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LA PIENEZZA DI ESSERE NELLA SCHIZOFRENIA E NELLA DEPRESSIONE

Lorenzo Calvi

L'autore constata di aver avvertito, in diversi casi di psicosi endogena (schizofrenia, melancolia, parafrenia), alcuni dati fenomenici: la compattezza, la densità, la levigatezza, l'uniformità. Questi aspetti costitutivi si accompagnano ai momenti costituenti del ritrovarsi, del rinunciare, del ripetersi, dell'isolarsi, come si vede in modo particolarmente evidente nelle forme residuali e croniche. Tutto questo sottende, sul piano dell'intenzionalità, la mancanza di movimenti protentivi e appetitivi.
Nell'attuale situazione post-manicomiale, il luogo manifestativo degli alienati psichici essendo spesso la strada, essi vi compaiono con una figura antropologica che si confonde con quella del tradizionale “barbone”.
L'eclissi delle dimensioni esistenziali del divenire e dell'avere è come se rispecchiasse una fuga dal contingente e un rifugio nell'assoluto, lasciando uno spazio ampio, se non totale, al manifestarsi di qualcosa, che altro non si saprebbe chiamare se non “pienezza di essere”. Qui si spegne ogni aspirazione al comprendere interpersonale dell'individuo e si offre la comprensione trascendentale della figura antropologica.

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