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"Outsideof a dog, a book is a man's best friend.
Insideof a dog, it's too dark to read."
GROUCHOMARX
 
 

  

TobieNathan, Catherine Lewertowski 
Soigner:le virus e le fétiche,  
ÉditionsOdile Jacob, pp.203 pag, fr. 130  
 


Il lavorodi Tobie Nathan è già stato ampiamente presentato ai nostrilettori negli scorsi numeri e ci fa piacere presentare un testo uscitodi recente in Francia, ma ancora non tradotto in italiano - su di un temadi grande interesse e attualità: come curare i malati di Aidsche appartengono a culture lontane della medicina occidentale? 
I malatidi AIDS di origine africana, antillese e magrebina ricorrono, oltre alleterapie ospedaliere, a terapie ģparalleleī legate alla medicina tradizionale.  
Invocazionidi aiuto, parole magiche, rituali, gruppi di preghiera, amuleti e talismanisono tutte procedure intorno a cui si organizza la vita concreta dellefamiglie e, se si vuole arrivare ad elaborare adeguati messaggi di prevenzione,non possono essere ignorate. 
L'équipedi professori universitari diretta da TobieNathan, responsabile del dipartimento di psicologia clinica all'UniversitàParis-VIII, e Stéphane Blanche, direttore del reparto diimmunologia pediatrica all'ospedale Necker-Enfants malades, hannoaccompagnato per tre anni madri e figli immigrati contagiati dall'Aidscercando di far convivere, attraverso l'etnopsichiatria, le prescrizionimediche e le procedure terapeutiche tradizionali.  
Soigner(curare) è il resoconto, attraverso l'esempio di sei casi clinici,di questa impresa pionieristica, il cui obiettivo dichiarato è quellodi migliorare il rapporto con pazienti che hanno forti tradizioni culturali.  
Il problemaera dimostrare la disponibilità ad ascoltare, capire la loro interpretazionedella malattia, acquisire una migliore comprensione del mondo culturaledel malato. Tra queste persone non c'è paziente, per quanto coltoo consapevole delle cause oggettive dell'infezione, che non prenda sulserio le altre cause, ai suoi occhi ben più importanti: sortilegi,espiazione, segni magici e così via. La  presenza di questosostrato culturale non è casuale e sono così profondamenteradicate nelle popolazioni emigrate che non possono essere ridotte a semplicecredenza. 

Il ruolodella stregoneria nella terapia 
Nel casodei congolesi, per esempio, l'Aids è intimamente legato alla stregoneria,probabilmente a causa di una parentela concettuale tra i meccanismi dell'epidemia(l'Aids è dato da qualcuno, una persona vicina anch'essa contaminata)e le teorie della stregoneria, che viene rappresentata come cattura e "divoramento"di una persona vicina a uno dei membri del gruppo di stregoni: colui cherinnega l'origine magica del suo male si esclude dalla comunitàe rinuncia alla protezione della famiglia della famiglia. In quanto individuoisolato non può più contare sull'intervento dello stregone.La rete di aiuto reciproco congolese è strutturata intorno alkundu, la sostanza della stregoneria, e al nkisi la forzadestinata a combatterla. Negare l'accesso all'interpretazione occulta significanegare l'accesso all'intera rete prodotta dall'esistenza di questi esseri.Inoltre, adottando una strategia difensiva individuale, il malato si sostituisceallo stregone, anch'egli un essere solitario che persegue interessipersonali, e rischia così la vendetta delle collettività.Volersi sottrarre alla stregoneria vuol dire privarsi dei rimedi dellaėcontrostregoneria'. 
Pastore evangelico,ėnganga' (stregone congolese), medico-foglia, marabut, ėsheikh' (guaritore),ėwaliy' (santo musulmano) sono altrettanti personaggi o entità allaquali i malati fanno riferimento e la cui azione è sentita comedecisiva per contrastare i sortilegi. Infatti, al contrario dell'assistenzamedica, che è vista come strumento efficace per lottare solo controi sintomi della malattia ed è accettata in quanto tale, il ricorsoalla rete tradizionale permette di attaccare direttamente l'origine delmale. 

Il lavorodell'etnopsichiatra 
Tobie Nathan,con la sua originale elaborazione teorica, evidenzia una parentela strutturaletra la medicina moderna e la stregoneria: entrambe costituiscono una retedi assistenza. Qualunque occidentale può entrare in contattocon l'ambiente medico, così come qualunque congolese di fronte allestesse difficoltà può entrare in contatto con l'ambientedella stregoneria. ma il parallelo non si ferma qui. Ogni rete si articolaintorno a soggetti e forze reali:  
Il virusHIV e le forze di inventiva e creatività che ha prodotto tra gliuomini per la medicina; il ėkundu' e il ėnkisi' per la rete di assistenzacongolese. 
Non ci sipuò aspettare che questi malati rinuncino alla loro interpretazione.E' invece necessario cercare di somministrare le cure in modo comprensibile,senza isolare i malati e le loro famiglie da quel mondo che fornisce loroil maggiore conforto. La comprensione dei meccanismi tradizionali hasempre portato all'approfondimento del legame e del rapporto medico-pazientee quindi ad una maggiore efficacia del trattamento 
Il messaggiodi Tobie Nathan è duplice: invita i medici a tener conto delle abitudiniculturali nella gestione della malattia e al tempo stesso si batte peruna maggiore integrazione tra scienze umane (psicologia, antropologia,ecc ...) e medicina tradizionale, in nome di un migliore rapporto con ilpaziente. 

 


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