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Il punto di vista del Centro Consulenze

 

Prima di scrivere questo mio intervento ho dovuto fare il "punto della situazione" ad oggi del Cip (chi è, chi rappresenta, quali sono i suoi obbiettivi, se ha rispettato almeno in parte i suoi programmi) e il risultato di questa mia personale valutazione non è sicuramente positiva, in termini di risultati raggiunti.

Infatti, facendo soltanto un semplice confronto fra investimenti fatti (Riunioni Regionali per parlare di Cip; Consigli Direttivi, Comitati Scientifici, Comitati Tecnici per progettare i contenuti e gli strumenti operativi — vedi softwares; Assemblee Nazionali, partecipazioni a congressi nazionali e internazionali) e obiettivi raggiunti, si può sicuramente affermare che il bilancio è rosso per le finanze e nero per la qualità dei risultati.

È evidente dunque che il primo responsabile di questo insuccesso è il sottoscritto, che è entrato in Psichiatria (dopo aver valutato la già esistente esperienza d'informatica in Psichiatria) convinto che sarebbe stato facile far condividere un Progetto comune agli Opinion Leaders per poi coinvolgere la base degli Psichiatri. Errore madornale e macroscopico.

Infatti, pur dovendo riconoscere il grandissimo impegno professionale dei Top Leaders coinvolti nel Cip e la loro assoluta disponibilità (iniziale) a realizzare un Progetto comune (il risultato più concreto è stata infatti la definizione di MBDS, Minimum Basic Data Set), ho dovuto poi rendermi conto che non si riusciva ad essere operativi. Per quali ragioni?

  1. Perché c'è, in Psichiatria, un profondo distacco fra le esigenze e gli obbiettivi della base degli Psichiatri (per esempio gli associati della SIP) e ciò che vogliono e pensano i vertici della Psichiatria stessa;
  2. perché in Psichiatria coabitano e non collaborano correnti di pensiero e di assistenza assolutamente diverse e quindi non confrontabili.
  3. perché (e me ne assumo personalmente tutta la responsabilità, come operatore e al tempo stesso osservatore del Sistema Sanitario Nazionale da più di 26 anni) in Psichiatria c'è troppo protagonismo. Non entro nel merito dei problemi tecnici, che non sarei in grado di giudicare e valutare, ma mi limito a vedere come, oggi, la Psichiatria sta vivendo il cambiamento (ormai universale) dell'organizzazione e della gestione manageriale del Sistema Sanitario italiano. Alcuni Psichiatri hanno acquisito importanti competenze e managerialità, che però non vengono trasferite alla base come in altre Società Scientifiche. Perché? La mia opinione — del tutto personale, lo ribadisco — è che ci siano problemi di protagonismo.

Chiarito quanto sopra, fermo restando che potrei aver sbagliato analisi e quindi essere davvero l'unico responsabile dell'insuccesso del Cip ad oggi, ritengo che ci siano le condizioni per un rilancio vero e operativo.

È evidente che la mia ipotesi per il Cip è valida solo in termini organizzativo-logistici, perché la responsabilità e la competenza di decisioni contenutistiche e scientifiche sono e rimangono esclusivamente dei Soci Fondatori e del Consiglio Direttivo.

Vediamo dunque di ribadire alcuni concetti base, che governeranno la programmazione 1999 del Cip.

Il Comitato per l'informatica in Psichiatria vuole rappresentare tutti coloro che — con l'utilizzo dell'informatica — vogliono migliorare l'organizzazione dell'Unità Operativa, la ricerca e l'assistenza, per quanto riguarda la salute mentale.

In tal senso possono dunque essere Soci del Cip tutti i responsabili di qualsiasi Unità Operativa (pubblica o privata, universitaria, ospedaliera e/o di territorio) o un loro delegato.

L'Associazione Scientifica, al di fuori da ogni fine di lucro, ha come obiettivo prioritario e statutario la promozione e lo sviluppo dell'utilizzo dell'informatica in Psichiatria e per questo:

  1. promuove e realizza attività di formazione in materia di informatica applicata nella gestione e nel management sanitario, nel monitoraggio diagnostico, nella raccolta ed elaborazione di dati e processi clinici e di impiego farmacologico;
  2. diffonde la conoscenza e l'informazione sulle utilità dei sistemi informativi sanitari in rete telematica, partecipando attivamente al processo di rinnovamento e modernizzazione della professionalità del medico italiano, nell'obbiettivo della massimizzazione dell'assistenza al malato;
  3. organizza manifestazioni, dibattiti, riunioni e promuove o sostiene iniziative di ricerca e studio individuale orientate agli scopi di cui sopra;
  4. predispone analisi, studi, ricerche e servizi tecnico-scientifici, anche avvalendosi della collaborazione di strutture esterne, in favore di enti e società del settore medico-generale, comprese le aziende sanitarie (locali e/o ospedaliere) gli istituti di ricerca, le aziende farmaceutiche e biomedicali, editori scientifici e divulgativi;
  5. promuove e organizza incontri e riunioni scientifiche congressuali incentrate sulle tematiche di cui ai punti 1 e 2.

Chiarito quanto sopra e consapevoli del fatto che l'informatica rappresenta a tutt'oggi uno strumento di lavoro non troppo utilizzato (per i problemi che devono superare gli utenti), si è subito costruito un Progetto, con relativa struttura organizzativa, in modo da favorire il raggiungimento degli obiettivi statutari del Cip.

Il Progetto Informatizzato Cip vuol dunque essere la risposta manageriale alle esigenze di un'Associazione Scientifica e dei suoi programmi operativi, e sta a indicare tutto ciò che in termini di iniziative, materiali, servizi, personale e Struttura "dedicata" concorre al corretto sviluppo dell'attività informatica dei Soci Cip.

Vediamo comunque ora, sinteticamente, di dare una risposta a tante possibili domande o obiezioni che verranno fatte da tutti coloro che riceveranno questo Bollettino Newsletter Cip.

Chi sono oggi i Soci Cip e chi lo può diventare?

Per quanto riguarda la prima domanda, c'è già una precisa risposta in questo stesso Bollettino, infatti sono riportati i nomi di tutti coloro che hanno fatto domanda di affiliazione al Cip.

Per quanto riguarda invece la seconda domanda, più che rinviare a quanto precedentemente già scritto (e inoltre riportato nello statuto), ritengo corretto rispondere parlando di diritti e doveri del Socio Cip:

  • un Socio Cip ha il diritto di avere — gratuitamente e permanentemente — materiali (quali per esempio il Sidap) e servizi (formazione e assistenza "on line" e/o "in loco" sull'Unità Operativa coinvolta) indispensabili per un corretto ed efficace utilizzo dell'informatica;
  • un Socio Cip ha il diritto di utilizzare un qualsiasi proprio sistema informatico (o software), con l'obbligo però di avere, nel proprio sistema, i dati e le informazioni che costituiscono il MBDS;
  • un Socio Cip ha il diritto di avere — gratuitamente — un supporto da parte della Struttura "dedicata" al Progetto Cip per trasferire i dati del MBDS dal proprio sistema informatico alla "banca dati" centrale;
  • un Socio Cip ha il diritto di avere — gratuitamente e permanentemente — tutti i servizi previsti dal Progetto stesso (riportati nello schema descrittivo della Struttura "dedicata"), a condizione di rispettare quanto previsto dallo statuto, quando si parla di doveri;
  • un Socio Cip, infine, ha il diritto di non far utilizzare dati da lui forniti (eccetto quelli del MBDS), se non per ricerche condivise e di proprio interesse;
  • un Socio Cip ha invece il dovere di utilizzare bene le risorse (materiali, servizi, iniziative ecc.) messe a sua disposizione dall'Associazione stessa;
  • un Socio Cip — nell'assoluto rispetto delle attuali normative di legge — deve inviare i dati aggiornati del MBDS, così come previsto dallo statuto.

Come è strutturato il Progetto Informatizzato Cip?

Vediamo di chiarire, in maniera sintetica, com'è organizzato il Progetto Informatizzato, in modo da favorire lo sviluppo corretto delle iniziative, operatività e ricerche previste dal programma dell'Associazione Scientifica Cip. Gli attori principali di questo Progetto sono: l'Associazione Scientifica, con i suoi organi istituzionali e con i suoi Soci, il Centro Consulenze (di cui il sottoscritto è uno dei responsabili), e le Strutture e/o le persone che con il Cip collaborano (cioè tecnici, segretarie, consulenti medici del servizio Medical "on line", e infine esperti, esterni alla Struttura "dedicata").

Ciascuna delle figure istituzionali e/o operative sopraindicate ha un ruolo preciso nello sviluppo delle attività del Cip. Infatti, è evidente che la responsabilità di tutte le progettazioni scientifiche e della gestione della "banca dati" (nel rispetto delle normative di legge e dello statuto Cip) è soltanto dell'Associazione Scientifica, di cui si parla già in questo Bollettino Newsletter da parte del Prof. P. Pancheri (uno dei Soci Fondatori).

Il Centro Consulenze, invece, è responsabile della progettazione, organizzazione e coordinamento di tutte le attività logistico-organizzative indispensabili al successo della programmazione Cip; inoltre deve garantire la ricerca delle sponsorizzazioni necessarie a far funzionare il Progetto Informatizzato.

La Struttura "dedicata" (che viene qui descritta in altra parte) ha il ruolo di garantire — in tempi brevi — materiali, servizi e quant'altro necessario all'operatività dei Soci e degli organi istituzionali del Cip.

Quanto sopra, dunque, ha un comune denominatore, cioè mettere in condizione il Cip di svolgere efficacemente le sue attività istituzionali: riunioni (nazionali, regionali, locali), Assemblea Nazionale, partecipazioni a congressi nazionali e internazionali (con poster e comunicazioni), ricerche scientifiche (epidemiologiche e/o Protocolli clinici), miglior utilizzo del computer e anche di propri sistemi informatici (per esempio, per fare dei report amministrativi alle Aziende Ospedaliere sulle prestazioni sanitarie erogate). Leggendo infine con attenzione, ci si rende immediatamente conto di quante persone e risorse sono messe in gioco per il successo del Cip. Diventa quindi sempre più evidente che il Progetto Informatizzato Cip deve e dovrà sempre il suo successo — anche e soprattutto — alla presenza degli Sponsor, coloro cioè che devono garantire, a tutti i Soci Cip, la distribuzione gratuita dei servizi e il coinvolgimento gratuito e permanente, nelle attività istituzionali, dei Soci.

 

Quali sono, dunque, gli obiettivi del Progetto Informatizzato Cip?

Per essere sintetici al massimo, cerchiamo di spiegarci dando una rappresentazione grafica di quali sono gli obiettivi:

 

OBIETTIVI

dal punto di vista

 

 

Associazione Scientifica Socio/Utente Sponsor

favorire lo sviluppo di un network (o Rete nazionale) per la raccolta dati e per la realizzazione di significativi Progetti scientifici

 

Favorire l'utilizzo del computer, come strumento quotidiano di lavoro per migliorare l'assistenza, per fare una ricerca più significativa, per fornire dei precisi "flussi informativi" alle proprie Aziende Ospedaliere

 

Immagine

Introduzione migliore

Sviluppo Progetti scientifici

Realizzazione iniziative promozionali

 

Per quanto riguarda l'Associazione Scientifica e i Soci Cip la schematizzazione sopraevidenziata, l'apertura di questo mio stesso articolo, ma soprattutto quanto scritto dal Prof. P. Pancheri sono sicuramente considerazioni più appropriate per dettagliare meglio ogni concetto; per quanto riguarda invece gli Sponsor, ritengo corretto approfondire i contenuti appena schematizzati.

 

Quali sono o potrebbero essere gli obiettivi e i vantaggi degli Sponsor del Cip?

Il Progetto Informatizzato Cip e la sua struttura di sviluppo favoriscono, secondo le nostre esperienze, il raggiungimento di più obiettivi d'interesse medico-marketing di: immagine, migliore introduzione, possibile realizzazione di Progetti scientifici (significative, e direi assolutamente uniche, Ricerche epidemiologiche-Protocolli clinici monitorati "on line") e di iniziative promozionali (riunioni, partecipazione a congressi, redazionali sul Bollettino Cip, e/o altro). Non credo che sia necessario dettagliare ulteriormente quanto sopra, ad eccezione del concetto: migliore introduzione. A questo proposito, infatti, il rapporto inflazionato fra medico e informatore scientifico rende molte volte impossibile il lavoro a quest'ultimo, soprattutto per difficoltà di approccio o di comunicazione iniziale fra i due interlocutori (dal momento che, giustamente, il medico sente dire troppe volte le stesse cose, senza che si risponda alle sue reali esigenze d'informazione). Nel Progetto Informatizzato Cip, il Collaboratore, referente degli Sponsor, ha invece un contatto "agevolato" (nel breve, medio e lungo tempo) perché si presenta al Socio Cip con delle vere e concrete risposte (materiali, servizi, altro) ad esigenze professionali prioritarie del Socio stesso. Chiarito e stabilito ciò, diventa ora importante parlare e valorizzare l'impegno economico dello e/o degli Sponsor del Cip.

A questo proposito, comunque, basta tenere presente quanto costa oggi, a un qualsiasi acquirente, non tanto acquistare un software quanto invece garantirsi i relativi servizi di assistenza e formazione (senza quindi considerare, se parliamo del Socio Cip, dei "costi vivi" che è necessario sostenere per la realizzazione di tutte le altre attività istituzionali: riunioni del Consiglio Direttivo, Assemblea nazionale, riunioni regionali, altre attività e/o personale di segreteria). Dunque, solo facendo questa riflessione si sarà in grado di dare un valore più appropriato all'impegno economico di uno o più Sponsor del Progetto Cip. Troppo spesso invece, anche nelle riunioni già realizzate nel 1996, si è avuta l'impressione, parlando con dei potenziali Soci (che riceveranno 3-4 Bollettini, che avranno inoltre l'opportunità di avere tecnici, segreteria, Medical "on line" ecc. a loro disposizione, gratuitamente e permanentemente), che il Socio stesso non si rendesse conto del reale valore dell'investimento fatto dallo Sponsor. Mi auguro che lo sviluppo operativo futuro del Progetto Cip smentisca concretamente questa mia iniziale considerazione.

Programmazione 1999:

A questo proposito, a parte gli obiettivi statutari, cioè ricerche scientifiche sempre più significative, si possono anticipare alcune delle iniziative che potrebbero essere realizzate nel prossimo anno:

    1. riunioni regionali e/o riunioni di Progetto, per un rilancio operativo del Progetto stesso, partendo da chi oggi è disposto a impegnarsi veramente a livello personale;
    2. progettazione, organizzazione e realizzazione di Progetti scientifici e/o tecnici da presentare alla UE e/o al Ministero della Sanità, tramite le Regioni;
    3. formazione dei soli Soci Cip — altamente operativi — alla gestione (naturalmente anche informatizzata) di problematiche quali: DRG, definizione del budget di una Unità Operativa della Psichiatria, migliore organizzazione dei servizi ecc.;
    4. formazione, tramite rapporti con l'Istituto Superiore della Sanità, dei Soci Cip per una buona organizzazione della propria "banca dati" (o archivio informatizzato delle cartelle cliniche) in modo da favorire ricerche personali del Socio e del Gruppo di Studio Cip;
    5. Assemblea Nazionale Cip (nel periodo settembre-ottobre 1999) per verificare quali risultati sono stati raggiunti e quali obiettivi si possono definire per il 2000.

È evidente che, comunque, ogni Socio Cip e/o ogni Gruppo Regionale Cip potrebbe, anzi dovrebbe, essere interlocutore altamente interattivo del Consiglio Direttivo e/o del Centro Consulenze per sviluppare proprie idee.

In attesa di ciò, grazie a tutti.

Centro Consulenze

Bruno Cammi

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