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Dieci questioni

Un dialogo con Loredana Lipperini *

a cura di Maddalena Mapelli

Lipperatura … da Lipperini più Letteratura… giusto? Sono passati tre mesi dal Va bene, cominciamo (http://www.kataweb.it/kwblog/page/CLIP/20041125) del 25 novembre 2004, dal post numero uno di Lipperatura (http://www.kataweb.it/kwblog/page/CLIP/) il blog che ha visto planare nella blogosfera Loredana Lipperini, giornalista di Repubblica, dopo la curatela per Einaudi dell’antologia La notte dei blogger. (http://www.lanottedeiblogger.com/)

1) Off/on

Da lettrice di blog altrui, ad autrice di un blog proprio: c’è uno scarto, un salto… tra il pensare la blogosfera osservandola dal di fuori e pensarla o ri-pensarla dal di dentro?

Evidentemente sì. Ma la positività del pensare medesimo è stata confermata da tre mesi di discussioni che raramente capita di intessere fuori dalla blogosfera: non nei termini e con gli interlocutori, almeno, con cui si sono svolte in rete.

2) Ho un blog

Nella prefazione al libro citato scrivevi che "ogni parola potrà essere rivolta contro di me. Perché, nell’ordine: non ho un blog ma leggo blog…" . E adesso? Adesso c’è qualcuno rimasto ancorato alla sola carta stampata che ti guarda dall’alto al basso? O magari sei tu che, ora, da blogger, guardi sorridendo verso chi scrive di blog senza averne aperto uno? In altre parole: è cambiato qualcosa nel tuo rapporto con i media tradizionali?

Forse, invece, sta cambiando qualcosa nei media tradizionali. Ovviamente non per merito mio, ci mancherebbe. Ma da una di quelle discussioni (quella sulla letteratura popolare) ne è nata un’altra, parallela, sul Corriere della Sera: che non accenna a finire, peraltro.

3) Il tempo, laggiù, in Lipperatura

La dimensione temporale che si respira in Lipperatura è quella di un inseguire e discutere le notizie legate alla letteratura, all’editoria, agli autori. L’eterno presente di un giornale quotidiano che divora le notizie attimo dopo attimo? O - sbaglio? - c’è qualcosa di diverso? C’è un tempo che in qualche modo si fissa (l’archivio), si dilata (i commenti), si ferma (la possibilità di argomentare per iscritto)…

Le notizie legate alla letteratura sono più numerose di quanto si possa pensare. La diversità sta nella possibilità di fornirne di più, perché non esiste il problema dello spazio che affligge molte pagine culturali su carta. E, appunto, nei commenti. Che molto spesso sono più interessanti dei post.

4) Il tempo, laggiù, nella blogosfera

C’è sicuramente nei blog il presente (i post) e la memoria (l’archivio)… ma del futuro? C’è traccia del futuro? Penso agli adolescenti e ai giovani che affollano le piattaforme con i loro diari - al sicuro dagli sguardi invasivi dei genitori e al tempo stesso accolti in un ambiente che evidentemente trovano rassicurante - … c’è per i più giovani una dimensione, nella blogosfera, che li aiuta a proiettarsi in una dimensione di un futuro pensabile?

Quella, immagino, va trovata e conquistata nella vita. Blog e in assoluto Internet possono essere un formidabile strumento di supporto e di condivisione. Possono forgiare l’abilità comunicativa, e affinarla. Ma non possono costituire una panacea.

5) I punti di riferimento

Le cosiddette blogstar, che in parte tu avrai avuto modo di conoscere anche personalmente, sono, secondo te, modelli positivi o negativi per i più giovani? Voglio dire, in generale, facendo un discorso che per forza di cose è general generico e un po’ reazionario, se si ha un figlio/a adolescente che, quando ha tempo, si consuma i polpastrelli a bloggare, è bene correre ai ripari come quando un adolescente s’incolla alla Tv?

Tanto per restare generici: il tentativo di limitare gli eccessi vale per tutto. Anche per un’overdose di cantate di Bach o per una lettura compulsiva di Proust.

6) La sfida

Tra i progetti letterari neonati nella blogosfera c’è Sacripante! (http://www.sacripante.it/) dove anche Loredana Lipperini ha una sua rubrica.

Una rivista che non regala nulla alla spesso sacrale seriosità delle riviste letterarie ma che anzi avverte il lettore (http://www.sacripante.it/001/ideefisse/1.asp) di voler essere "un luogo di nuova cittadinanza, di sfida, di anomia, lontana dagli strati di polvere e di seriosità dei noti officianti della letteratura. Un nuova grammatica irregolare che avrà come unico paradigma la scrittura, e come corollario il piacere di leggerla". Un progetto quindi, come già ce ne sono stati altri, on line: un modo per proiettarsi verso il futuro? O una maschera sotto la quale si nasconde qualche volontà normalizzatrice che vuol riportare il "nuovo" al "già noto"?

No, non mi sembra affatto che ci sia una volontà normalizzatrice nel progetto. Sacripante è un luogo di scrittura che, come dicevi, si aggiunge ad altri: ben venga.

7) Lo spazio.

Sempre laggiù, tra blogger, si dice che ci sia uno spazio infinito, uno spazio per tutti. Mi viene in mente, di Italo Calvino, quella Cosmicomica — Tutti in un punto - che fa esplodere il mondo — il big bang- e regala spazi infiniti assieme alla nostalgia di quando si stava tutti chiusi in un solo punto… Perché la blogosfera riesce, se ci riesce, a rendere possibile il libero confronto tra idee che altri spazi oggi (vedi certa carta spampata e molta tv) negano?

Semplicemente perché giornali e televisione non hanno i commenti. E perché, come tutti i media tradizionali, vivono in regime di concorrenza. I blog, come dice giustamente Giuseppe Granieri, vivono invece di reciproca generosità tramite link e rimandi.

8) L’esperienza personale.

Dopo tre mesi di Lipperatura, lo rifaresti? Potesse tornare indietro Loredana Lipperini, aprirebbe di nuovo il suo blog? E perché?

Assolutamente sì. Perché professionalmente e umanamente (invertendo l’ordine eccetera) è un’esperienza importante. E perché sono una vecchia giramondo dei media.

9) In rete, ad esempio

Scrive "effe" in un suo commento al lungo dibattito in corso in rete sull’appiattimento dell’editoria alle leggi del mercato (http://www.kataweb.it/kwblog/page/CLIP/commento?anchor=20050233122048)

Ferretti dice anche "Una volta uno scrittore Einaudi era diverso da un autore Mondadori, oggi non c'e' differenza" (a meno che questa frase non sia stata subdolamente interpolata dalla nota falsaria LaLipperini)
Sarà vero?
Se sì, è un bene.
Perché il luogo della definizione, lo spartiacque, la rete dei sogni non stanno più al chiuso, dentro le case editrici (anche perché i Calvino non ci sono più), ma emergono fuori, iperventilando finalmente ossigeno, e si ritrovano in altri ambiti, più allargati, più democratici, con diritto di accesso.
In rete, ad esempio.

Non ti chiedo che libri stai leggendo perché in Lipperatura ce lo racconti ogni giorno. Ti chiedo però di consigliare almeno un paio di letture, a tuo avviso, imperdibili per un giovane lettore.

L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, La montagna incantata di Thomas Mann. E l’opera omnia di Stephen King.

10) L’identità. Ultima (e complessa!) questione…

Non dobbiamo rifiutare la nostra vita sullo schermo, ma neppure è il caso di considerarla come una vita alternativa. Possiamo usarla come uno spazio per la crescita. Avendo messo letteralmente per iscritto l’esistenza delle nostre personalità online, diventiamo molto più consapevoli di quel che stiamo proiettando nella vita quotidiana. (Sherry Turkle, La vita sullo schermo, Apogeo, Milano 1997, p.396)

Sherry Turkle salvava come "modelli di benessere psicologico significativamente postmoderne le esperienze degli anni ottanta e novanta" (dai Mud alle chat) in rete, che moltiplicavano l’io dissolvendolo in una pluralità di voci attraverso il mascheramento della propria identità.

Mettiamoci nei panni di un giovane (dire adolescente oggi, come si scrive da più parti, significa allargare lo spettro anagrafico ben oltre i limiti di un tempo); adottiamo, se possibile, il suo sguardo sul mondo reale [è stato detto (ad esempio, di recente, da Benasayag: cfr la recensione http://www.pol-it.org/ital/legame.htm)che la fatica maggiore stia nel pensare un futuro che non sia minaccioso]…

Può in qualche modo, secondo te, la blogosfera aiutare o quantomeno non ostacolare la costruzione identitaria di chi sceglie di fruire di questo spazio di comunicazione?

Può far capire che esiste un’identità comune, o collettiva. L’intelligenza angelica di cui parlavano i primi teorici della Rete. Non è poco.

* In rete, tra gli autori di La notte dei blogger, il profilo di Loredana Lipperini http://www.lanottedeiblogger.com/autori/lipperini.html

LINK CORRELATI

  1. INDICE DI COUNTERPOINT DI FEBBRAIO
  2. Giuseppe Granieri, Blog Generation, Laterza, Roma-Bari 2005
  3. Salvo Capodieci, Luci e ombre dei blog. Commento all’articolo di Antonio Spadaro Il fenomeno blog
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MARIA MADDALENA MAPELLI
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