logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina


spazio bianco

STORIE DI UOMINI FOLLI: IMMAGINI DELLA FOLLIA E DELLA MELANCONIA NELLA ESPERIENZA GIURIDICA (secc. XIV-XVI)

di Vittorio Biotti

1) L'esperienza giuridica della follia

2) La storia di Giuntino da Signa (1366)

3) La storia di Lorenzo da Firenze (1572)

4) La storia di Antonio da Firenze (1602-15)

5) Note

 

3- LA STORIA DI LORENZO DA FIRENZE (1572)

La seconda storia che vi racconto e' del 1572. E' la storia di Lorenzo di Firenze e proviene dall' archivio del Carcere fiorentino delle Stinche(6). Lorenzo e' uno di quei rari soggetti che ha parte attiva nel cercare di uscire dalla sua disperazione e dalla sua disgrazia. Egli supplica il Granduca di essere liberato dal carcere dopo quattro anni di detenzione. In una istruttoria che viene fatta dai Ministri del carcere si racconta la sua vicenda. Era stato carcerato perche' era "sopraffatto da humori melenconici causati per amor di una donna". Era entrato "in humore" perche' si era convinto che nella moglie di certo Giuseppe vi fosse la disponibilita' ad andare con lui ed a cedere alle sue voglie. Del resto Lorenzo andava dicendo a tutti che questa cosa gli era stata promessa nientemeno che da un cardinale. Si senti va in questo rassicurato, e allora non abbandonava giorno e notte la casa della donna e stava sui muriccioli d'intorno cosi' che il marito alla fine era ricorso al Magistrato degli Otto di Guardia che lo aveva trovato "gagliardamente nell'humore" e lo aveva rinchiuso in carcere "cosi' come si costuma dei pazzi et mentecapti". Troppi evidentemente erano, aldila' dei comportamenti di Lorenzo, i motivi di scandalo e di pettegolezzo, ed andavano rapidamente rimossi. In carcere, dopo non molto tempo, si era "purgato degli humori" e si era messo anche a rammaricarsi delle sue disgrazie e, tra l'altro, essendo povero, aveva imparato a fare qualche piccolo lavoro, ed aveva anche guadagnato qualcosa. I Ministri delle Stinche, dopo quattro lunghi anni di prigionia, lo esaminano trovandolo "giovane molto modesto e di poche parole et buone", e in grado di raccontare i fatti suoi con precisione e dovizia di particolari. In carcere, si testimonia da parte di tutti, non aveva mai alzato un dito per offendere alcuno ne' aveva mai fatto risse o tumulti con gli altri carcerati. Oggi il marito di quella donna dice di non volere che Lorenzo rimanga in carcere, anche per "non dar da dire al popolo", e del resto sa che i fatti erano accaduti per "relevazioni di humori che nel tempo sembrano purgati". Il parere di questo buon uomo del marito e' sufficiente, insieme alle varie testimonianze favorevoli a Lorenzo, per convincere il Granduca a farlo liberare. Questo e' un malinconico simpatico (e ve ne sono molti nella mia personale "Antologia"). Nasce il forte sospetto che la sua follia, scontata con anni di duro carcere, si fosse accesa e accentuata per il suo animo giovanile, e che qualche chiacchera di troppo, di chi aveva voluto intromettersi, avesse fatto il resto. Se la curiosita' della gente e il potere delle guardie degli Otto non fossero intervenuti forse se ne sarebbe andato per il mondo senza persecuzioni e sofferenze di quel tipo cercando di guadagnarsi onestamente da vivere. Era stato poi talmente bravo da non impazzire del tutto nel lungo squallore delle Stinche.


spazio bianco

RED CRAB DESIGN

spazio bianco

Priory lodge LTD