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ORGANIZZAZIONE DELL'ASSISTENZA PSICHIATRICA INTERNA nell'ambito del progetto di Riordino della medicina penitenziaria

di cui al D.L. 230/99

Gemma Brandi

Psichiatra psicoanalista

Consulente Psichiatra del Ministero della Giustizia

Coordinatore del Gruppo di Lavoro Giustizia e Psichiatria dell'Azienda Sanitaria di Firenze

[per conto dell'Azienda Sanitaria di Firenze]

CRITICITA'

  • Impossibilità di effettuare Accertamenti Sanitari Obbligatori (A.S.O.) e T.S.O. in ambito penitenziario, con la conseguente necessità di utilizzare allo scopo le strutture territoriali e i S.P.D.C..
  • Difficoltà nel reperire quegli "appositi ambienti" di pertinenza del Servizio Psichiatrico sapientemente individuati nella Circolare 577373/99 e nella nota 147073/5/3-A-2/5 Gennaio 1998 della Direzione Generale del D.A.P., nota alla quale i Consulenti Psichiatri del N.C.P. di Sollicciano avevano risposto con una relazione dettagliata.
  • Difficoltà di procedere a una tendenziale territorializzazione della cura del malato di mente autore di reato, a detrimento della continuità terapeutica e dell'economia del Servizio, essendo da mettere in conto una dispersione delle energie e la necessità di investimenti professionali e finanziari per i contatti, difficilmente proficui peraltro, con i Servizi Psichiatrici competenti, specie se questi fossero molto distanti dall'istituto che ospita l'interessato.
  • Difficoltà nella istituzione di terreni operativi condivisi da reclusi sani e malati di mente.
  • Necessità di selezionare il personale di Polizia Penitenziaria, da adibire alla sorveglianza dei malati di mente, a partire dall'attitudine e dalla disponibilità, nonché di istituire apposite linee di formazione e di aggiornamento. Risulta che l'Ufficio Centrale per la Formazione e l'Aggiornamento del Personale del D.A.P. abbia previsto uno specifico Corso di Formazione per gli Operatori della C.C.C., nella programmazione del quale sono stati attivati i Consulenti Psichiatri dell'istituto.
  • Esigenza di rispettare, nella effettuazione di atti clinici, tempi morti anche protratti causati da questioni di ordine e sicurezza. Per snellire l'operatività quotidiana, non sempre sarebbe previsto l'affiancamento, agli operatori del settore, anche fuori delle eventuali aree di attenzione psichiatrica, di personale di Polizia Penitenziaria.
  • Difficoltà di mantenere rapporti, in tempo reale, con le agenzie esterne utili al trattamento del paziente nella specifica situazione in cui versa.
  • La dotazione psicofarmacologica del N.C.P. di Sollicciano risulta scarsamente aggiornata rispetto ai parametri dell'A.S. di Firenze e spesso insufficiente quantitativamente. Le specialità vengono somministrate senza rispetto delle note CUF.
  • Necessità di una valutazione epidemiologica dei bisogni.
  • Le figure necessarie all'attività dipartimentale a favore della persona psichicamente sofferente (assistenti sociali, educatori professionali, infermieri, psichiatri, psicologi) lavorano allo stato in assetti organizzativi per lo più diversi e separati dal settore ‘salute mentale'. Manca, quindi, del tutto la possibilità di effettuare un lavoro interdisciplinare e la sorveglianza sanitaria necessaria al malato di mente, con la prevedibile conseguenza di un insufficiente contenimento dei ricoveri in luogo esterno di cura o in O.P.G. rispetto al presente.
  • Il fatto che non venga individuata neppure dalla Circolare 577373/99 una figura di coordinamento del Servizio Psichiatrico rischia di indebolire la forza delle idee sostenute. Senza un raccordo interno l'istituendo organismo difficilmente potrà operare con efficacia.
  • In attesa della risposta del D.A.P. alla nota degli psichiatri del carcere per la C.C.C. e la Sezione per Minorate Psichiche, non sembra esserci una speciale assistenza psichiatrica in C.C.C., anche se le 6 ore giornaliere di Guardia Psichiatrica sarebbero assegnate a Sollicciano per la C.C.C. -e ciò al di là delle 72 ore mensili riconosciute per la popolazione carceraria. Nessuna risorsa infermieristica -delle 24 ore attribuite nel 1990 e delle 8 residue nel 1997- opera nella struttura. Può darsi che, in base agli attuali orientamenti, gli istituti per l'internamento -OO.PP.GG. e CC.CC.CC.- restino temporaneamente in carico, anche per l'assistenza sanitaria, al D.A.P. (risulta che sul tema stia lavorando una commissione governativa per la stesura di un apposito disegno di legge relativo al superamento di dette strutture). La necessità di cura degli internati non rientrerebbe, in tal caso, tra i compiti immediati del S.S.N., anche se il D.L. 230/99 parla degli "internati" come destinatari delle funzioni assistenziali. D'altra parte, la Circolare 577373/99 prevede la possibilità che i Provveditori Regionali avanzino opportune proposte di adeguamento delle risorse entro il 31 Dicembre 1999.
  • La Sezione per Minorate Psichiche richiede un adeguamento delle energie da mettere a disposizione, trattandosi di una tipologia speciale di struttura, mai riconosciuta ufficialmente, se non per il tramite delle assegnazioni ministeriali di ospiti. Questa area, che attualmente condivide con la C.C.C. gli spazi disponibili, dovrà comunque essere assistita dall'A.S. di Firenze.
  • Presso la C.C. Mario Gozzini, dove era stato escluso in un primo momento che fosse necessaria un'attività continuativa delle figure di un Servizio Psichiatrico ad articolazione dipartimentale, è invece da prevedere, al di là degli interventi di emergenza, una presenza stabile del Servizio. Attualmente risultano essere state assegnate dal D.A.P. -in base alla Circolare 577373/99- 8 ore mensili di attività psichiatrica.
  • Sono da prevedere interventi psichiatrici di emergenza presso la Sezione per Semiliberi di S. Teresa, dove si esclude la necessità di un'attività stabile delle figure di una Servizio Psichiatrico ad articolazione dipartimentale.

E' da prevedere la necessità di un intervento strutturato del D.S.M. presso l'Istituto Penale per Minori, dove non è stato quantificato il bisogno in materia di salute mentale, ma dove è debito presumere esigenze riabilitative di entità non inferiore a quelle riscontrate negli istituti per adulti.

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