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"Outsideof a dog, a book is a man's best friend.
Insideof a dog, it's too dark to read."
GROUCHOMARX

VENTENNALEDELLA LEGGE 180  
Percorsidi lettura e documenti sulla riforma dell'istituzione psichiatrica in Italia  
  



La mole dellericerche storiche e sociologiche sul '68 - probabilmente a causa delloschiacciamento prospettico provocato dal corto respiro del tempo trascorso- non riesce ancora a dare conto della complessità del periodo,tende ad alimentare immagini stereotipate e non consente di stabilire nessiconvincenti tra ciò che accadde in quegli anni e le conseguenzeche ne derivarono. Oggi, a ridosso del trentennale, viviamo una situazioneche per molti aspetti ha del paradossale, come alcuni critici notano:  
    dovendoparlare di quel periodo siamo in grado di produrre un discorso compiutoper i relativi significati da attribuirgli (anche in relazione alla copiosabibliografia), mentre abbiamo meno parole da spendere quando dobbiamo indicarei passaggi storici, la concatenazione degli avvenimenti, il loro inquadramentonel contesto sociale e geopolitico, le trasformazioni strutturali e culturalie del costume di cui l'evento fu il prodotto e che contribuì a produrre. 
    (D.Giachetti, M. Schiavino, Per il Sessantotto, Centro di DocumentazioneEditrice, Parma, 1998, p. 7). 
Èimportante sottolineare che il ventennale della legge 180 si iscrive quindi in questo contesto di rievocazione storica, poiché molti degli eventiche lo produssero trovano le sue radici all'interno del conflitto socialee di classe che ebbe inizio negli anni '60 in Italia. Comeè noto, del decennio 1967-77, che ha provocato sviluppi contradditori,crescita e modernizzazione della società civile, irreversibili svoltenelle forme della politica, della cultura e della comunicazione - il tuttoaccompagnato da una protesta sociale diffusa -  resta ancora vivala memoria come periodo  irripetibile. Anche perché - comeha scritto Umberto Eco - a partire da allora "i rapporti tra padroni eoperai, studenti e insegnanti, perfino tra genitori e figli non sarebberomai più stati gli stessi". 
Per l'approfondimentostorico  rimando pertanto all'ottimo studio dell'inglese Robert Lumley,Dal '68 agli anni di piombo. Studenti e operai nella crisi italiana,Firenze, Giunti, 1998, che ha il pregio, tra gli altri, di offrireun punto di vista distaccato rispetto agli avvenimenti di casa nostra. 
 
Per tornareai temi specifici della psichiatria, devo precisare che i testi qui propostinon sono certo novità editoriali, e a parte la  recente riedizionedel testo di Franco Basaglia Che cos'è la psichiatria, richiedono al lettore la pazienza di frequentare i cataloghi delle biblioteche.Ma questo lavoro diretto sui testi ripaga sempre il paziente lettore, perchéimpedisce la rievocazione frettolosa di stampo prettamente giornalisticoe, costringendolo a sfogliare gli archivi bibliografici, gli permette diriordinare i fatti nella memoria.  
C'erano moltitesti che  cominciavano a circolare in quel periodo, delle assolutenovità per l'Italia degli anni '60: per esempio L'uomoad una dimensione di Herbert Marcuse, Marx e Freud di ErichFromm,  L'Ordine del discorso di Michel Foucault, oltre ovviamenteai primi libri di psicoanalisi di Freud e Jung che circolavano in edizioneeconomica. Qualcuno mi segnalò all'epoca - non senza qualche commentosprezzante sulla 'psicoanalisi come ideologia borghese' - i testi di Reich,l'allievo trasgressivo di Freud che con la teoria orgonica e conquella della rivoluzione sessuale trovava un certo credito anchenei salotti borghesi. E non possiamo dimenticare gli ormai celeberrimi testi dell'antispichiatria anglosassone come La morte della famigliadi David Cooper o L'Io diviso di R.D. Laing del 1959, ma pubblicatoin Italia solo nel 1969 da Einaudi.  

Ho sceltoquindi dalla vasta bibliografia del periodo alcuni testi significativi,che suscitarono allora accesi dibattiti nelle assemblee degli studentie degli operatori psichiatrici. Nel '61 uscirono contemporaneamente inFrancia Histoire de la folie di Foucault, tradotto due anni dopoin Italia e Asylums di Goffman negli Stati Uniti, tradotto in italianonel '68 a cura di Franca Ongaro Basaglia: si trattava di testi fondamentali, insieme all'opera di J.P. Sartre e L. Binswanger,  che ispiraronogran parte dei protagonisti del gruppo di Gorizia e Trieste. Trent'annifa infatti Basaglia iniziava l'intensa e fondamentale esperienza di Goriziache successivamente veniva documentata nel libro L'istituzione negatapubblicata da Einaudi nel 1968.  Erail periodo infatti della riscoperta della parola, e le discussioniinfinite nelle assemblee e nei luoghi di dibattito politico ne erano laprova tangibile.  
Diceva aquesto proposito Foucault:  

    Esiste,nella nostra società, un principio di esclusione: non piùun interdetto, ma una partizione (partage) e un rigetto. Penso alla opposizionetra ragione e follia. Dal profondo del Medioevo il folle è coluiil cui discorso non può circolare come quello degli altri: capitache la sua parola sia considerata come nulla e senza effetto, non avendoné verità né importanza, non potendo far fede in giustizia,non potendo autenticare un atto o un contratto...È curioso constatareche per secoli in Europa la parola del folle o non era intesa, oppure,se lo era,  veniva ascoltata come una parola di verità. O cadevanel nulla - rigettata non appena proferita; oppure vi si decifrava unaragione ingenua o scaltrita ... La follia del folle si riconosceva attraversole sue parole; esse erano il luogo in cui si compiva la partizione; ma non erano mai accolte né ascoltate. (L'ordine del discorso,p.14)
Era dunque giuntoanche in Italia - con notevole ritardo rispetto al resto d'Europa - quel particolare vento di rinnovamento culturale che rendeva possibiledare ascolto alle parole della follia. Quasi coetanei, Basagliae Foucault compirono quasi contemporaneamente un percorso parallelo attraversola crisi della psichiatria istituzionale, che segnava il trapasso dallapsichiatria storica ad una pratica di psichiatria sociale di segno decisamenteopposto. Secondo Racamier infatti "...dopo aver sofferto di una malattiada ricovero le nostre istituzioni cominciano a soffrire di una malattiacontraria, la malattia antiricovero, segnalando inoltre che ancoroggi uno scarto più o meno ampio separa le conoscenze scientifichedalle applicazioni tecniche: e nella psichiatria questo scarto rischiadi avere proporzioni allarmanti." (Dalla relazione di Racamier alconvegno Psicoterapia e Scienze Umane, tenuto a Milano nel1970). Parole veramente profetiche queste di Racamier, ancora oggi di grandeattualità, anche tenendo conto delle debite differenze tra il modellofrancese - già ispirato allora alla costruzione delle comunitàterapeutiche, e quello italiano. 

Questa malattiaantiricovero segnalata da Racamier, viene poi confermata dallecrisi e dalle difficoltà incontrate, ma mai forse comprese e rivelateappieno, nel passaggio dall'istituzione manicomiale alla creazione deinuovi servizi territoriali e dalla ricerca di un ideale di cura praticabileper i malati psichiatrici - finalmente liberati dai vincoli istituzionali- al di là dei tecnicismi e dei paradigmi medici.  
A differenzadi quello che accadeva in Francia o in Inghilterrra, si era ben lontanidall'individuare luoghi di cura possibili per i pazienti, che furono inmolti casi poi abbandonati al loro destino o restituiti, quando questoera possibile, alle famiglie. 

Ho qui tracciatoa grandi linee un percorso culturale di notevole complessità cheha unito, in vario modo e a vari livelli, persone ed esperienze e che halasciato  tracce profonde nelle istituzioni psichiatriche del paesee nell'esperienza personale di chi vi ha operato. Molti interrogativi emolte 'contraddizioni' - per usare il gergo dell'epoca - sono rimaste irrisolte.Molta strada rimane ancora da percorrere. 
 
 



 
Chi desidera segnalare altri testi e contribuire a questa rassegnaragionata e sicuramente non esaustiva, può proporsi liberamentee inviare il contributo al mio indirizzo e-mail: 
bob1664@iperbole.bologna.it 

 
  


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