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Bollati Boringhieri Novità APRILE 2005

Jean-Luc Nancy
Noli me tangere
Saggio sul levarsi del corpo
Traduzione di Franco Brioschi "Variantine", formato 11Ú17, pp. 80, con 8 illustrazioni fuori testo a colori, EURO 9,50

Noli me tangere, "Non toccarmi" o "Non trattenermi": con queste parole, secondo il Vangelo di Giovanni tradotto dalla Vulgata, Gesù risorto tiene discosta Maria Maddalena protesa verso di lui accanto al sepolcro scoperchiato. Intimazione paradossale, dal momento che il cristianesimo è la religione eucaristica del corpo e del sangue del Cristo. Ma anche enunciazione di un divieto che ricorre nelle diverse culture sotto forma di tabù del contatto, evocando insieme la ritrazione e l’attrazione, la violenza e il desiderio che appartengono al sacro. Sono queste le armoniche percepibili nelle diverse rappresentazioni della scena evangelica, che nel tempo, e non a caso, si è trasformata in un’iscrizione, in un titolo di genere per un’intera tradizione iconografica, da Dürer a Tiziano a Rembrandt, da Pontormo al Correggio al Bronzino. Gesù e la Maddalena vi compaiono come coppia mistica, un corpo di gloria che si nega e un corpo sensibile di peccatrice che lo rivela in quanto presenza-assenza. Il filosofo Jean-Luc Nancy indaga il significato non solo teologico della loro tangenza senza contatto, della loro prossimità che non conosce promiscuità. E assimila al gesto cristologico lo stesso dipingere, che riesce a "rendere intensa la presenza di un’assenza in quanto assenza".

L’autore

Jean-Luc Nancy insegna Filosofia all’Universitàdi Strasburgo. È figura di spicco del pensiero francese contemporaneo. Tra i suoi saggi tradotti in italiano: Un pensiero finito (Marcos y Marcos, 1992), La comunità inoperosa e Corpus (Cronopio, rispettivamente 1992 e 1995), L’esperienza della libertà, Essere singolare plurale, La creazione del mondo o la mondializzazione (Einaudi, rispettivamente 2000, 2001 e 2003).

A cura di Roberto Beneduce ed Elisabeth Roudinesco Antropologia e psicoanalisi

Temi e protagonisti di un dialogo incompiuto

"Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali", formato 15Ú22 pp. 421, con 8 illustrazioni fuori testo, EURO 35,00

Nei primi decenni del Novecento la psicoanalisi ha lanciato la sua sfida alle scienze umane e sociali. Con Freud diventa però imperioso riflettere non solo sugli oggetti del conoscere (sogno, sintomo, inconscio, simbolo, rituale ecc.) ma anche sul soggetto e il desiderio del conoscere. L’antropologia, che cercherà di affrancarsi sempre più dall’ombra del colonialismo, accoglie la sfida rivisitando le proprie strategie ma anche interrogando i limiti di alcuni concetti (l’Edipo) in altre culture e correggendo taluni abusi lessicali (la nozione di feticcio, ad esempio). Nell’avviare con la psicoanalisi un dialogo spesso segnato da conflitti, essa incorpora tuttavia una nuova sensibilità metodologica. La svolta ermeneutica porterà a compimento questo processo, mentre nuove sfide emergono nei contemporanei contesti della ricerca (la postcolonia, la violenza della storia) o della cura (i processi migratori e l’etnopsichiatria clinica). I contributi raccolti in questo volume esplorano i passaggi fondamentali dell’incontro fra antropologia e psicoanalisi, e mostrano un’antropologia decisa a non smaterializzare l’Altro e i suoi prodotti.

I curatori

Roberto Beneduce insegna Antropologia culturale e psicologica all’Università di Torino. Ha fondato il centro Frantz Fanon, che si occupa dei problemi psicologici e sociali connessi alla migrazione. Fra i suoi lavori più recenti: Frontiere dell’identitàe della memoria. Etnopsichiatria e migrazioni in un mondo creolo (Angeli, 1998, 2004) e, in questa stessa collana, Trance e possessione in Africa. Corpi mimesi storia (2002)

Elisabeth Roudinesco, storica, direttore di ricerca all’università di Paris-VII, vicepresidente della Société internazionale d’histoire de la psichiatrie, è autrice tra l’altro di una biografia su Jacques Lacan (1993) e di una Histoire de la psychanalyse en France (1986) entrambi presso Fayard. In questa stessa collana è apparso Quale domani? (con Jacques Derrida).

 

 

Gregory Bateson Perceval

Un paziente narra la propria psicosi,

Edizione italiana a cura di Paolo Bertrando

Traduzione di Antonella Gilli "Saggi. Psicologia", formato 15Ú22, pp. 382, EURO 36,00

Il contenuto

Si tratta di un testo ritrovato e pubblicato, con un’introduzione e un’attenta cura editoriale, da Gregory Bateson negli anni sessanta del Novecento. Il protagonista, John Perceval, è figlio di Spencer Perceval, ministro di Giorgio iii d’Inghilterra (il "re pazzo"), che aveva avuto una parte nelle decisioni riguardo alla follia del re e alla sua cura, e nel 1812 fu assassinato da un folle nella Camera dei Comuni. Per un curioso destino, anche il figlio John, giovane ufficiale, diede segni di follia (allucinazioni religiose) e venne curato nei migliori "asili per lunatici" dell’epoca. Guarito, raccontò la sua esperienza in questo memoriale. Alla suggestione del linguaggio a tratti stralunato, con accenti visionari che fanno pensare a William Blake – e anche al presidente Schreber, oggetto di un celebre saggio di Freud – si aggiunge l’interesse delle notazioni critiche sul trattamento allora riservato ai malati mentali: notazioni sorprendentemente acute e coerenti con quanto afferma, per esempio, Michel Foucault nella sua Storia della follia. Questo aspetto, inserito nel contesto storico più generale, è esaminato da Paolo Bertrando nella Nota finale.

 

 

 

Jessica Benjamin

L’ombra dell’altro

Intersoggettività e genere in psicoanalisi

Traduzione di Maria Antonietta Schepisi "Saggi. Psicologia", formato 15Ú22, pp. 176, EURO 21,00

Il contenuto

Nella visione di Jessica Benjamin, intersoggettività indica lo spazio in cui si intrecciano e si sovrappongono psicoanalisi e teorie femministe, e l’essenza della psicoanalisi è definita come spazio di riconoscimento: l’analista e il paziente devono conoscere la propria soggettività e riconoscere quella dell’altro; la soggettività dell’analista è quella, anche, di un essere umano fallibile, che vede il paziente anche come una persona in grado di sapere e di parlare con autorevolezza. Siamo, in un senso molto ampio, all’interno della psicoanalisi relazionale, dove i riferimenti sono a parecchi dei nostri autori, fra i quali Mitchell, Rosenfeld, Stern, Stolorow. L’argomentazione dell’autrice si svolge in un costante dialogo con questi autori e con altri attestati su posizioni molto simili alle sue

o invece radicalmente distanti, come Bion, Chasseguet-Smirgel, Derrida, Greenson, Irigaray, Klein, Kohut, Lacan, Loewald, Mahler, Sandler, Segal, Winnicott. Al di là dell’ambito psicoanalitico, le tematiche affrontate sono quelle della differenza, della posizione del soggetto e della costruzione della conoscenza.

L’autrice

Jessica Benjamin lavora a New York come psicoanalista ed è professore di Psicoterapia e psicoanalisi alla New York University. Tra i suoi lavori, sono stati tradotti in italiano

Legami d’amore.I rapporti di potere nelle relazioni amorose (Rosenberg & Sellier) e Soggetti d’amore. Genere, identificazione, sviluppo emotivo (Cortina).

 

Giorgio Meneguz
Psicoanalisi e etica
Appunti per un saggio critico
"Saggi. Psicologia", formato 15Ú22, pp. 240, EURO 23,00

Il contenuto

Nel prendere per le corna il tema – fondamentale nell’esperienza psicoanalitica – delle relazioni tra psicoanalisi ed etica, l’autore si tiene alla larga dalla consueta, e sterile, contrapposizione delle idee e delle scuole, collocando idee e scuole all’interno delle vicissitudini storiche viste per quello che sono, cioè storia di affetti, di travagli, di tribù, di istituzioni, di utopie, di potere, di conflitti e di adeguamento ai fattori socioculturali. Il mestiere dell’analista e la funzione sociale della psicoanalisi, che alcuni vorrebbero in posizione di neutralità e altri di critica, una volta inseriti nel contesto storico-sociale appaiono in tutta la loro ambiguità politica e sociale. Pur aspirando a essere una disciplina scientifica e dunque extramorale, la psicoanalisi non solo non è estranea alle problematiche legate ai valori, ma ha anche espresso in certi periodi storici un nucleo, più o meno implicito, di fede quasi religiosa nelle proprie specifiche capacità di trasformare il mondo, regolamentando secondo i principi psicoanalitici le relazioni umane e cercando di "educare" sempre più persone alla padronanza degli istinti attraverso il potere della ragione. D’altra parte, i cambiamenti intervenuti nella società in questo momento storico determinano la psicoanalisi a modificarsi, chiedendole di conformarsi alla domanda di efficienza e produttività. È ancora possibile e auspicabile pensare ed esercitare una psicoanalisi intesa come tecnica illuministica di liberazione tramite la conoscenza di sé, in un’etica di onestà e rispettando il diritto del paziente alla resistenza?

L’autore

Giorgio Meneguz, psicoterapeuta psicoanalista e formatore clinico‚ è membro aggregato dell’Associazione di Studi Psicoanalitici (ASP). Ha pubblicato decine di saggi per varie riviste specialistiche.

 

 

Danilo Solfaroli Camillocci e Monica Vella

Ridere, ridere, ridere ancora...

Il riso e l’umorismo nelle relazioni familiari e in psicoterapia della famiglia

Presentazione di Maurizio Andolfi

"Saggi. Psicologia", formato 15Ú22, pp. 272, EURO 18,00

Il contenuto

Il terapeuta della famiglia si trova spesso ad ascoltare, nel suo lavoro, espressioni di rimpianto ("perché non ridiamo più come una volta?", "nella nostra famiglia non si ride mai") che appaiono come un segno inequivocabile di relazioni non soddisfacenti, come se l’assenza del ridere, in una realtà familiare o coniugale in cui la sofferenza ha progressivamente sostituito il piacere e la gioia, fosse il sintomo più acutamente condiviso. Ma in che modo si ride e perché si ride nelle famiglie cosiddette normali? C’è un membro della famiglia (il "clown familiare") che svolge il ruolo di sollecitatore del riso? L’esperienza di questo aspetto delle relazioni familiari – un aspetto più "serio" di quanto potrebbe sembrare – ha sollecitato gli autori a estendere la loro riflessione agli aspetti filosofici e antropologici del ridere, alle sue funzioni sociali, alla sua capacità di costruirsi come elemento di identificazione culturale, per poi analizzare le funzioni nei gruppi familiari e nella terapia della famiglia, attraverso testimonianze dirette e una ricerca condotta sulle registrazioni di numerose sedute. A conclusione, un colloquio con Serena Dandini: dall’esperienza di un personaggio che ha fatto della comicità e del riso un’arte e un lavoro risulta uno spaccato della complessa relazione fra organizzazione familiare, sviluppo della vis comica e ruolo dell’attore comico all’interno propria famiglia.

Gli autori

Danilo Solfaroli Camillocci, psicologo e psicoterapeuta sistemico-relazionale, lavora a Roma dove è didatta all’Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale. Tra i suoi lavori ricordiamo Né con te né senza di te (1992), con Gaspare Vella; Identità e relazione (2001), con Enrico Visani.

Monica Vella, psichiatra e psicoterapeuta sistemico-relazionale, lavora a Roma presso il Servizio Sanitario Nazionale e insegna Psicopatologia all’Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale.

 

 

Christiane Lacôte

L’inconscio

Presentazione di Costantino Gilardi

Traduzione di Elena Sormano
"Programma di Psicologia Psichiatria Psicoterapia"
formato 13Ú20, pp. 132, EURO 17,00

Il contenuto

Nel nostro catalogo, e nella stessa collana, questo libro si colloca accanto al lavoro di Hans Loewald sulla Sublimazione come un’ulteriore "voce" di una possibile enciclopedia dei concetti psicoanalitici. A partire dunque dal concetto basilare di inconscio, l’autrice propone una riflessione sull’intera psicoanalisi, che ai suoi inizi appariva come una pratica liberatoria se non trasgressiva, mentre sembra oggi condotta piuttosto ad affrontare interrogativi quali per esempio: ha ancora senso parlare di "funzione paterna"?, oppure: questioni quali il transessualismo o le moltiplici problematiche della bioetica sono ormai pacificamente acquisite, o invece lasciano aperti aspetti sui quali anche la psicoanalisi può dare qualche risposta che eviti le impasse del moralismo, del "tutto è permesso", della confusione? Il libro ha tra l’altro il merito di proporre in modo accessibile la tematica del "ritorno a Freud" operato da Lacan, e l’argomentazione è sostenuta da un continuo riferimento al testo freudiano.

L’autrice

Christiane Lacôte, psicoanalista, ha fattoparte dell’École Freudienne de Paris fondatada Jacques Lacan. È attualmente responsabile didattica della Association Freudienne Internationale. Di formazione filosofica, ha insegnato nelle Università di Clermont-Ferrand e di Paris X-Nanterre.

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