tipica dell'abbuffata non è esperita come piacevole e soddisfacente da parte di pazienti BE o BN;la dipendenza si pone piuttosto sulla dieta e sulla restrizione alimentare, delle quali l'episodio bulimico costituisce una rottura della dipendenza;gli aspetti coattivi sono pertanto principalmente rivolti sull'autocontrollo del peso e della forma del corpo (come nell'anoressia), ne consegue che sono compulsive le pratiche compensatorie (es. vomito, diete etc.) atte ad eliminare le calorie introdotte piuttosto che l'introduzione di cibo nella modalità dell'abbuffata, che in circostanze sperimentali e di osservazione clinica può essere facilmente procrastinata in presenza di estranei. Sul versante terapeutico l'assunzione del modello dell'addiction determina come obbiettivo terapeutico l'astinenza per sempre di alcuni cibi e un pattern dietetico particolarmente strutturato. Ciò contrasta acutamente con i modelli di trattamento sia cognitivo-comportamentali sia interpersonali che mirano, oltre a specifici obbiettivi psicologici, a ripristinare un comportamento alimentare adeguato senza alcuna preclusione di particolari cibi.

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