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Cecilia Edelstein, IL COUNSELING SISTEMICO PLURALISTA. Dalla teoria alla pratica, Erickson, Gardolo (Trento) 2007, pp. 395, Euro 23,50

Con i contributi di:

Battaglia, S. Benedetti, G. Bert, I. Bozzetto, A. Caruso, C. Fabbri, I. Gandini, M. Giuliani, A. Martinelli, T. Monini, P. Muraro, G. Parisi, S. Quadrino, L. Ubbiali, F. Vadilonga.

(www.erickson.it tel. 0461 950698)

 

Cecilia Edelstein è psicologa e terapeuta familiare. Ha iniziato la propria attività professionale come ricercatrice all’Università di Haifa e come membro del Centro di Terapia Familiare della Regione Nord di Israele. Da quando, nel 1991, si è trasferita in Italia, si occupa di terapia familiare, counseling, mediazione, comunicazione e terapie interculturali. Fondatrice e Presidente, a Bergamo, di Shinui, Centro di Consulenza sulla Relazione, è direttrice della scuola di Counseling Sistemico di Bergamo (si veda il suo curriculum completo alla URL http://www.shinui.it/curriculum_edelstein ).

[Cecilia Edelstein presenta ora al pubblico italiano il primo volume sistematico e completo sul counseling sistemico, inquadrandolo nei suoi sviluppi storici e socio-culturali, nei suoi riferimenti teorici ed epistemologici, per arrivare a definire un modello pluralista di counseling che, traendo le sue origini dalla terapia familiare e dal pensiero sistemico nelle sue varie declinazioni, rivela le proprie potenzialità in un’ampia varietà di contesti. In questo modello le abilità comunicative – non solo verbali –, vengono a essere il motore del processo evolutivo che porterà il cliente a essere protagonista attivo del cambiamento all’interno del proprio contesto di vita e di relazioni. Completano il volume le esperienze di professionisti che lavorano nei diversi ambiti del counseling. Questi contributi offrono al lettore una ricca panoramica sulle possibilità di applicazione del counseling ampliando gli orizzonti della relazione di aiuto. Per gentile concessione dell’editore e dell’autrice, pubblichiamo la prefazione al volume, scritta da Salvador Minuchin, uno dei padri della terapia familiare: si veda, al proposito, Cinquant'anni di Terapia Familiare, Seminario con il Professor Salvador Minuchin, a cura di Cecilia Edelstein.
Conversazioni e dialoghi con Shinui, 2003 (
http://www.shinui.it ) ]

 

PREFAZIONE

Chiaramente preoccupata dalla percezione del counseling come una forma di terapia leggera, Edelstein confuta quest’immagine attraverso una dettagliata analisi delle radici storiche e concettuali del suo approccio pluralista. Presenta quindi le diverse scuole di terapia familiare sistemica che forniscono le basi del proprio lavoro.

Ciò facendo, mette in relazione il contributo che ciascuna "scuola" può portare ad una visione pluralista. Concentrandosi sulla dicotomia fra "i sistemici puristi" e gli "esperienziali" disegna una mappa – dapprima collocando questi diversi approcci nell’Ovest e nell’Est degli Stati Uniti, quindi spostandoli a Milano e a Roma.

Un approccio valorizza il significato del linguaggio, l’altro sottolinea l’importanza di struttura, affetti e azione. L’autrice conclude quest’analisi privilegiando la pluralità e spiegando i perché della sua scelta.

Edelstein sostiene, a mio parere con successo, che le diverse scuole di pensiero sistemico sono troppo connotate secondo un unico approccio. Ciascuna ha sviluppato un’attenzione particolare che, pur parziale, fornisce concetti, strategie e tecniche che possono essere particolarmente utili, in un dato contesto, con certe popolazioni, con professionisti con un determinato stile personale.

Sostiene, d’altra parte, che la ricchezza di queste elaborazioni dovrebbe essere conservata e protetta dalla tentazione di un modello eclettico o integrato.

Nel suo modello pluralista, Edelstein fa dialogare la prospettiva Milanese, gli strutturalisti e Virginia Satir. Con entusiasmo, fa sedere attorno al suo tavolo Andolfi, Boscolo, Minuchin, Cecchin e Ackerman, così come Michael White e de Bernart e suggerisce che dovrebbero rimanere fedeli ciascuno al proprio approccio, senza tentare di convincere gli altri.

Nel suo ultimo capitolo, Edelstein cambia lo stile di scrittura e diventa la formatrice. Fa nascere la professione counseling; il suo lettore diventa principalmente, ma non esclusivamente, lo studente di Counseling. Presta attenzione ai dettagli: chi sono i destinatari dell’intervento? In quale contesto? Quali sono le strade alternative a disposizione del counselor quando, dopo un breve intervento, un invio si rivela necessario? Quali tecniche privilegiare e quale posizione il counselor può adottare nel relazionarsi con i suoi clienti?

Come formatrice, Edelstein passa dalla concettualizzazione ad un’enfasi sulle tecniche, dalla teorizzazione alla formulazione di strategie da intraprendere nella relazione d’aiuto. Complimenti!

L’autrice propone un nuovo modello, che non è la somma delle scuole sistemiche. E’ un approccio sistematico e complesso nello stesso tempo, che delinea i contenuti e i confini di una nuova professione. Il counseling sistemico non è più una variazione della terapia familiare: all’interno del pensiero sistemico, diventa autonomo, ha una sua dignità e sviluppa un linguaggio a sé.

Nella seconda parte del libro, conformemente con il suo approccio pluralista, Edelstein dà la parola a colleghi, la maggior parte provenienti da altre scuole di counseling. Negli ultimi dieci capitoli, i contributi rinforzano il messaggio che ciò che viene offerto da prospettive diverse è preferibile rispetto all’omogeneità di un unico punto di vista.

Penso che l’autrice sia andata oltre la promessa iniziale di fornire i dettagli di un approccio pluralista al Counseling. E’ mia convinzione che questo libro troverà ampio spazio fra i contributi più importanti alla formazione nel campo delle professioni di aiuto.

Salvador Minuchin

(Boca Raton – Florida)

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