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"Outsideof a dog, a book is a man's best friend.
Insideof a dog, it's too dark to read."
GROUCHOMARX
 

AA.VV.  
Manualedi psicoterapia cognitiva, a cura di Bruno G. Bara, Torino,Bollati Boringhieri, 1996, pp 808, 
£90.000.* 

*(Recensione a cura di Silvio Lenzi). 

Il manualedi  psicoterapia cognitiva curato da Bruno Bara vede tra i suoi autorigran parte dei didatti e dei terapeuti esperti della Società Italianadi Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC) e sipropone, così come dichiara il curatore nella prefazione, di esprimerelo stato dell'arte attuale della psicoterapia cognitiva nelle diverse areedi competenza di ciascuno. L'opera consta di una primaparte che riguarda le fondazioni epistemologiche e teoriche e di unaseconda parte, a carattere eminentemente clinico,che mira a coprire tutte le aree della psicopatologia, illustrando le specifichemetodologie e strategie terapeutiche. 
Le 'rivoluzionarie'fondazioni teoriche trattate nella prima parte del manuale fannoriferimento oltre che alla psicologia cognitiva classica, alla filosofiadella scienza, all'etologia e alla teoria dell'attaccamento, delineandoun orizzonte epistemologico e teorico, che rappresenta quella che possiamoconsiderare l'impronta specifica e per molti versi originale di questascuola italiana di terapia cognitiva. 
La caratteristicaprincipale di questo approccio è di considerare gli  ingredientidell'esperienza soggettiva, così come vengono descritti nella terapiacognitiva classica: gli antecedenti situazionali, i pensieri automaticie immagini mentali, reazioni emotive e comportamentali vengono visti, nonpiù nel loro aspetto di razionalità/irrazionalitàe adeguatezza alla realtà esterna, ma dal punto di vista di chili possiede e secondo una prospettiva evolutiva, cioè come ilcostruirsi storico di un sistema conoscitivo individuale, che attribuisceun significato personale a sé e al mondo. Ne deriva una concezionedinamicamente complessa dei  sistemi conoscitivi umani - le cosiddetteorganizzazioni cognitive - che, al passo con le recenti acquisizionidella psicologia cognitiva di base, sottolinea la distinzione e l'articolarsidelle diverse modalità o codici della conoscenza (attivo, iconicoe simbolico tanto per intenderci) e dei diversi sistemi di trasmissionedella conoscenza stessa (memoria semantica, episodica, procedurale ecc...)in relazione ai diversi quadri psicopatologici. 
In particolare,nella trattazione del manuale, i capitoli di Liotti sull'attaccamento equello di Guidano sulla costruzione del sé individuano gli assiportanti di questo approccio, sottolineando rispettivamente la dimensioneevolutiva e organizzativa della conoscenza umana. Tale duplice prospettivaapre il campo alla trattazione dei modelli delle organizzazioni cognitive,affrontati nei capitoli successivi, dedicati nell'ordine all'organizzazionecognitiva di tipo depressivo, all'organizzazione di tipo fobico, a quelladi tipo ossessivo e infine a quella di tipo psicosomatico. 
Oltre alcambio del nome della cosiddetta organizzazione tipo disturbi alimentaripsicogeni, così denominata negli storici testi di Guidano eLiotti (Cognitive Processes and Emotional Disorders, Guilford, 1983)e Guidano (Complexity of the Self del 1988 e The Self in Processdel 1991 pubblicati presso Guilford e tradotti in italiano da Bollati Boringhieri), divenuta invece qui organizzazione psicosomatica, è da segnalarecome elemento di novità la trattazione dei disturbi dissociatividella coscienza, affiancata a quella delle storiche quattro organizzazioni. 
Questi capitolisulle organizzazioni cognitive ci introduconogià nella parte clinica dell'opera. Essi infatti illustrano oltreal modello teorico-clinico dell'organizzazione stessa, anche le linee terapeuticheessenziali e le problematiche legate alla relazione terapeutica, aspettiquesti che costituiscono il tema della seconda parte dell'opera. 
In essa,dopo una introduttiva ed esauriente disamina delle modalità di assessmentnel capitolo di Cionini, troviamo una sistematica trattazione delle strategiee tecniche terapeutiche nei diversi quadri psicopatologici, che includonoanche la patologia del bambino e dell'anziano. Accanto a contributi diautentica impostazione cognitivo- evolutiva quali quello di Lambruschisul bambino, ne troviamo altri, tra cui quello sui comportamenti di abusoe quello sui disturbi sessuali, in cui largo spazio è lasciato alletecniche, ed altri ancora che si rifanno ad un approccio sistemico-costruttivista,come quello di Rezzonico, che illustra le modalità operative attuatein un centro residenziale e lavorativo per pazienti psicotici e con disturbidi personalità.  

Se nella primaparte del manuale l'impostazione ricercata dal curatore nell'accostarei contributi dei diversi autori, le cui posizioni non sono certo del tuttosovrapponibili, appare quella di voler privilegiare gli aspetti di somiglianzae continuità, evitando di evidenziare le differenze, indubbiamenteil carattere della seconda parte risultapiù articolato ed eterogeneo, il che lascia pensare a una concezionedella terapia cognitiva alquanto 'federalista'. In effetti dalla letturacomplessiva del manuale può risultare una immagine assai diversificata(e forse poco coerente) della terapia cognitiva, rispetto per esempio aquella che si può avere da altre raccolte sullo stesso argomento(per esempio il recente Frontiers of Cognitive Therapy, a cura diK. Hawton et al., Guilford 1996, a cura di P. Salkovskis o CognitiveBehaviour Therapy  for Psychiatric Problems, Medical Publications,1989).  
Si trattain effetti di differenze talora anche sostanziali che connotano specificamentebuona parte della scuola italiana di marca SITCC,non solo sul piano teorico, ma anche su quello della tecnica; differenzetali da indurre a chiedersi in che termini questa nuova impostazione possaessere considerata parente della terapia cognitiva classica e cosa in essavi sia di originale e coerente, tenendo conto le non poche sovrapposizionicon concetti e metodologie proprie di altre scuole. Perquanto riguarda i rapporti con la metodologiacognitiva classica mi sembrano evidenti sia aspetti di continuitàsia aspetti di cambiamento. Il principale elemento di continuità, rappresentato a mio parere dallo stretto riferimento alla concezione dellapatologia come modalità della conoscenza personale e dal fatto cheessa viene affrontata in riferimento ai suoi 'ingredienti' costitutivie strutturali in un setting terapeutico,  si propone come un percorsocollaborativo, ma esplicitamente definito e condotto, di esplorazione delleesperienze personali. Una delle novità più consistenti riguardainvece l'ottica per così dire esplicativa ed etiopatogeneticacon cui si guarda alla sintomatologia, essendo questa letta - come si dicevaall'inizio - nei suoi significati di mantenimento della coerenza organizzativadel sistema conoscitivo. Ne deriva una diversa impostazione del percorsoterapeutico, che viene ad assumere un maggior spessore e ampliamento, riguardandoanche la ricostruzione della storia affettiva e della storia di sviluppo.Risulta perciò di grande importanza il tema della metodologia terapeutica,a proposito del quale non sarebbe stato inutile dedicare un maggiore spazioall'interno del manuale. L'interesse sull'argomento in ambito SITCC ècomunque alto sia in termini di teoria della tecnica sia per quelche riguarda lo studio di sedute con strumenti empirici di osservazione.Ricordo in proposito, al fine di indicare quelli che a mio giudizio sembranoessere alcuni tra i più promettenti sviluppi che da questo approcciopossono emergere, un progetto di ricerca che coinvolge diversi didattiSITCC e che riguarda lo studio diretto di trascrizioni di sedute al finedi evidenziare, in modo valido e affidabile, le caratteristiche principalidelle procedure terapeutiche e delle attività conversazionali, contribuendoeventualmente a chiarire quegli interrogativi e perplessità cuisi accennava precedentemente. Con beneficio, mi auguro, non solo dell'approccioin questione, ma anche della psicoterapia come scienza. 

 


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