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BOLLETTINO FENASCOP

Riflessione e proposta

In relazionealla proposta di scrivereo a dare indicazioni FENASCOP da portareall'interno dell'Osservatorio perla Tutela della Salute Mentale, espressonel Bollettino di dicembre,vorrei fare alcune considerazioni chesono la naturale continuazione dellamia notaprecedente.

Premessoche:

l Il nostro obiettivoè quello didare servizi adeguati alla dignità degliindividui che hanno problemidi salute mentale;

l le organizzazioni aderenti devonopoterdimostrare di dare servizi di qualità, attraverso un continuoconfrontosulle metodologie d'intervento applicate;

l deve essere sancito a livello istituzionaleilconfronto pubblico/privato sociale in merito alle metodologied'interventoutilizzate;

ldeve poter essere garantita la possibilitàdi esprimere ilpotenziale professionale e di qualità dei serviziadottati e deglistrumenti utilizzati, attraverso il riconoscimento di unafettad'intervento e non in base alla sola libera decisione dei responsabilideiservizi territoriali, che troppo si presta alla nascita di rapportidiprivilegio non sempre legati alla qualitàespressa;

l deve potersirealizzare una sana competizionetra servizi all'insegna dellaqualità espressa e dei risultati raggiunti;

l vanno stabilite relazioni significativecon altreorganizzazioni che si riconoscono nella filosofia FENASCOP o cheperseguonoscopi simili (associazioni di familiari AIRSAM servizi pubblici,ecc.), inmodo da creare un cartello che spinga verso la realizzazionedegliobiettivi comuni e nel tentativo di stanare tutte quelleorganizzazioni,pubbliche e private che perseguono scopi e obiettivicontrari alla dignitàdelle persone e al superamento della vecchialogica manicomiale;

l crearecampagne informative tendentiallo smascheramento dellaneomanicomialità pubblica e privata.

In merito alle proposte, eventualmenteda portareall'interno dell'Osservatorio e di cercare di far inserire all'internodeidocumenti che dettano la linea di condotta e gestione dei servizi perlasalute mentale, credo siano maturi i tempi per farsi riconoscere alivelloistituzionale in relazione alla qualità espressa. Una dellepossibilitàpotrebbe essere quella di far istituire unapercentuale delle risorsedestinate alla riabilitazione/terapia al privatosociale qualificato. Nonin funzione solamente delle caratteristiche diaccreditamento strutturalema e soprattutto per il tipo diprogramma/progetto proposto, realizzato,verificato. In sostanza essereaccreditati per la qualità del servizioofferto e non per larobustezza della casa o per la buona pitturazione esterna.La metaforapotrebbe essere: una bellissima villetta, dotata di mq adeguati,deiservizi adeguati, del personale adeguato, dove le persone vengonocostrettea livelli di vita al di sotto della decenza se non segregate.Scusate loscivolamento di stile.

Altro elemento su cui mi viene da soffermarmiè relativo alpersonale da utilizzare all'interno delle nostre strutture.Fatti salvi iruoli specifici di psicologo, medico psichiatra, e altri ruoli,previstidal piano (anche se su alcuni aspetti si potrebbe aprire unavoluminosaparentesi, vedi l'area formazione/campo di applicazione di tantedisciplineinsegnate in corsi statali), andrebbe proposto un maggiorespazio al riconoscimentodelle caratteristiche delle persone che voglionomisurarsi in questa aread'intervento e che in partenza non hanno titoliabilitanti del tipo "educatore","OTA", "tecnicodella riabilitazione". ecc. Le struttureche operano all'interno dellaFENASCOP, devono garantire un confronto internocontinuo e soprattutto unlivello di formazione continuo. Penso ad esempioad un obiettore dicoscienza o ad un volontario, che si scopre essere adeguatonella relazionecon gli utenti e che dimostra di possedere per sua natura,caratteristichespendibili all'interno del progetto, e perché nonha titoli adeguatinon può essere utilizzato o peggio utilizzatosenza riconoscimentodelle competenze. Dovrebbe essere lasciata alle singolestrutture, con lecaratteristiche sopra descritte, la possibilitàdi valutare edeventualmente riconoscere professionalità senza titolodopo unpercorso formativo interno, costituito da un tot di tempoadeguato(eventualmente da stabilire). Per non parlare di tutte quellepersone chearrivano in Comunità e poi vanno a lavorare in altrestrutture. Cosafa in modo che venga riconosciuta la formazione interna ela professionalità?È sufficiente solo la dichiarazione delresponsabile di "aversvolto attività normativa interna"?Troviamo strumenti che legittiminola qualità del nostro servizioofferto. Dobbiamo pure saper valorizzarele risorse interne che riusciamoad esprimere, come ad esempio il riconoscimentodi aspetti dispecializzazione determinati dal nostro operare. Quandoparlodell'attivazione di un dibattito interno, capace di esprimere lafilosofiaespressa, senza il bisogno di controllori rigidi, mi riferiscoanche a questo.Va sicuramente fatto un lavoro comune, a partire dallestrutture aderenti,affinché si trovi una chiave di lettura che ciconsenta di far valeretutta la professionalità che esprimiamo.Ribadisco che va evitatoche la Federazione diventi soltanto lo strumentodi legittimazione dell'esseredoc. Starci dentro deve soprattuttosignificare contribuire al cambio culturaleper un superamento reale dellalogica manicomiale, strutturale e terricomiale.

Siniscola, 6 Febbraio 1999

A prestoAntonioSanna


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