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Il Sig. DONATO BILANCIA

1 - Esame psichico

2 - La storia della persona: sviluppo e iter successivo

3 - Considerazioni diagnostiche - Struttura e dinamica profonda della personalità

4 - Natura e significato dei comportamenti anomali

5 - Osservazioni conclusive

6 - Bibliografia

7 - Elenco di riferimento

 

5 - Osservazioni conclusive

Per una sintesi conclusiva possiamo dire che ci troviamo di fronte ad una complessa struttura della personalità, segnata specificamente da una dinamica in cui domina la ferita narcisistica, ed in cui, per conseguenza, il funzionamento mentale è tutto improntato a modalità narcisistiche: secondo gli schemi abbastanza atipici di queste forme (Kohut, Kernberg), alla radice sta una perdita antica che, per l'importanza del rapporto infantile, tende ad essere insanabile e grandiosa, e talmente grandiosa è la perdita e talmente azzerato e rimpicciolito da questa è l'Io, che la proiezione nel mondo esterno tende ad essere espansiva e grandiosa (proiezione del sè grandioso) creando quindi istanze di risarcimento e rivendicative eccezionali, e qui eccezionalmente "criminali".

L'importanza, in questo caso, data all'esistenza, alle emozioni e alle esigenze psichiche fuori di se, è assai limitata, e la risonanza delle emozioni altrui esiste solo in quanto queste entrino nell'ambito del sè e riguardino il soggetto. Le altre persone, insomma, non contano se non come personaggi (character) della scena interiore: nessuna pietà o considerazione del dolore o della vita altrui ci si attende da queste persone, a meno di non entrare, nel copione che hanno scritto dentro, come personaggi loro (vedi l'episodio della prostituta col bambino risparmiata).

Tra l'altro esiste paradossalmente un bisogno continuo d'approvazione, ma non critica, che tiene apparentemente conto dell'altro, ma che è, in realtà, incondizionata e totale, che deve presentare sempre sè stesso completamente approvato, negando l'importanza dell'altro in quanto essere autonomo, con un atteggiamento pseudo-indipendente. La tendenza è quella del funzionamento secondo la legge del tutto o del niente, con un inesistente livello di tolleranza alla frustrazione, accanto ad un'angoscia dell'intimità; tanto che ogni comportamento è fatto per evitare l'intimità (così come il pagare, prestare soldi, giocare grosse somme, cose che creano legami stretti, ma mai intimi). L'illusione del potere e del controllo onnipotente, è portato dall'angoscia della situazione sempre fuori di controllo e senza speranza. L'altra illusione è quella di evitare ogni umiliazione, anche minima, al già troppo umiliato sè e, in effetti, di non accettare nessuna limitazione della realtà, con la creazione di un sè onnipotente ed emozionalmente intoccabile, che non deve essere mai ferito, pena rappresaglie immense e, quel che è più importante, di un sè libero dalla colpa.

E' abbastanza interessante che esiste per alcuni autori (1) una connessione tra aggressività profonda verso la madre e i motivi inconsci del "gambling ", e che R. Rosenthal (4) annota la sovrapponibilità delle due opere Dostoewskiyane "Il Giocatore " e " Delitto e castigo " che hanno come denominatore comune l'omicidio, il furto e il gioco d'azzardo, come espressione di fantasie profonde specifiche di controllare e di garantirsi il rapporto antico, e di vendicarsi della privazione.
Nel signor Bilancia la frustrazione arcaica fa sì che la sua parte bambina porti dentro di sè un senso di risentimento e di rancore per la grande ferita narcisistica, con bisogno di risarcimento e di controllo che travalica il gioco d'azzardo o la modesta e normale criminalità, e il rifacimento e la riedizione del senso di umiliazione, quando raggiunge la soglia sufficiente, scatena l'omicidio. La rottura del confine tra fantasia e realtà, una volta avvenuta, e la facilitazione legata alla constatazione della semplicità del passaggio, agiscono con un meccanismo di learning e s'inseriscono nell'immagine del criminale grandioso e privo di colpa, con relazioni narcisistiche che non tengono conto degli altri e non come propri oggetti, dando il via a numerosi omicidi di natura e struttura diversa, con diverse sfumature d'organizzazione mentale e razionalizzazioni, ma sempre col denominatore comune del risarcimento della ferita narcisistica. Solo due volte il sistema funziona in modo incompleto: l'uno perché ha risparmiato la parte di sè con il difetto d'identità e identificato con la madre, l'altro perché ha risparmiato la diade madre bambino.

Il signor Bilancia è un uomo umiliato e offeso nelle sue esigenze e nei suoi bisogni affettivi primari infantili, tradito e ferito nelle sue istanze narcisistiche, con un eccessivo senso di frustrazione insanabile, rancore e recriminazione, con un intollerabile sentimento di dolore e di solitudine ed un profondo senso di vergogna rispetto all'Ideale dell'io, ma non di colpa, dato che è escluso il controllo Supergoico via narcisismo, ed un disperato bisogno di risarcimento. E' l'espressione di ciò che dice W. Auden nella sua poesia September 1939:

I and the public know

what all schoochildren learn,

men to whom evil is done

do evil in return

Tutto ciò che ha fatto il signor Bilancia, ogni suo comportamento, è conseguente al suo modo di funzionamento mentale, e, dovremmo dire, rispetto alla sua struttura narcisistica di personalità, non fa sciaguratamente una grinza. Ma il fatto che tutto è funzionale al modo di muoversi interno dell'attività mentale non riduce neppure di una minima parte la responsabilità di fronte al mondo, a meno che qualcosa (debolezza mentale, deterioramento psicorganico, psicosi) non renda inefficiente o indebolisca la parte dell'Io che ha la possibilità di pianificare, programmare e mettere a confronto con le valutazioni etiche e sociali, che qui non è intaccata. Il momento di passaggio dal mondo fantastico interno all'agito comportamentale, aveva sempre la possibilità, nel signor Bilancia di essere tenuto sotto controllo, tramite una maggiore tolleranza della frustrazione, per quanto difficile da sostenere.
Dunque i movimenti profondi, inconsci, che abbiamo attentamente cercato di delineare, non aboliscono la parte dell'Io che osserva, pianifica e progetta, e di fronte alla spinta profonda l'Io può accontentarle o meno, in un modo oppure in un altro. L'indagine profonda può vedere, comprendere o cercare di curare le parti soggette a spinte anomale, ma non può considerarle irresponsabili e, almeno in questo caso, negarne la capacità di giudizio e di discernimento.

La domanda che ci si pone è in definitiva se questo funzionamento mentale e queste dinamiche di personalità sono sufficienti a configurare una situazione d'impossibilità di scegliere, d'obbligo senza alternative ad un certo tipo di comportamento distruttivo. La risposta è no, e ci rende ragione del "futile insanity plea " in casi del genere e specificamente nel caso del signor Bilancia

Egli è un uomo preso da un turbine di conflitti e passioni profonde, che noi possiamo tanto più comprendere e spiegare quanto più ne approfondiamo la dinamica e la storia interiore, che possiamo capire alla luce delle sue grandi sofferenze e della tormentosità di ogni momento della sua vita, ma che non possiamo considerare, per causa di infermità psichica, affetto da una diminuita capacità di intendere e di volere.

Una ultima annotazione: la connessione tra uccidere e morire nella profonda sofferenza di quest'uomo, che pare uscito da una tragedia sofoclea, è spiccata e inestricabile. L'attivo e il passivo, l'extrapunitivo e l'intrapunitivo, l'omicidio e il suicidio (rappresentati da lui e dall'altra parte di sè agita dal fratello) sono profondamente e strettamente intersecati ed embricati. La sua accorata, e a mio parere sentita e vissuta affermazione è "un uomo come me deve morire, e prima o poi lo farò, quando riuscirò a superare o troverò il modo di evitare il dolore fisico, che mi terrorizza, perfino una puntura". Il senso di morte che segue i suoi passi e caratterizza in ogni momento il mondo interno di questa persona, è il suo segno distintivo, il suo marchio, che dà il via ad ogni avvenimento tragico della sua vita.
Lo psichiatra e lo psicoanalista che ha avuto contatto con lui, al di là dei compiti peritali, non può trattenersi dall'osservare che quest'uomo, altamente sofferente anche se responsabile, dovrebbe essere seguito con un adeguato intervento psicologico profondo, per poter alleviare la tensione angosciosa e la tragica trama interiore che ha sconvolto la sua vita e quella di tante altre persone.


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